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I "terroni" e Pierluigi Battista - IL GRIDO DEI “TERRONI”, PARADOSSO ALL’ITALIANA
Come abbiamo scritto nei giorni scorsi, non abbiamo ricevuto risposte da Sergio Romano in merito alle sue affermazioni tendenti a legittimare l’invasione del Meridione d’Italia nel 1860 e in buona sostanza tutta la storia risorgimentale fino ai giorni nostri. Del resto cosa avrebbe potuto opporre lo storico nordista, ex – ambasciatore, alla valanga di dati e di documenti inoppugnabili con cui abbiamo contestato le stesse?
Non è forse vero che le riserve auree del Meridione fossero superiori alla metà di quello detenuto dal resto d'Italia(445,2 milioni contro 670 totali)? Non è forse vero che in Piemonte circolasse invece solo carta straccia, priva del corrispettivo in oro? Non è forse vero che fino al 1861 il Sud non conoscesse emigrazione e fosse la parte più industrializzata del Paese (51% degli addetti,cfr. Censimento del Regno d'Italia del 1861)? Non è forse vero che vantasse la prima flotta del Mediterraneo e che proprio per questo infastidisse gli inglesi con le loro mire su Gibilterra e Suez? Non è forse vero che possedesse il maggior complesso metalmeccanico d'Italia (Pietrarsa, Mongiana e Ferdinandea)? Non è forse vero che vantasse la prima industria navale italiana (Napoli e Castellamare)? Non è forse vero che avesse adottato il primo statuto socialista del mondo( seterie di San Leucio)? Non è forse vero che la guerra e la conseguente invasione del Sud non fu nemmeno dichiarata? Non è forse vero che la crudeltà nordista sia stata censurata tra gli altri perfino da Garibaldi, Napoleone III, Lord Lennox?
Meglio fermarsi qui, perché l'elenco è sterminato.
Il 2dell6 luglio, nella stessa pagina a rubrica Lettere al Corriere (curiosa coincidenza), interviene sull’argomento Pierluigi Battista, altro noto editorialista, già vicedirettore del prestigioso quotidiano.
Quale onore!
Le voci mediterranee cominciano finalmente e seriamente ad infastidire i “bodyguard” del grande capitale e della grande finanza, ancorché romani e provenienti da “Mondo Operaio”!
Il pretesto è un libro sull’invasione coloniale del 1860, testo che occupa posizioni alte delle classifiche di vendita. Un dato sintomatico di un nuovo sentimento collettivo e dello stato di profondissima prostrazione che attanaglia oggi il Sud della penisola, pur essendo abituato a un secolo e mezzo di abbandono di tutti i governi fin qui succedutisi (di centro, di destra e di sinistra). E’ un dato che dovrebbe invitare a più attente riflessioni i prestigiosi commentatori del Corriere, anziché farli avventurare in narcotizzanti e cabarettistiche analisi che con la storia vera nulla hanno a che fare.
Il re è nudo, rendetevene conto!
Infatti al di là di espressioni esplicitamente derisorie di una dignità meridionale, tanto dolorosamente ritrovata, nell’articolo non si offre, alcun supporto di dati, o di documenti sui quali basare arcaiche (queste sì), antimeridionalistiche tesi. Neanche una matricola in Scienze della Comunicazione sarebbe stata capace di altrettanta, supponente superficialità!
Non si contano le espressioni sarcastiche adoperate nei confronti del “…Sud dipinto come vittima sacrificale del settentrionalismo rapace e predatorio…” e dell’autore “ …osannato come l’aedo del Mezzogiorno calpestato.” Mentre “ I "terroni" più acculturati…affollano le presentazioni pubbliche…” e “…riconoscono nel suo autore un vendicatore della memoria negata…il loro libro culto di riscatto, un po’ come i parenti dei " vinti " del dopoguerra antifascista con i libri di successo di Giampaolo Pansa.”
E con ciò anche Pansa è sistemato, come si dice “una botta al cerchio e …”!
E cosa sarebbero le“ …elegie neoborboniche”? Null’altro che esaltazioni polemiche di un’ “…identità sanguigna e arcaica dell’antropologia meridionale, del suo stile di vita e dei suoi ritmi esistenziali decisamente antinordici”.
Questa è davvero buona, secondo il nostro eroe, stili di vita e ritmi esistenziali non hanno dignità propria ma possono essere solo con, o contro, il Nord!
