lunedì 31 ottobre 2011

BOLOGNA 29 OTTOBRE 2011 - CONVEGNO DIS - UNITA' D'ITALIA : LINO PATRUNO 2/2


http://www.youtube.com/watch?v=VcaxDWa_rAU&feature=channel_video_title

DIS - UNITA' D'ITALIA

PERCHE' UN FEDERALISMO AVVELENATO ALIMENTA IL FUOCO DEL SUD

Presentazione dei libri con dibattito

- Federalismo Avvelenato di Marco Esposito

- Fuoco del Sud di Lino Patruno

Con gli autori

Marco Esposito: Assessore allo Sviluppo del Comune di Napoli, giornalista, scrittore

Lino Patruno: Giornalista, saggista, direttore per 13 anni della "Gazzetta del Mezzogiorno" di Bari

sono intervenuti

Mauro Formaglini: Segretario Provinciale del Psi , Coordinatore della Lista "Laici Socialisti Riformisti per Bologna"

Carlo Germi: Presidente Onorario di "FICIESSE", Associazione " Finanzieri, Cittadini e Solidarieta'"

Fabrizio Bensai: Coordinatore Provinciale Bologna del Partito del Sud

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http://www.youtube.com/watch?v=VcaxDWa_rAU&feature=channel_video_title

DIS - UNITA' D'ITALIA

PERCHE' UN FEDERALISMO AVVELENATO ALIMENTA IL FUOCO DEL SUD

Presentazione dei libri con dibattito

- Federalismo Avvelenato di Marco Esposito

- Fuoco del Sud di Lino Patruno

Con gli autori

Marco Esposito: Assessore allo Sviluppo del Comune di Napoli, giornalista, scrittore

Lino Patruno: Giornalista, saggista, direttore per 13 anni della "Gazzetta del Mezzogiorno" di Bari

sono intervenuti

Mauro Formaglini: Segretario Provinciale del Psi , Coordinatore della Lista "Laici Socialisti Riformisti per Bologna"

Carlo Germi: Presidente Onorario di "FICIESSE", Associazione " Finanzieri, Cittadini e Solidarieta'"

Fabrizio Bensai: Coordinatore Provinciale Bologna del Partito del Sud

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BOLOGNA 29 OTTOBRE 2011 - CONVEGNO DIS - UNITA' D'ITALIA : L'INTERVENTO DI LINO PATRUNO 1/2


http://www.youtube.com/watch?v=vIlDYQwUt94&feature=channel_video_title

DIS - UNITA' D'ITALIA

PERCHE' UN FEDERALISMO AVVELENATO ALIMENTA IL FUOCO DEL SUD

Presentazione dei libri con dibattito

- Federalismo Avvelenato di Marco Esposito

- Fuoco del Sud di Lino Patruno

Con gli autori

Marco Esposito: Assessore allo Sviluppo del Comune di Napoli, giornalista, scrittore

Lino Patruno: Giornalista, saggista, direttore per 13 anni della "Gazzetta del Mezzogiorno" di

Bari

sono intervenuti

Mauro Formaglini: Segretario Provinciale del Psi , Coordinatore della Lista "Laici Socialisti Riformisti per Bologna"

Carlo Germi: Presidente Onorario di "FICIESSE", Associazione " Finanzieri, Cittadini e Solidarieta'"

Fabrizio Bensai: Coordinatore Provinciale Bologna del Partito del Sud

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http://www.youtube.com/watch?v=vIlDYQwUt94&feature=channel_video_title

DIS - UNITA' D'ITALIA

PERCHE' UN FEDERALISMO AVVELENATO ALIMENTA IL FUOCO DEL SUD

Presentazione dei libri con dibattito

- Federalismo Avvelenato di Marco Esposito

- Fuoco del Sud di Lino Patruno

Con gli autori

Marco Esposito: Assessore allo Sviluppo del Comune di Napoli, giornalista, scrittore

Lino Patruno: Giornalista, saggista, direttore per 13 anni della "Gazzetta del Mezzogiorno" di

Bari

sono intervenuti

Mauro Formaglini: Segretario Provinciale del Psi , Coordinatore della Lista "Laici Socialisti Riformisti per Bologna"

Carlo Germi: Presidente Onorario di "FICIESSE", Associazione " Finanzieri, Cittadini e Solidarieta'"

Fabrizio Bensai: Coordinatore Provinciale Bologna del Partito del Sud

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domenica 30 ottobre 2011

Terra promessa - Briganti e migranti


Ricevo e posto, con condivisione, da Michelina Codella:


Spettacolo teatrale con Marco Baliani, Maria Aglietta e Felice Cappa

Oggi pomeriggio, 29 ottobre 2011, nella Sala Grande, non proprio gremita, del Circolo dei Lettori di Torino, è stato presentato lo spettacolo teatrale Terra Promessa - Briganti e Migranti con Marco Baliani, Maria Aglietta e Felice Cappa che si terrà il 30 ottobre 2011 al Teatro Carignano di Torino.

