domenica 29 novembre 2009

Riaperta la Reggia dei Borboni, nel bosco di Ficuzza (PA)


Dopo un accurato lavoro di restauro, Corleone restituisce al pubblico il gioiello storico-architettonico progettato da Giuseppe Venanzio Marvuglia



Un angolo di natura e storia nei pressi di Corleone (PA), buon retiro di Ferdinando IV Borbone, da riscoprire grazie alla riapertura al pubblico dal 21 aprile u.s. La Casina di caccia, per la sua maestosità conosciuta come "Reggia dei Borboni", fu edificata nel 1803 per volere di Ferdinando IV di Borbone che, innamoratosi del bosco di Ficuzza, eletto sua personale riserva di caccia, chiamò all'opera l'architetto palermitano Venanzio Marvuglia (1724-1814). Questi progettò un palazzo sobrio ed elegante, nello stile classico del barocco di alcune residenze di campagna inglesi dello stesso periodo. L'edificio, sovrastato dallo stemma dei Borboni, somiglia molto alla reggia di Caserta, ma al posto del bellissimo giardino campano, vanta alle sue spalle la grandiosa scenografia delle pareti calcaree della Rocca Busambra, con ai piedi il bosco di una delle riserve naturali più importanti dell'Isola. Nell'edificio si trovano camere, saloni di rappresentanza, cappella privata, cantina, oltre a stalle e magazzini "d'ordinanza". Nulla purtroppo si è conservato del mobilio originario perché depredato durante le rivolte ottocentesche. Infatti, nel 1820, alcuni detenuti fuggiti dalle carceri borboniche in occasione di una rivolta a Palermo, trovarono rifugio nel palazzo reale. Il bestiame della riserva reale fu ucciso e tutto quello che era trasportabile, mobili, arazzi, quadri, fu trafugato.

La Reale Casina riapre dopo un accurato lavoro di restauro realizzato dal Dipartimento regionale Azienda foreste demaniali, nel solco della sua mission che coniuga progetti di tutela degli ecosistemi presenti sul territorio con attività di valorizzazione della memoria storica.
La complessa attività di restauro, nell'ambito di Agenda 2000 (misura 1.11 del Pit 19 - Alto Belice Corleonese) ha visto il coinvolgimento di un gruppo di studio interdipartimentale, che ha utilizzato tecniche di restauro in conformità alla "carta del restauro". In particolare, sono stati oggetto di restauro: i sotterranei, che sono stati riportati all'assetto originario, rimuovendo alcuni lievi interventi che negli anni erano stati eseguiti sulla struttura; il piano terra, dove è stata ripristinata l'originaria distribuzione planimetrica degli ambienti e l'antica pavimentazione; il primo piano, il sottotetto, i prospetti, la copertura e le scale di servizio.

Nel corso della manifestazione del 21 aprile, sono state presentate le attività realizzate, negli ultimi anni, dall'ente gestore che fanno della Riserva di Ficuzza un polo di eccellenza per la conservazione della biodiversità vegetale e animale dell'Isola. Tra queste la Banca regionale del germoplasma vegetale, a Valle Maria, la nuova aula didattica intitolata alla memoria del perito agrario forestale, Antonino Saccaro, presso il Centro regionale di recupero della fauna selvatica e l'innovativo Piano di gestione selvicolturale dell'area naturalistica, realizzato in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell'Università di Palermo.

All'interno del Palazzo verrà realizzato il nuovo museo della Riserva naturale orientata. Il Centro visitatori della Riserva si articolerà in due sezioni, una architettonica in cui sarà ospitato il museo storico del Palazzo reale tra cui anche, a disposizione del pubblico più curioso, la riproduzione di pubblicazioni, custodite nell'archivio storico di Stato, che testimoniano le diverse fasi costruttive della Reale Casina e l'altra ambientale dove sarà presentato il ricco patrimonio di biodiversità faunistico - vegetale della Riserva con l'utilizzo di strutture tecnologiche hardware e software per un'informazione interattiva con il visitatore.

Il primo piano sarà destinato a sede degli uffici della Riserva naturale orientata, mentre sarà di pura rappresentanza e di pubblica fruizione l'ala dell'appartamento e della stanza reale. Per i locali del sottotetto l'intervento è finalizzato esclusivamente al recupero di tutti gli ambienti.

La Casina di caccia, proprietà dell'Azienda Regionale Foreste Demaniali, oggi è quindi adibita a centro visitatori della Riserva Naturale di Ficuzza, di cui l'Azienda è ente gestore.

