martedì 28 marzo 2023

LA TRUFFA DEL PNRR (14) ”…Toti, Presidente della Liguria, si aggiunge a Fontana e Sala, anche lui è pronto a contendersi a dadi le vesti del Sud…"

Di Natale Cuccurese*

Su La Stampa del 23 marzo 2023 leggiamo che il presidente della Regione Liguria, Toti, dichiara: “Più soldi pubblici a chi riesce a impiegarli in tempo, meno a chi è lento”. In altre parole più soldi a lui e alle Regioni “virtuose” (coi soldi degli altri) del Nord.
Come sto scrivendo da mesi in Italia, dal 2001 al 2021, i dipendenti comunali grazie alla spending review sono diminuiti da 450.000 a 320.000, un calo avvenuto, grazie alla propaganda leghista, in larghissima parte nel Mezzogiorno dove le città non hanno più personale per servizi essenziali e mancano i tecnici per il Pnrr.
Perché accanirsi contro il Sud? Chi pagherà? Il cittadino comune, soprattutto più fragile. Perché non attivare da subito azioni suppletive dello Stato, come previsto in Costituzione, visto che la situazione era ampiamente nota?
Evidentemente si è giocato alle tre carte su questo per favorire i soliti territori della “Locomotiva”. Così è più comodo dar voce al vittimismo predatorio di Sala/Fontana e ora anche di Toti. Questi signori sanno benissimo che il problema non è che il Sud è lento, ma che la gara del PNRR è truccata dal principio.
Resta inteso che nei prossimi decenni i cittadini del Sud, che riceveranno molto meno di quelli del Nord, dovranno ripagare il debito in egual misura…
Ecco perché la definizione “la truffa del Pnrr “è la più appropriata.
Nel frattempo, come ci informa il 21 marzo la Commissione europea, comunque nessun intervento Pnrr, con scadenza 31 marzo, è stato completato, nemmeno dalle Regioni che si autoproclamano “virtuose”, e dunque la terza rata da 19 miliardi del finanziamento è a forte rischio. La Commissione ha così attivato, nei confronti dell'Italia, 14 progetti nell'ambito dello strumento di sostegno tecnico (Sst), il programma Ue che fornisce agli Stati membri assistenza (da Nord a Sud…) su misura per attuare riforme Pnrr.
Così l’Italia con l’autonomia regionale differenziata, sprofonda sempre più nel ridicolo perché oltretutto con l’arlecchinesca regionalizzazione sarà impossibile realizzare politiche pubbliche nazionali e per le imprese le difficoltà aumenteranno causa il mercato interno frammentato. Non a caso pochi giorni fa è giunto l’appello di Confindustria (Nord), così come riportato dal Messaggero del 21 marzo, che chiede che l’autonomia differenziata non riguardi materie strategiche per l’economia e non crei problemi per la finanza pubblica.
Ciò significa che, secondo Confindustria, le richieste delle regioni Veneto, Lombardia e Emilia vanno semplicemente respinte o completamente riviste.
La domanda da porsi è: come mai Confindustria (Nord) teme lo Spacca-Italia e chiede un freno? Per patriottismo?! Forse, ma molto più probabilmente è solo una mera questione di soldi, cosa che gli industriali capiscono molto meglio di Calderoli e di leghisti e protoleghisti al seguito. Infatti la visione miope, se non demenziale e masochisticamente antimeridionale di leghisti e protoleghisti, causata da un razzismo e un pregiudizio fortemente radicato, immotivato e miserabile, fa perdere a questi politicanti la lucidità di analisi (se mai l’hanno avuta).
Circa un anno e mezzo fa, Bankitalia ha proposto un approccio totalmente diverso rispetto a quello proposto da sempre dai governi nazionali, basato su studi e tabelle inoppugnabili che dimostrano quello che appare sempre più evidente a tutti, tranne che ai liberisti al governo, e cioè che per crescere l’Italia deve ridurre il divario tra Nord e Sud e rilanciare gli investimenti pubblici al Sud: “La competitività delle imprese è strettamente legata alla disponibilità di una rete adeguata di trasporti e di telecomunicazioni”, rete trasporti in particolare che come risaputo al Sud non è adeguata. Il Pil del Nord dipende meno di quanto si creda dalle esportazioni all’estero e più di quanto non si pensi dalla vendita dei prodotti al Sud. La situazione di import-export tra Nord e Sud Italia è resa possibile proprio dai tanto discussi trasferimenti fiscali da Nord a Sud. Detto ancora più semplicemente: se fossero annullati o anche solo ridotti (come all’atto pratico si concretizzerebbe con l’ottenimento dell’autonomia differenziata), il primo a farne le spese sarebbe proprio il Nord, che ne subirebbe le conseguenze peggiori.
Come dimostra un altro studio della Banca d’Italia, i 45 miliardi di euro annui che in media, nel decennio 1995-2005, sono stati trasferiti da Nord a Sud sono tornati indietro con gli interessi grazie ai prodotti che il Nord gli ha nel frattempo venduto: 63 miliardi di euro all’anno. Miliardi che diventano 70,5 l’anno se si aggiungono i soldi che il Nord incassa per i rimborsi della mobilità sanitaria di cui abbiamo parlato sopra. Ci sarebbe come trasferimento fiscale dal Sud al Nord anche la formazione dei giovani laureati che emigrano al Nord per lavorare. Sempre secondo Bankitalia, l’aumento di 1 solo euro del Pil al Sud produce una crescita di 40 centesimi del Pil al Centro-Nord. Mentre non accade il contrario. L’aumento del Pil di 1 euro al Centro-Nord determina infatti una crescita per l’intero Paese di soli 10 centesimi”.
Ecco perché gli industriali tirano il freno, impoverire oltre misura il Mezzogiorno, sbocco delle loro merci non gli conviene. Figuriamoci poi se a questo si aggiungesse in futuro, per esasperazione da parte dei cittadini meridionali, un boicottaggio sistematico dei prodotti commerciati al Sud ma con sede legale al Nord, in vista della prossima introduzione del federalismo fiscale…
Il tutto mentre sul giornale di Confindustria (il Sole 24 ore) del 22 marzo arrivano dati Eurostat che non lasciano dubbi: Per quanto riguarda “la percentuale di ragazzi che non lavorano, non frequentano alcuna scuola e non sono impegnati neppure in uno stage o in un tirocinio, i cosiddetti NEET, le regioni europee messe peggio sono in Italia, in particolare nel Mezzogiorno, ma non solo.
Nel 2021, ultima in assoluto era la Sicilia con il 30,2%, in peggioramento di quasi un punto rispetto al 2020. A seguire la Campania, con il 27,7% (28% l’anno prima). E risalendo, dopo una regione bulgara, troviamo la Calabria (27,2%). La media europea è del 10,8% (in miglioramento rispetto all’11,1% di un anno prima) ma in Italia comunque solo la Provincia autonoma di Bolzano supera appena la media, fermandosi al 10,5%. Il problema dunque riguarda tutti, non solo il Sud. In Piemonte, per dire, i NEET sono il 17,7%, come nel Lazio. Fa meglio, ma di poco, la Lombardia: 17,3%, ma erano al 15,7 un anno prima. L’Emilia-Romagna è al 13,5%”.
Il che dimostra che o ci si salva insieme o tutti insieme si affonda.
Riusciranno i politicanti leghisti e protoleghisti a capirlo?
Ah, saperlo…

(*) Presidente del Partito del Sud, Aderente Carta di Venosa





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Di Natale Cuccurese*

Su La Stampa del 23 marzo 2023 leggiamo che il presidente della Regione Liguria, Toti, dichiara: “Più soldi pubblici a chi riesce a impiegarli in tempo, meno a chi è lento”. In altre parole più soldi a lui e alle Regioni “virtuose” (coi soldi degli altri) del Nord.
Come sto scrivendo da mesi in Italia, dal 2001 al 2021, i dipendenti comunali grazie alla spending review sono diminuiti da 450.000 a 320.000, un calo avvenuto, grazie alla propaganda leghista, in larghissima parte nel Mezzogiorno dove le città non hanno più personale per servizi essenziali e mancano i tecnici per il Pnrr.
Perché accanirsi contro il Sud? Chi pagherà? Il cittadino comune, soprattutto più fragile. Perché non attivare da subito azioni suppletive dello Stato, come previsto in Costituzione, visto che la situazione era ampiamente nota?
Evidentemente si è giocato alle tre carte su questo per favorire i soliti territori della “Locomotiva”. Così è più comodo dar voce al vittimismo predatorio di Sala/Fontana e ora anche di Toti. Questi signori sanno benissimo che il problema non è che il Sud è lento, ma che la gara del PNRR è truccata dal principio.
Resta inteso che nei prossimi decenni i cittadini del Sud, che riceveranno molto meno di quelli del Nord, dovranno ripagare il debito in egual misura…
Ecco perché la definizione “la truffa del Pnrr “è la più appropriata.
Nel frattempo, come ci informa il 21 marzo la Commissione europea, comunque nessun intervento Pnrr, con scadenza 31 marzo, è stato completato, nemmeno dalle Regioni che si autoproclamano “virtuose”, e dunque la terza rata da 19 miliardi del finanziamento è a forte rischio. La Commissione ha così attivato, nei confronti dell'Italia, 14 progetti nell'ambito dello strumento di sostegno tecnico (Sst), il programma Ue che fornisce agli Stati membri assistenza (da Nord a Sud…) su misura per attuare riforme Pnrr.
Così l’Italia con l’autonomia regionale differenziata, sprofonda sempre più nel ridicolo perché oltretutto con l’arlecchinesca regionalizzazione sarà impossibile realizzare politiche pubbliche nazionali e per le imprese le difficoltà aumenteranno causa il mercato interno frammentato. Non a caso pochi giorni fa è giunto l’appello di Confindustria (Nord), così come riportato dal Messaggero del 21 marzo, che chiede che l’autonomia differenziata non riguardi materie strategiche per l’economia e non crei problemi per la finanza pubblica.
Ciò significa che, secondo Confindustria, le richieste delle regioni Veneto, Lombardia e Emilia vanno semplicemente respinte o completamente riviste.
La domanda da porsi è: come mai Confindustria (Nord) teme lo Spacca-Italia e chiede un freno? Per patriottismo?! Forse, ma molto più probabilmente è solo una mera questione di soldi, cosa che gli industriali capiscono molto meglio di Calderoli e di leghisti e protoleghisti al seguito. Infatti la visione miope, se non demenziale e masochisticamente antimeridionale di leghisti e protoleghisti, causata da un razzismo e un pregiudizio fortemente radicato, immotivato e miserabile, fa perdere a questi politicanti la lucidità di analisi (se mai l’hanno avuta).
Circa un anno e mezzo fa, Bankitalia ha proposto un approccio totalmente diverso rispetto a quello proposto da sempre dai governi nazionali, basato su studi e tabelle inoppugnabili che dimostrano quello che appare sempre più evidente a tutti, tranne che ai liberisti al governo, e cioè che per crescere l’Italia deve ridurre il divario tra Nord e Sud e rilanciare gli investimenti pubblici al Sud: “La competitività delle imprese è strettamente legata alla disponibilità di una rete adeguata di trasporti e di telecomunicazioni”, rete trasporti in particolare che come risaputo al Sud non è adeguata. Il Pil del Nord dipende meno di quanto si creda dalle esportazioni all’estero e più di quanto non si pensi dalla vendita dei prodotti al Sud. La situazione di import-export tra Nord e Sud Italia è resa possibile proprio dai tanto discussi trasferimenti fiscali da Nord a Sud. Detto ancora più semplicemente: se fossero annullati o anche solo ridotti (come all’atto pratico si concretizzerebbe con l’ottenimento dell’autonomia differenziata), il primo a farne le spese sarebbe proprio il Nord, che ne subirebbe le conseguenze peggiori.
Come dimostra un altro studio della Banca d’Italia, i 45 miliardi di euro annui che in media, nel decennio 1995-2005, sono stati trasferiti da Nord a Sud sono tornati indietro con gli interessi grazie ai prodotti che il Nord gli ha nel frattempo venduto: 63 miliardi di euro all’anno. Miliardi che diventano 70,5 l’anno se si aggiungono i soldi che il Nord incassa per i rimborsi della mobilità sanitaria di cui abbiamo parlato sopra. Ci sarebbe come trasferimento fiscale dal Sud al Nord anche la formazione dei giovani laureati che emigrano al Nord per lavorare. Sempre secondo Bankitalia, l’aumento di 1 solo euro del Pil al Sud produce una crescita di 40 centesimi del Pil al Centro-Nord. Mentre non accade il contrario. L’aumento del Pil di 1 euro al Centro-Nord determina infatti una crescita per l’intero Paese di soli 10 centesimi”.
Ecco perché gli industriali tirano il freno, impoverire oltre misura il Mezzogiorno, sbocco delle loro merci non gli conviene. Figuriamoci poi se a questo si aggiungesse in futuro, per esasperazione da parte dei cittadini meridionali, un boicottaggio sistematico dei prodotti commerciati al Sud ma con sede legale al Nord, in vista della prossima introduzione del federalismo fiscale…
Il tutto mentre sul giornale di Confindustria (il Sole 24 ore) del 22 marzo arrivano dati Eurostat che non lasciano dubbi: Per quanto riguarda “la percentuale di ragazzi che non lavorano, non frequentano alcuna scuola e non sono impegnati neppure in uno stage o in un tirocinio, i cosiddetti NEET, le regioni europee messe peggio sono in Italia, in particolare nel Mezzogiorno, ma non solo.
Nel 2021, ultima in assoluto era la Sicilia con il 30,2%, in peggioramento di quasi un punto rispetto al 2020. A seguire la Campania, con il 27,7% (28% l’anno prima). E risalendo, dopo una regione bulgara, troviamo la Calabria (27,2%). La media europea è del 10,8% (in miglioramento rispetto all’11,1% di un anno prima) ma in Italia comunque solo la Provincia autonoma di Bolzano supera appena la media, fermandosi al 10,5%. Il problema dunque riguarda tutti, non solo il Sud. In Piemonte, per dire, i NEET sono il 17,7%, come nel Lazio. Fa meglio, ma di poco, la Lombardia: 17,3%, ma erano al 15,7 un anno prima. L’Emilia-Romagna è al 13,5%”.
Il che dimostra che o ci si salva insieme o tutti insieme si affonda.
Riusciranno i politicanti leghisti e protoleghisti a capirlo?
Ah, saperlo…