Lo storico professor Marco Brunazzi dell’Università di Torino, ha introdotto l’argomento che, come dice il titolo dello spettacolo, verte su un aspetto poco trattato del Risorgimento: il Brigantaggio. Marco Brunazzi ha sottolineato che la storiografia ufficiale ha sminuito sistematicamente che il brigantaggio sia stato una vera e propria guerra civile per la conquista di una nuova collocazione economica e sociale e che, alla fine, si è risolta nella massiccia emigrazione di donne e di uomini del Sud. Le fonti documentali riportano che, prima del 1861, il divario socio-economico Nord-Sud non era molto marcato tranne che in Basilicata e in Calabria. In queste due regioni si registravano già scarsità di risorse, vanificazione del lavoro dei contadini vessati dai padroni, totale mancanza di considerazione dei poveri e in modo particolare delle donne. Quest’ultime, oltre a lavorare solo per un po’ di farina e di olio, erano costrette a rendere servigi “in natura” che compromettevano il loro “onore”. La situazione venne esasperata dalla mancata realizzazione delle promesse di Garibaldi e dei Savoia, riguardanti l’ assegnazione di un pezzo di terra che avrebbe rappresentato un mezzo di riscatto economico e sociale. La redistribuzione delle terre, quindi una riforma agraria, che fu vista con estrema stizza dai grandi proprietari del Sud, avrebbe pacificato le popolazioni delle regioni meridionali e, forse, avrebbe reso più accettabile ai loro occhi l’unificazione d’ Italia. La ribellione venne repressa e quelle regioni conobbero l’emigrazione. L’ America divenne la Terra Promessa. In seguito, nello studio ufficiale della storia, il brigantaggio è stato raccontato come un fenomeno marginale, quasi folkloristico ed un significativo esempio di questa marginalizzazione si può riscontrare nel Museo del Risorgimento di Torino dove al brigantaggio sono stati dedicati soltanto due dipinti.

Franco Baliani, Felice Cappa e Maria Aglietta, al fine di diffondere una corretta interpretazione e ridare dignità al fenomeno del brigantaggio, hanno rielaborato in maniera artistica questa trascurata pagina di storia.

Lo spettacolo si colloca nel filone del “teatro di narrazione” dove immagini e voci sono unificate da una voce narrante. Le scene filmate , i cui protagonisti sono il brigante Crocco, briganti, brigantesse, cafoni, galantuomini, latifondisti e bersaglieri, sono state riprese nel territorio di Rionero in Vulture, scenografia naturale dove si svolsero realmente i fatti.


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Ricevo e posto, con condivisione, da Michelina Codella:


Spettacolo teatrale con Marco Baliani, Maria Aglietta e Felice Cappa

Oggi pomeriggio, 29 ottobre 2011, nella Sala Grande, non proprio gremita, del Circolo dei Lettori di Torino, è stato presentato lo spettacolo teatrale Terra Promessa - Briganti e Migranti con Marco Baliani, Maria Aglietta e Felice Cappa che si terrà il 30 ottobre 2011 al Teatro Carignano di Torino.

Lo storico professor Marco Brunazzi dell’Università di Torino, ha introdotto l’argomento che, come dice il titolo dello spettacolo, verte su un aspetto poco trattato del Risorgimento: il Brigantaggio. Marco Brunazzi ha sottolineato che la storiografia ufficiale ha sminuito sistematicamente che il brigantaggio sia stato una vera e propria guerra civile per la conquista di una nuova collocazione economica e sociale e che, alla fine, si è risolta nella massiccia emigrazione di donne e di uomini del Sud. Le fonti documentali riportano che, prima del 1861, il divario socio-economico Nord-Sud non era molto marcato tranne che in Basilicata e in Calabria. In queste due regioni si registravano già scarsità di risorse, vanificazione del lavoro dei contadini vessati dai padroni, totale mancanza di considerazione dei poveri e in modo particolare delle donne. Quest’ultime, oltre a lavorare solo per un po’ di farina e di olio, erano costrette a rendere servigi “in natura” che compromettevano il loro “onore”. La situazione venne esasperata dalla mancata realizzazione delle promesse di Garibaldi e dei Savoia, riguardanti l’ assegnazione di un pezzo di terra che avrebbe rappresentato un mezzo di riscatto economico e sociale. La redistribuzione delle terre, quindi una riforma agraria, che fu vista con estrema stizza dai grandi proprietari del Sud, avrebbe pacificato le popolazioni delle regioni meridionali e, forse, avrebbe reso più accettabile ai loro occhi l’unificazione d’ Italia. La ribellione venne repressa e quelle regioni conobbero l’emigrazione. L’ America divenne la Terra Promessa. In seguito, nello studio ufficiale della storia, il brigantaggio è stato raccontato come un fenomeno marginale, quasi folkloristico ed un significativo esempio di questa marginalizzazione si può riscontrare nel Museo del Risorgimento di Torino dove al brigantaggio sono stati dedicati soltanto due dipinti.

