mercoledì 17 dicembre 2008

NELL’ATTUALE FASE DI CRISI MONDIALE, MENTRE I POVERI DIVENTANO PIU’ POVERI GLI SPECULATORI RICEVONO AIUTI DI STATO!


Di Sergio Di Rosa



Da quando la crisi economica si è innescata alcuni mesi fa, sicuramente la principale politica messa in atto dai governi per contrastarla è stata l’erogazione di ingenti aiuti finanziari proprio a quelle forze che l’hanno provocata.

Dai centri istituzionali della speculazione borsistica alle grandi multinazionali transnazionali, i principali attori dello sfruttamento economico mondiale stanno ricevendo e riceveranno dai rispettivi governi un notevole sostegno economico e finanziario, nella maggior parte dei casi a fondo perduto.

La vicenda, come forse ai più è sfuggito, nasconde un paradosso che può essere sintetizzato da questo breve ragionamento.

La crisi attuale si sta caratterizzando come un fenomeno contraddistinto dalla:

scomparsa di parecchi posti di lavoro,

dalla distruzione (causata dalla speculazione) del risparmio privato presso gli intermediari finanziari

dal calo costante e progressivo della domanda dei consumatori (contrazione del potere d’acquisto).

E’ risaputo, giusto per fare un esempio, che 1.000 euro dati ad una famiglia finiscono quasi tutti in consumi (acquisto di beni), e che quindi un milione di persone con un reddito di 1.000 a capo creano una domanda di mercato da un miliardo di euro (1.000.000.000,00).

Questo vuol dire, sempre seguendo l’esempio, che un milione di persone sostengono la domanda di consumi con un miliardo di euro, permettendo a negozianti, imprenditori e lavoratori in proprio di vendere le proprie merci e i propri servizi.

Dieci capitalisti speculatori, invece, che “guadagnano” 100 milioni di euro all’anno (quindi un totale di 1.000.000.000,00 di euro globali), indirizzeranno la quasi totalità del proprio reddito verso la speculazione, e non verso la domanda di consumi. In pratica, impegnando queste somme nelle speculazione di vario tipo (finanziaria, borsistica, guerrafondaia, ecc.) sottraggono alla domanda di consumi un miliardo (1.000.000.000,00) di euro, mettendo in crisi l’economia.

Ne consegue, allora, che alla riduzione della domanda di consumi gli operatori di mercato venderanno di meno, facendo meno profitti e provocando la chiusura delle piccole e medie attività, con conseguente licenziamento dei lavoratori.

Questo fatto, esteso su scala globale, alla fine innescherà una crisi economica, mettendo in ginocchio un intero sistema sociale e produttivo.

Ecco, in parole povere, l’anatomia della crisi attuale.

Oggi quindi viviamo in una realtà nella quale ai più risulta incomprensibile il perché i soldi pubblici, cioè quelli prelevati dalla tasche dei lavoratori, debbano essere utilizzati per coprire le perdite di chi ha generato questa stessa crisi economica mondiale.

Allora io chiedo:

- Come mai questa enorme mole di risorse non viene utilizzata per sostenere i redditi dei più deboli, creando così anche quella domanda di consumi che potrebbe rimettere in moto l’economia?

- Perché chi sfrutta e specula viene aiutato e gli si pagano gli enormi debiti contratti, mentre chi la lavora, chi fatica e subisce la crisi sulla propria pelle, alla fine deve pure correre il rischio di ritrovarsi senza un posto di lavoro?

E’ certo che è nel potere corruttore da sempre posseduto dal denaro che possiamo trovare una risposta a questi quesiti…

Fonte:L'Espresso

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Di Sergio Di Rosa



Da quando la crisi economica si è innescata alcuni mesi fa, sicuramente la principale politica messa in atto dai governi per contrastarla è stata l’erogazione di ingenti aiuti finanziari proprio a quelle forze che l’hanno provocata.

Dai centri istituzionali della speculazione borsistica alle grandi multinazionali transnazionali, i principali attori dello sfruttamento economico mondiale stanno ricevendo e riceveranno dai rispettivi governi un notevole sostegno economico e finanziario, nella maggior parte dei casi a fondo perduto.

La vicenda, come forse ai più è sfuggito, nasconde un paradosso che può essere sintetizzato da questo breve ragionamento.

La crisi attuale si sta caratterizzando come un fenomeno contraddistinto dalla:

scomparsa di parecchi posti di lavoro,

dalla distruzione (causata dalla speculazione) del risparmio privato presso gli intermediari finanziari

dal calo costante e progressivo della domanda dei consumatori (contrazione del potere d’acquisto).

E’ risaputo, giusto per fare un esempio, che 1.000 euro dati ad una famiglia finiscono quasi tutti in consumi (acquisto di beni), e che quindi un milione di persone con un reddito di 1.000 a capo creano una domanda di mercato da un miliardo di euro (1.000.000.000,00).

Questo vuol dire, sempre seguendo l’esempio, che un milione di persone sostengono la domanda di consumi con un miliardo di euro, permettendo a negozianti, imprenditori e lavoratori in proprio di vendere le proprie merci e i propri servizi.

Dieci capitalisti speculatori, invece, che “guadagnano” 100 milioni di euro all’anno (quindi un totale di 1.000.000.000,00 di euro globali), indirizzeranno la quasi totalità del proprio reddito verso la speculazione, e non verso la domanda di consumi. In pratica, impegnando queste somme nelle speculazione di vario tipo (finanziaria, borsistica, guerrafondaia, ecc.) sottraggono alla domanda di consumi un miliardo (1.000.000.000,00) di euro, mettendo in crisi l’economia.

Ne consegue, allora, che alla riduzione della domanda di consumi gli operatori di mercato venderanno di meno, facendo meno profitti e provocando la chiusura delle piccole e medie attività, con conseguente licenziamento dei lavoratori.

Questo fatto, esteso su scala globale, alla fine innescherà una crisi economica, mettendo in ginocchio un intero sistema sociale e produttivo.

Ecco, in parole povere, l’anatomia della crisi attuale.

Oggi quindi viviamo in una realtà nella quale ai più risulta incomprensibile il perché i soldi pubblici, cioè quelli prelevati dalla tasche dei lavoratori, debbano essere utilizzati per coprire le perdite di chi ha generato questa stessa crisi economica mondiale.

Allora io chiedo:

- Come mai questa enorme mole di risorse non viene utilizzata per sostenere i redditi dei più deboli, creando così anche quella domanda di consumi che potrebbe rimettere in moto l’economia?

- Perché chi sfrutta e specula viene aiutato e gli si pagano gli enormi debiti contratti, mentre chi la lavora, chi fatica e subisce la crisi sulla propria pelle, alla fine deve pure correre il rischio di ritrovarsi senza un posto di lavoro?

E’ certo che è nel potere corruttore da sempre posseduto dal denaro che possiamo trovare una risposta a questi quesiti…

Fonte:L'Espresso

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