(*) Presidente del Partito del Sud, Aderente Carta di Venosa





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lunedì 27 marzo 2023

ELEZIONI COMUNALI DI MARANO IL PARTITO DEL SUD SOSTIENE STEFANIA FANELLI

 COMUNICATO STAMPA

In occasione delle elezioni amministrative di Marano (NA) il Partito del Sud scende in campo al fianco di Stefania Fanelli.

Il 14 e 15 maggio i cittadini del Comune di Marano saranno chiamati a scegliere il loro Sindaco, sperando di porre fine alla triste sequenza di scioglimenti per infiltrazioni camorristiche. Ben 4 in passato gli episodi di collusione tra amministratori e malavitosi, come accertato più volte dai magistrati.

Il Partito del Sud rompe quindi gli indugi, si tira fuori dalle schermaglie e dal gioco degli accordi sottobanco delle paludi pre-elettorali, e sceglie Stefania Fanelli.

La scelta vede il partito progressista meridionalista schierare nomi di spessore per contribuire a rendere più forte la candidatura di una donna, che vanta un passato di lotte per i diritti del territorio, al fine di cambiare la storia di Marano ed eleggere la prima donna Sindaco in un Comune dal recente passato difficile. Persone e strutture a disposizione di un progetto.

"La nostra scelta ha un doppio valore" - ha commentato Antonio Luongo, responsabile dell'area metropolitana del Partito – “da una parte vogliamo incidere sul cambiamento, supportando una candidatura dal grande valore politico come Stefania Fanelli, donna onesta, impegnata nel sociale, per i diritti dei lavoratori e delle famiglie, con una posizione chiara sull'acqua pubblica e sull’ambiente; dall'altra scegliamo la strada della trasparenza e il primato delle idee: non ci interessano giochi di potere e facciamo un passo avanti verso l'obiettivo di unire le energie progressiste, di sinistra, a partire dal territorio. Speriamo che in tanti vogliano seguirci uscendo così da logiche miopi e divisive, lavorando insieme e concretamente per raggiungere traguardi comuni a difesa del territorio".

 

Antonio Luongo

Responsabile Città Metropolitana Napoli del Partito del Sud




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 COMUNICATO STAMPA

In occasione delle elezioni amministrative di Marano (NA) il Partito del Sud scende in campo al fianco di Stefania Fanelli.

Il 14 e 15 maggio i cittadini del Comune di Marano saranno chiamati a scegliere il loro Sindaco, sperando di porre fine alla triste sequenza di scioglimenti per infiltrazioni camorristiche. Ben 4 in passato gli episodi di collusione tra amministratori e malavitosi, come accertato più volte dai magistrati.

Il Partito del Sud rompe quindi gli indugi, si tira fuori dalle schermaglie e dal gioco degli accordi sottobanco delle paludi pre-elettorali, e sceglie Stefania Fanelli.

La scelta vede il partito progressista meridionalista schierare nomi di spessore per contribuire a rendere più forte la candidatura di una donna, che vanta un passato di lotte per i diritti del territorio, al fine di cambiare la storia di Marano ed eleggere la prima donna Sindaco in un Comune dal recente passato difficile. Persone e strutture a disposizione di un progetto.

"La nostra scelta ha un doppio valore" - ha commentato Antonio Luongo, responsabile dell'area metropolitana del Partito – “da una parte vogliamo incidere sul cambiamento, supportando una candidatura dal grande valore politico come Stefania Fanelli, donna onesta, impegnata nel sociale, per i diritti dei lavoratori e delle famiglie, con una posizione chiara sull'acqua pubblica e sull’ambiente; dall'altra scegliamo la strada della trasparenza e il primato delle idee: non ci interessano giochi di potere e facciamo un passo avanti verso l'obiettivo di unire le energie progressiste, di sinistra, a partire dal territorio. Speriamo che in tanti vogliano seguirci uscendo così da logiche miopi e divisive, lavorando insieme e concretamente per raggiungere traguardi comuni a difesa del territorio".

 

Antonio Luongo

Responsabile Città Metropolitana Napoli del Partito del Sud




PERCHE' E' DOVERE DI OGNI CITTADINO CONTRASTARE L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA E L' ATTACCO CHE QUESTA PORTA AI BENI COMUNI E AI DIRITTI DI CITTADINANZA SANCITI DALLA COSTITUZIONE.

Di Natale Cuccurese

Il Presidente della Repubblica Mattarella, garante dell’unità nazionale, ha firmato pochi giorni fa il Ddl Calderoli sull’ Autonomia differenziata.
Calderoli ha incassato e ringraziato per “la firma e la rapidità con cui è arrivata, a distanza di pochi giorni dall'approvazione in Consiglio dei ministri”.

Intanto Calderoli si arroga il diritto di nominare una "mini Costituente" al fine di definire i Lep composta da 61 membri nominati da lui e scelti in modo preponderante al Centro Nord, alcuni dei quali già da tempo fortemente orientati a favore dell'Autonomia differenziata. Il tutto in assoluto segreto e con il Parlamento completamente tagliato fuori. Mentre lo stesso Calderoli parla, in una intervista al Corriere del 26 marzo, di utilizzo dei Fondi di coesione (una tantum, per investimenti, già destinati ai territori più deboli) per finanziare i LEP, che richiederebbero invece risorse correnti e permanenti di bilancio.
La domanda che viene subito in mente: ma se in Italia non si riesce a rispettare il principio dell’addizionalità (i fondi europei devono sommarsi e non sostituire i fondi nazionali), come si può pensare di garantire con i fondi europei i Lep che richiedono risorse ben più cospicue e costanti nel tempo?!

L'autonomia differenziata così come concepita nel Ddl Calderoli distruggerà definitivamente i servizi pubblici partendo dal già dissestato SSN e marginalizzando le fasce più deboli del Nord così come del Sud. Sarà l'addio allo Stato sociale, tutto sarà privatizzato a favore di oligarchi amici, se non di prenditori scesi in politica che già possiedono, assicurazioni, ospedali, cliniche, supermercati, banche, giornali, televisioni, quote di multiutility... Disarticolerà gli enti locali e la loro funzione, in modo funzionale col presidenzialismo portato avanti in parallelo. L’Autonomia differenziata colpisce tutti, non lasciamoci dividere dalla propaganda, anche per i lavoratori e i cittadini del Nord è una trappola! Nessun sostegno va dato alla commissione Calderoli, parteciparvi vuol dire essere complici delle mire leghiste e implicarsi nella divisione della Repubblica!

E' una riforma in due fasi:

- Delle 23 materie in ballo, quelle che riguardano diritti civili e sociali sono da garantire in modo essenziale e sono legare ai Lep. Una fase che si vuole tirare per le lunghe fra esperti e commissioni fino a eventuali Dpcm della Presidenza del Consiglio, fra un anno, in caso di mancanza di accordo. Il rischio concreto è quello di una corsa al ribasso dei Lep, a danni dei cittadini dei territori meno ricchi anche all'interno delle stesse regioni. Ecco perchè servirebbero i Lup (Livelli uniformi delle prestazioni)

-Le altre materie invece sono già attribuibili senza indugi secondo le intese fra Stato e Regioni e sono la vera posta in gioco. Infrastrutture, porti, aeroporti, ferrovie, energia, protezione civile...Il comma 8 dell'art. 117 della Costituzione riformata dal centrosinistra nel 2001 precede che le Regioni possano trovare intese per trovare per costituire "organi comuni". E' il progetto di Macroregione Alpina da tempo inseguito dai leghisti, e non solo, per i territori della "Locomotiva". Un progetto ben visto anche in Europa. Di fatto uno Stato sostanziale dentro uno Stato solo formale.

Avremo così Regioni in costante lotta fra di loro per accaparrarsi le risorse, anche con alleanze, e un presidente che, secondo il presidenzialismo vagheggiato da Meloni, dovrebbe bilanciare in senso unitario lo spostamento del potere economico, e quindi politico, effettuato a livello regionale. Tutto ciò è un siluro alla Costituzione sin dal 2001 ed è fuori dalla legge del 2009 che è stata elaborata e firmata dall'attuale ministro Calderoli.

