giovedì 14 agosto 2008

PONTELANDOLFO 14/08/1861 - IL MASSACRO




L’ECCIDIO
di Pontelandolfo e Casalduni
di Antonio Ciano
da: “I Savoia e il massacro del sud” - Grandmelò, ROMA, 1996






Il 14 agosto del 1861, su ordine del generale Enrico Cialdini, il Colonnello Negri ed il maggiore Carlo Melegari attaccano i due paesi molisani.
I partigiani delle Due Sicilie, appostati sulla provincile che porta da Benevento a Campobasso,ammazzarono25 savoiardi e scapparono sui monti.
I militari piemontesi anzichè rincorrere i partigiani preferiscono dirigersi sui due paesi inermi.
Erano le 4 del mattino.Il colonnello Negri, accompagnato dal garibaldino del luogo De Marco, attaccò Pontelandolfo con 500 bersaglieri.

La mattanza iniziò non appena i soldati entrarono nella cittadina ancora dormiente.I piumati entrarono inquadrati e disposti per l'attacco, chiusero tutte le uscite del paese, nessuno poteva fuggire, sembrava quasi un gioco, una esercitazione militare. Ma non fu così, con torce alla mano i soldati piemontesi cominciarono a bruciare i fienili delle stalle, con calci sfondavano le porte delle case.
" I piemontesi, barbari cisalpini e feroci assassini, usarono sistematicamente la violenza; usarono la fucilazione come arma di democrazia liberale.
Saranno maledetti per sempre da Dio e dagli uomini....gli ordini di Cialdini erano precisi: distruggere i due paesi e dare una lezione esemplare ai cafoni;dovevano pagare con la morte la sfida fatta al potente Piemonte....uccisioni, stupri, fucilate, grida, urli. I vecchi venivano fucilati subito e così i bambini che ancora dormivano nei loro letti. Molti bersaglieri, avendo finito le munizioni in dotazione, per non tornare a rifornirsi al campo base situato fuori del paese, usavano la baionetta in canna al fucile e passavano all'arma bianca i poveri disgraziati di Pontelandolfo.

Dopo aver ammazzato i proprietari delle abitazioni, le saccheggiavano: oro, argento,soldi, catenine, bracciali, orecchini, orologi, pentole e piatti.....i soldati piemontesi, analfabeti ed ignoranti qualche parola di italiano l'avevano imparata al di qua del Tronto, comunque una parola sapevano pronunciare bene - Piastre! Piastre - dicevano entrando di prepotenza nelle casa dei pontelandolfesi - dove avete la piastre, piastre o morte. I barbari non si accontentavano delle piastre d'argento borboniche, bruciavano le case e ammazzavano senza pietà gli occupanti."

Il popolo d' Italia giornale filo governativo e quindi interessato a nascondere il più possibile la verità sui morti, indicò in 164 le vittime di quell'eccidio, destando l'indignazione persino del giornale francese La Patrie, filo unitario e quella del mondo intero, ma furono 164 i morti?
Dai registri parrocchiali si evince che i morti furono all'incirca 900, ma lasciamo ad altri il quantificare gli orrori di tale eccidio.

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Voglio chiudere questi ricordi delle immonde stragi compiute nel nome e con il pretesto del progresso (..? sic!) umano, che colpirono intere popolazioni della penisola, soprattutto nel meridione, con una considerazione ed un ricordo di un'altra schifosa strage, più vicina nel tempo, compiuta a Marzabotto da parte dei nazisti.
Le differenze fra le due stragi non sono molte....

Posto qui sotto un articolo di qualche anno fa , tratto dal Corriere della Sera, in cui il ministro tedesco Fischer chiede scusa, alle vittime e agli italiani, a nome dei cittadini tedeschi, vergognandosi per la strage compiuta dalle SS.
Il parallelo storico fra le due stragi è evidente.
Purtroppo per le stragi di Pontelandolfo e Casalduni, anche dopo la fuga dei Savoia, nessuno ha mai pensato a chiedere scusa....

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«Mi inchino alle vittime di Marzabotto»

Discorso in italiano del ministro tedesco Fischer nel paese della strage nazista: il ricordo ci fa vergognare

Un appello alla tolleranza rivolto all' Europa. Lo ha pronunciato ieri in italiano a Marzabotto il ministro degli Esteri tedesco, Joschka Fischer, dal palco della cerimonia di commemorazione del massacro avvenuto nel 1944 nel paese emiliano. Lo stesso palco dal quale è intervenuto anche l' ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro in veste di oratore ufficiale. Qui di seguito pubblichiamo l' intervento del ministro Fischer.

