mercoledì 10 giugno 2009

Lettera Napoletana n. 17 - giugno 2009


Ricevo e posto:
Numero 17 – Giugno 2009





SUD: NUOVI DATI, COSI’SI IMPADRONIRONO DEL BANCO DI NAPOLI



(Lettera Napoletana) – Nuovi dati illuminano la vicenda della cessione del Banco di Napoli al gruppo bancario piemontese San Paolo-Imi, poi divenuto Intesa-Sanpaolo. La “SGA” (Società Gestione Attivi s.p.a), “bad bank” costituita nel 1996 per il recupero dei crediti del più importante istituto bancario del Sud, che la Vigilanza della Banca d’Italia fissò in circa 6 miliardi di euro, ha concluso nei giorni scorsi l’attività dopo aver recuperato circa il 93% dei crediti giudicati “inesigibili” o “dubbi”. Nel 1996 l’allora ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi aveva previsto un recupero massimo dei crediti del Banco di Napoli pari al 50 per cento del totale. (cfr. Il Denaro 14.5.2008). Proprio i presunti crediti inesigibili furono alla base della decisione del Tesoro di mettere all’asta nel 1997 il Banco di Napoli, che fu acquistato per appena 61 miliardi di vecchie lire dalla Bnl-Ina e 18 mesi dopo fu rivenduto al Sanpaolo-Imi per 3 mila 600 miliardi di vecchie lire. A 12 anni di distanza dalla svendita del più grande patrimonio finanziario del Sud, le cifre fanno giustizia di quanto fu sostenuto da Ciampi, Bankitalia, “poteri forti”, e gruppi finanziari del Nord per mettere le mani sul Banco. Lo riconosce l’ex responsabile della Sezione Credito della Federazione Ds di Napoli Mario Bartiromo, in una lettera al quotidiano la Repubblica (cfr. Repubblica-Napoli, 23.5.2009) «Più del 93 % dei crediti dubbi acquistati a circa due terzi del loro valore sono stati recuperati – scrive Bartiromo – un obbiettivo a cui pochi avrebbero creduto. (…) Bisogna riconoscere che i crediti dell’ex Banco non si sono rilevati irrecuperabili nella severa misura a suo tempo affermata e certificata dalla Vigilanza.» (di Bankitalia, n.d.r.). L’ex dirigente dei Ds, la forza politica che maggiormente sostenne con il sindaco Antonio Bassolino e con i propri parlamentari il trasferimento del Banco di Napoli al San Paolo, aggiunge un’altra verità: «è inoltre apparso sempre discutibile soprattutto il fatto che il Banco fu costretto nel triennio 1994- 96 a coprire i suoi crediti problematici con aliquote vicine al 50 per cento mentre nello stesso periodo e per qualche anno ancora si consentì ad altre importanti banche nazionali , con la stessa struttura di attività a breve e medio termine, la cui qualità era forse anche peggiore, di mantenere aliquote di copertura di poco superiori al 20 per cento».

Un allarme esagerato ad arte su un Istituto di credito che ancora nel 1993 aveva chiuso il proprio bilancio in utile per 174 miliardi di vecchie lire, un improvviso “profondo rosso” (-1174 miliardi di vecchie lire l’anno successivo), un’ispezione della Banca d’Italia alla quale nessun altro Istituto di credito fu sottoposto ed alla quale non avrebbe retto la stessa Bnl, che nel 1997 chiuse il proprio bilancio con un passivo di 2803 miliardi di vecchie lire, la supervalutazione dei crediti “inesigibili”, l’accordo tra finanza del nord e Governo Prodi, la complicità della classe politica meridionale. Così si impadronirono del Banco di Napoli. (LN 17/09)



TRADIZIONE: IL 17 LUGLIO A TRIESTE IL CENTENARIO DI RE CARLOS VII



(Lettera Napoletana) – Il centenario della morte del Re Carlos VII sarà commemorato il 17 luglio a Trieste per iniziativa della Comunión Tradicionalista alla presenza di S.A.R Don Sixto Enrique di Borbone. Alle 16 a Palazzo Gopcevich, in via Rossini 4, si terrà un convegno su “Il carlismo e Trieste”, organizzato dal Consiglio di Studi Ispanici Filippo II con il patrocinio del Comune. Tra i relatori il prof. Miguel Ayuso, docente all’Università Comillas di Madrid.