Difficile dire se un guazzabuglio così congegnato potrà salvare dalla balcanizzazione l'Italia.
Lo Spacca-Italia deve trovarci pronti come meridionalisti del Partito del Sud a proseguire con forza il contrasto a questo progetto, sia a livello nazionale, ma anche a livello regionale, così come fatto in Emilia-Romagna con la prossima partenza di una raccolta firme per una Lip regionale ad opera del Comitato locale NOAD, al fine di fermare l’Autonomia differenziata richiesta dalla Regione. Questa strada regionale va estesa nel più breve tempo possibile anche alle Regioni del Mezzogiorno, al fine di disarticolare, a livello nazionale, e fare recedere dalle richieste già presentate o che si vorrebbero presentare.



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Di Natale Cuccurese

Il Presidente della Repubblica Mattarella, garante dell’unità nazionale, ha firmato pochi giorni fa il Ddl Calderoli sull’ Autonomia differenziata.
Calderoli ha incassato e ringraziato per “la firma e la rapidità con cui è arrivata, a distanza di pochi giorni dall'approvazione in Consiglio dei ministri”.

Intanto Calderoli si arroga il diritto di nominare una "mini Costituente" al fine di definire i Lep composta da 61 membri nominati da lui e scelti in modo preponderante al Centro Nord, alcuni dei quali già da tempo fortemente orientati a favore dell'Autonomia differenziata. Il tutto in assoluto segreto e con il Parlamento completamente tagliato fuori. Mentre lo stesso Calderoli parla, in una intervista al Corriere del 26 marzo, di utilizzo dei Fondi di coesione (una tantum, per investimenti, già destinati ai territori più deboli) per finanziare i LEP, che richiederebbero invece risorse correnti e permanenti di bilancio.
La domanda che viene subito in mente: ma se in Italia non si riesce a rispettare il principio dell’addizionalità (i fondi europei devono sommarsi e non sostituire i fondi nazionali), come si può pensare di garantire con i fondi europei i Lep che richiedono risorse ben più cospicue e costanti nel tempo?!

L'autonomia differenziata così come concepita nel Ddl Calderoli distruggerà definitivamente i servizi pubblici partendo dal già dissestato SSN e marginalizzando le fasce più deboli del Nord così come del Sud. Sarà l'addio allo Stato sociale, tutto sarà privatizzato a favore di oligarchi amici, se non di prenditori scesi in politica che già possiedono, assicurazioni, ospedali, cliniche, supermercati, banche, giornali, televisioni, quote di multiutility... Disarticolerà gli enti locali e la loro funzione, in modo funzionale col presidenzialismo portato avanti in parallelo. L’Autonomia differenziata colpisce tutti, non lasciamoci dividere dalla propaganda, anche per i lavoratori e i cittadini del Nord è una trappola! Nessun sostegno va dato alla commissione Calderoli, parteciparvi vuol dire essere complici delle mire leghiste e implicarsi nella divisione della Repubblica!

E' una riforma in due fasi:

- Delle 23 materie in ballo, quelle che riguardano diritti civili e sociali sono da garantire in modo essenziale e sono legare ai Lep. Una fase che si vuole tirare per le lunghe fra esperti e commissioni fino a eventuali Dpcm della Presidenza del Consiglio, fra un anno, in caso di mancanza di accordo. Il rischio concreto è quello di una corsa al ribasso dei Lep, a danni dei cittadini dei territori meno ricchi anche all'interno delle stesse regioni. Ecco perchè servirebbero i Lup (Livelli uniformi delle prestazioni)

-Le altre materie invece sono già attribuibili senza indugi secondo le intese fra Stato e Regioni e sono la vera posta in gioco. Infrastrutture, porti, aeroporti, ferrovie, energia, protezione civile...Il comma 8 dell'art. 117 della Costituzione riformata dal centrosinistra nel 2001 precede che le Regioni possano trovare intese per trovare per costituire "organi comuni". E' il progetto di Macroregione Alpina da tempo inseguito dai leghisti, e non solo, per i territori della "Locomotiva". Un progetto ben visto anche in Europa. Di fatto uno Stato sostanziale dentro uno Stato solo formale.

Avremo così Regioni in costante lotta fra di loro per accaparrarsi le risorse, anche con alleanze, e un presidente che, secondo il presidenzialismo vagheggiato da Meloni, dovrebbe bilanciare in senso unitario lo spostamento del potere economico, e quindi politico, effettuato a livello regionale. Tutto ciò è un siluro alla Costituzione sin dal 2001 ed è fuori dalla legge del 2009 che è stata elaborata e firmata dall'attuale ministro Calderoli.

Difficile dire se un guazzabuglio così congegnato potrà salvare dalla balcanizzazione l'Italia.
Lo Spacca-Italia deve trovarci pronti come meridionalisti del Partito del Sud a proseguire con forza il contrasto a questo progetto, sia a livello nazionale, ma anche a livello regionale, così come fatto in Emilia-Romagna con la prossima partenza di una raccolta firme per una Lip regionale ad opera del Comitato locale NOAD, al fine di fermare l’Autonomia differenziata richiesta dalla Regione. Questa strada regionale va estesa nel più breve tempo possibile anche alle Regioni del Mezzogiorno, al fine di disarticolare, a livello nazionale, e fare recedere dalle richieste già presentate o che si vorrebbero presentare.



giovedì 23 marzo 2023

NAPOLI. FARE COME IN FRANCIA

Di Antonio Luongo

Stamattina ho partecipato a Napoli insieme al Partito del Sud ad un presidio dinanzi al Consolato francese, indetto dall' USB Unione Sindacale Di Base , per esprimere vicinanza e solidarietà ai lavoratori francesi, impegnati nello sciopero generale contro la riforma pensionistica.

Abbiamo consegnato un comunicato alla Console.
Il vento dell'austerity e del liberismo estremo continua a soffiare in Europa.
La speranza è che i cittadini italiani inizino ad alzare la testa anche loro di fronte a questi soprusi!









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Di Antonio Luongo

Stamattina ho partecipato a Napoli insieme al Partito del Sud ad un presidio dinanzi al Consolato francese, indetto dall' USB Unione Sindacale Di Base , per esprimere vicinanza e solidarietà ai lavoratori francesi, impegnati nello sciopero generale contro la riforma pensionistica.

Abbiamo consegnato un comunicato alla Console.
Il vento dell'austerity e del liberismo estremo continua a soffiare in Europa.
La speranza è che i cittadini italiani inizino ad alzare la testa anche loro di fronte a questi soprusi!









IL PARTITO DEL SUD CON IL PARTITO COMUNISTA ITALIANO E UNIONE POPOLARE SI PRESENTA ALLE ELEZIONI COMUNALI DI VICENZA DEL 14-15 MAGGIO E SOSTIENE ANNARITA SIMONE SINDACA.

 

VENITE A FIRMARE PER LA LISTA "LA COMUNE" AIUTATECI A CAMBIARE LA CITTA'
Venerdì 24 Marzo ore 9-12 al mercato di San Pio X
Sabato 25 Marzo ore 9-12 al mercato Nuovo
Sabato 25 alle ore 11 conferenza stampa di presentazione della candidata sindaca la compagna ANNARITA SIMONE sostenuta dalla lista LA COMUNE con Unione Popolare, Partito Comunista Italiano e Partito del Sud.
Siamo quella parte del nostro Paese che vuole la pace fra i popoli, l’uguaglianza sociale e si oppone alla guerra in tutte le sue forme. Che subisce gli effetti più duri della crisi, ma che allo stesso tempo si impegna ogni giorno per una giustizia sociale e ambientale, per un lavoro dignitoso e un salario minimo.
Siamo per la partecipazione e per i beni comuni, per la tutela dei diritti dei cittadini e dei lavoratori, contro il razzismo, le discriminazioni di genere e territoriali, le mafie, i poteri forti, le privatizzazioni e la corruzione, contro il TAV e la cementificazione selvaggia.
Contro il monopolio della politica e della storia in mano alle forze post-fasciste che non garantiscono i diritti costituzionali, che tradiscono ogni volontà di giustizia, di redistribuzione e di difesa dei territori e degli interessi dei lavoratori e che attentano all'unità nazionale con L'Autonomia differenziata.
Firma per permettere la presentazione alle Elezioni Comunali di Vicenza del 14-15 maggio della lista LA COMUNE, insieme si può!



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VENITE A FIRMARE PER LA LISTA "LA COMUNE" AIUTATECI A CAMBIARE LA CITTA'
Venerdì 24 Marzo ore 9-12 al mercato di San Pio X
Sabato 25 Marzo ore 9-12 al mercato Nuovo
Sabato 25 alle ore 11 conferenza stampa di presentazione della candidata sindaca la compagna ANNARITA SIMONE sostenuta dalla lista LA COMUNE con Unione Popolare, Partito Comunista Italiano e Partito del Sud.
Siamo quella parte del nostro Paese che vuole la pace fra i popoli, l’uguaglianza sociale e si oppone alla guerra in tutte le sue forme. Che subisce gli effetti più duri della crisi, ma che allo stesso tempo si impegna ogni giorno per una giustizia sociale e ambientale, per un lavoro dignitoso e un salario minimo.
Siamo per la partecipazione e per i beni comuni, per la tutela dei diritti dei cittadini e dei lavoratori, contro il razzismo, le discriminazioni di genere e territoriali, le mafie, i poteri forti, le privatizzazioni e la corruzione, contro il TAV e la cementificazione selvaggia.
Contro il monopolio della politica e della storia in mano alle forze post-fasciste che non garantiscono i diritti costituzionali, che tradiscono ogni volontà di giustizia, di redistribuzione e di difesa dei territori e degli interessi dei lavoratori e che attentano all'unità nazionale con L'Autonomia differenziata.
Firma per permettere la presentazione alle Elezioni Comunali di Vicenza del 14-15 maggio della lista LA COMUNE, insieme si può!



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mercoledì 22 marzo 2023

Napoli Giornata mondiale dell'acqua, il Partito del Sud in piazza.

Di Silvana Fumo

22 marzo 2023, giornata mondiale dell'acqua, a Napoli in piazza Municipio si è fatto il punto della situazione con gli interventi di padre Zanotelli, della Presidente dell'ABC Napoli, del prof Lucarelli, della coordinatrice area nord S. Fanelli. Non ha potuto essere presente il Sindaco Manfredi.

Tra siccità e manovre liberiste, l'acqua scorre nel sottosuolo in una percentuale di dispersione idrica quasi pari a quella erogata. Urgono interventi per l'ottimizzazione del servizio e proposte ce ne sono. La minaccia della privatizzazione dell'acqua con Draghi ha perso ogni sua connotazione negativa per divenire prassi auspicabile, rinnegando l'esito referendario del 2011 e, soprattutto, il fondamento etico rappresentato dall'acqua bene comune indispensabile alla vita, non merce, non business per le voraci multinazionali da quotare in borsa, né ricatto per i popoli.
Il Partito del Sud c'era, Antonio Luongo ben conosce il processo che ha condotto alla nascita dell'azienda ABC (Acqua Bene Comune) e le lotte per l'acqua pubblica. Con noi Stefania Fanelli di SI che è intervenuta per aggiornamenti sulla situazione dell'area nord di Napoli.