Articoli del genere, oltre a distinguersi per una sconvolgente desertificazione intellettuale, privi come sono del benché minimo supporto agli inutili tentativi di mistificare ancora la storia, ci ricordano quelli degli inizi del ’90, quando le analisi sul fenomeno nascente del leghismo nordista (legittimato dai Miglio, Bocca, ecc.) si sprecavano ed erano altrettanto approssimative e spocchiose, dovendo constatare poi negli anni successivi quanto fossero anche campate in aria.
Non ci è dato sapere se Battista conosca le stratosferiche differenze tra i costi sostenuti dalla Germania (e in un primo tempo, per la sola Berlino) per la riunificazione(1500 miliardi di euro, attualmente ogni anno si versano 100 miliardi di euro) e quelli relativi alla Cassa del Mezzogiorno(per tutto il periodo dal 1951 al 1992: 140 miliardi di euro, con una spesa media annuale di 3,2 miliardi di euro). Eppure la Germania Federale, a differenza di quanto avvenuto in Italia (dove il Sud è stato depredato di tutto), nulla aveva tolto a quella Orientale. Così come non ci è dato sapere se Battista conosca i reali beneficiari del Piano Marshall alla fine della seconda guerra mondiale.
Potremmo abbondantemente continuare, ma basta e avanza!
E’ vero, il libro in questione è solo l’ultimo e forse neanche il più originale, ad affrontare l’argomento Sud e la sua invasione coloniale (piaccia o no ai settentrionali, di questo si tratta, non altro), ma il momento storico e gli stenti che oggi devastano il Meridione sono differenti e insostenibili, di ciò il nuovo “homo mediterraneus” ha finalmente consapevolezza, anche se non pretendiamo che i prestigiosi commentatori del Corriere se ne siano accorti!
Come sostiene Ildefonso Falcones nel suo intervento alla “Milanesiana” pubblicato proprio dal Corriere, “Milioni di cittadini stanno tirando la cinghia, ma le banche, con il denaro di quegli stessi cittadini, no, e la cosa peggiore è che i dirigenti continuano a essere sempre gli stessi…”!
I nemici più pericolosi e subdoli del Sud non sono gli ignoranti, i finti medici, le “trote”, i piccoli imprenditori del Nord con il conto in Svizzera, ma certi epigoni di Cavour e dell’infame Lombroso (ancora oggi celebrato in un altrettanto infame museo a Torino), sono loro i veri “cani da guardia” del grande capitalismo nordista, quello dei tesoretti esteri e del mantenimento di uno “status quo” feudale della nostra meravigliosa penisola.
Francesco del Vecchio
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Come abbiamo scritto nei giorni scorsi, non abbiamo ricevuto risposte da Sergio Romano in merito alle sue affermazioni tendenti a legittimare l’invasione del Meridione d’Italia nel 1860 e in buona sostanza tutta la storia risorgimentale fino ai giorni nostri. Del resto cosa avrebbe potuto opporre lo storico nordista, ex – ambasciatore, alla valanga di dati e di documenti inoppugnabili con cui abbiamo contestato le stesse?
Non è forse vero che le riserve auree del Meridione fossero superiori alla metà di quello detenuto dal resto d'Italia(445,2 milioni contro 670 totali)? Non è forse vero che in Piemonte circolasse invece solo carta straccia, priva del corrispettivo in oro? Non è forse vero che fino al 1861 il Sud non conoscesse emigrazione e fosse la parte più industrializzata del Paese (51% degli addetti,cfr. Censimento del Regno d'Italia del 1861)? Non è forse vero che vantasse la prima flotta del Mediterraneo e che proprio per questo infastidisse gli inglesi con le loro mire su Gibilterra e Suez? Non è forse vero che possedesse il maggior complesso metalmeccanico d'Italia (Pietrarsa, Mongiana e Ferdinandea)? Non è forse vero che vantasse la prima industria navale italiana (Napoli e Castellamare)? Non è forse vero che avesse adottato il primo statuto socialista del mondo( seterie di San Leucio)? Non è forse vero che la guerra e la conseguente invasione del Sud non fu nemmeno dichiarata? Non è forse vero che la crudeltà nordista sia stata censurata tra gli altri perfino da Garibaldi, Napoleone III, Lord Lennox?
Meglio fermarsi qui, perché l'elenco è sterminato.
Il 2dell6 luglio, nella stessa pagina a rubrica Lettere al Corriere (curiosa coincidenza), interviene sull’argomento Pierluigi Battista, altro noto editorialista, già vicedirettore del prestigioso quotidiano.
Quale onore!
Le voci mediterranee cominciano finalmente e seriamente ad infastidire i “bodyguard” del grande capitale e della grande finanza, ancorché romani e provenienti da “Mondo Operaio”!