Alle 19 nella Cattedrale di San Giusto sarà celebrata una Messa in suffragio del Sovrano. La giornata sarà conclusa alle 21 con una cena al Club Nautico Adriatico, al Molo Sartorio.

Figlio di Juan Carlos di Borbone e Braganza, Conte di Montizón, e di Beatrice d’Austria-Este, Don Carlos VII (1848-1909), Re legittimo di Spagna, si mise a capo della Terza Guerra Carlista, scoppiata il 21 aprile 1872 con la sollevazione dei legittimisti. Figura di grande rilievo del tradizionalismo spagnolo ed europeo diede un contributo fondamentale all’elaborazione dottrinale del carlismo. Morì nel luglio 1909 a Varese. Le sue spoglie sono conservate nella Cattedrale di San Giusto a Trieste. Ulteriori notizie sulle celebrazioni in Italia ed in Spagna del centenario di Don Carlos VII sul sito www.carlismo.es. (LN17/09).



TRADIZIONE: LA LEGA, RISTUDIARE RISORGIMENTO E LINGUE LOCALI



(Lettera Napoletana) Inserire “lo studio della storia, della tradizione e dei dialetti delle Regioni” nei programmi scolastici, “ri-studiare il Risorgimento su basi anche regionali”. Questi gli obbiettivi di una proposta di legge del deputato della Lega Nord Paola Goisis, capogruppo in commissione cultura della Camera, dove il testo è stato incardinato il 27 maggio scorso ed ha cominciato il proprio iter parlamentare. L’on. Goisis punta all’approvazione della proposta di legge entro l’estate, “in tempo per l’avvio del nuovo anno scolastico” (cfr. Ansa, 27.5.09).

«L’Italia - afferma il deputato nella sua relazione alla proposta di legge – conta molte lingue regionali di grande valore ancestrale, etnico e culturale». Per cui l’obbiettivo è quello di «salvaguardare il patrimonio geografico, storico, linguistico e culturale territoriale e regionale inserendolo nel curriculum scolastico obbligatorio dello studente, accuratamente armonizzato come già avviene con successo in molte scuole del Piemonte, Friuli, Trentino e Val d’Aosta».

Il deputato della Lega Nord sottolinea nella sua relazione che «Lo studio della realtà ‘Sabauda’ per gli studenti del Piemonte può assumere un’importanza non inferiore a quella che riveste lo studio della realtà ‘Borbone’ per gli studenti delle regioni meridionali».

Terminologia scelta a parte, la proposta di legge sulle lingue locali del deputato leghista ha provocato reazioni rabbiose tra le vestali del cosiddetto Risorgimento. «L’apprendimento coattivo del dialetto – ha scritto Il Secolo d’Italia, quotidiano di Alleanza nazionale (29.5.09) - postula sul piano culturale, antropologico e istituzionale la dissoluzione dell’unità d’Italia». Il giornale di An ha accusato la Lega Nord di voler “barbarizzare la tradizione italiana” e di “falsificazione mitografica di un passato mai esistito”. Che l’unica tradizione italiana autentica sia quella del Cattolicesimo, è noto a tutti. Quanto alla “falsificazione mitografica” fa sorridere che l’accusa venga da chi difende il Risorgimento. (LN17/09)



TRADIZIONE: NUOVA MESSA TRIDENTINA A NAPOLI



(Lettera Napoletana) Torna la Messa tridentina il primo venerdì del mese nella Chiesa di San Ferdinando di Palazzo, a Napoli. La celebrazione della Messa in rito romano antico è ripresa il 5 giugno scorso e continuerà il 3 luglio. Dopo la pausa di agosto riprenderà il 4 settembre.