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Di Silvana Fumo

22 marzo 2023, giornata mondiale dell'acqua, a Napoli in piazza Municipio si è fatto il punto della situazione con gli interventi di padre Zanotelli, della Presidente dell'ABC Napoli, del prof Lucarelli, della coordinatrice area nord S. Fanelli. Non ha potuto essere presente il Sindaco Manfredi.

Tra siccità e manovre liberiste, l'acqua scorre nel sottosuolo in una percentuale di dispersione idrica quasi pari a quella erogata. Urgono interventi per l'ottimizzazione del servizio e proposte ce ne sono. La minaccia della privatizzazione dell'acqua con Draghi ha perso ogni sua connotazione negativa per divenire prassi auspicabile, rinnegando l'esito referendario del 2011 e, soprattutto, il fondamento etico rappresentato dall'acqua bene comune indispensabile alla vita, non merce, non business per le voraci multinazionali da quotare in borsa, né ricatto per i popoli.
Il Partito del Sud c'era, Antonio Luongo ben conosce il processo che ha condotto alla nascita dell'azienda ABC (Acqua Bene Comune) e le lotte per l'acqua pubblica. Con noi Stefania Fanelli di SI che è intervenuta per aggiornamenti sulla situazione dell'area nord di Napoli.









sabato 18 marzo 2023

17/03/2023, a Napoli il Partito del Sud - Meridionalisti Progressisti in piazza contro l'Autonomia Differenziata per la manifestazione "Uniti e Uguali!

Passano gli anni (oggi sono 162) e la situazione per il Mezzogiorno addirittura peggiora con l’approvazione della #SecessionedeiRicchi, nonostante le grandi ricchezze siano state innanzitutto create col lavoro subalterno dei meridionali, mentre la costituzione materiale dell'Italia recita sempre "prima il Nord" con addirittura ministri del governo Meloni lo dicevano fino a pochi anni fa, mentre una parte di sinistra è diventata protoleghista e non parla più di Questione meridionale …

Per il Sud nulla da festeggiare!

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Di Antonio Luongo

A Napoli manifestazione di centinaia di sindaci aderenti al Recovery Sud, col Partito del Sud abbiamo lasciato un'altra traccia evidente del crescente dissenso contro il DdL Calderoli “Spacca Italia", il disegno di legge eversivo di matrice leghista, formalmente chiamato "Autonomia Differenziata".
Ormai il dissenso cresce in maniera trasversale e inizia a coinvolgere anche portatori di interessi settentrionali, come molti Comuni delle aree interne del Nord, talmente è iniquo il progetto di riforma.
Noi non smetteremo mai di protestare e alzeremo sempre più la voce contro il disastro imminente. Non bisogna mollare di un centimetro. Aiutateci: informatevi sulle ingiustizie e i rischi di questa legge e fatevi anche voi promotori di questa battaglia di resistenza
Per il Sud. Per l'Italia unita.












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Passano gli anni (oggi sono 162) e la situazione per il Mezzogiorno addirittura peggiora con l’approvazione della #SecessionedeiRicchi, nonostante le grandi ricchezze siano state innanzitutto create col lavoro subalterno dei meridionali, mentre la costituzione materiale dell'Italia recita sempre "prima il Nord" con addirittura ministri del governo Meloni lo dicevano fino a pochi anni fa, mentre una parte di sinistra è diventata protoleghista e non parla più di Questione meridionale …

Per il Sud nulla da festeggiare!

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Di Antonio Luongo

A Napoli manifestazione di centinaia di sindaci aderenti al Recovery Sud, col Partito del Sud abbiamo lasciato un'altra traccia evidente del crescente dissenso contro il DdL Calderoli “Spacca Italia", il disegno di legge eversivo di matrice leghista, formalmente chiamato "Autonomia Differenziata".
Ormai il dissenso cresce in maniera trasversale e inizia a coinvolgere anche portatori di interessi settentrionali, come molti Comuni delle aree interne del Nord, talmente è iniquo il progetto di riforma.
Noi non smetteremo mai di protestare e alzeremo sempre più la voce contro il disastro imminente. Non bisogna mollare di un centimetro. Aiutateci: informatevi sulle ingiustizie e i rischi di questa legge e fatevi anche voi promotori di questa battaglia di resistenza
Per il Sud. Per l'Italia unita.












venerdì 17 marzo 2023

È L’ORA DELLA LOTTA! NO ALL’AUTONOMIA REGIONALE DIFFERENZIATA!

Lo sciagurato Disegno di Legge Calderoli sull’Autonomia Regionale Differenziata ha avuto parere positivo dalla Conferenza Stato-Regioni e sta proseguendo il suo cammino. 

Dicono che questo lo vuole il “Paese”. Ma davvero c’è consenso su questo perverso provvedimento, finalizzato a spogliare ulteriormente le aree depresse e a lasciarle comunque indietro rispetto ai territori che godono di miglior salute? 

Noi crediamo di no. La costruzione di un'Italia ancora più squilibrata di quanto non lo sia ora, oltre a tradursi in un ulteriore, gravissimo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro nell'insieme delle regioni meridionali, da sempre in drammatica sofferenza rispetto al resto d’Italia, si tradurrebbe in lacerazioni ovunque, anche al Nord e anche al Centro della penisola. Anche le regioni globalmente più ricche sono punteggiate di zone depresse e carenti di servizi. E anche le periferie delle grandi città del Nord sono attraversate da un degrado non molto diverso dalle periferie fatiscenti delle città meridionali. 

Di fatto, con la gestione esclusivamente regionale di ben 23 fondamentali materie (che riguardano la totalità dei beni comuni, la cura dell’ambiente e i principali servizi sociali), le pressioni affaristiche si imporrebbero ovunque con ancora più facilità di adesso; e le privatizzazioni dei servizi pubblici e la compressione della spesa sociale riceverebbero più facilmente via libera, con vere e proprie aggressioni ai paesaggi, al demanio oggi statale, ai trasporti pubblici e alle istituzioni di cura e istruzione.

Siamo, perciò, di fronte a una prospettiva davvero disastrosa, che creerebbe, in tutte le regioni del nostro Paese, e soprattutto al Sud, un aumento vertiginoso delle povertà e delle disuguaglianze territoriali. Sugli stessi giornali e nelle televisioni comincia a levarsi qualche voce che paventa il pericolo del disastro. 

Occorre dunque dire con nettezza “No, grazie!” 

Ma per dirlo bene, bisogna aver chiari i tre punti decisivi: 1) è la logica complessiva dell'Autonomia Differenziata che va respinta, e non solo il Disegno di Legge Calderoli, perché è proprio quella logica che sfregia i valori di equità e di uguaglianza sanciti dalla nostra Carta Costituzionale; 

2) l'Autonomia Regionale Differenziata non solo porterebbe le regioni del Mezzogiorno alla definitiva rovina, ma aumenterebbe le diseguaglianze in tutte le regioni d’Italia, contrapponendo, in ciascuna regione, le aree economicamente più forti e più coperte dai servizi sociali alle aree economicamente più deboli e più prive di servizi; 

3) quello che davvero serve è una nuova grande stagione meridionalista, che potenzi i diritti del lavoro (per esempio con l'introduzione del salario minimo per legge e la difesa piena del reddito di cittadinanza per coloro che sono senza lavoro) e tuteli i beni comuni (a partire dall'ambiente) e i servizi sociali (a partire dalla sanità e dall'istruzione).

La manifestazione nazionale di oggi, venerdì 17 marzo, promossa qui a Napoli dall'Associazione dei sindaci del Recovery Sud, si concluderà col corteo delle ore 15 da Piazza Santa Maria La Nova a Piazza Plebiscito. Essa può diventare, deve diventare l’inizio di una mobilitazione ampia e prolungata, che miri al ritiro immediato (il ritiro, non una confusa “riscrittura”) del Disegno di Legge Calderoli, ma anche a una nuova stagione meridionalista. 

Va recuperata, insomma, la parola d’ordine “Sud e Nord, uniti nella lotta”, imponendo un deciso intervento statale sulle attuali, insostenibili disparità, in termini di servizi sociali e infrastrutture, tra il centro-nord e il sud dell'Italia. E vanno mantenuti nell’immediato, e anzi potenziati ulteriormente, taluni provvedimenti, come il reddito di cittadinanza, che fanno argine alle drammatiche condizioni di povertà che affliggono le classi popolari.


17 marzo 2023

CONFEDERAZIONE COBAS - UNIONE SINDACALE DI BASE – DEMA - PARTITO DEL SUD - PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA - POTERE AL POPOLO - SINISTRA ANTICAPITALISTA - UNIONE POPOLARE






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Lo sciagurato Disegno di Legge Calderoli sull’Autonomia Regionale Differenziata ha avuto parere positivo dalla Conferenza Stato-Regioni e sta proseguendo il suo cammino. 

Dicono che questo lo vuole il “Paese”. Ma davvero c’è consenso su questo perverso provvedimento, finalizzato a spogliare ulteriormente le aree depresse e a lasciarle comunque indietro rispetto ai territori che godono di miglior salute? 

Noi crediamo di no. La costruzione di un'Italia ancora più squilibrata di quanto non lo sia ora, oltre a tradursi in un ulteriore, gravissimo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro nell'insieme delle regioni meridionali, da sempre in drammatica sofferenza rispetto al resto d’Italia, si tradurrebbe in lacerazioni ovunque, anche al Nord e anche al Centro della penisola. Anche le regioni globalmente più ricche sono punteggiate di zone depresse e carenti di servizi. E anche le periferie delle grandi città del Nord sono attraversate da un degrado non molto diverso dalle periferie fatiscenti delle città meridionali. 

Di fatto, con la gestione esclusivamente regionale di ben 23 fondamentali materie (che riguardano la totalità dei beni comuni, la cura dell’ambiente e i principali servizi sociali), le pressioni affaristiche si imporrebbero ovunque con ancora più facilità di adesso; e le privatizzazioni dei servizi pubblici e la compressione della spesa sociale riceverebbero più facilmente via libera, con vere e proprie aggressioni ai paesaggi, al demanio oggi statale, ai trasporti pubblici e alle istituzioni di cura e istruzione.

Siamo, perciò, di fronte a una prospettiva davvero disastrosa, che creerebbe, in tutte le regioni del nostro Paese, e soprattutto al Sud, un aumento vertiginoso delle povertà e delle disuguaglianze territoriali. Sugli stessi giornali e nelle televisioni comincia a levarsi qualche voce che paventa il pericolo del disastro. 

Occorre dunque dire con nettezza “No, grazie!” 

