martedì 2 giugno 2009

IL 2 GIUGNO DEI DUOSICILIANI E’…A MAGGIO

Di Francesco Laricchia


Forma di governo a parte (nel caso italiano, la repubblica), anche a Sud, a Bitonto il 25 maggio del 1734, dopo una sanguinosa battaglia che in una sola giornata fece più di 1600 morti, si conseguì uno storico successo. Per di più, da tale vittoria, ebbe definizione uno Stato che sarebbe stato sostanzialmente pacifico ma che, soprattutto, avrebbe occupato per oltre 25 lustri il 3° posto sullo scenario degli stati dell’epoca: il Regno delle Due Sicilie.
Ci piace riportare un passo della cronaca dei fatti dell’epoca (pubblicati sul n.5-2004 de Il Carlino) della “nostra” Vittoria che ricordiamo ogni anno con un’apposita cerimonia ai piedi dell’Obelisco Carolino in piazza 26 maggio a Bitonto: “Conseguita la brillante vittoria sul campo, il Montemar (comandante delle truppe vittoriose-ndr) inviò a Napoli mediante la diligenza delle poste, il Marchese di Castellar alla Corte, per recare la lieta novella di si’ gloriosa vittoria alla Maestà del nostro Monarca ”.
Ci si risparmino, per carità, i distinguo, le annotazioni storiche, le precisazioni “necessarie e doverose” e le polemiche dei bravi storici di “professione”. Tutte accettate “a prescindere” e fatte nostre a priori, a tamburo battente e scatola chiusa.
Non altererebbero di una virgola la sostanza di un evento che era, prima dell’arrivo dell’esercito piemontese, una grande festa nazionale paragonabile all’odierna festa del 2 giugno.
Una chiosa ed un parallelismo che ci sentiamo di azzardare, in questa brevissima pillola di storia, è quello sui due plebisciti che segnarono da un lato la fine, nel 1860, di quanto definito nel 1734 e, dall’altro, la fine del regno sabaudo nel 1946 (che poi è alla base della odierna festa repubblicana). Due plebisciti-farsa per i quali è possibile parafrasare un antico adagio in “chi di farsa ferisce, di farsa perisce”.
cerimonia dell'elevazione della corona all'obelisco carolino che riporta impresso la storia degli eventi del 1734. Il testo scolpito si conclude con tre parole "italicam libertatem fundaverit". Carlo di Borbone 130 anni prima della conquista piemontese sognava e ricercava l'unificazione degli stati della penisola italiana.
Autorità bitontine e cittadini di varie regioni assistono alla cerimonia dell'elevazione della corona. Da quest'anno in tale occasione saranno ricordati anche i vinti dell'esercito austriaco. Riportiamo alla luce anche i modi cavallereschi e rispettosi che un tempo erano comuni anche durante conflitti e tragedie.
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Di Francesco Laricchia


Forma di governo a parte (nel caso italiano, la repubblica), anche a Sud, a Bitonto il 25 maggio del 1734, dopo una sanguinosa battaglia che in una sola giornata fece più di 1600 morti, si conseguì uno storico successo. Per di più, da tale vittoria, ebbe definizione uno Stato che sarebbe stato sostanzialmente pacifico ma che, soprattutto, avrebbe occupato per oltre 25 lustri il 3° posto sullo scenario degli stati dell’epoca: il Regno delle Due Sicilie.
Ci piace riportare un passo della cronaca dei fatti dell’epoca (pubblicati sul n.5-2004 de Il Carlino) della “nostra” Vittoria che ricordiamo ogni anno con un’apposita cerimonia ai piedi dell’Obelisco Carolino in piazza 26 maggio a Bitonto: “Conseguita la brillante vittoria sul campo, il Montemar (comandante delle truppe vittoriose-ndr) inviò a Napoli mediante la diligenza delle poste, il Marchese di Castellar alla Corte, per recare la lieta novella di si’ gloriosa vittoria alla Maestà del nostro Monarca ”.
Ci si risparmino, per carità, i distinguo, le annotazioni storiche, le precisazioni “necessarie e doverose” e le polemiche dei bravi storici di “professione”. Tutte accettate “a prescindere” e fatte nostre a priori, a tamburo battente e scatola chiusa.
Non altererebbero di una virgola la sostanza di un evento che era, prima dell’arrivo dell’esercito piemontese, una grande festa nazionale paragonabile all’odierna festa del 2 giugno.
Una chiosa ed un parallelismo che ci sentiamo di azzardare, in questa brevissima pillola di storia, è quello sui due plebisciti che segnarono da un lato la fine, nel 1860, di quanto definito nel 1734 e, dall’altro, la fine del regno sabaudo nel 1946 (che poi è alla base della odierna festa repubblicana). Due plebisciti-farsa per i quali è possibile parafrasare un antico adagio in “chi di farsa ferisce, di farsa perisce”.
cerimonia dell'elevazione della corona all'obelisco carolino che riporta impresso la storia degli eventi del 1734. Il testo scolpito si conclude con tre parole "italicam libertatem fundaverit". Carlo di Borbone 130 anni prima della conquista piemontese sognava e ricercava l'unificazione degli stati della penisola italiana.
Autorità bitontine e cittadini di varie regioni assistono alla cerimonia dell'elevazione della corona. Da quest'anno in tale occasione saranno ricordati anche i vinti dell'esercito austriaco. Riportiamo alla luce anche i modi cavallereschi e rispettosi che un tempo erano comuni anche durante conflitti e tragedie.

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