Franco Baliani, Felice Cappa e Maria Aglietta, al fine di diffondere una corretta interpretazione e ridare dignità al fenomeno del brigantaggio, hanno rielaborato in maniera artistica questa trascurata pagina di storia.

Lo spettacolo si colloca nel filone del “teatro di narrazione” dove immagini e voci sono unificate da una voce narrante. Le scene filmate , i cui protagonisti sono il brigante Crocco, briganti, brigantesse, cafoni, galantuomini, latifondisti e bersaglieri, sono state riprese nel territorio di Rionero in Vulture, scenografia naturale dove si svolsero realmente i fatti.


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sabato 29 ottobre 2011

Giovani, donne e Meridione. Due milioni di senza lavoro

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Dina Galano
Fonte: Terra news


IL RAPPORTO. Confartigianato pubblica i dati sulla disoccupazione degli under 35. All’Italia il primato negativo in Europa per il più alto tasso di inattività. Il Sud è ancora una realtà in stallo.

I giovani italiani senza lavoro sono due milioni. Il dato non lascia molto all’immaginazione quando, comparato con gli altri Paesi europei, esprime il deficit occupazionale peggiore dell’area euro. L’inattività colpisce il 25,9 per cento dei ragazzi tra i 24 e i 25 anni, ben oltre la soglia registrata in Europa del 15,7 per cento. E la media nasconde sperequazioni ulteriori; infatti, se il numero complessivo viene scorporato tra diverse aree del Paese e tra i diversi generi si scopre che la disoccupazione giovanile rappresenta la regola nel Mezzogiorno (circa 1 milione e 120mila senza lavoro under 35) e per le donne (un milione e 341mila). Lo stallo dell’accesso alla professione è stato fotografato dall’Ufficio studi di Confartigianato che, analizzando i trend occupazionali, ha prodotto lo studio in concomitanza con l’entrata in vigore della riforma di apprendistato.

Quella forma contrattuale, insieme all’ipotesi della decontribuzione ancora all’esame del Consiglio dei ministri, per l’associazione di imprese artigiane è la risorsa su cui puntare per mettere argine alla crisi giovanile. Le difficoltà economiche e finanziarie dell’Italia si sono finora abbattute sulle spalle dei giovani: tra il 2008 e il 2011 gli occupati under 35 sono diminuiti di un milione e 130mila unità, pari a un meno 15,6 per cento. Rispetto al calo del 7,1 per cento dell’Eurozona, una flessione di intensità doppia. Ed è sempre il Mezzogiorno, sottolinea Confartigianato, a registrare la maggiore perdita (meno 371mila posti di lavoro). Qui, intere aree sono finite ai primi posti per tasso di disoccupazione tra le 271 regioni europee prese in considerazione dallo studio. «Ampliando la visuale nella comparazione internazionale del fenomeno», si spiega nel rapporto, «riscontriamo che tra le prime 30 regioni del continente col più alto tasso di disoccupazione troviamo cinque regioni del Mezzogiorno: solo alcune regioni della Spagna – il Paese europeo maggiormente colpito dalla recessione - ed alcune ex colonie francesi d’Oltremare registrano una disoccupazione maggiore di Basilicata (42%), Campania (41,9%) e Sicilia (41,3%)».

A ben vedere, a parità di crisi economica in corso, alcuni fattori inciderebbero maggiormente sull’inattività del segmento giovanile. Secondo Confartigianato si tratterebbe di un mix di «scoraggiamento», «minacce di concorrenza sleale alle imprese e al lavoro regolare da parte del sommerso». Ma anche la caratteristica, anche questa particolarmente italiana, dell’«eccessivo protrarsi degli studi oltre il limite legale». A percorrere lo Stivale, le chance di trovare lavoro diminuiscono da Nord verso Sud: Milano «è la capitale dell’Italia interessata a offrire un impiego ai giovani under 30», si legge nel rapporto. Seguono Trieste, Bologna, Rimini e Firenze mentre agli ultimi posti arrancano Reggio Calabria, Foggia, Vibo Valentia, Messina e Benevento.

«La situazione delle donne e dell’intero Mezzogiorno è una vera emergenza», ha commentato il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, accogliendo sì l’appello per la diffusione dei contratti di apprendistato ma con una nota critica. «Non bastano buone norme che la Cgil ha fortemente voluto, occorre intervenire rispettando gli impegni sulle forme di lavoro che lo hanno limitato, come le collaborazioni, i tirocini e gli stage». Se, come si vocifera, nel decreto Sviluppo verranno approvate norme che incentiveranno l’assunzione dei più giovani almeno si potrà dare un segnale di ripresa a uno dei segmenti che distanzia il Paese dal resto d’Europa.

Fonte: Terra news

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Dina Galano
Fonte: Terra news


IL RAPPORTO. Confartigianato pubblica i dati sulla disoccupazione degli under 35. All’Italia il primato negativo in Europa per il più alto tasso di inattività. Il Sud è ancora una realtà in stallo.