Signore e signori, cinquantanove anni fa dei soldati tedeschi appartenenti ad un battaglione SS uccisero quasi 800 persone nei casali di Marzabotto.
Sparando alla cieca e senza pietà ammazzarono uomini, donne e bambini senza tener conto se si trovavano a casa, al lavoro sui campi o in chiesa.

Ancora oggi siamo esterrefatti di fronte a questo atroce eccidio commesso a sangue freddo. Ancora oggi siamo scossi per quest' orrendo atto.
Ancora oggi - dopo quasi sessant' anni - siamo in lutto per la morte delle vittime innocenti, insieme con i loro familiari e tutto il popolo italiano. Il nome Marzabotto è entrato nella storia come il più terribile dei crimini tedeschi commessi sul territorio italiano durante la Seconda guerra mondiale. Il ricordo e la responsabilità storica per questo crimine continuano a farci male e farci vergognare.
Non dobbiamo dimenticare le vittime di Marzabotto.
Che ci servano da ammonimento e ci impediscano di ricadere negli abissi della guerra. Che ci facciano ricordare i disastri del nazionalismo e del razzismo. E che l' eredità delle vittime di Marzabotto ci obblighi a impegnarci per la pace, la tolleranza e lo spirito dell' Europa comune. Oggi Marzabotto è un modello per la fiducia e la comprensione tra i popoli che va ben oltre i confini della Germania e dell' Italia. Sono rimasto particolarmente impressionato dall' iniziativa «Campi a quattro voci», che raduna giovani italiani, tedeschi, israeliani e palestinesi in questo luogo per creare legami in un clima di comprensione reciproca e di dialogo. Ai tanti politici e volontari che si sono impegnati per creare questo monumento commemorativo e la Scuola di Pace «Monte Sole» va la nostra gratitudine per aver dato vita ad un luogo di riconciliazione. Pace e riconciliazione attraverso la democrazia e la cooperazione - questa è la risposta dell' Europa alle catastrofi della prima metà del Ventesimo secolo. Per superare nazionalismo e razzismo sul nostro continente fu posata a Roma, nel 1957, la prima pietra dell' Unione europea. Quello che iniziò come un' associazione di sei nazioni si è rivelato un successo storico senza precedenti: in meno di un anno l' Unione europea conterà 25 Stati membri. E proprio sabato a Roma si è aperto un nuovo capitolo del processo di unificazione europea: sono appena ritornato dall' apertura della Conferenza intergovernativa sulla Costituzione europea. Se riusciremo, nei prossimi mesi, a varare questa Costituzione, potremo procedere alla realizzazione dell' Unione politica. I luoghi della memoria come Marzabotto sono importanti per questo sviluppo perché ci mostrano che quello che oggi diamo per scontato, ancora qualche decennio fa non lo era. Cioè che le conseguenze di un' ideologia che disprezza l' uomo e della dittatura sono tremende e disastrose. E questo messaggio è tuttora di attualità. Le terribili guerre e gli orribili massacri nei Balcani, una delle nostre regioni più vicine, ce lo hanno ricordato molto recentemente. È per questo che il vostro lavoro qui a Marzabotto è molto importante per il futuro dell' Europa. Qui è possibile convincere i cittadini dell' idea europea e renderli partecipi della costruzione europea. Per questo importante contributo per i nostri valori comuni, per la comprensione e la cooperazione, vi sono grato di tutto cuore. Mi inchino con profonda tristezza davanti alle vittime di Marzabotto.
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Quello di Marzabotto è stato il più grande massacro compiuto dai nazisti in Italia. Il paese venne distrutto tra il 28 e il 30 settembre del 1944. Vennero uccisi 770 civili (1.836 le vittime di quella campagna). L' eccidio fu guidato dal maggiore delle SS Walter Reder che lo giustificò come «legittima» rappresaglia tedesca alle azioni compiute dai partigiani IL TRIBUNALE L' ergastolo e la grazia L' azione delle SS di Reder, responsabili anche della strage di Sant' Anna di Stazzema (560 vittime), si estese a Grizzana e Vado di Monzuno. Reder fu catturato dagli americani in Baviera. Nel 1951 venne condannato all' ergastolo dal tribunale militare di Bologna e incarcerato a Gaeta. Nel 1985 ottenne la grazia.
Morì a Vienna nel 1991

