giovedì 8 maggio 2008

TRADIZIONE: LA SPAGNA RICORDA IL SUO 1799


LETTERA NAPOLETANA
Numero n. 09, maggio 2008



(Lettera Napoletana) – Una sfilata militare alla presenza di migliaia di spagnoli ha ricordato il 2 maggio scorso alla Puerta del Sol di Madrid, il bicentenario della rivolta anti-francese del 2 maggio 1808. Da quegli avvenimenti – ha dichiarato il re di Spagna Juan Carlos di Borbone - “nacque una Spagna cosciente della propria identità nazionale” (cfr. Diario de Noticias, 3.5.2008).
Nel 1808 l’esercito rivoluzionario francese, forte di 100 mila uomini, invase la Spagna. Napoleone Bonaparte collocò sul trono il proprio fratello Giuseppe. Ma il Paese reale spagnolo reagì con grande forza. A Madrid esplose la rivolta, che fu sedata dai francesi a colpi di baionetta e con fucilazioni di massa.
Molti degli insorti furono uccisi immediatamente per dare un esempio alla popolazione.
Nella notte del 3 maggio 1808, sul Monte del Principe Pio, nei pressi della capitale spagnola, furono fucilati centinaia di rivoltosi. Il pittore Francisco Goya (1746-1828) rappresentò l’orrore del massacro in un celebre quadro, che ha lasciato una profonda impronta nella storia dell’arte.
La Spagna dunque considera eroi gli insorti del 1808, che dopo cinque anni riuscirono a liberare il Paese ed a cacciare gli invasori, e pone questa pagina di storia alle fondamenta della propria identità nazionale.
A Napoli ed in Italia, invece, si continua a celebrare, anche se sempre più stancamente, la cosiddetta Repubblica Partenopea, imposta nel 1799 dagli stessi francesi che invasero la Spagna e con la medesima violenza sanguinaria.
La storiografia dominante e le istituzioni culturali pubbliche continuano a negare il grande valore della controrivoluzione condotta alla vittoria dal Cardinale Fabrizio Ruffo, che rovesciò la repubblica giacobina riaffermando l’identità nazionale delle Due Sicilie. (LN9/2008)


Editoriale Il Giglio" : www.editorialeilgiglio.it/index.php
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LETTERA NAPOLETANA
Numero n. 09, maggio 2008



(Lettera Napoletana) – Una sfilata militare alla presenza di migliaia di spagnoli ha ricordato il 2 maggio scorso alla Puerta del Sol di Madrid, il bicentenario della rivolta anti-francese del 2 maggio 1808. Da quegli avvenimenti – ha dichiarato il re di Spagna Juan Carlos di Borbone - “nacque una Spagna cosciente della propria identità nazionale” (cfr. Diario de Noticias, 3.5.2008).
Nel 1808 l’esercito rivoluzionario francese, forte di 100 mila uomini, invase la Spagna. Napoleone Bonaparte collocò sul trono il proprio fratello Giuseppe. Ma il Paese reale spagnolo reagì con grande forza. A Madrid esplose la rivolta, che fu sedata dai francesi a colpi di baionetta e con fucilazioni di massa.
Molti degli insorti furono uccisi immediatamente per dare un esempio alla popolazione.
Nella notte del 3 maggio 1808, sul Monte del Principe Pio, nei pressi della capitale spagnola, furono fucilati centinaia di rivoltosi. Il pittore Francisco Goya (1746-1828) rappresentò l’orrore del massacro in un celebre quadro, che ha lasciato una profonda impronta nella storia dell’arte.
La Spagna dunque considera eroi gli insorti del 1808, che dopo cinque anni riuscirono a liberare il Paese ed a cacciare gli invasori, e pone questa pagina di storia alle fondamenta della propria identità nazionale.
A Napoli ed in Italia, invece, si continua a celebrare, anche se sempre più stancamente, la cosiddetta Repubblica Partenopea, imposta nel 1799 dagli stessi francesi che invasero la Spagna e con la medesima violenza sanguinaria.
La storiografia dominante e le istituzioni culturali pubbliche continuano a negare il grande valore della controrivoluzione condotta alla vittoria dal Cardinale Fabrizio Ruffo, che rovesciò la repubblica giacobina riaffermando l’identità nazionale delle Due Sicilie. (LN9/2008)


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