Fonte:Ingegneri.info

Segnalazione ASDS
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Dopo un accurato lavoro di restauro, Corleone restituisce al pubblico il gioiello storico-architettonico progettato da Giuseppe Venanzio Marvuglia



Un angolo di natura e storia nei pressi di Corleone (PA), buon retiro di Ferdinando IV Borbone, da riscoprire grazie alla riapertura al pubblico dal 21 aprile u.s. La Casina di caccia, per la sua maestosità conosciuta come "Reggia dei Borboni", fu edificata nel 1803 per volere di Ferdinando IV di Borbone che, innamoratosi del bosco di Ficuzza, eletto sua personale riserva di caccia, chiamò all'opera l'architetto palermitano Venanzio Marvuglia (1724-1814). Questi progettò un palazzo sobrio ed elegante, nello stile classico del barocco di alcune residenze di campagna inglesi dello stesso periodo. L'edificio, sovrastato dallo stemma dei Borboni, somiglia molto alla reggia di Caserta, ma al posto del bellissimo giardino campano, vanta alle sue spalle la grandiosa scenografia delle pareti calcaree della Rocca Busambra, con ai piedi il bosco di una delle riserve naturali più importanti dell'Isola. Nell'edificio si trovano camere, saloni di rappresentanza, cappella privata, cantina, oltre a stalle e magazzini "d'ordinanza". Nulla purtroppo si è conservato del mobilio originario perché depredato durante le rivolte ottocentesche. Infatti, nel 1820, alcuni detenuti fuggiti dalle carceri borboniche in occasione di una rivolta a Palermo, trovarono rifugio nel palazzo reale. Il bestiame della riserva reale fu ucciso e tutto quello che era trasportabile, mobili, arazzi, quadri, fu trafugato.

La Reale Casina riapre dopo un accurato lavoro di restauro realizzato dal Dipartimento regionale Azienda foreste demaniali, nel solco della sua mission che coniuga progetti di tutela degli ecosistemi presenti sul territorio con attività di valorizzazione della memoria storica.
La complessa attività di restauro, nell'ambito di Agenda 2000 (misura 1.11 del Pit 19 - Alto Belice Corleonese) ha visto il coinvolgimento di un gruppo di studio interdipartimentale, che ha utilizzato tecniche di restauro in conformità alla "carta del restauro". In particolare, sono stati oggetto di restauro: i sotterranei, che sono stati riportati all'assetto originario, rimuovendo alcuni lievi interventi che negli anni erano stati eseguiti sulla struttura; il piano terra, dove è stata ripristinata l'originaria distribuzione planimetrica degli ambienti e l'antica pavimentazione; il primo piano, il sottotetto, i prospetti, la copertura e le scale di servizio.

Nel corso della manifestazione del 21 aprile, sono state presentate le attività realizzate, negli ultimi anni, dall'ente gestore che fanno della Riserva di Ficuzza un polo di eccellenza per la conservazione della biodiversità vegetale e animale dell'Isola. Tra queste la Banca regionale del germoplasma vegetale, a Valle Maria, la nuova aula didattica intitolata alla memoria del perito agrario forestale, Antonino Saccaro, presso il Centro regionale di recupero della fauna selvatica e l'innovativo Piano di gestione selvicolturale dell'area naturalistica, realizzato in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell'Università di Palermo.

All'interno del Palazzo verrà realizzato il nuovo museo della Riserva naturale orientata. Il Centro visitatori della Riserva si articolerà in due sezioni, una architettonica in cui sarà ospitato il museo storico del Palazzo reale tra cui anche, a disposizione del pubblico più curioso, la riproduzione di pubblicazioni, custodite nell'archivio storico di Stato, che testimoniano le diverse fasi costruttive della Reale Casina e l'altra ambientale dove sarà presentato il ricco patrimonio di biodiversità faunistico - vegetale della Riserva con l'utilizzo di strutture tecnologiche hardware e software per un'informazione interattiva con il visitatore.

Il primo piano sarà destinato a sede degli uffici della Riserva naturale orientata, mentre sarà di pura rappresentanza e di pubblica fruizione l'ala dell'appartamento e della stanza reale. Per i locali del sottotetto l'intervento è finalizzato esclusivamente al recupero di tutti gli ambienti.

La Casina di caccia, proprietà dell'Azienda Regionale Foreste Demaniali, oggi è quindi adibita a centro visitatori della Riserva Naturale di Ficuzza, di cui l'Azienda è ente gestore.

Fonte:Ingegneri.info

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