Fischer Joschka
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L’ECCIDIO
di Pontelandolfo e Casalduni
di Antonio Ciano
da: “I Savoia e il massacro del sud” - Grandmelò, ROMA, 1996






Il 14 agosto del 1861, su ordine del generale Enrico Cialdini, il Colonnello Negri ed il maggiore Carlo Melegari attaccano i due paesi molisani.
I partigiani delle Due Sicilie, appostati sulla provincile che porta da Benevento a Campobasso,ammazzarono25 savoiardi e scapparono sui monti.
I militari piemontesi anzichè rincorrere i partigiani preferiscono dirigersi sui due paesi inermi.
Erano le 4 del mattino.Il colonnello Negri, accompagnato dal garibaldino del luogo De Marco, attaccò Pontelandolfo con 500 bersaglieri.

La mattanza iniziò non appena i soldati entrarono nella cittadina ancora dormiente.I piumati entrarono inquadrati e disposti per l'attacco, chiusero tutte le uscite del paese, nessuno poteva fuggire, sembrava quasi un gioco, una esercitazione militare. Ma non fu così, con torce alla mano i soldati piemontesi cominciarono a bruciare i fienili delle stalle, con calci sfondavano le porte delle case.
" I piemontesi, barbari cisalpini e feroci assassini, usarono sistematicamente la violenza; usarono la fucilazione come arma di democrazia liberale.
Saranno maledetti per sempre da Dio e dagli uomini....gli ordini di Cialdini erano precisi: distruggere i due paesi e dare una lezione esemplare ai cafoni;dovevano pagare con la morte la sfida fatta al potente Piemonte....uccisioni, stupri, fucilate, grida, urli. I vecchi venivano fucilati subito e così i bambini che ancora dormivano nei loro letti. Molti bersaglieri, avendo finito le munizioni in dotazione, per non tornare a rifornirsi al campo base situato fuori del paese, usavano la baionetta in canna al fucile e passavano all'arma bianca i poveri disgraziati di Pontelandolfo.

Dopo aver ammazzato i proprietari delle abitazioni, le saccheggiavano: oro, argento,soldi, catenine, bracciali, orecchini, orologi, pentole e piatti.....i soldati piemontesi, analfabeti ed ignoranti qualche parola di italiano l'avevano imparata al di qua del Tronto, comunque una parola sapevano pronunciare bene - Piastre! Piastre - dicevano entrando di prepotenza nelle casa dei pontelandolfesi - dove avete la piastre, piastre o morte. I barbari non si accontentavano delle piastre d'argento borboniche, bruciavano le case e ammazzavano senza pietà gli occupanti."

Il popolo d' Italia giornale filo governativo e quindi interessato a nascondere il più possibile la verità sui morti, indicò in 164 le vittime di quell'eccidio, destando l'indignazione persino del giornale francese La Patrie, filo unitario e quella del mondo intero, ma furono 164 i morti?
Dai registri parrocchiali si evince che i morti furono all'incirca 900, ma lasciamo ad altri il quantificare gli orrori di tale eccidio.

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Voglio chiudere questi ricordi delle immonde stragi compiute nel nome e con il pretesto del progresso (..? sic!) umano, che colpirono intere popolazioni della penisola, soprattutto nel meridione, con una considerazione ed un ricordo di un'altra schifosa strage, più vicina nel tempo, compiuta a Marzabotto da parte dei nazisti.
Le differenze fra le due stragi non sono molte....

Posto qui sotto un articolo di qualche anno fa , tratto dal Corriere della Sera, in cui il ministro tedesco Fischer chiede scusa, alle vittime e agli italiani, a nome dei cittadini tedeschi, vergognandosi per la strage compiuta dalle SS.
Il parallelo storico fra le due stragi è evidente.
Purtroppo per le stragi di Pontelandolfo e Casalduni, anche dopo la fuga dei Savoia, nessuno ha mai pensato a chiedere scusa....

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«Mi inchino alle vittime di Marzabotto»

Discorso in italiano del ministro tedesco Fischer nel paese della strage nazista: il ricordo ci fa vergognare

Un appello alla tolleranza rivolto all' Europa. Lo ha pronunciato ieri in italiano a Marzabotto il ministro degli Esteri tedesco, Joschka Fischer, dal palco della cerimonia di commemorazione del massacro avvenuto nel 1944 nel paese emiliano. Lo stesso palco dal quale è intervenuto anche l' ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro in veste di oratore ufficiale. Qui di seguito pubblichiamo l' intervento del ministro Fischer.

