venerdì 4 febbraio 2022

La città di Napoli sembra vivere "sospesa". Tutti i dibattiti politici sembrano spenti, eppure i problemi restano sempre lì, irrisolti.

Di Antonio Luongo

Da osservatore, da napoletano, non posso evitare di accendere i riflettori sui giovani, la cultura e la mancanza di futuro. Da sempre insieme al Partito del Sud lavoriamo per modificare questa colpevole inerzia.
Intanto sulle pagine di la Repubblica-Napoli del 2 Febbraio 2022 ho aperto un confronto sul tema dell'"infanzia negata", in risposta ad una proposta del senatore Paolo Siani.
Per comodità vi riporto anche qui il mio intervento.
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La situazione dello scenario educativo, scolastico e socio pedagogico a Napoli è drammatica. Da troppo tempo le Istituzioni sono sparite, ma con due atteggiamenti diversi e ugualmente logoranti.
Da una parte indifferenza, dall'altra impotenza.
Le Istituzioni di vertice, lo stato, il Ministero, la Regione sono da da decenni insensibili al problema. Come se non esistesse...un tema invisibile.
Dall'altra parte, in trincea, operatori sociali e corpo docenti, della scuola dell'obbligo sono impotenti. Il Comune fino ad oggi, é stato impossibilitato a muoversi in qualsiasi direzione.
A Napoli non c'e infatti oggettivamente la possibilità di combattere dispersione scolastica e il ben più intricato dilemma dell' "infanzia negata".
Il punto infatti non è tanto provare a correggere i comportamenti deviati dei più giovani, quando si manifestano nelle loro aberrazioni, siano essi l'abbandono della scuola, il bullismo, il vandalismo, fenomeni su cui nei nostri quartieri si segnala un vertiginoso abbassamento dell'età media, ma andare a intercettare le ragioni di questi comportamenti. Andare all'origine, studiare il contesto sociale e affiancare le famiglie. Supportare quei nuclei familiari che per svariati motivi non riescono ad assolvere al loro ruolo di formazione primaria.
Quasi sempre i casi più difficili si generano in zone dove le criticità coesistono: livello economico basso, scarsa istruzione dei genitori, disoccupazione, degrado socio-ambientale.
In più la realtà di Napoli è storicamente complessa. Ogni territorio è ibrido, ogni quartiere stratificato, con sacche di povertà culturale che coesistono con concentrazioni di ricchezza. La famosa città "verticale", la narrazione di "miseria e nobiltà" ha un suo riflesso sociale ben radicato, che rende qualsiasi approccio alla soluzione inevitabilmente non lineare.
Ecco che in un territorio del genere la conoscenza della realtà da parte di chi è deputato a risolvere il problema diventa essenziale. L'anagrafe del rischio diventa essenziale per capire dove indirizzare gli sforzi. E subito dopo avere mezzi e risorse da indirizzare.
È evidente che nel contesto appena descritto le soluzioni non sono lineari, standard, ma devono essere personalizzate per famiglie e territori.
Il Comune deve dedicare tempo e persone ai bambini in difficoltà e alle loro famiglie con approccio "one to one", non "one to many".
E allora ben vengano finalmente sensibilità come quelle del senatore Paolo Siani, che squarciano il velo e rimettono al centro il dibattito sull'nfanzia. Gliene sono sinceramente grato.
Ma attenzione a non disperdere le energie sui fronzoli e sui falsi problemi.
Come dire: possiamo scegliere gli optional della nostra auto, se abbiamo soldi da spendere, ma prima occorre accertarsi ci siano 4 ruote su cui muoversi.
Ecco, fuor di metafora, le ruote sono gli assistenti sociali e le risorse economiche alle scuole di frontiera. Scuole prive di fondi, letteralmente lasciate sole, come se il problema non esistesse, ma chiamate poi a portare il peso del futuro di questi ragazzi.
Parlo per esperienza diretta, insegnando in una scuola secondaria di primo grado del Rione Traiano, una scuola "a rischio" nella periferia occidentale della città.
Mi chiedo dunque: la nuova "Agenzia per l'infanzia" proposta da Maria de Luzemberger, dunque, con chi mai dovrebbe interagire? Una volta approfondito, studiato e individuato un percorso, quali risorse sarebbero da coordinare per portare avanti quell'approccio capillare prima descritto, se ad oggi il Comune di Napoli non ha "tecnicamente" assistenti sociali in numero adeguato?
Il mio intervento qui non è a svilire o distruggere, ma a costruire davvero delle condizioni per un futuro.
Non è benaltrismo, ma ansia per non perdere l'occasione, quando finalmente c'è una persona sensibile come il senatore Siani.
Senatore la invito pubblicamente nella mia scuola! Sono convinto che la conoscenza diretta con le difficoltà che viviamo le farà cogliere quanta poca retorica c'è nelle mie parole e il suo sguardo rinnovato sarà d'aiuto per la città. Per ripartire dalle basi, e non ingenuamente dai vertici.