I giovani italiani senza lavoro sono due milioni. Il dato non lascia molto all’immaginazione quando, comparato con gli altri Paesi europei, esprime il deficit occupazionale peggiore dell’area euro. L’inattività colpisce il 25,9 per cento dei ragazzi tra i 24 e i 25 anni, ben oltre la soglia registrata in Europa del 15,7 per cento. E la media nasconde sperequazioni ulteriori; infatti, se il numero complessivo viene scorporato tra diverse aree del Paese e tra i diversi generi si scopre che la disoccupazione giovanile rappresenta la regola nel Mezzogiorno (circa 1 milione e 120mila senza lavoro under 35) e per le donne (un milione e 341mila). Lo stallo dell’accesso alla professione è stato fotografato dall’Ufficio studi di Confartigianato che, analizzando i trend occupazionali, ha prodotto lo studio in concomitanza con l’entrata in vigore della riforma di apprendistato.

Quella forma contrattuale, insieme all’ipotesi della decontribuzione ancora all’esame del Consiglio dei ministri, per l’associazione di imprese artigiane è la risorsa su cui puntare per mettere argine alla crisi giovanile. Le difficoltà economiche e finanziarie dell’Italia si sono finora abbattute sulle spalle dei giovani: tra il 2008 e il 2011 gli occupati under 35 sono diminuiti di un milione e 130mila unità, pari a un meno 15,6 per cento. Rispetto al calo del 7,1 per cento dell’Eurozona, una flessione di intensità doppia. Ed è sempre il Mezzogiorno, sottolinea Confartigianato, a registrare la maggiore perdita (meno 371mila posti di lavoro). Qui, intere aree sono finite ai primi posti per tasso di disoccupazione tra le 271 regioni europee prese in considerazione dallo studio. «Ampliando la visuale nella comparazione internazionale del fenomeno», si spiega nel rapporto, «riscontriamo che tra le prime 30 regioni del continente col più alto tasso di disoccupazione troviamo cinque regioni del Mezzogiorno: solo alcune regioni della Spagna – il Paese europeo maggiormente colpito dalla recessione - ed alcune ex colonie francesi d’Oltremare registrano una disoccupazione maggiore di Basilicata (42%), Campania (41,9%) e Sicilia (41,3%)».

A ben vedere, a parità di crisi economica in corso, alcuni fattori inciderebbero maggiormente sull’inattività del segmento giovanile. Secondo Confartigianato si tratterebbe di un mix di «scoraggiamento», «minacce di concorrenza sleale alle imprese e al lavoro regolare da parte del sommerso». Ma anche la caratteristica, anche questa particolarmente italiana, dell’«eccessivo protrarsi degli studi oltre il limite legale». A percorrere lo Stivale, le chance di trovare lavoro diminuiscono da Nord verso Sud: Milano «è la capitale dell’Italia interessata a offrire un impiego ai giovani under 30», si legge nel rapporto. Seguono Trieste, Bologna, Rimini e Firenze mentre agli ultimi posti arrancano Reggio Calabria, Foggia, Vibo Valentia, Messina e Benevento.

«La situazione delle donne e dell’intero Mezzogiorno è una vera emergenza», ha commentato il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, accogliendo sì l’appello per la diffusione dei contratti di apprendistato ma con una nota critica. «Non bastano buone norme che la Cgil ha fortemente voluto, occorre intervenire rispettando gli impegni sulle forme di lavoro che lo hanno limitato, come le collaborazioni, i tirocini e gli stage». Se, come si vocifera, nel decreto Sviluppo verranno approvate norme che incentiveranno l’assunzione dei più giovani almeno si potrà dare un segnale di ripresa a uno dei segmenti che distanzia il Paese dal resto d’Europa.

Fonte: Terra news

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venerdì 28 ottobre 2011

BOLOGNA SABATO 29 OTTOBRE 2011 - DIBATTITO:PERCHE’ UN FEDERALISMO AVVELENATO ALIMENTA IL FUOCO DEL SUD

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PERCHE’ UN FEDERALISMO AVVELENATO ALIMENTA IL FUOCO DEL SUD

Presentazione dei libri con dibattito

- Federalismo Avvelenato di Marco Esposito

- Fuoco del Sud di Lino Patruno

Con gli autori

Marco Esposito: Assessore allo Sviluppo del Comune di Napoli, giornalista, scrittore

Lino Patruno: Giornalista, saggista, direttore per 13 anni della “Gazzetta del Mezzogiorno” di

Bari

Interverranno

Mauro Formaglini: Segretario Provinciale del Psi , Coordinatore della Lista "Laici Socialisti

Riformisti per Bologna"

Carlo Germi: Presidente Onorario di “FICIESSE”, Associazione “ Finanzieri, Cittadini e

Solidarieta'”

