Gaeta: Palle di cannone, fischi e urla di contestazione, polemiche di marca borbonica e inviti all'unità nazionale. È stata una giornata movimentata quella delle celebrazioni dell'assedio e dalle caduta di Gaeta, il modo in cui la città ha scelto di celebrare il centocinquantenario dell'unità d'Italia. Molte bandiere borboniche e pochi tricolori lungo il percorso. "Onoriamo la nostra storia dalla parte dei vinti e ci riconosciamo nell'Italia unita e repubblicana" ha detto il sindaco Raimondi. Il corteo in costume La giornata-clou delle celebrazioni si è aperta con un corteo in costume significativamente intitolato "Ritornano i Borbone". Figuranti in uniforme del Regno delle Due Sicilie, comparse di aristocratici e popolane, gruppi di musica tradizionali. Bandiere duosiciliane appese ai balconi del Borgo, nessuna traccia di tricolori. | ||
Il corteo è partito alle 10,30 dalla scalinata della chiesa degli Scalzi, con tre colpi di cannone sparati a salve. Folla di cittadini e curiosi lungo via Indipendenza e il viale di Montesecco per un evento che è ormai una tradiziona annuale dagli anni Novanta, col patrocinio di Confcommercio e Comune. Presente anche una troupe della Bbc. http://qik.com/video/35675750 Ad assistere al passaggio dei borbonici in costume gruppi di alunni della vicina scuola elementare Virgilio, fatti uscire dalle loro maestre. I vessilli borbonici hanno fatto poi una sosta davanti al Municipio. Conte: "L'amministrazione festeggi anche il 17 marzo" A mezzogiorno il corteo è arrivato alla Porta Carlo III, l'ingresso della vecchia fortezza. È stata simbolicamente riaperta la porta, chiusa nella cerimonia del 5 novembre che ricordava l'inizio dell'assedio e in verità già riaperta per i passanti pochi giorni dopo. I borbonici l'hanno attraversata nel percorso di uscita dalla fortezza. Tornato al suo posto, forse solo per questo weekend, anche il monumento ai caduti, la stessa stele inaugurata a novembre e subito rimossa per irregolarità. Tra il pubblico intravisti politici bipartisan, come il piddino Damiano Di Ciaccio o il pidiellino di Nuova Area Mauro Sasso. Sul palco c'è stato il saluto dell'onorevole del Pdl Gianfranco Conte, presidente della commissione Finanze della Camera, con un monito per l'amministrazione: "Giuste e belle queste rievocazioni, mi aspetto che il Comune festeggi degnamente anche il 17 marzo". Il discorso di Raimondi e i fischi dei borbonici Momenti di tensione si sono registrati durante la cerimonia. Alla lettura, da parte del capo di gabinetto del sindaco Alessio Buonomo, di stralci del discorso pronunciato dal sindaco Corbo nel 1961, in cui si denunciavano le sofferenze di Gaeta ma si elogiava anche l'Unità d'Italia, sono partite bordate di fischi e cori di "vergogna!" e "viva 'o re!" dal pubblico. http://qik.com/video/35682663 Subito dopo ha preso la parola il sindaco Raimondi, in fascia tricolore, per il suo atteso discorso. "Sono dispiaciuto per i fischi - ha esordito l'Americano - qui siamo tutti meridionali, se siamo qui a commemorare le vittime di un assedio ci dovrebbe essere un atteggiamento diverso, di rispetto per tutti coloro che qui persero la vita". Raimondi ha proseguito nel discorso sul filo dell'equilibrio, a braccio, riuscendo a stemperare le contestazioni e incassare gli applausi di tutti. "Credo ancora nella democrazia - ha proseguito - ma la storia del Risorgimento fu scritta dai vincitori. Noi non vogliamo disunire ma unire con più forza. L'unione della Nazione si deve basare sulla verità storica, anche quella dei vinti. E noi a Gaeta fummo i vinti, non i vincitori. Oggi abbiamo bisogno di un meridione più forte, più unito, perché senza il suo Sud l'Italia non è nulla". Il sindaco ha ricordato il dramma dell'emigrazione, la questione demaniale e gli sforzi della sua amministrazione, le date più tragiche dell'assedio del 1860/61, la questione ancora aperta del risarcimento danni per una "guerra fratricida e non dichiarata". Nelle conclusioni l'omaggio all'unità nazionale, a fronte delle polemiche sul 150°: "Il vero Risorgimento fu la Resistenza dopo l'occupazione nazista e la fuga del Re. Noi vogliamo festeggiare la Liberazione e il 2 giugno. Vogliamo, insieme al Sud, un'Italia libera, unita, democratica, repubblicana". La cerimonia è terminata con l'omaggio di una corona, con bandiera italiana, sotto la stele dedicata alle vittime dell'assedio. Tutto esaurito per il convegno della Fedelissima Sala piena all'hotel Serapo durante il pomeriggio per il convegno della Fedelissima Città di Gaeta organizzato dall'avvocato Scafetta e giunto, proprio quest'anno, alla ventesima edizione. Studiosi e appassionati da tutto il Sud per