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Di Antonio Luongo

Da osservatore, da napoletano, non posso evitare di accendere i riflettori sui giovani, la cultura e la mancanza di futuro. Da sempre insieme al Partito del Sud lavoriamo per modificare questa colpevole inerzia.
Intanto sulle pagine di la Repubblica-Napoli del 2 Febbraio 2022 ho aperto un confronto sul tema dell'"infanzia negata", in risposta ad una proposta del senatore Paolo Siani.
Per comodità vi riporto anche qui il mio intervento.
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La situazione dello scenario educativo, scolastico e socio pedagogico a Napoli è drammatica. Da troppo tempo le Istituzioni sono sparite, ma con due atteggiamenti diversi e ugualmente logoranti.
Da una parte indifferenza, dall'altra impotenza.
Le Istituzioni di vertice, lo stato, il Ministero, la Regione sono da da decenni insensibili al problema. Come se non esistesse...un tema invisibile.
Dall'altra parte, in trincea, operatori sociali e corpo docenti, della scuola dell'obbligo sono impotenti. Il Comune fino ad oggi, é stato impossibilitato a muoversi in qualsiasi direzione.
A Napoli non c'e infatti oggettivamente la possibilità di combattere dispersione scolastica e il ben più intricato dilemma dell' "infanzia negata".
Il punto infatti non è tanto provare a correggere i comportamenti deviati dei più giovani, quando si manifestano nelle loro aberrazioni, siano essi l'abbandono della scuola, il bullismo, il vandalismo, fenomeni su cui nei nostri quartieri si segnala un vertiginoso abbassamento dell'età media, ma andare a intercettare le ragioni di questi comportamenti. Andare all'origine, studiare il contesto sociale e affiancare le famiglie. Supportare quei nuclei familiari che per svariati motivi non riescono ad assolvere al loro ruolo di formazione primaria.
Quasi sempre i casi più difficili si generano in zone dove le criticità coesistono: livello economico basso, scarsa istruzione dei genitori, disoccupazione, degrado socio-ambientale.
In più la realtà di Napoli è storicamente complessa. Ogni territorio è ibrido, ogni quartiere stratificato, con sacche di povertà culturale che coesistono con concentrazioni di ricchezza. La famosa città "verticale", la narrazione di "miseria e nobiltà" ha un suo riflesso sociale ben radicato, che rende qualsiasi approccio alla soluzione inevitabilmente non lineare.
Ecco che in un territorio del genere la conoscenza della realtà da parte di chi è deputato a risolvere il problema diventa essenziale. L'anagrafe del rischio diventa essenziale per capire dove indirizzare gli sforzi. E subito dopo avere mezzi e risorse da indirizzare.
È evidente che nel contesto appena descritto le soluzioni non sono lineari, standard, ma devono essere personalizzate per famiglie e territori.
Il Comune deve dedicare tempo e persone ai bambini in difficoltà e alle loro famiglie con approccio "one to one", non "one to many".
E allora ben vengano finalmente sensibilità come quelle del senatore Paolo Siani, che squarciano il velo e rimettono al centro il dibattito sull'nfanzia. Gliene sono sinceramente grato.
Ma attenzione a non disperdere le energie sui fronzoli e sui falsi problemi.
Come dire: possiamo scegliere gli optional della nostra auto, se abbiamo soldi da spendere, ma prima occorre accertarsi ci siano 4 ruote su cui muoversi.
Ecco, fuor di metafora, le ruote sono gli assistenti sociali e le risorse economiche alle scuole di frontiera. Scuole prive di fondi, letteralmente lasciate sole, come se il problema non esistesse, ma chiamate poi a portare il peso del futuro di questi ragazzi.
Parlo per esperienza diretta, insegnando in una scuola secondaria di primo grado del Rione Traiano, una scuola "a rischio" nella periferia occidentale della città.
Mi chiedo dunque: la nuova "Agenzia per l'infanzia" proposta da Maria de Luzemberger, dunque, con chi mai dovrebbe interagire? Una volta approfondito, studiato e individuato un percorso, quali risorse sarebbero da coordinare per portare avanti quell'approccio capillare prima descritto, se ad oggi il Comune di Napoli non ha "tecnicamente" assistenti sociali in numero adeguato?
Il mio intervento qui non è a svilire o distruggere, ma a costruire davvero delle condizioni per un futuro.
Non è benaltrismo, ma ansia per non perdere l'occasione, quando finalmente c'è una persona sensibile come il senatore Siani.
Senatore la invito pubblicamente nella mia scuola! Sono convinto che la conoscenza diretta con le difficoltà che viviamo le farà cogliere quanta poca retorica c'è nelle mie parole e il suo sguardo rinnovato sarà d'aiuto per la città. Per ripartire dalle basi, e non ingenuamente dai vertici.





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