Ma per dirlo bene, bisogna aver chiari i tre punti decisivi: 1) è la logica complessiva dell'Autonomia Differenziata che va respinta, e non solo il Disegno di Legge Calderoli, perché è proprio quella logica che sfregia i valori di equità e di uguaglianza sanciti dalla nostra Carta Costituzionale; 

2) l'Autonomia Regionale Differenziata non solo porterebbe le regioni del Mezzogiorno alla definitiva rovina, ma aumenterebbe le diseguaglianze in tutte le regioni d’Italia, contrapponendo, in ciascuna regione, le aree economicamente più forti e più coperte dai servizi sociali alle aree economicamente più deboli e più prive di servizi; 

3) quello che davvero serve è una nuova grande stagione meridionalista, che potenzi i diritti del lavoro (per esempio con l'introduzione del salario minimo per legge e la difesa piena del reddito di cittadinanza per coloro che sono senza lavoro) e tuteli i beni comuni (a partire dall'ambiente) e i servizi sociali (a partire dalla sanità e dall'istruzione).

La manifestazione nazionale di oggi, venerdì 17 marzo, promossa qui a Napoli dall'Associazione dei sindaci del Recovery Sud, si concluderà col corteo delle ore 15 da Piazza Santa Maria La Nova a Piazza Plebiscito. Essa può diventare, deve diventare l’inizio di una mobilitazione ampia e prolungata, che miri al ritiro immediato (il ritiro, non una confusa “riscrittura”) del Disegno di Legge Calderoli, ma anche a una nuova stagione meridionalista. 

Va recuperata, insomma, la parola d’ordine “Sud e Nord, uniti nella lotta”, imponendo un deciso intervento statale sulle attuali, insostenibili disparità, in termini di servizi sociali e infrastrutture, tra il centro-nord e il sud dell'Italia. E vanno mantenuti nell’immediato, e anzi potenziati ulteriormente, taluni provvedimenti, come il reddito di cittadinanza, che fanno argine alle drammatiche condizioni di povertà che affliggono le classi popolari.


17 marzo 2023

CONFEDERAZIONE COBAS - UNIONE SINDACALE DI BASE – DEMA - PARTITO DEL SUD - PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA - POTERE AL POPOLO - SINISTRA ANTICAPITALISTA - UNIONE POPOLARE






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giovedì 16 marzo 2023

LA TRUFFA DEL PNRR (13) ”…arriva la tempesta perfetta, un motivo in più per essere a Napoli il 17 Marzo alla manifestazione “Uniti e Uguali”…"

 



Di Natale Cuccurese*

Proprio quando servirebbe un progetto unitario di rinascita e coesione nazionale il governo pensa a riprogrammare le risorse del Pnrr destinate al Meridione a vantaggio delle regioni settentrionali. La stessa ipotesi vale anche per i fondi di coesione europei
È in arrivo la tempesta perfetta nei rapporti fra Nord e Sud in questo inizio di 2023, un aspetto che ha radici profonde e che in Italia si è sviluppato soprattutto negli ultimi quarant’anni di vita repubblicana come sottrazione progressiva di risorse al Sud a favore del Nord. Una situazione di discriminazione in termini di risorse da sempre gestita in modo monoculare dai vari governi che si sono succeduti negli anni e che è accelerata nell’ultimo ventennio con la modifica del Titolo V della Costituzione nel 2001 con l’avvio del processo di Autonomia differenziata in base alla sola spesa storica e in perenne attesa della definizione di Lep, con conseguente progressivo trasferimento di risorse dal Sud a vantaggio del Nord per ben 840 Miliardi di Euro nel periodo 2000-20017 come ben dimostrato dall’ultimo rapporto Eurispes di fine gennaio 2020.

Gli interventi governativi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza addossano sulle amministrazioni locali l’anticipo della spesa per i progetti: con le casse comunali vuote e i bilanci in rosso per i continui mancati finanziamenti, però, rischiano di saltare molti interventi previsti, ovviamente partendo da Sud, come si denuncia da tempo. Già in precedenza senza un supporto alle amministrazioni con minore capacità progettuale, presenti soprattutto al Sud, dove la scarsità di personale visti i continui tagli imposti da Roma negli anni precedenti in nome della spending review che discende dall’Europa hanno inciso di più. Così senza attivare i poteri sostitutivi previsti dall’Art. 120 della Costituzione, le amministrazioni del Sud, che su questo non hanno colpe, rischiano di andare seriamente in difficoltà e non riuscire a rispettare i tempi richiesti.
A questa prima fase preparatoria si aggiunge ora, dallo scorso 16 febbraio, il fatto che il governo, nel provvedimento che ha modificato la governance del piano accentrando la regia nelle mani del ministro Fitto, non ha considerato una grossa criticità nelle modalità di erogazione dei fondi europei alle amministrazioni locali. Per dare seguito ai lavori degli svariati progetti, i Comuni dovranno ora anche accollarsi le spese per la loro realizzazione: pagare le fatture ai fornitori, farsi carico degli anticipi richiesti dalle imprese edili, eccetera. Solo in un secondo momento, rendicontando sulla piattaforma Regis le spese effettuate, queste saranno rimborsate e i progetti del Pnrr, effettivamente, si potranno dire realizzati attraverso i fondi del Recovery Plan europeo...

E' un colpo mortale alle amministrazione del Sud a tutto vantaggio di quelle del Nord che da sempre ricevono più fondi.
E' una vera e propria truffa che stanno preparando da due anni e ora leghisti e protoleghisti sono pronti a raccogliere i frutti del loro tessere nell’ombra, grazie alla complicità di qualche politicante del Sud a servizio. E' l'ultimo "sacco del Sud , quello finale, prima della balcanizzazione del paese grazie all'Autonomia differenziata.
Non a caso nei giorni scorsi la Simez ha lanciato l’allarme sul Pnrr a rischio perché appunto il 62% degli enti locali del Mezzogiorno è senza personale e in forte ritardo.
E' da più di un anno che si va ripetendo in ogni dove che, i Comuni, in stragrande maggioranza del Sud, non hanno tecnici a differenza dei territori della “Locomotiva”, e di conseguenza perderanno i fondi del Pnrr che saranno così trasferiti principalmente al Nord, col consenso di tutti o quasi i partiti in Parlamento. Così anche questi fondi che dovevano servire a iniziare a ridurre le diseguaglianze fra le due parti del Paese, come indicato dalla Ue, saranno intercettati dalle Regioni del Nord, come richiesto già un anno fa da Sala & Fontana. Detto che questo Pnrr per il Sud assume sempre più i connotati di una vera e propria “truffa”, visto che, a fronte di percentuali sempre minori di fondi che dovrebbero arrivare sui territori, il Mezzogiorno dovrà restituire con le tasse la stessa percentuale, del prestito rilevante ricevuto dalla Ue, delle aree più ricche, che stanno per intercettare e beneficiare della stragrande maggioranza dei fondi. Il tutto ovviamente graverà pro quota sulle tasche dei cittadini.

Intanto a Nord come a Sud grazie all’inefficienza dell’attuale governo, le norme senza decreti attuativi sono ben 470 e la struttura più indietro a livello percentuale, guarda caso, è proprio quella di Raffaele Fitto che tra le deleghe ha anche il Pnrr.
In poche parole le ipotesi sul tavolo sono le solite: tagli al Sud e (comunque) soldi a pioggia al Nord. Molto più semplice spremere come sempre il Sud privandolo di ogni stanziamento nazionale ed europeo invece di percorrere soluzioni diverse, invise a potentati e utili clientele. Ad esempio per finanziare gli interventi pubblici al di fuori del Pnrr si potrebbe cominciare dal recupero dei 7,5 miliardi di euro all’anno di tasse perse sulle imprese con sede nei paradisi fiscali, prevalentemente Ue, invece di dare a queste aziende con sede all’estero anche gli aiuti di Stato, nel cercare di recuperare i miliardi dell’evasione fiscale, di far pagare tasse adeguate alle multinazionali che si arricchiscono sul territorio nazionale invece di favorirle con una tassazione ridicola e casomai di studiare una adeguata tassazione progressiva invece di propugnare tasse piatte.

Questo vecchio approccio del Sud visto come un salvadanaio sempre a disposizione, dopo la presa di coscienza da parte di una moltitudine crescente di cittadini del Mezzogiorno che han preso atto delle discriminazioni da sempre subite a favore di territori la cui “virtuosità ed efficienza” è pura fantasia, potrebbe preludere, visto la contemporanea reiterazione delle richieste di “Secessione dei Ricchi” da parte dei governatori del Nord, le giornaliere e sempre più pesanti provocazioni mediatiche a reti unificate e lo stato di prostrazione economica di sempre più larghe fasce di popolazione del Sud, a quella “tempesta perfetta” comunque prodromica a cambiamenti epocali. Va ricordato che l’Autonomia differenziata è un progetto che nasce in Europa, ben vista da quelle lobby che da tempo “sponsorizzano” la creazione di una Macroregione Alpina che risolverebbe definitivamente le problematiche dell’industria tedesca, a partire da quella automobilistica, che vede proprio nelle tre “Regioni secessioniste” la presenza di filiere produttive senza le quali i colossi tedeschi andrebbero in crisi per mancanza di componenti. Prima però “dell’Anschluss” risulta evidentemente utile da parte di una certa classe predatoria del Nord completare del tutto il sacco giugulatorio del Sud affinché nulla di utile sia lasciato alle spalle, in una strategia ben orchestrata ed utile a mettere pezzi d’Italia l’uno contro l’altro.

Per fermare il tracollo nazionale sarebbe invece utile contrapporre alla visione egoistica e razzista del Regionalismo, figlio diretto su scala ridotta del nazionalismo, un progetto unitario di rinascita e coesione nazionale basato su solide tesi gramsciane, il solo che può permettere all’Italia di uscire dalla crisi, dare risposta alla richiesta di giustizia che sale dai cittadini, soprattutto da quei settori che più stanno soffrendo per questa emergenza a Nord come a Sud, e ripartire con eguali diritti e possibilità per ogni cittadino a prescindere dalla latitudine.
Anche per riaffermare queste idee saremo a Napoli alla manifestazione “Uniti e Uguali” del 17 Marzo a Napoli contro l’Autonomia diffrenziata.
(*) Presidente del Partito del Sud, Aderente Carta di Venosa




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Di Natale Cuccurese*

Proprio quando servirebbe un progetto unitario di rinascita e coesione nazionale il governo pensa a riprogrammare le risorse del Pnrr destinate al Meridione a vantaggio delle regioni settentrionali. La stessa ipotesi vale anche per i fondi di coesione europei
È in arrivo la tempesta perfetta nei rapporti fra Nord e Sud in questo inizio di 2023, un aspetto che ha radici profonde e che in Italia si è sviluppato soprattutto negli ultimi quarant’anni di vita repubblicana come sottrazione progressiva di risorse al Sud a favore del Nord. Una situazione di discriminazione in termini di risorse da sempre gestita in modo monoculare dai vari governi che si sono succeduti negli anni e che è accelerata nell’ultimo ventennio con la modifica del Titolo V della Costituzione nel 2001 con l’avvio del processo di Autonomia differenziata in base alla sola spesa storica e in perenne attesa della definizione di Lep, con conseguente progressivo trasferimento di risorse dal Sud a vantaggio del Nord per ben 840 Miliardi di Euro nel periodo 2000-20017 come ben dimostrato dall’ultimo rapporto Eurispes di fine gennaio 2020.

