domenica 27 maggio 2012

Al Sud si può undici volte



Sabato 26 Maggio 2012 da " La Gazzetta del Mezzogiorno "

Di Lino Patruno
http://www.linopatruno.com/
Immaginiamo cosa si scatenerebbe in Puglia se un giorno si sapesse che si può  trovare oro. Cercatori di tutte le lingue. Romanzesche figure a setacciare pagliuzze. Rabdomanti capaci di snidare pepite. E non meno allucinati di quelli che nelle albe d’autunno spazzano funghi sulla Murgia e tu a chiederti come fai a non vederne uno. Il fatto è che in Puglia l’oro c’è davvero.
 Si potrebbe dire l’Oro del Sud come un tempo si diceva l’Oro di Napoli. E neanche metaforico, per far capire quanto ricchezza nascosta al Sud attende solo di essere più valorizzata che mortificata. E’ stato un giovane ingegnere gestionale leccese a presentarsi all’anteprima barese del Festival dell’Economia di Trento (ideato dalla casa editrice Laterza) e, voilà, a tirare fuori uno scatolino con lamine d’oro al 99 per cento. Oro, oro autentico. Ricavato dalle polveri di microchip, materiale di scarto di computer.
 L’ESEMPIO DI 11 GIOVANI Ora non è che chiunque si prende vecchi computer e si mette a sbatterli come polpi. Con i soci Luca Scala (fisico) e Antonio Gentile (tecnico informatico), Salvatore Modeo, 25 anni, ha presentato il suo piccolo sortilegio, frutto di una intuizione scientifica e di un finanziamento del programma regionale “Bollenti spiriti”. Riproponendo il trito interrogativo: ma davvero da noi non c’è nulla da fare, davvero per i nostri ragazzi non c’è alternativa all’emigrazione? No, hanno ripetuto gioiosi con gli altri protagonisti delle undici storie di successo maturate nel nostro Sud come se fosse la californiana Silicon Valley.
 Sono ragazzi non figli di magnanimi lombi, senza genitori facoltosi che ne abbiano spianato la strada del lavoro dopo quella degli studi. E ragazzi da un entusiasmo e da un ottimismo talmente contagiosi da poter essere sventolati come una bandiera dell’”anche a Sud” si può. Magari seguendo più le loro esperienze che spocchiose ricette.
 Anzitutto “alleanze positive”, cioè trovatevi compagni di scuola, amici del bar, conoscenti e mettetevi insieme per non lasciare i talenti e la voglia di fare tanto isolati da dire che non si può fare. Poi pensare in grande, dieci volte più in grande di come stai pensando ora. E pensare differente, sempre il nuovo anche se può sembrare impossibile. Velocità, muovetevi veloce e rompete gli schemi: oggi non c’è più il pesce grande che mangia il pesce piccolo, ma il pesce veloce che mangia il pesce lento. Informati, sempre più informati degli altri e prima degli altri, anche girando per vedere che mondo fa. Niente pippe se sbagliate, si progredisce sbagliando, si cade evangelicamente sette volte per rialzarsi otto (non c’è etica senza fallimento, l’etica è nel tentativo). Non limitatevi a ciò che c’è già, aggiungete nuovo valore a tutto. E passione quanto perseveranza, della serie volle e riuscì: batti un chiodo un milione di volte, più che battere una volta milioni di chiodi.
 TANTE IDEE PER UN LAVORO E’ vero, sembra roba alla “Come diventare miliardari in tre mosse”, o alla “Siate folli, siate affamati” di Steve Jobs, quello che se fosse nato in Italia invece di inventare la “Apple” avrebbe fatto al massimo l’elettricista. Ma sono tutte cose raccontate dai magnifici undici che prima di diventarlo avevano anche loro pronto il trolley per il Nord, anche loro forse erano convinti che qui non c’è che da andarsene. E se gli altri non hanno estratto oro in Puglia, c’era anche chi si è inventato qui l’aereo superleggero più veloce del mondo, chi riesce a scoprire l’Alzheimer dieci anni prima, chi ha creato un guanto per aiutare a dialogare persone cieche e sorde, chi è in grado di dire al turista anche ciò che il turista non riesce mai a sapere.
 E poi, non conta più granché la geografia, con un computer puoi fare qualsiasi cosa ovunque tu sia, anche se stai in un Sud in cui tutto è più difficile perché c’è meno di tutto. E comincia a tornare in Italia anche qualche azienda che era andata fuori per risparmiare sul lavoro, perché il costo del lavoro diventa sempre più marginale nel costo complessivo di uno spillo o di un’auto, contando sempre più l’innovazione, la ricerca, il diverso.
 Nessuno vuol prendere in giro nessuno, neanche undici storie di successo fanno primavera. Quei ragazzi si sono soprattutto conquistati la medaglia della resistenza contro ciò che non vuole mai cambiare. Ma hanno invitato a non aver paura. Coraggio, hanno aggiunto, sembra il contrario ma si può. E anche al Sud, pensa un po’.
Fonte: Lino Patruno