Il pretesto è un libro sull’invasione coloniale del 1860, testo che occupa posizioni alte delle classifiche di vendita. Un dato sintomatico di un nuovo sentimento collettivo e dello stato di profondissima prostrazione che attanaglia oggi il Sud della penisola, pur essendo abituato a un secolo e mezzo di abbandono di tutti i governi fin qui succedutisi (di centro, di destra e di sinistra). E’ un dato che dovrebbe invitare a più attente riflessioni i prestigiosi commentatori del Corriere, anziché farli avventurare in narcotizzanti e cabarettistiche analisi che con la storia vera nulla hanno a che fare.
Il re è nudo, rendetevene conto!
Infatti al di là di espressioni esplicitamente derisorie di una dignità meridionale, tanto dolorosamente ritrovata, nell’articolo non si offre, alcun supporto di dati, o di documenti sui quali basare arcaiche (queste sì), antimeridionalistiche tesi. Neanche una matricola in Scienze della Comunicazione sarebbe stata capace di altrettanta, supponente superficialità!
Non si contano le espressioni sarcastiche adoperate nei confronti del “…Sud dipinto come vittima sacrificale del settentrionalismo rapace e predatorio…” e dell’autore “ …osannato come l’aedo del Mezzogiorno calpestato.” Mentre “ I "terroni" più acculturati…affollano le presentazioni pubbliche…” e “…riconoscono nel suo autore un vendicatore della memoria negata…il loro libro culto di riscatto, un po’ come i parenti dei " vinti " del dopoguerra antifascista con i libri di successo di Giampaolo Pansa.”
E con ciò anche Pansa è sistemato, come si dice “una botta al cerchio e …”!
E cosa sarebbero le“ …elegie neoborboniche”? Null’altro che esaltazioni polemiche di un’ “…identità sanguigna e arcaica dell’antropologia meridionale, del suo stile di vita e dei suoi ritmi esistenziali decisamente antinordici”.
Questa è davvero buona, secondo il nostro eroe, stili di vita e ritmi esistenziali non hanno dignità propria ma possono essere solo con, o contro, il Nord!
Articoli del genere, oltre a distinguersi per una sconvolgente desertificazione intellettuale, privi come sono del benché minimo supporto agli inutili tentativi di mistificare ancora la storia, ci ricordano quelli degli inizi del ’90, quando le analisi sul fenomeno nascente del leghismo nordista (legittimato dai Miglio, Bocca, ecc.) si sprecavano ed erano altrettanto approssimative e spocchiose, dovendo constatare poi negli anni successivi quanto fossero anche campate in aria.
Non ci è dato sapere se Battista conosca le stratosferiche differenze tra i costi sostenuti dalla Germania (e in un primo tempo, per la sola Berlino) per la riunificazione(1500 miliardi di euro, attualmente ogni anno si versano 100 miliardi di euro) e quelli relativi alla Cassa del Mezzogiorno(per tutto il periodo dal 1951 al 1992: 140 miliardi di euro, con una spesa media annuale di 3,2 miliardi di euro). Eppure la Germania Federale, a differenza di quanto avvenuto in Italia (dove il Sud è stato depredato di tutto), nulla aveva tolto a quella Orientale. Così come non ci è dato sapere se Battista conosca i reali beneficiari del Piano Marshall alla fine della seconda guerra mondiale.
Potremmo abbondantemente continuare, ma basta e avanza!
E’ vero, il libro in questione è solo l’ultimo e forse neanche il più originale, ad affrontare l’argomento Sud e la sua invasione coloniale (piaccia o no ai settentrionali, di questo si tratta, non altro), ma il momento storico e gli stenti che oggi devastano il Meridione sono differenti e insostenibili, di ciò il nuovo “homo mediterraneus” ha finalmente consapevolezza, anche se non pretendiamo che i prestigiosi commentatori del Corriere se ne siano accorti!
Come sostiene Ildefonso Falcones nel suo intervento alla “Milanesiana” pubblicato proprio dal Corriere, “Milioni di cittadini stanno tirando la cinghia, ma le banche, con il denaro di quegli stessi cittadini, no, e la cosa peggiore è che i dirigenti continuano a essere sempre gli stessi…”!
I nemici più pericolosi e subdoli del Sud non sono gli ignoranti, i finti medici, le “trote”, i piccoli imprenditori del Nord con il conto in Svizzera, ma certi epigoni di Cavour e dell’infame Lombroso (ancora oggi celebrato in un altrettanto infame museo a Torino), sono loro i veri “cani da guardia” del grande capitalismo nordista, quello dei tesoretti esteri e del mantenimento di uno “status quo” feudale della nostra meravigliosa penisola.
Francesco del Vecchio
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