Fabrizio Bensai: Coordinatore Provinciale Bologna del Partito del Sud


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PERCHE’ UN FEDERALISMO AVVELENATO ALIMENTA IL FUOCO DEL SUD

Presentazione dei libri con dibattito

- Federalismo Avvelenato di Marco Esposito

- Fuoco del Sud di Lino Patruno

Con gli autori

Marco Esposito: Assessore allo Sviluppo del Comune di Napoli, giornalista, scrittore

Lino Patruno: Giornalista, saggista, direttore per 13 anni della “Gazzetta del Mezzogiorno” di

Bari

Interverranno

Mauro Formaglini: Segretario Provinciale del Psi , Coordinatore della Lista "Laici Socialisti

Riformisti per Bologna"

Carlo Germi: Presidente Onorario di “FICIESSE”, Associazione “ Finanzieri, Cittadini e

Solidarieta'”

Fabrizio Bensai: Coordinatore Provinciale Bologna del Partito del Sud


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Rifiuti, a Parma pronti a prendere esempio da Napoli

Rifiuti, a Parma pronti a prendere esempio da Napoli
Rifiuti, a Parma pronti a prendere esempio da Napoli


Rifiuti, a Parma pronti a prendere esempio da Napoli
L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti critica le scelte del Comune di Parma relative ai costi dello smaltimento della spazzatura e loda la scelta di Magistris ricaduta sull'Olanda

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di Mario Parisi


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Fonte:Napolitoday.it


Chi lo avrebbe mai detto che nella civile ed ordinata Parma ci fossero comitati di cittadini pronti a chiedere ai propri poltici di prendere esempio da Napoli per lo smaltimento dei rifiuti? La città partenopea, tanto vituperata nel Nord Italiaper la questione spazzatura, dopo pochi mesi dall'insediamento della nuova giunta comunale, sembra addirittura diventata un "modello" da cui attingere, per organizzare la raccolta dell'immondizia, sia dal punto di vista ambientale che da quello dei costi.

Ad evidenziare la questione, con dovizia di particolari, ci ha pensato l'Associazione Gestione Corretta Rifiuti di Parma.

"Il comune di Parma paga ad Iren 160 euro per ogni tonnellata di rifiuti indifferenziato da smaltire prodotto dai cittadini da avviare a discariche o inceneritori. Il comune di Napoli per gestire l'emergenza di oggi e smaltire le tonnellate di rifiuti accumulate nei tempi recenti, ha concluso accordi con un consorzio di aziende olandesi con il pagamento di 109 euro a tonnellata incluso il trasporto via nave, con considerevoli risparmi rispetto alla gestione in loco. Nel frattempo gli inceneritori olandesi sono a caccia di rifiuti in giro per l'Europa e il costo di smaltimento negli impianti è sceso a 40 Euro a tonnellata, praticamente un quarto di quanto paghiamo qui a Parma. Fame di rifiuti ce l'hanno anche in Danimarca dove negli inceneritori di Nykobing e Falster sono costretti ad importare monnezza dalla Germania per far funzionare la rete di teleriscaldamento delle 2 cittadine", si legge sul sito ufficiale dell'associazione emiliana.

La foto sottostante, tratta dal sito dellaGCR, spiega nel dettaglio con un prospetto numerico, la differenza di costi tra il comune ducale e quello partenopeo:

rifiuti-Grc-2





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Rifiuti, a Parma pronti a prendere esempio da Napoli
Rifiuti, a Parma pronti a prendere esempio da Napoli


Rifiuti, a Parma pronti a prendere esempio da Napoli
L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti critica le scelte del Comune di Parma relative ai costi dello smaltimento della spazzatura e loda la scelta di Magistris ricaduta sull'Olanda

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Chi lo avrebbe mai detto che nella civile ed ordinata Parma ci fossero comitati di cittadini pronti a chiedere ai propri poltici di prendere esempio da Napoli per lo smaltimento dei rifiuti? La città partenopea, tanto vituperata nel Nord Italiaper la questione spazzatura, dopo pochi mesi dall'insediamento della nuova giunta comunale, sembra addirittura diventata un "modello" da cui attingere, per organizzare la raccolta dell'immondizia, sia dal punto di vista ambientale che da quello dei costi.

Ad evidenziare la questione, con dovizia di particolari, ci ha pensato l'Associazione Gestione Corretta Rifiuti di Parma.

"Il comune di Parma paga ad Iren 160 euro per ogni tonnellata di rifiuti indifferenziato da smaltire prodotto dai cittadini da avviare a discariche o inceneritori. Il comune di Napoli per gestire l'emergenza di oggi e smaltire le tonnellate di rifiuti accumulate nei tempi recenti, ha concluso accordi con un consorzio di aziende olandesi con il pagamento di 109 euro a tonnellata incluso il trasporto via nave, con considerevoli risparmi rispetto alla gestione in loco. Nel frattempo gli inceneritori olandesi sono a caccia di rifiuti in giro per l'Europa e il costo di smaltimento negli impianti è sceso a 40 Euro a tonnellata, praticamente un quarto di quanto paghiamo qui a Parma. Fame di rifiuti ce l'hanno anche in Danimarca dove negli inceneritori di Nykobing e Falster sono costretti ad importare monnezza dalla Germania per far funzionare la rete di teleriscaldamento delle 2 cittadine", si legge sul sito ufficiale dell'associazione emiliana.