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Sabato 26 Maggio 2012 da " La Gazzetta del Mezzogiorno "

Di Lino Patruno
http://www.linopatruno.com/
Immaginiamo cosa si scatenerebbe in Puglia se un giorno si sapesse che si può  trovare oro. Cercatori di tutte le lingue. Romanzesche figure a setacciare pagliuzze. Rabdomanti capaci di snidare pepite. E non meno allucinati di quelli che nelle albe d’autunno spazzano funghi sulla Murgia e tu a chiederti come fai a non vederne uno. Il fatto è che in Puglia l’oro c’è davvero.
 Si potrebbe dire l’Oro del Sud come un tempo si diceva l’Oro di Napoli. E neanche metaforico, per far capire quanto ricchezza nascosta al Sud attende solo di essere più valorizzata che mortificata. E’ stato un giovane ingegnere gestionale leccese a presentarsi all’anteprima barese del Festival dell’Economia di Trento (ideato dalla casa editrice Laterza) e, voilà, a tirare fuori uno scatolino con lamine d’oro al 99 per cento. Oro, oro autentico. Ricavato dalle polveri di microchip, materiale di scarto di computer.
 L’ESEMPIO DI 11 GIOVANI Ora non è che chiunque si prende vecchi computer e si mette a sbatterli come polpi. Con i soci Luca Scala (fisico) e Antonio Gentile (tecnico informatico), Salvatore Modeo, 25 anni, ha presentato il suo piccolo sortilegio, frutto di una intuizione scientifica e di un finanziamento del programma regionale “Bollenti spiriti”. Riproponendo il trito interrogativo: ma davvero da noi non c’è nulla da fare, davvero per i nostri ragazzi non c’è alternativa all’emigrazione? No, hanno ripetuto gioiosi con gli altri protagonisti delle undici storie di successo maturate nel nostro Sud come se fosse la californiana Silicon Valley.
 Sono ragazzi non figli di magnanimi lombi, senza genitori facoltosi che ne abbiano spianato la strada del lavoro dopo quella degli studi. E ragazzi da un entusiasmo e da un ottimismo talmente contagiosi da poter essere sventolati come una bandiera dell’”anche a Sud” si può. Magari seguendo più le loro esperienze che spocchiose ricette.
 Anzitutto “alleanze positive”, cioè trovatevi compagni di scuola, amici del bar, conoscenti e mettetevi insieme per non lasciare i talenti e la voglia di fare tanto isolati da dire che non si può fare. Poi pensare in grande, dieci volte più in grande di come stai pensando ora. E pensare differente, sempre il nuovo anche se può sembrare impossibile. Velocità, muovetevi veloce e rompete gli schemi: oggi non c’è più il pesce grande che mangia il pesce piccolo, ma il pesce veloce che mangia il pesce lento. Informati, sempre più informati degli altri e prima degli altri, anche girando per vedere che mondo fa. Niente pippe se sbagliate, si progredisce sbagliando, si cade evangelicamente sette volte per rialzarsi otto (non c’è etica senza fallimento, l’etica è nel tentativo). Non limitatevi a ciò che c’è già, aggiungete nuovo valore a tutto. E passione quanto perseveranza, della serie volle e riuscì: batti un chiodo un milione di volte, più che battere una volta milioni di chiodi.
 TANTE IDEE PER UN LAVORO E’ vero, sembra roba alla “Come diventare miliardari in tre mosse”, o alla “Siate folli, siate affamati” di Steve Jobs, quello che se fosse nato in Italia invece di inventare la “Apple” avrebbe fatto al massimo l’elettricista. Ma sono tutte cose raccontate dai magnifici undici che prima di diventarlo avevano anche loro pronto il trolley per il Nord, anche loro forse erano convinti che qui non c’è che da andarsene. E se gli altri non hanno estratto oro in Puglia, c’era anche chi si è inventato qui l’aereo superleggero più veloce del mondo, chi riesce a scoprire l’Alzheimer dieci anni prima, chi ha creato un guanto per aiutare a dialogare persone cieche e sorde, chi è in grado di dire al turista anche ciò che il turista non riesce mai a sapere.
 E poi, non conta più granché la geografia, con un computer puoi fare qualsiasi cosa ovunque tu sia, anche se stai in un Sud in cui tutto è più difficile perché c’è meno di tutto. E comincia a tornare in Italia anche qualche azienda che era andata fuori per risparmiare sul lavoro, perché il costo del lavoro diventa sempre più marginale nel costo complessivo di uno spillo o di un’auto, contando sempre più l’innovazione, la ricerca, il diverso.
 Nessuno vuol prendere in giro nessuno, neanche undici storie di successo fanno primavera. Quei ragazzi si sono soprattutto conquistati la medaglia della resistenza contro ciò che non vuole mai cambiare. Ma hanno invitato a non aver paura. Coraggio, hanno aggiunto, sembra il contrario ma si può. E anche al Sud, pensa un po’.
Fonte: Lino Patruno

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