Gli interventi governativi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza addossano sulle amministrazioni locali l’anticipo della spesa per i progetti: con le casse comunali vuote e i bilanci in rosso per i continui mancati finanziamenti, però, rischiano di saltare molti interventi previsti, ovviamente partendo da Sud, come si denuncia da tempo. Già in precedenza senza un supporto alle amministrazioni con minore capacità progettuale, presenti soprattutto al Sud, dove la scarsità di personale visti i continui tagli imposti da Roma negli anni precedenti in nome della spending review che discende dall’Europa hanno inciso di più. Così senza attivare i poteri sostitutivi previsti dall’Art. 120 della Costituzione, le amministrazioni del Sud, che su questo non hanno colpe, rischiano di andare seriamente in difficoltà e non riuscire a rispettare i tempi richiesti.
A questa prima fase preparatoria si aggiunge ora, dallo scorso 16 febbraio, il fatto che il governo, nel provvedimento che ha modificato la governance del piano accentrando la regia nelle mani del ministro Fitto, non ha considerato una grossa criticità nelle modalità di erogazione dei fondi europei alle amministrazioni locali. Per dare seguito ai lavori degli svariati progetti, i Comuni dovranno ora anche accollarsi le spese per la loro realizzazione: pagare le fatture ai fornitori, farsi carico degli anticipi richiesti dalle imprese edili, eccetera. Solo in un secondo momento, rendicontando sulla piattaforma Regis le spese effettuate, queste saranno rimborsate e i progetti del Pnrr, effettivamente, si potranno dire realizzati attraverso i fondi del Recovery Plan europeo...

E' un colpo mortale alle amministrazione del Sud a tutto vantaggio di quelle del Nord che da sempre ricevono più fondi.
E' una vera e propria truffa che stanno preparando da due anni e ora leghisti e protoleghisti sono pronti a raccogliere i frutti del loro tessere nell’ombra, grazie alla complicità di qualche politicante del Sud a servizio. E' l'ultimo "sacco del Sud , quello finale, prima della balcanizzazione del paese grazie all'Autonomia differenziata.
Non a caso nei giorni scorsi la Simez ha lanciato l’allarme sul Pnrr a rischio perché appunto il 62% degli enti locali del Mezzogiorno è senza personale e in forte ritardo.
E' da più di un anno che si va ripetendo in ogni dove che, i Comuni, in stragrande maggioranza del Sud, non hanno tecnici a differenza dei territori della “Locomotiva”, e di conseguenza perderanno i fondi del Pnrr che saranno così trasferiti principalmente al Nord, col consenso di tutti o quasi i partiti in Parlamento. Così anche questi fondi che dovevano servire a iniziare a ridurre le diseguaglianze fra le due parti del Paese, come indicato dalla Ue, saranno intercettati dalle Regioni del Nord, come richiesto già un anno fa da Sala & Fontana. Detto che questo Pnrr per il Sud assume sempre più i connotati di una vera e propria “truffa”, visto che, a fronte di percentuali sempre minori di fondi che dovrebbero arrivare sui territori, il Mezzogiorno dovrà restituire con le tasse la stessa percentuale, del prestito rilevante ricevuto dalla Ue, delle aree più ricche, che stanno per intercettare e beneficiare della stragrande maggioranza dei fondi. Il tutto ovviamente graverà pro quota sulle tasche dei cittadini.

Intanto a Nord come a Sud grazie all’inefficienza dell’attuale governo, le norme senza decreti attuativi sono ben 470 e la struttura più indietro a livello percentuale, guarda caso, è proprio quella di Raffaele Fitto che tra le deleghe ha anche il Pnrr.
In poche parole le ipotesi sul tavolo sono le solite: tagli al Sud e (comunque) soldi a pioggia al Nord. Molto più semplice spremere come sempre il Sud privandolo di ogni stanziamento nazionale ed europeo invece di percorrere soluzioni diverse, invise a potentati e utili clientele. Ad esempio per finanziare gli interventi pubblici al di fuori del Pnrr si potrebbe cominciare dal recupero dei 7,5 miliardi di euro all’anno di tasse perse sulle imprese con sede nei paradisi fiscali, prevalentemente Ue, invece di dare a queste aziende con sede all’estero anche gli aiuti di Stato, nel cercare di recuperare i miliardi dell’evasione fiscale, di far pagare tasse adeguate alle multinazionali che si arricchiscono sul territorio nazionale invece di favorirle con una tassazione ridicola e casomai di studiare una adeguata tassazione progressiva invece di propugnare tasse piatte.

Questo vecchio approccio del Sud visto come un salvadanaio sempre a disposizione, dopo la presa di coscienza da parte di una moltitudine crescente di cittadini del Mezzogiorno che han preso atto delle discriminazioni da sempre subite a favore di territori la cui “virtuosità ed efficienza” è pura fantasia, potrebbe preludere, visto la contemporanea reiterazione delle richieste di “Secessione dei Ricchi” da parte dei governatori del Nord, le giornaliere e sempre più pesanti provocazioni mediatiche a reti unificate e lo stato di prostrazione economica di sempre più larghe fasce di popolazione del Sud, a quella “tempesta perfetta” comunque prodromica a cambiamenti epocali. Va ricordato che l’Autonomia differenziata è un progetto che nasce in Europa, ben vista da quelle lobby che da tempo “sponsorizzano” la creazione di una Macroregione Alpina che risolverebbe definitivamente le problematiche dell’industria tedesca, a partire da quella automobilistica, che vede proprio nelle tre “Regioni secessioniste” la presenza di filiere produttive senza le quali i colossi tedeschi andrebbero in crisi per mancanza di componenti. Prima però “dell’Anschluss” risulta evidentemente utile da parte di una certa classe predatoria del Nord completare del tutto il sacco giugulatorio del Sud affinché nulla di utile sia lasciato alle spalle, in una strategia ben orchestrata ed utile a mettere pezzi d’Italia l’uno contro l’altro.

Per fermare il tracollo nazionale sarebbe invece utile contrapporre alla visione egoistica e razzista del Regionalismo, figlio diretto su scala ridotta del nazionalismo, un progetto unitario di rinascita e coesione nazionale basato su solide tesi gramsciane, il solo che può permettere all’Italia di uscire dalla crisi, dare risposta alla richiesta di giustizia che sale dai cittadini, soprattutto da quei settori che più stanno soffrendo per questa emergenza a Nord come a Sud, e ripartire con eguali diritti e possibilità per ogni cittadino a prescindere dalla latitudine.
Anche per riaffermare queste idee saremo a Napoli alla manifestazione “Uniti e Uguali” del 17 Marzo a Napoli contro l’Autonomia diffrenziata.
(*) Presidente del Partito del Sud, Aderente Carta di Venosa




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DOMANI, 17 MARZO , H 11:30 A NAPOLI, IN PIAZZA S.MARIA LA NOVA, CONTRO OGNI AUTONOMIA DIFFERENZIATA : DUECENTOCINQUANTA ADESIONI, MA NON CI BASTANO!