La foto sottostante, tratta dal sito dellaGCR, spiega nel dettaglio con un prospetto numerico, la differenza di costi tra il comune ducale e quello partenopeo:

rifiuti-Grc-2





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Fonte:Napolitoday.it

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Social card più povere al Sud, il Comune di Napoli chiede incontro a Roma


Da Partito del Sud - Napoli: Riceviamo da Paolo Esposito Staff Assessorato allo Sviluppo (Marco Esposito) Palazzo San Giacomo, Piazza Municipio Comune di Napoli e postiamo :


Fa discutere la sperimentazione della nuova social card per le famiglie in disagio economico che dovrebbe partire a breve in 12 Comuni con più di 250mila abitanti (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona). Sarà una carta acquisti con una ricarica mensile che varia da 40 a 137 euro in base alla città di residenza del beneficiario e ai componenti del nucleo familiare, ma la ricarica sarà molto diversa al Nord e al Sud. Secondi i dati forniti da Il Sole 24 ore, sarà assegnata una ricarica bimestrale da da 110 a 274 euro al Nord e da 80 a 212 euro al Sud. Alla base della discriminazione c’è l’idea del governo che la vita da Roma in su costa più che al Mezzogiorno e, quindi, anche tra poveri ci sono differenze. In proposito l'Assessore allo Sviluppo e alla Tutela dei consumatori Marco Esposito e l'Assessore alle Politiche sociali Sergio D'Angelo del Comune di Napoli hanno chiesto un incontro al Ministero del Lavoro e a quello dell'Economia.


Qui di seguito la lettera inviata in mattinata.


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Apprendiamo dagli organi di stampa che la sperimentazione della nuova social card per le famiglie in disagio economico, che dovrebbe partire a breve, prevede ricariche differenziate per ogni città in base alla considerazione – tecnicamente errata - che la vita sia più cara al Nord rispetto al Sud del nostro Paese, con un taglio del 27% per una città come Napoli.

Numerose rilevazioni dimostrano invece che, a parità di prodotti acquistati, la spesa sia più cara nel Mezzogiorno a causa della diversa struttura distributiva e dei maggiori costi logistici. In particolare una ricerca Nielsen su 120mila prodotti (di cui alleghiamo la sintesi) ha il titolo eloquente: “Fare la spesa al supermercato? Comprando gli stessi prodotti al Sud costa di più”.

L'errore che sovente si commette sul costo della vita elaborato su base territoriale consiste nel confrontare i prezzi non di prodotti identici, bensì i più venduti in ogni esercizio commerciale ed è ovvio che nel Mezzogiorno a causa del minore reddito disponibile si vendano maggiormente articoli a basso prezzo. E' lo stesso ministero dello Sviluppo economico, in una nota nell'Osservatorio prezzi, ad avvertire sull'uso improprio di tali raffronti territoriali.

Confrontare i listini di prodotti di diversa qualità è un assurdo tecnico che oggi porta alla “svista” sulla social card e che un domani potrebbe portare a pensioni e prestazioni sociali differenziate.

Chiediamo pertanto un incontro sollecito per confrontare i dati in nostro possesso e per raggiungere soluzioni più vicine al meritorio obiettivo di sostenere le famiglie in difficoltà.


Fare la spesa in un supermercato a Firenze, a Milano o a Catania non è certo la stessa cosa. Secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio Prezzi OPUS di Nielsen Panel a parità di prodotti acquistati fare la spesa in una regione può costare fino al 10% in più rispetto ad un’altra. Lo studio prende in considerazione tutti i prodotti di largo consumo confezionati (120.000 articoli tra alimentari, bevande, igiene personale, pulizia casa, freschi confezionati) venduti nei supermercati e ipermercati italiani. Molteplici sono i fattori che determinano queste differenze, riconducibili principalmente alla struttura distributiva italiana e alla sua capacità di contenere i costi che incidono sul prezzo finale dei prodotti quali, ad esempio, i costi logistici. Questo, oltre alla competitività delle insegne è il motivo per cui esistono significative differenze nel confronto regionale con, ad esempio, un indice di prezzo in Toscana di circa 5 punti più basso rispetto alla media italiana e di oltre 10 rispetto alla regione più “cara”. Sul livello di spesa sostenuto dalle famiglie incidono anche altri fattori. Il livello di reddito, la percentuale di occupazione femminile, il tempo disponibile per la preparazione dei pasti, le abitudini alimentari e l’incidenza dei consumi fuori casa sono alcuni dei fattori che determinano profonde differenze nella composizione del carrello della spesa nelle diverse regioni italiane. Sono queste le ragioni per cui, sebbene a parità di prodotti le regioni del Sud risultino più “care”, il carrello della spesa medio in queste regioni ha un valore significativamente più basso.