La Messa del primo venerdì del mese si aggiunge a quella celebrata nella stessa Chiesa di San Ferdinando ogni sabato alle 18. Altre messe tridentine infrasettimanali vengono celebrate a Napoli in orari variabili nella Cappella del Convento dei Gerolomini, in via Duomo. La domenica ed i giorni festivi alle 11 nella Cappella dell’Immacolata, in Via S. Maria a Lanzati, nei pressi di via Foria, per iniziativa della Fraternità sacerdotale San Pio X. (LN17/09)

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Ricevo e posto:
Numero 17 – Giugno 2009





SUD: NUOVI DATI, COSI’SI IMPADRONIRONO DEL BANCO DI NAPOLI



(Lettera Napoletana) – Nuovi dati illuminano la vicenda della cessione del Banco di Napoli al gruppo bancario piemontese San Paolo-Imi, poi divenuto Intesa-Sanpaolo. La “SGA” (Società Gestione Attivi s.p.a), “bad bank” costituita nel 1996 per il recupero dei crediti del più importante istituto bancario del Sud, che la Vigilanza della Banca d’Italia fissò in circa 6 miliardi di euro, ha concluso nei giorni scorsi l’attività dopo aver recuperato circa il 93% dei crediti giudicati “inesigibili” o “dubbi”. Nel 1996 l’allora ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi aveva previsto un recupero massimo dei crediti del Banco di Napoli pari al 50 per cento del totale. (cfr. Il Denaro 14.5.2008). Proprio i presunti crediti inesigibili furono alla base della decisione del Tesoro di mettere all’asta nel 1997 il Banco di Napoli, che fu acquistato per appena 61 miliardi di vecchie lire dalla Bnl-Ina e 18 mesi dopo fu rivenduto al Sanpaolo-Imi per 3 mila 600 miliardi di vecchie lire. A 12 anni di distanza dalla svendita del più grande patrimonio finanziario del Sud, le cifre fanno giustizia di quanto fu sostenuto da Ciampi, Bankitalia, “poteri forti”, e gruppi finanziari del Nord per mettere le mani sul Banco. Lo riconosce l’ex responsabile della Sezione Credito della Federazione Ds di Napoli Mario Bartiromo, in una lettera al quotidiano la Repubblica (cfr. Repubblica-Napoli, 23.5.2009) «Più del 93 % dei crediti dubbi acquistati a circa due terzi del loro valore sono stati recuperati – scrive Bartiromo – un obbiettivo a cui pochi avrebbero creduto. (…) Bisogna riconoscere che i crediti dell’ex Banco non si sono rilevati irrecuperabili nella severa misura a suo tempo affermata e certificata dalla Vigilanza.» (di Bankitalia, n.d.r.). L’ex dirigente dei Ds, la forza politica che maggiormente sostenne con il sindaco Antonio Bassolino e con i propri parlamentari il trasferimento del Banco di Napoli al San Paolo, aggiunge un’altra verità: «è inoltre apparso sempre discutibile soprattutto il fatto che il Banco fu costretto nel triennio 1994- 96 a coprire i suoi crediti problematici con aliquote vicine al 50 per cento mentre nello stesso periodo e per qualche anno ancora si consentì ad altre importanti banche nazionali , con la stessa struttura di attività a breve e medio termine, la cui qualità era forse anche peggiore, di mantenere aliquote di copertura di poco superiori al 20 per cento».

Un allarme esagerato ad arte su un Istituto di credito che ancora nel 1993 aveva chiuso il proprio bilancio in utile per 174 miliardi di vecchie lire, un improvviso “profondo rosso” (-1174 miliardi di vecchie lire l’anno successivo), un’ispezione della Banca d’Italia alla quale nessun altro Istituto di credito fu sottoposto ed alla quale non avrebbe retto la stessa Bnl, che nel 1997 chiuse il proprio bilancio con un passivo di 2803 miliardi di vecchie lire, la supervalutazione dei crediti “inesigibili”, l’accordo tra finanza del nord e Governo Prodi, la complicità della classe politica meridionale. Così si impadronirono del Banco di Napoli. (LN 17/09)



TRADIZIONE: IL 17 LUGLIO A TRIESTE IL CENTENARIO DI RE CARLOS VII



(Lettera Napoletana) – Il centenario della morte del Re Carlos VII sarà commemorato il 17 luglio a Trieste per iniziativa della Comunión Tradicionalista alla presenza di S.A.R Don Sixto Enrique di Borbone. Alle 16 a Palazzo Gopcevich, in via Rossini 4, si terrà un convegno su “Il carlismo e Trieste”, organizzato dal Consiglio di Studi Ispanici Filippo II con il patrocinio del Comune. Tra i relatori il prof. Miguel Ayuso, docente all’Università Comillas di Madrid.