un lungo dibattito che ha visto tra i partecipanti anche giornalisti autori di libri di successo sulla storia del Sud come Pino Aprile, Lorenzo Del Boca, Gigi Di Fiore. In un'altra sala erano in vendita gadget, volumi e bandiere a tema, compresi francobolli duosiciliani e servizi di tazze marchiati "I Love Borbone". Vanno a ruba gli adesivi del sito neoborbonici.it col disegno di un'Italia insaguinata e lo slogan "Io non festeggio - 150 anni di bugie". Soddisfatto l'assessore sudista Antonio Ciano: "Quello che non capisce chi ci critica è che oggi, grazie a questa iniziativa, gli alberghi e i ristoranti di Gaeta sono pieni. Sono rammaricato per i fischi di stamattina ma io non ho niente da spartire coi monarchici e coi fascisti, io sono un repubblicano e un democratico". Elogia la riuscita dell'evento anche il presidente di Confcommercio, e appassionato di storia borbonica, Vincenzo Zottola, il quale garantisce pure che il progetto di un "festival di musica del sud", già ribattezzato sulla stampa "l'anti-Sanremo gaetana", è ancora in cantiere. Alcuni relatori elogiano il "modello Gaeta", il sindaco Raimondi incassa e rivendica "l'onesta di questa amministrazione". Atmosfera elettrica al convegno quando l'assessore di Lampedusa Pappalardo, ex generale dei Carabinieri in pensione, ha annunciato la scissione dell'isola dallo Stato italiano per poi abbandonare rumorosamente la sala. Mormorii di disapprovazione anche quando il giornalista del Giornale e del Foglio Ruggero Guarini ha paragonato "l'accanimento dei moralisti bacchettoni di sinistra contro Berlusconi a quello subito dai sovrani borbonici dai giacobini nell'Ottocento". La sera ristoranti gaetani affollati con "menù storici del 1861". Domani la messa col vescovo Le celebrazioni del 150° dell'assedio proseguono domani con la messa dedicata ai caduti celebrata dall'arcivescovo D'Onorio nella chiesa dell'Annunziata. Alle 12 il tradizionale lancio della corona, con alzabandiera e salve di cannone da parte degli allievi militari della Nunziatella, sugli spalti della Montagna Spaccata. [ldc] Fonte:Telefree . |
domenica 13 febbraio 2011
150° tra fischi e cannoni. "Onoriamo i vinti ma anche l'Unità"
Gaeta: Palle di cannone, fischi e urla di contestazione, polemiche di marca borbonica e inviti all'unità nazionale. È stata una giornata movimentata quella delle celebrazioni dell'assedio e dalle caduta di Gaeta, il modo in cui la città ha scelto di celebrare il centocinquantenario dell'unità d'Italia. Molte bandiere borboniche e pochi tricolori lungo il percorso. "Onoriamo la nostra storia dalla parte dei vinti e ci riconosciamo nell'Italia unita e repubblicana" ha detto il sindaco Raimondi. Il corteo in costume La giornata-clou delle celebrazioni si è aperta con un corteo in costume significativamente intitolato "Ritornano i Borbone". Figuranti in uniforme del Regno delle Due Sicilie, comparse di aristocratici e popolane, gruppi di musica tradizionali. Bandiere duosiciliane appese ai balconi del Borgo, nessuna traccia di tricolori. | ||
Il corteo è partito alle 10,30 dalla scalinata della chiesa degli Scalzi, con tre colpi di cannone sparati a salve. Folla di cittadini e curiosi lungo via Indipendenza e il viale di Montesecco per un evento che è ormai una tradiziona annuale dagli anni Novanta, col patrocinio di Confcommercio e Comune. Presente anche una troupe della Bbc. http://qik.com/video/35675750 Ad assistere al passaggio dei borbonici in costume gruppi di alunni della vicina scuola elementare Virgilio, fatti uscire dalle loro maestre. I vessilli borbonici hanno fatto poi una sosta davanti al Municipio. Conte: "L'amministrazione festeggi anche il 17 marzo" A mezzogiorno il corteo è arrivato alla Porta Carlo III, l'ingresso della vecchia fortezza. È stata simbolicamente riaperta la porta, chiusa nella cerimonia del 5 novembre che ricordava l'inizio dell'assedio e in verità già riaperta per i passanti pochi giorni dopo. I borbonici l'hanno attraversata nel percorso di uscita dalla fortezza. Tornato al suo posto, forse solo per questo weekend, anche il monumento ai caduti, la stessa stele inaugurata a novembre e subito rimossa per irregolarità. Tra il pubblico intravisti politici bipartisan, come il piddino Damiano Di Ciaccio o il pidiellino di Nuova Area Mauro Sasso. Sul palco c'è stato il saluto dell'onorevole del Pdl Gianfranco Conte, presidente della commissione Finanze della Camera, con un monito per l'amministrazione: "Giuste e belle queste rievocazioni, mi aspetto che il Comune festeggi degnamente anche il 17 marzo". Il discorso di Raimondi e i fischi dei borbonici Momenti di tensione si sono registrati durante la cerimonia. Alla