di Danilo Massa
I fatti di Rosarno ed una tensione crescente hanno spinto numerosi italiani a dimostrare la propria solidarietà nei confronti degli immigrati. Solidarietà che è stata visibile sia nella realtà, sia nella virtualità. Dopo gli scontri calabresi, infatti, è sorto su Facebook il gruppo "Solidarietà agli immigrati di Rosarno". Ma al di là dell'evento di cronaca - pericoloso segnale di tendenze maggiori - non mancano gruppi che avversano la discrimiazione biologica in generale, come "No-razzismo".
Tuttavia, crescita dei flussi migratori, flessibilità e disoccupazione hanno aggiunto alle motivazioni biologiche del razzismo anche le fobie legate a tendenze di medio-lungo periodo. Questa è la sintesi della ricerca condotta da Swg, che rileva su Facebook la presenza di centinaia di gruppi italiani chiaramente rivolti contro gli immigrati.
Le motivazioni dell’avversione nei confronti dello straniero vanno dalla diversità biologica alla paura di aggressioni, fino alla perdita del lavoro. Talvolta sono gruppi che hanno vita breve, nascono per poi scomparire poco dopo. Altri sono attivi da tempo, arrivando talvolta a fondersi tra loro. In alcuni, infine, possono ritrovarsi anche 7 mila iscritti.
Molteplice il target degli internauti: su Facebook si può incappare tanto nel gruppo ostile allo straniero in generale, quanto a quello “dedicato” ad un determinato popolo. Contro i musulmani vi sono circa 100 gruppi, 300 quelli rivolti contro gli zingari. Numeri elevati anche per le pagine rivolte a marocchini, rumeni, cinesi ed ebrei.
Ma a condurre la classifica, a quota 400, sono i gruppi anti-terroni e anti-napoletani: uno dei razzismi più antichi, con il quale si dimostra che per la condivisione di un'identità non è sufficiente nemmeno la cittadinanza e la convivenza nello stesso territorio politico. Anzi, quanto più la compresenza è imposta con coercizione e violenza, tanto più il razzismo interviene per ristabilire quelle distanze azzeratesi nello spazio fisico.
http://magazine.ciaopeople.com/Cellulari_Web-10/Facebook-1000021/Razzismo_su_Facebook:_400_i_gruppi_antimeridionali,_100_gli_antimusulmani-17966
Tuttavia, crescita dei flussi migratori, flessibilità e disoccupazione hanno aggiunto alle motivazioni biologiche del razzismo anche le fobie legate a tendenze di medio-lungo periodo. Questa è la sintesi della ricerca condotta da Swg, che rileva su Facebook la presenza di centinaia di gruppi italiani chiaramente rivolti contro gli immigrati.
Le motivazioni dell’avversione nei confronti dello straniero vanno dalla diversità biologica alla paura di aggressioni, fino alla perdita del lavoro. Talvolta sono gruppi che hanno vita breve, nascono per poi scomparire poco dopo. Altri sono attivi da tempo, arrivando talvolta a fondersi tra loro. In alcuni, infine, possono ritrovarsi anche 7 mila iscritti.
Molteplice il target degli internauti: su Facebook si può incappare tanto nel gruppo ostile allo straniero in generale, quanto a quello “dedicato” ad un determinato popolo. Contro i musulmani vi sono circa 100 gruppi, 300 quelli rivolti contro gli zingari. Numeri elevati anche per le pagine rivolte a marocchini, rumeni, cinesi ed ebrei.
Ma a condurre la classifica, a quota 400, sono i gruppi anti-terroni e anti-napoletani: uno dei razzismi più antichi, con il quale si dimostra che per la condivisione di un'identità non è sufficiente nemmeno la cittadinanza e la convivenza nello stesso territorio politico. Anzi, quanto più la compresenza è imposta con coercizione e violenza, tanto più il razzismo interviene per ristabilire quelle distanze azzeratesi nello spazio fisico.
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