REGIONE

INDICE DI PREZZO
A PARITA' DI PRODOTTI

INDICE DI PREZZO MEDIO
DEL CARRELLO

ABRUZZO

101,3

99,4

BASILICATA

103,0

93,3

CALABRIA

104,6

95,2

CAMPANIA

100,5

90,3

EMILIA ROMAGNA

99,2

97,0

FRIULI VENEZIA GIULIA

100,1

100,0

LAZIO

103,0

104,8

LIGURIA

100,5

105,5

LOMBARDIA

98,5

106,1

MARCHE

101,4

97,6

MOLISE

103,7

99,4

PIEMONTE

100,2

104,2

PUGLIA

101,4

92,1

SARDEGNA

103,2

97,0

SICILIA

103,7

93,3

TOSCANA

94,6

94,5

TRENTINO ALTO ADIGE

101,3

100,6

UMBRIA

97,4

93,3

VALLE D'AOSTA

103,7

114,5

VENETO

98,4

99,4

Fonte: http://it.nielsen.com/site/OsservatorioPrezzi6_8_09.shtml

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Da Partito del Sud - Napoli: Riceviamo da Paolo Esposito Staff Assessorato allo Sviluppo (Marco Esposito) Palazzo San Giacomo, Piazza Municipio Comune di Napoli e postiamo :


Fa discutere la sperimentazione della nuova social card per le famiglie in disagio economico che dovrebbe partire a breve in 12 Comuni con più di 250mila abitanti (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona). Sarà una carta acquisti con una ricarica mensile che varia da 40 a 137 euro in base alla città di residenza del beneficiario e ai componenti del nucleo familiare, ma la ricarica sarà molto diversa al Nord e al Sud. Secondi i dati forniti da Il Sole 24 ore, sarà assegnata una ricarica bimestrale da da 110 a 274 euro al Nord e da 80 a 212 euro al Sud. Alla base della discriminazione c’è l’idea del governo che la vita da Roma in su costa più che al Mezzogiorno e, quindi, anche tra poveri ci sono differenze. In proposito l'Assessore allo Sviluppo e alla Tutela dei consumatori Marco Esposito e l'Assessore alle Politiche sociali Sergio D'Angelo del Comune di Napoli hanno chiesto un incontro al Ministero del Lavoro e a quello dell'Economia.


Qui di seguito la lettera inviata in mattinata.


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Apprendiamo dagli organi di stampa che la sperimentazione della nuova social card per le famiglie in disagio economico, che dovrebbe partire a breve, prevede ricariche differenziate per ogni città in base alla considerazione – tecnicamente errata - che la vita sia più cara al Nord rispetto al Sud del nostro Paese, con un taglio del 27% per una città come Napoli.

Numerose rilevazioni dimostrano invece che, a parità di prodotti acquistati, la spesa sia più cara nel Mezzogiorno a causa della diversa struttura distributiva e dei maggiori costi logistici. In particolare una ricerca Nielsen su 120mila prodotti (di cui alleghiamo la sintesi) ha il titolo eloquente: “Fare la spesa al supermercato? Comprando gli stessi prodotti al Sud costa di più”.

L'errore che sovente si commette sul costo della vita elaborato su base territoriale consiste nel confrontare i prezzi non di prodotti identici, bensì i più venduti in ogni esercizio commerciale ed è ovvio che nel Mezzogiorno a causa del minore reddito disponibile si vendano maggiormente articoli a basso prezzo. E' lo stesso ministero dello Sviluppo economico, in una nota nell'Osservatorio prezzi, ad avvertire sull'uso improprio di tali raffronti territoriali.

Confrontare i listini di prodotti di diversa qualità è un assurdo tecnico che oggi porta alla “svista” sulla social card e che un domani potrebbe portare a pensioni e prestazioni sociali differenziate.

Chiediamo pertanto un incontro sollecito per confrontare i dati in nostro possesso e per raggiungere soluzioni più vicine al meritorio obiettivo di sostenere le famiglie in difficoltà.


Fare la spesa in un supermercato a Firenze, a Milano o a Catania non è certo la stessa cosa. Secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio Prezzi OPUS di Nielsen Panel a parità di prodotti acquistati fare la spesa in una regione può costare fino al 10% in più rispetto ad un’altra. Lo studio prende in considerazione tutti i prodotti di largo consumo confezionati (120.000 articoli tra alimentari, bevande, igiene personale, pulizia casa, freschi confezionati) venduti nei supermercati e ipermercati italiani. Molteplici sono i fattori che determinano queste differenze, riconducibili principalmente alla struttura distributiva italiana e alla sua capacità di contenere i costi che incidono sul prezzo finale dei prodotti quali, ad esempio, i costi logistici. Questo, oltre alla competitività delle insegne è il motivo per cui esistono significative differenze nel confronto regionale con, ad esempio, un indice di prezzo in Toscana di circa 5 punti più basso rispetto alla media italiana e di oltre 10 rispetto alla regione più “cara”. Sul livello di spesa sostenuto dalle famiglie incidono anche altri fattori. Il livello di reddito, la percentuale di occupazione femminile, il tempo disponibile per la preparazione dei pasti, le abitudini alimentari e l’incidenza dei consumi fuori casa sono alcuni dei fattori che determinano profonde differenze nella composizione del carrello della spesa nelle diverse regioni italiane. Sono queste le ragioni per cui, sebbene a parità di prodotti le regioni del Sud risultino più “care”, il carrello della spesa medio in queste regioni ha un valore significativamente più basso.