lettura, da parte del capo di gabinetto del sindaco Alessio Buonomo, di stralci del discorso pronunciato dal sindaco Corbo nel 1961, in cui si denunciavano le sofferenze di Gaeta ma si elogiava anche l'Unità d'Italia, sono partite bordate di fischi e cori di "vergogna!" e "viva 'o re!" dal pubblico. http://qik.com/video/35682663 Subito dopo ha preso la parola il sindaco Raimondi, in fascia tricolore, per il suo atteso discorso. "Sono dispiaciuto per i fischi - ha esordito l'Americano - qui siamo tutti meridionali, se siamo qui a commemorare le vittime di un assedio ci dovrebbe essere un atteggiamento diverso, di rispetto per tutti coloro che qui persero la vita". Raimondi ha proseguito nel discorso sul filo dell'equilibrio, a braccio, riuscendo a stemperare le contestazioni e incassare gli applausi di tutti. "Credo ancora nella democrazia - ha proseguito - ma la storia del Risorgimento fu scritta dai vincitori. Noi non vogliamo disunire ma unire con più forza. L'unione della Nazione si deve basare sulla verità storica, anche quella dei vinti. E noi a Gaeta fummo i vinti, non i vincitori. Oggi abbiamo bisogno di un meridione più forte, più unito, perché senza il suo Sud l'Italia non è nulla". Il sindaco ha ricordato il dramma dell'emigrazione, la questione demaniale e gli sforzi della sua amministrazione, le date più tragiche dell'assedio del 1860/61, la questione ancora aperta del risarcimento danni per una "guerra fratricida e non dichiarata". Nelle conclusioni l'omaggio all'unità nazionale, a fronte delle polemiche sul 150°: "Il vero Risorgimento fu la Resistenza dopo l'occupazione nazista e la fuga del Re. Noi vogliamo festeggiare la Liberazione e il 2 giugno. Vogliamo, insieme al Sud, un'Italia libera, unita, democratica, repubblicana". La cerimonia è terminata con l'omaggio di una corona, con bandiera italiana, sotto la stele dedicata alle vittime dell'assedio. Tutto esaurito per il convegno della Fedelissima Sala piena all'hotel Serapo durante il pomeriggio per il convegno della Fedelissima Città di Gaeta organizzato dall'avvocato Scafetta e giunto, proprio quest'anno, alla ventesima edizione. Studiosi e appassionati da tutto il Sud per un lungo dibattito che ha visto tra i partecipanti anche giornalisti autori di libri di successo sulla storia del Sud come Pino Aprile, Lorenzo Del Boca, Gigi Di Fiore. In un'altra sala erano in vendita gadget, volumi e bandiere a tema, compresi francobolli duosiciliani e servizi di tazze marchiati "I Love Borbone". Vanno a ruba gli adesivi del sito neoborbonici.it col disegno di un'Italia insaguinata e lo slogan "Io non festeggio - 150 anni di bugie". Soddisfatto l'assessore sudista Antonio Ciano: "Quello che non capisce chi ci critica è che oggi, grazie a questa iniziativa, gli alberghi e i ristoranti di Gaeta sono pieni. Sono rammaricato per i fischi di stamattina ma io non ho niente da spartire coi monarchici e coi fascisti, io sono un repubblicano e un democratico". Elogia la riuscita dell'evento anche il presidente di Confcommercio, e appassionato di storia borbonica, Vincenzo Zottola, il quale garantisce pure che il progetto di un "festival di musica del sud", già ribattezzato sulla stampa "l'anti-Sanremo gaetana", è ancora in cantiere. Alcuni relatori elogiano il "modello Gaeta", il sindaco Raimondi incassa e rivendica "l'onesta di questa amministrazione". Atmosfera elettrica al convegno quando l'assessore di Lampedusa Pappalardo, ex generale dei Carabinieri in pensione, ha annunciato la scissione dell'isola dallo Stato italiano per poi abbandonare rumorosamente la sala. Mormorii di disapprovazione anche quando il giornalista del Giornale e del Foglio Ruggero Guarini ha paragonato "l'accanimento dei moralisti bacchettoni di sinistra contro Berlusconi a quello subito dai sovrani borbonici dai giacobini nell'Ottocento". La sera ristoranti gaetani affollati con "menù storici del 1861". Domani la messa col vescovo Le celebrazioni del 150° dell'assedio proseguono domani con la messa dedicata ai caduti celebrata dall'arcivescovo D'Onorio nella chiesa dell'Annunziata. Alle 12 il tradizionale lancio della corona, con alzabandiera e salve di cannone da parte degli allievi militari della Nunziatella, sugli spalti della Montagna Spaccata. [ldc] Fonte:Telefree . |
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Here is the link to the BBC coverage:
http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-12473822
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http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-12473822
Grazie Giovanni per l'interessante segnalazione
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