RECOVERY SUD INVITA TUTTE LE FORZE POLITICHE A SOSTENERE LA MANIFESTAZIONE DEL 17 MARZO A NAPOLI

APPUNTAMENTO ALLE 11.30 IN PIAZZA SANTA MARIA LA NOVA, ALLE 15 IL CORTEO
In riferimento ad alcune notizie apparse sugli organi di stampa che tendono a connotare politicamente la manifestazione di venerdì prossimo a Napoli, teniamo a precisare quanto segue: l'iniziativa non ha colori politici ed è aperta a tutte le forze che abbiano a cuore il tema della coesione nazionale. Invitiamo, pertanto, tutti i sindaci, i parlamentari, i presidenti di Regione, i consiglieri regionali, i presidenti di Provincia e i sindaci metropolitani a partecipare. L'evento "Uniti e uguali" è stato promosso dall'Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud, una rete di sindaci di tutto il Meridione e ha visto finora le seguenti adesioni:
Gaetano Manfredi - Sindaco di Napoli; Davide Carlucci - Sindaco di Acquaviva delle Fonti - Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud, Michele Emiliano - Presidente Regione Puglia, Antonio Decaro - Sindaco di Bari, Matteo Ricci - Sindaco di Pesaro - Ali, Lega delle Autonomie; Massimo Villone - Coordinamento per la Democrazia costituzionale; Luigi Carbone - Consigliere comunale Napoli; Pino Aprile - Scrittore e giornalista, Presidente Movimento equità territoriale; Tavolo contro ogni autonomia differenziata; Rosanna Mazzia - Sindaco di Roseto Capo Spulico - Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud - Presidente Associazione Borghi Autentici d'Italia; Giovanna Bruno, Sindaca di Andria, Presidente Ali Puglia; Carlo Marino - Sindaco di Caserta, Anci Campania; Nicola Fiorita, Sindaco di Catanzaro Rete Recovery Sud; Luigi De Magistris, Unione Popolare; Vito Fusco - Sindaco di Castelpoto, Associazione Sindaci Sud Italia Recovery Sud; Cgil Scuola; Uil Scuola; Gilda degli Insegnanti; Sergio Costa, Vicepresidente della Camera dei Deputati, Movimento 5 Stelle; Marco Sarracino, Deputato Partito Democratico; Gian Mauro Dell'Olio - Vice Presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, Movimento 5 Stelle; Giovanna Bubello, Sindaco di Alessandria della Rocca - Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Clemente Mastella, Sindaco di Benevento; Micaela Fanelli - Consigliera regionale Molise, Partito Democratico; Filomena Greco - Sindaco di Cariati - Associazione Sindaci Sud Italia Recovery Sud; Flavia Sorrentino - Vice Presidente Consiglio comunale di Napoli; Gandolfo Librizzi, Sindaco di Polizzi Generosa (PA), Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Ubaldo Pagano, Deputato Partito Democratico; Peppe Notartomaso - Sindaco di Campodipetra, Associazione Sindaci Sud Italia Recovery Sud; Marco Sarracino - Deputato Pd; Francesco Silvestri - Sindaco di Verbicaro, Associazione Sindaci Sud Italia Recovery Sud; Maria Grazia Brandara, Sindaca di Naro, Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud, Presidente GAL Sicilia Centro-meridionale; Gianni Papasso, Sindaco di Cassano all'Ionio; Fabrizio Totera, Assessore Rende (Cs); Franco Russo Tavolo No Ad; Francesco Cacciatore Sindaco S.Stefano Quisquina -Presidente ALI -Autonomie Locali Sicilia; Antonio Iorio Sindaco Di Tortora Cs; Luigi Sarnataro sindaco di Mugnano di Napoli; Sara Sindoni, consigliere comunale Randazzo (Ct); Roberto De Marco: Roberto De Marco, Sindaco del Comune di Grimaldi (CS); Renzo Russo - sindaco di Saracena (Cs; Giuseppe Pugliese, sindaco di Monte di Procida (Na); Nicola Pirozzi, Sindaco di Giugliano in Campania; Giuseppe Jossa, Sindaco di Marigliano; Luigi Manzoni, Sindaco di Pozzuoli; Raffaele De Leonardis, Sindaco di Qualiano; Antonio Sabino, Sindaco di Quarto; Giuliano Laccetti, Articolo Uno Napoli; Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Maria Antonietta Fragomeni - Sindaco di Siderno; Andrea Bosi, assessore Comune di Modena; Mosè Antonio Troiano - Sindaco di San Paolo Albanese, Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Corrado De Benedittis, Sindaco di Corato (Ba) Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Andrea Del Monaco, esperto di fondi europei, saggista; Pasquale Chieco, Sindaco di Ruvo di Puglia (Ba); Alfredo Lucchesi - Sindaco di Santa Domenica Talao, Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Vincenzo Calò - Anpi Campania; Nicola Ricci, segretario regionale Cgil Campania; Rossella Solombrino - Movimento equità territoriale; Giuseppe Taurino - Sindaco di Trepuzzi, Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Ludovico Abbaticchio - Sindacato Medici Italiani; Michele Minenna - Sindaco di Grumo Appula - Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Davide Del Re - Sindaco di Cassano Murge - Associazione Sindaci del Sud Italia; Elena Coccia, Rifondazione Comunista; Francesco Marino - Sindaco di San Paolo Civitate - Associazione Sindaci del Sud Italia; Coordinamento Democrazia Costituzionale di Trieste; Comitato Salvemini (coordinatore Salvatore Lucchese); Loredana Marino e Natale Cuccurese, coordinatori nazionali Fronte Meridionalista; Partito della Rifondazione comunista Campania; Nicola Manfredelli - Carta di Venosa; Vittorio Scerbo, Sindaco del Comune di Marcellinara (CZ); Elvira Tarsitano Assessore all'Ambiente e alla Bioeconomia del Comune di Mola; Gerardo Josi Della Ragione - Sindaco di Bacoli; Associazione Briganti; Confederazione Cobas della Campania; Piernicola Pedicini, europarlamentare Verdi-Ale, segretario nazionale Movimento per l'equità territoriale; Coordinamento Donne di Francoforte; Antonio Vella - Sindaco di Monteverde Associazione Sindaci del Sud Italia; Michele Di Piazza - Sindaco di San Biagio Platani Associazione Sindaci del Sud Italia; Remo Di Ianni Sindaco Di Cerro Al Volturno: Vincenzo Falco (Sindaco di Caivano): Angelantonio Angarano Sindaco Di Bisceglie: Francesco Miglio, Sindaco di San Severo; Vincenzo Calò Anpi Campania; Ciro D'Alo, Sindaco di Grottaglie; Francesco Cavallera. Sindaco di Casalborgone (TO); Virginia Mariotti, Sindaca di San Marco Argentano; Renato Pizzolante; Sindaco di Piaggine (SA); Mario Marone, Sindaco di Bergolo (CN); Candido Paglione, Sindaco di Capracotta (IS); Roberto Barbieri, Sindaco di Rose (CS); Michelangelo De Chirico, Sindaco di Terlizzi (BA). Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Vito Ferrantelli, Presidente del Comune di Burgio (AG); Giovanni Galli, Sindaco di Salcito (IS), Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Michele Conia, Sindaco del Comune di Cinquefrondi, Rete Recovery Sud; Stefano Orlacchio, responsabile dipartimento Missione giovani PD Sannio; Eliseo Tambone, consigliere comunale di Corato; Comitato Metropolitano Napoli NO AD; Carlo Garosi Comitato No Ad Civitavecchia; Angelita Russo No Ad Calabria; Comune di Valmadrera (LC); Comitato regionale No Ad Emilia Romagna; Montalti Paolo sindaco e Tiripicchio Giuseppe, Presidente del Consiglio comunale di Villapiana; Franz Caruso, Sindaco di Cosenza; Comune di Bisignano: Vicesindaco Isabella Cairo, l'ass. Balestrieri Pierfrancesco, l'assessore De Marco Stefania e il Presidente del consiglio Paterno Federica; Lucia Nicoletti e Santo Orrico, Sindaco e assessore di Santo Stefano di Rogliano; Stanislao Martire - Sindaco di Casali del Manco (CS); Lucio Di Gioia, Sindaco di Cerisano; Gennaro Capparelli sindaco di Acquaformosa (CS); Alessandro Tocci sindaco di Civita (CS); Angelo Catapano sindaco di Frascineto (CS); Giuseppe De Santis, Sindaco di Rovito; Luca Lepore,
Sindaco di Aiello Calabro; Elvira Cozza, Sindaco di Belsito; Antonio Basile, Vice sindaco di Belsito; Comune di PARENTI: sindaco Donatella Deposito e vice sindaco Pietro Mele;
Vincenzo Conte sindaco di Cellara; Alessandro Porco, Sindaco di Aprigliano; Paolo Pappaterra, Sindaco di Mormanno; Pietro Tucci, Sindaco di Marzi; Comune di Luzzi: Vicesindaco Graziella D'Acri, l'assessore Murano e il Presidente del Consiglio Falbo; Giuseppe Ranu' Sindaco Di Rocca Imperiale; Stefania Bonaldi, ex Sindaca di Crema (CR), Partito Democratico; Luisa Salvatori Sindaca di Vizzolo Predabissi (MI); Enzo Nardone, Vicesindaco di Campolieto (CB). Velleda Rivaroli, ex Sindaca di Scandolara Ravara (CR), Partito Democratico;
Meri Marziali Sindaca di Monterubbiano (FM); Davide Zicchinella Sindaco di Sellia (Cz); Marzia Marchesi assessora del Comune di Bergamo; Antonio Piangiolino, Caterina Grilli, Assessori del Comune di Acquaviva delle Fonti; Piergiorgio Farina, Comitato Tecnopolo di Taranto; Valentina Tafuni, attivista per i diritti umani, Bologna; Luca Burgazzi, assessore Comune di Cremona; Giuseppe Bignardi, sindaco di Persico Dosimo (CR); Michele Laforgia, La Giusta Causa; Daniele Volpatto, Assessore Settimo torinese. Francesca Colombi, Assessora Gradisca d'Isonzo. Lucia Mantegazza, Sindaca di Gessate (MI). Luigi Luciani vicesindaco di Ercolano; Giacomo Montecristo sindaco di Leni - Salina isole Eolie (Me); Camilla Bianchi Assessora di Bovezzo (BS);
Francesca Cerasola sindaca di Credera Rubbiano (CR). Alessandra Salvatore, consigliera comunale PD, già assessore, Campobasso; Massimiliano Liani sindaco di Cineto Romano (RM).
Gianluca Sonnini Sindaco del Comune di Chiusi (Si); Camilla Soru, consigliera comunale Cagliari; Camilla Murgia assessora Pesaro; Alessandro Pandini,
Sindaco di Montodine (Cr). Andrea Frau consigliere comunale La Spezia;
Marina Mongiardo, assessora Comune di Catanzaro; Stefania Gasparini, vice sindaco di Carpi (Mo).
Anpi area Sud; Associazione Beni Comuni Stefano Rodotà; Associazione Diritti in Comune a Ciampino; Associazione Indipendenza;
Associazione Le Lampare basso Jonio cosentino; Associazione Mondragone Bene Comune; Associazione Solidarietà cittadina;
Attac Italia; Carta di Venosa; Carteinregola;
Casa Internazionale delle Donne; Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata; Coordinamento 2050; Coordinamento donne italiane di Francoforte; Coordinamento metropolitano no Autonomia Differenziata Napoli; Donne in nero UD; Forum per il diritto alla salute; Forum Italiano Movimenti per l’Acqua; Giuristi Democratici; Liberacittadinanza; Libertà e Giustizia; Medicina democratica; Non una di meno RC;
Osservatorio Unione Europea; Parma Città Pubblica APS; Priorità alla scuola; Rete dei Numeri Pari; Rete Città in Comune; Rete Rosa;
Roma XII Beni Comuni; Sardine di Francoforte;
Società della Cura; Spazio donna di RC;
Lavoro e Salute; Left; Su la testa; transform! italia; Volere la Luna;
CGIL Democrazia e Lavoro; CGIL Riconquistiamo Tutto; COBAS; FLC CGIL; SGB;
SMI; USB
Confederazione Sinistre Italiane; demA; Democrazia e Autonomia; Democrazia Atea; Dipende da noi Marche; Europa Verde; Futuro Meridiano; LabSud La riscossa del Sud Laboratorio permanente; ManifestA; Milano in Comune; Movimento Equità territoriale; Partito Comunista Italiano; Partito della Rifondazione Comunista; Partito del Sud; Possibile; Potere al Popolo!; Primavera Democratica; Rete Città in Comune; Risorgimento Socialista; Sinistra Italiana; Unione Popolare.
L'elenco è parziale ed è in fase di aggiornamento. Qualora non fossero stati inseriti alcuni nominativi saranno riportati in un successivo comunicato.
La manifestazione si svolgerà alle 11.30 a Santa Maria La Nova, prevede una serie di interventi da parte dei sindaci e delle altre personalità presenti. Alle 15 partirà un corteo da piazza Santa Maria La Nova lungo via Monteoliveto, via Medina, piazza Municipio, via San Carlo, piazza Trieste e Trento fino a piazza Plebiscito per la consegna a S.E. il Prefetto di un documento sul tema dell'autonomia differenziata.
Per adesioni e informazioni scrivere a recoverysud@gmail.com



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RECOVERY SUD INVITA TUTTE LE FORZE POLITICHE A SOSTENERE LA MANIFESTAZIONE DEL 17 MARZO A NAPOLI