Alle 19 nella Cattedrale di San Giusto sarà celebrata una Messa in suffragio del Sovrano. La giornata sarà conclusa alle 21 con una cena al Club Nautico Adriatico, al Molo Sartorio.

Figlio di Juan Carlos di Borbone e Braganza, Conte di Montizón, e di Beatrice d’Austria-Este, Don Carlos VII (1848-1909), Re legittimo di Spagna, si mise a capo della Terza Guerra Carlista, scoppiata il 21 aprile 1872 con la sollevazione dei legittimisti. Figura di grande rilievo del tradizionalismo spagnolo ed europeo diede un contributo fondamentale all’elaborazione dottrinale del carlismo. Morì nel luglio 1909 a Varese. Le sue spoglie sono conservate nella Cattedrale di San Giusto a Trieste. Ulteriori notizie sulle celebrazioni in Italia ed in Spagna del centenario di Don Carlos VII sul sito www.carlismo.es. (LN17/09).



TRADIZIONE: LA LEGA, RISTUDIARE RISORGIMENTO E LINGUE LOCALI



(Lettera Napoletana) Inserire “lo studio della storia, della tradizione e dei dialetti delle Regioni” nei programmi scolastici, “ri-studiare il Risorgimento su basi anche regionali”. Questi gli obbiettivi di una proposta di legge del deputato della Lega Nord Paola Goisis, capogruppo in commissione cultura della Camera, dove il testo è stato incardinato il 27 maggio scorso ed ha cominciato il proprio iter parlamentare. L’on. Goisis punta all’approvazione della proposta di legge entro l’estate, “in tempo per l’avvio del nuovo anno scolastico” (cfr. Ansa, 27.5.09).

«L’Italia - afferma il deputato nella sua relazione alla proposta di legge – conta molte lingue regionali di grande valore ancestrale, etnico e culturale». Per cui l’obbiettivo è quello di «salvaguardare il patrimonio geografico, storico, linguistico e culturale territoriale e regionale inserendolo nel curriculum scolastico obbligatorio dello studente, accuratamente armonizzato come già avviene con successo in molte scuole del Piemonte, Friuli, Trentino e Val d’Aosta».

Il deputato della Lega Nord sottolinea nella sua relazione che «Lo studio della realtà ‘Sabauda’ per gli studenti del Piemonte può assumere un’importanza non inferiore a quella che riveste lo studio della realtà ‘Borbone’ per gli studenti delle regioni meridionali».

Terminologia scelta a parte, la proposta di legge sulle lingue locali del deputato leghista ha provocato reazioni rabbiose tra le vestali del cosiddetto Risorgimento. «L’apprendimento coattivo del dialetto – ha scritto Il Secolo d’Italia, quotidiano di Alleanza nazionale (29.5.09) - postula sul piano culturale, antropologico e istituzionale la dissoluzione dell’unità d’Italia». Il giornale di An ha accusato la Lega Nord di voler “barbarizzare la tradizione italiana” e di “falsificazione mitografica di un passato mai esistito”. Che l’unica tradizione italiana autentica sia quella del Cattolicesimo, è noto a tutti. Quanto alla “falsificazione mitografica” fa sorridere che l’accusa venga da chi difende il Risorgimento. (LN17/09)



TRADIZIONE: NUOVA MESSA TRIDENTINA A NAPOLI



(Lettera Napoletana) Torna la Messa tridentina il primo venerdì del mese nella Chiesa di San Ferdinando di Palazzo, a Napoli. La celebrazione della Messa in rito romano antico è ripresa il 5 giugno scorso e continuerà il 3 luglio. Dopo la pausa di agosto riprenderà il 4 settembre.

La Messa del primo venerdì del mese si aggiunge a quella celebrata nella stessa Chiesa di San Ferdinando ogni sabato alle 18. Altre messe tridentine infrasettimanali vengono celebrate a Napoli in orari variabili nella Cappella del Convento dei Gerolomini, in via Duomo. La domenica ed i giorni festivi alle 11 nella Cappella dell’Immacolata, in Via S. Maria a Lanzati, nei pressi di via Foria, per iniziativa della Fraternità sacerdotale San Pio X. (LN17/09)

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