Signore e signori, cinquantanove anni fa dei soldati tedeschi appartenenti ad un battaglione SS uccisero quasi 800 persone nei casali di Marzabotto.
Sparando alla cieca e senza pietà ammazzarono uomini, donne e bambini senza tener conto se si trovavano a casa, al lavoro sui campi o in chiesa.

Ancora oggi siamo esterrefatti di fronte a questo atroce eccidio commesso a sangue freddo. Ancora oggi siamo scossi per quest' orrendo atto.
Ancora oggi - dopo quasi sessant' anni - siamo in lutto per la morte delle vittime innocenti, insieme con i loro familiari e tutto il popolo italiano. Il nome Marzabotto è entrato nella storia come il più terribile dei crimini tedeschi commessi sul territorio italiano durante la Seconda guerra mondiale. Il ricordo e la responsabilità storica per questo crimine continuano a farci male e farci vergognare.
Non dobbiamo dimenticare le vittime di Marzabotto.
Che ci servano da ammonimento e ci impediscano di ricadere negli abissi della guerra. Che ci facciano ricordare i disastri del nazionalismo e del razzismo. E che l' eredità delle vittime di Marzabotto ci obblighi a impegnarci per la pace, la tolleranza e lo spirito dell' Europa comune. Oggi Marzabotto è un modello per la fiducia e la comprensione tra i popoli che va ben oltre i confini della Germania e dell' Italia. Sono rimasto particolarmente impressionato dall' iniziativa «Campi a quattro voci», che raduna giovani italiani, tedeschi, israeliani e palestinesi in questo luogo per creare legami in un clima di comprensione reciproca e di dialogo. Ai tanti politici e volontari che si sono impegnati per creare questo monumento commemorativo e la Scuola di Pace «Monte Sole» va la nostra gratitudine per aver dato vita ad un luogo di riconciliazione. Pace e riconciliazione attraverso la democrazia e la cooperazione - questa è la risposta dell' Europa alle catastrofi della prima metà del Ventesimo secolo. Per superare nazionalismo e razzismo sul nostro continente fu posata a Roma, nel 1957, la prima pietra dell' Unione europea. Quello che iniziò come un' associazione di sei nazioni si è rivelato un successo storico senza precedenti: in meno di un anno l' Unione europea conterà 25 Stati membri. E proprio sabato a Roma si è aperto un nuovo capitolo del processo di unificazione europea: sono appena ritornato dall' apertura della Conferenza intergovernativa sulla Costituzione europea. Se riusciremo, nei prossimi mesi, a varare questa Costituzione, potremo procedere alla realizzazione dell' Unione politica. I luoghi della memoria come Marzabotto sono importanti per questo sviluppo perché ci mostrano che quello che oggi diamo per scontato, ancora qualche decennio fa non lo era. Cioè che le conseguenze di un' ideologia che disprezza l' uomo e della dittatura sono tremende e disastrose. E questo messaggio è tuttora di attualità. Le terribili guerre e gli orribili massacri nei Balcani, una delle nostre regioni più vicine, ce lo hanno ricordato molto recentemente. È per questo che il vostro lavoro qui a Marzabotto è molto importante per il futuro dell' Europa. Qui è possibile convincere i cittadini dell' idea europea e renderli partecipi della costruzione europea. Per questo importante contributo per i nostri valori comuni, per la comprensione e la cooperazione, vi sono grato di tutto cuore. Mi inchino con profonda tristezza davanti alle vittime di Marzabotto.
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Quello di Marzabotto è stato il più grande massacro compiuto dai nazisti in Italia. Il paese venne distrutto tra il 28 e il 30 settembre del 1944. Vennero uccisi 770 civili (1.836 le vittime di quella campagna). L' eccidio fu guidato dal maggiore delle SS Walter Reder che lo giustificò come «legittima» rappresaglia tedesca alle azioni compiute dai partigiani IL TRIBUNALE L' ergastolo e la grazia L' azione delle SS di Reder, responsabili anche della strage di Sant' Anna di Stazzema (560 vittime), si estese a Grizzana e Vado di Monzuno. Reder fu catturato dagli americani in Baviera. Nel 1951 venne condannato all' ergastolo dal tribunale militare di Bologna e incarcerato a Gaeta. Nel 1985 ottenne la grazia.
Morì a Vienna nel 1991

Fischer Joschka

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