APPUNTAMENTO ALLE 11.30 IN PIAZZA SANTA MARIA LA NOVA, ALLE 15 IL CORTEO
In riferimento ad alcune notizie apparse sugli organi di stampa che tendono a connotare politicamente la manifestazione di venerdì prossimo a Napoli, teniamo a precisare quanto segue: l'iniziativa non ha colori politici ed è aperta a tutte le forze che abbiano a cuore il tema della coesione nazionale. Invitiamo, pertanto, tutti i sindaci, i parlamentari, i presidenti di Regione, i consiglieri regionali, i presidenti di Provincia e i sindaci metropolitani a partecipare. L'evento "Uniti e uguali" è stato promosso dall'Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud, una rete di sindaci di tutto il Meridione e ha visto finora le seguenti adesioni:
Gaetano Manfredi - Sindaco di Napoli; Davide Carlucci - Sindaco di Acquaviva delle Fonti - Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud, Michele Emiliano - Presidente Regione Puglia, Antonio Decaro - Sindaco di Bari, Matteo Ricci - Sindaco di Pesaro - Ali, Lega delle Autonomie; Massimo Villone - Coordinamento per la Democrazia costituzionale; Luigi Carbone - Consigliere comunale Napoli; Pino Aprile - Scrittore e giornalista, Presidente Movimento equità territoriale; Tavolo contro ogni autonomia differenziata; Rosanna Mazzia - Sindaco di Roseto Capo Spulico - Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud - Presidente Associazione Borghi Autentici d'Italia; Giovanna Bruno, Sindaca di Andria, Presidente Ali Puglia; Carlo Marino - Sindaco di Caserta, Anci Campania; Nicola Fiorita, Sindaco di Catanzaro Rete Recovery Sud; Luigi De Magistris, Unione Popolare; Vito Fusco - Sindaco di Castelpoto, Associazione Sindaci Sud Italia Recovery Sud; Cgil Scuola; Uil Scuola; Gilda degli Insegnanti; Sergio Costa, Vicepresidente della Camera dei Deputati, Movimento 5 Stelle; Marco Sarracino, Deputato Partito Democratico; Gian Mauro Dell'Olio - Vice Presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, Movimento 5 Stelle; Giovanna Bubello, Sindaco di Alessandria della Rocca - Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Clemente Mastella, Sindaco di Benevento; Micaela Fanelli - Consigliera regionale Molise, Partito Democratico; Filomena Greco - Sindaco di Cariati - Associazione Sindaci Sud Italia Recovery Sud; Flavia Sorrentino - Vice Presidente Consiglio comunale di Napoli; Gandolfo Librizzi, Sindaco di Polizzi Generosa (PA), Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Ubaldo Pagano, Deputato Partito Democratico; Peppe Notartomaso - Sindaco di Campodipetra, Associazione Sindaci Sud Italia Recovery Sud; Marco Sarracino - Deputato Pd; Francesco Silvestri - Sindaco di Verbicaro, Associazione Sindaci Sud Italia Recovery Sud; Maria Grazia Brandara, Sindaca di Naro, Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud, Presidente GAL Sicilia Centro-meridionale; Gianni Papasso, Sindaco di Cassano all'Ionio; Fabrizio Totera, Assessore Rende (Cs); Franco Russo Tavolo No Ad; Francesco Cacciatore Sindaco S.Stefano Quisquina -Presidente ALI -Autonomie Locali Sicilia; Antonio Iorio Sindaco Di Tortora Cs; Luigi Sarnataro sindaco di Mugnano di Napoli; Sara Sindoni, consigliere comunale Randazzo (Ct); Roberto De Marco: Roberto De Marco, Sindaco del Comune di Grimaldi (CS); Renzo Russo - sindaco di Saracena (Cs; Giuseppe Pugliese, sindaco di Monte di Procida (Na); Nicola Pirozzi, Sindaco di Giugliano in Campania; Giuseppe Jossa, Sindaco di Marigliano; Luigi Manzoni, Sindaco di Pozzuoli; Raffaele De Leonardis, Sindaco di Qualiano; Antonio Sabino, Sindaco di Quarto; Giuliano Laccetti, Articolo Uno Napoli; Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Maria Antonietta Fragomeni - Sindaco di Siderno; Andrea Bosi, assessore Comune di Modena; Mosè Antonio Troiano - Sindaco di San Paolo Albanese, Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Corrado De Benedittis, Sindaco di Corato (Ba) Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Andrea Del Monaco, esperto di fondi europei, saggista; Pasquale Chieco, Sindaco di Ruvo di Puglia (Ba); Alfredo Lucchesi - Sindaco di Santa Domenica Talao, Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Vincenzo Calò - Anpi Campania; Nicola Ricci, segretario regionale Cgil Campania; Rossella Solombrino - Movimento equità territoriale; Giuseppe Taurino - Sindaco di Trepuzzi, Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Ludovico Abbaticchio - Sindacato Medici Italiani; Michele Minenna - Sindaco di Grumo Appula - Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Davide Del Re - Sindaco di Cassano Murge - Associazione Sindaci del Sud Italia; Elena Coccia, Rifondazione Comunista; Francesco Marino - Sindaco di San Paolo Civitate - Associazione Sindaci del Sud Italia; Coordinamento Democrazia Costituzionale di Trieste; Comitato Salvemini (coordinatore Salvatore Lucchese); Loredana Marino e Natale Cuccurese, coordinatori nazionali Fronte Meridionalista; Partito della Rifondazione comunista Campania; Nicola Manfredelli - Carta di Venosa; Vittorio Scerbo, Sindaco del Comune di Marcellinara (CZ); Elvira Tarsitano Assessore all'Ambiente e alla Bioeconomia del Comune di Mola; Gerardo Josi Della Ragione - Sindaco di Bacoli; Associazione Briganti; Confederazione Cobas della Campania; Piernicola Pedicini, europarlamentare Verdi-Ale, segretario nazionale Movimento per l'equità territoriale; Coordinamento Donne di Francoforte; Antonio Vella - Sindaco di Monteverde Associazione Sindaci del Sud Italia; Michele Di Piazza - Sindaco di San Biagio Platani Associazione Sindaci del Sud Italia; Remo Di Ianni Sindaco Di Cerro Al Volturno: Vincenzo Falco (Sindaco di Caivano): Angelantonio Angarano Sindaco Di Bisceglie: Francesco Miglio, Sindaco di San Severo; Vincenzo Calò Anpi Campania; Ciro D'Alo, Sindaco di Grottaglie; Francesco Cavallera. Sindaco di Casalborgone (TO); Virginia Mariotti, Sindaca di San Marco Argentano; Renato Pizzolante; Sindaco di Piaggine (SA); Mario Marone, Sindaco di Bergolo (CN); Candido Paglione, Sindaco di Capracotta (IS); Roberto Barbieri, Sindaco di Rose (CS); Michelangelo De Chirico, Sindaco di Terlizzi (BA). Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Vito Ferrantelli, Presidente del Comune di Burgio (AG); Giovanni Galli, Sindaco di Salcito (IS), Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud; Michele Conia, Sindaco del Comune di Cinquefrondi, Rete Recovery Sud; Stefano Orlacchio, responsabile dipartimento Missione giovani PD Sannio; Eliseo Tambone, consigliere comunale di Corato; Comitato Metropolitano Napoli NO AD; Carlo Garosi Comitato No Ad Civitavecchia; Angelita Russo No Ad Calabria; Comune di Valmadrera (LC); Comitato regionale No Ad Emilia Romagna; Montalti Paolo sindaco e Tiripicchio Giuseppe, Presidente del Consiglio comunale di Villapiana; Franz Caruso, Sindaco di Cosenza; Comune di Bisignano: Vicesindaco Isabella Cairo, l'ass. Balestrieri Pierfrancesco, l'assessore De Marco Stefania e il Presidente del consiglio Paterno Federica; Lucia Nicoletti e Santo Orrico, Sindaco e assessore di Santo Stefano di Rogliano; Stanislao Martire - Sindaco di Casali del Manco (CS); Lucio Di Gioia, Sindaco di Cerisano; Gennaro Capparelli sindaco di Acquaformosa (CS); Alessandro Tocci sindaco di Civita (CS); Angelo Catapano sindaco di Frascineto (CS); Giuseppe De Santis, Sindaco di Rovito; Luca Lepore,
Sindaco di Aiello Calabro; Elvira Cozza, Sindaco di Belsito; Antonio Basile, Vice sindaco di Belsito; Comune di PARENTI: sindaco Donatella Deposito e vice sindaco Pietro Mele;
Vincenzo Conte sindaco di Cellara; Alessandro Porco, Sindaco di Aprigliano; Paolo Pappaterra, Sindaco di Mormanno; Pietro Tucci, Sindaco di Marzi; Comune di Luzzi: Vicesindaco Graziella D'Acri, l'assessore Murano e il Presidente del Consiglio Falbo; Giuseppe Ranu' Sindaco Di Rocca Imperiale; Stefania Bonaldi, ex Sindaca di Crema (CR), Partito Democratico; Luisa Salvatori Sindaca di Vizzolo Predabissi (MI); Enzo Nardone, Vicesindaco di Campolieto (CB). Velleda Rivaroli, ex Sindaca di Scandolara Ravara (CR), Partito Democratico;
Meri Marziali Sindaca di Monterubbiano (FM); Davide Zicchinella Sindaco di Sellia (Cz); Marzia Marchesi assessora del Comune di Bergamo; Antonio Piangiolino, Caterina Grilli, Assessori del Comune di Acquaviva delle Fonti; Piergiorgio Farina, Comitato Tecnopolo di Taranto; Valentina Tafuni, attivista per i diritti umani, Bologna; Luca Burgazzi, assessore Comune di Cremona; Giuseppe Bignardi, sindaco di Persico Dosimo (CR); Michele Laforgia, La Giusta Causa; Daniele Volpatto, Assessore Settimo torinese. Francesca Colombi, Assessora Gradisca d'Isonzo. Lucia Mantegazza, Sindaca di Gessate (MI). Luigi Luciani vicesindaco di Ercolano; Giacomo Montecristo sindaco di Leni - Salina isole Eolie (Me); Camilla Bianchi Assessora di Bovezzo (BS);
Francesca Cerasola sindaca di Credera Rubbiano (CR). Alessandra Salvatore, consigliera comunale PD, già assessore, Campobasso; Massimiliano Liani sindaco di Cineto Romano (RM).
Gianluca Sonnini Sindaco del Comune di Chiusi (Si); Camilla Soru, consigliera comunale Cagliari; Camilla Murgia assessora Pesaro; Alessandro Pandini,
Sindaco di Montodine (Cr). Andrea Frau consigliere comunale La Spezia;
Marina Mongiardo, assessora Comune di Catanzaro; Stefania Gasparini, vice sindaco di Carpi (Mo).
Anpi area Sud; Associazione Beni Comuni Stefano Rodotà; Associazione Diritti in Comune a Ciampino; Associazione Indipendenza;
Associazione Le Lampare basso Jonio cosentino; Associazione Mondragone Bene Comune; Associazione Solidarietà cittadina;
Attac Italia; Carta di Venosa; Carteinregola;
Casa Internazionale delle Donne; Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata; Coordinamento 2050; Coordinamento donne italiane di Francoforte; Coordinamento metropolitano no Autonomia Differenziata Napoli; Donne in nero UD; Forum per il diritto alla salute; Forum Italiano Movimenti per l’Acqua; Giuristi Democratici; Liberacittadinanza; Libertà e Giustizia; Medicina democratica; Non una di meno RC;
Osservatorio Unione Europea; Parma Città Pubblica APS; Priorità alla scuola; Rete dei Numeri Pari; Rete Città in Comune; Rete Rosa;
Roma XII Beni Comuni; Sardine di Francoforte;
Società della Cura; Spazio donna di RC;
Lavoro e Salute; Left; Su la testa; transform! italia; Volere la Luna;
CGIL Democrazia e Lavoro; CGIL Riconquistiamo Tutto; COBAS; FLC CGIL; SGB;
SMI; USB
Confederazione Sinistre Italiane; demA; Democrazia e Autonomia; Democrazia Atea; Dipende da noi Marche; Europa Verde; Futuro Meridiano; LabSud La riscossa del Sud Laboratorio permanente; ManifestA; Milano in Comune; Movimento Equità territoriale; Partito Comunista Italiano; Partito della Rifondazione Comunista; Partito del Sud; Possibile; Potere al Popolo!; Primavera Democratica; Rete Città in Comune; Risorgimento Socialista; Sinistra Italiana; Unione Popolare.
L'elenco è parziale ed è in fase di aggiornamento. Qualora non fossero stati inseriti alcuni nominativi saranno riportati in un successivo comunicato.
La manifestazione si svolgerà alle 11.30 a Santa Maria La Nova, prevede una serie di interventi da parte dei sindaci e delle altre personalità presenti. Alle 15 partirà un corteo da piazza Santa Maria La Nova lungo via Monteoliveto, via Medina, piazza Municipio, via San Carlo, piazza Trieste e Trento fino a piazza Plebiscito per la consegna a S.E. il Prefetto di un documento sul tema dell'autonomia differenziata.
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