venerdì 16 ottobre 2015

LEGGE DI STABILITA', SENZA SOLDI NON SI CANTANO MESSE


Di Natale Cuccurese

Una manovra che fa capire semplicemente che "i soldi non ci sono".
Nella Legge di Stabilità c'è in realtà ben poco a favore di aziende e lavoratori. Quasi tutta la manovra da 27 miliardi consiste nell'evitare l'aumento delle clausole di salvaguardia, ovvero l'aumento automatico di Iva e accise in copertura a spese fatte in passato (17 miliardi) e l'abolizione della tassa sulla prima casa e dell'Imu agricola (circa 5 miliardi, comunque una boccata d'ossigeno per gli agricoltori).
Poi ci sono tante piccole misure, da poche centinaia di milioni di euro e quindi dalla dubbia efficacia, per stimolare la crescita o per l'equità sociale. Per il resto degli annunciati 10 miliardi di tagli si riuscirà forse ad arrivare alla metà, con tagli lineari ai ministeri e sulla spesa sanitaria - e quindi alle Regioni.
A pag 13, 14 e 15 le slide con le "risposte" per il sud, concentrate su ILVA, Salerno- Reggio Calabria e Terra dei fuochi (450 milioni). Come detto una parte interessante sull'agricoltura, comunque rivolta a tutto il paese. Riduttive quindi, a dir poco, le risorse messe in campo per il Sud, ma qualcosa dovevano pur dire dopo gli annunci governativi di agosto.

A queste considerazioni va poi legato il fatto che con l'introduzione del "regionalismo differenziato"sarà possibile grazie alle modifiche costituzionali agli articoli 116 e 117 estendere forme di autonomia, a partire dalle politiche sociali e di organizzazione e spesa sanitaria, a quelle Regioni a statuto ordinario in condizioni di equilibrio finanziario, cioè in prevalenza quelle del nord. In pratica a conti fatti le regioni del nord avranno maggiore autonomia di spesa e di intervento diretto rispetto a quelle del sud, che dipenderanno sempre più da Roma, e passerà in secondo piano l'aspetto perequativo presente in Costituzione.

 In poche parole proseguono gli scenari negativi per il sud a cui servirebbe una maggiore autonomia, come andiamo ripetendo da tempo.


Le slide presentate dal Governo



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Di Natale Cuccurese

Una manovra che fa capire semplicemente che "i soldi non ci sono".
Nella Legge di Stabilità c'è in realtà ben poco a favore di aziende e lavoratori. Quasi tutta la manovra da 27 miliardi consiste nell'evitare l'aumento delle clausole di salvaguardia, ovvero l'aumento automatico di Iva e accise in copertura a spese fatte in passato (17 miliardi) e l'abolizione della tassa sulla prima casa e dell'Imu agricola (circa 5 miliardi, comunque una boccata d'ossigeno per gli agricoltori).
Poi ci sono tante piccole misure, da poche centinaia di milioni di euro e quindi dalla dubbia efficacia, per stimolare la crescita o per l'equità sociale. Per il resto degli annunciati 10 miliardi di tagli si riuscirà forse ad arrivare alla metà, con tagli lineari ai ministeri e sulla spesa sanitaria - e quindi alle Regioni.
A pag 13, 14 e 15 le slide con le "risposte" per il sud, concentrate su ILVA, Salerno- Reggio Calabria e Terra dei fuochi (450 milioni). Come detto una parte interessante sull'agricoltura, comunque rivolta a tutto il paese. Riduttive quindi, a dir poco, le risorse messe in campo per il Sud, ma qualcosa dovevano pur dire dopo gli annunci governativi di agosto.

A queste considerazioni va poi legato il fatto che con l'introduzione del "regionalismo differenziato"sarà possibile grazie alle modifiche costituzionali agli articoli 116 e 117 estendere forme di autonomia, a partire dalle politiche sociali e di organizzazione e spesa sanitaria, a quelle Regioni a statuto ordinario in condizioni di equilibrio finanziario, cioè in prevalenza quelle del nord. In pratica a conti fatti le regioni del nord avranno maggiore autonomia di spesa e di intervento diretto rispetto a quelle del sud, che dipenderanno sempre più da Roma, e passerà in secondo piano l'aspetto perequativo presente in Costituzione.

 In poche parole proseguono gli scenari negativi per il sud a cui servirebbe una maggiore autonomia, come andiamo ripetendo da tempo.


Le slide presentate dal Governo



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