REGIONE

INDICE DI PREZZO
A PARITA' DI PRODOTTI

INDICE DI PREZZO MEDIO
DEL CARRELLO

ABRUZZO

101,3

99,4

BASILICATA

103,0

93,3

CALABRIA

104,6

95,2

CAMPANIA

100,5

90,3

EMILIA ROMAGNA

99,2

97,0

FRIULI VENEZIA GIULIA

100,1

100,0

LAZIO

103,0

104,8

LIGURIA

100,5

105,5

LOMBARDIA

98,5

106,1

MARCHE

101,4

97,6

MOLISE

103,7

99,4

PIEMONTE

100,2

104,2

PUGLIA

101,4

92,1

SARDEGNA

103,2

97,0

SICILIA

103,7

93,3

TOSCANA

94,6

94,5

TRENTINO ALTO ADIGE

101,3

100,6

UMBRIA

97,4

93,3

VALLE D'AOSTA

103,7

114,5

VENETO

98,4

99,4

Fonte: http://it.nielsen.com/site/OsservatorioPrezzi6_8_09.shtml

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giovedì 27 ottobre 2011

Luigi de Magistris, per il lavoro Napoli si ribella


http://www.youtube.com/watch?v=YY0VH8x1mmo&noredirect=1

Napoli, stazione marittima
26 ottobre 2011
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http://www.youtube.com/watch?v=YY0VH8x1mmo&noredirect=1

Napoli, stazione marittima
26 ottobre 2011

Io c’ero ….purtroppo .




Ricevo e posto questa drammatica testimonianza dei tragici avvenimenti degli ultimi giorni causati dal maltempo, rinnovando la nostra solidarietà alle famiglie e alle popolazioni colpite:






Di Costanza Castellano - PdSUD Piemonte

Quando gli anni usurano un po’la carrozzeria bisogna procedere a fare un tagliando e con questo spirito goliardico ieri a mezzogiorno sono partita da Acqui Terme alla volta di Firenze : obiettivo, ricovero in una nuova ,bella clinica dove rimettere al meglio una spalla strapazzata da legamento e tendini lacerati .

Lasciato con sollievo l’uggioso basso Piemonte ,pioviccica un po’ , ma si sa da queste parti non è una novità dirigiamo su Genova ; qui pioviggina come da previsioni e il mare ha i colori dell’autunno anche verso S .Margherita e Rapallo .Poi improvvisamente il cielo da Sestri Levante diventa scuro e ci troviamo sotto un temporale che si fa via via sempre più violento ; procediamo a velocita ridottissima ma non ci fermiamo …il tagliando ci chiama …finchè subito dopo l’uscita di Borghetto –Brugnato ,a circa 200 metri prima delle due ultime gallerie che si aprono su La Spezia, le macchine davanti a noi azionano i lampeggianti e si fermano .L’acqua cade adesso con una violenza indescrivibile accompagnata da fulmini vicinissimi ,a tratti grandina ,e attraverso la cortina di acqua intuiamo davanti a noi alcuni grossi TIR e macchine . Guardo l’orologio .Sono le 14 .13 . Siamo viaggiatori abituali ,mio marito è un ottimo autista di provata esperienza ,e attendiamo tranquilli che la strada si sgombri ,abbiamo tutto il tempo per arrivare a Firenze .

Ci tiene compagnia la musica e la pioggia ;intorno a noi solo acqua ,acqua a secchiate che fa un tappeto bianco rimbalzando sull’asfalto e cade intorno a noi :a sinistra poco lontano il torrente Vara gonfio e giallo che corre verso valle e a destra un grande prato ormai ridotto ad acquitrino dalla pioggia .

E’passata un ‘ora ,siamo sempre fermi avvolti da una una cortina biancastra rotta a tratti da lampi e tuoni fortissimi ,scherziamo sulla possibilità di dover stare fermi fino all’arrivo del buio e pensiamo di uscire a La Spezia ,dove potremmo andare a cena ,poi in albergo a dormire : insomma ci inventiamo una mini vacanzina fuori programma ,ma intanto io comincio a guardare con sospetto il grande prato che non è più un prato acquitrinoso ma sta diventando un nuovo corso d’acqua limaccioso che si è alzato verso il livello dell’autostrada e come il Vara si muove adesso parallelo a noi ..A Firenze ci aspettano ,provo a usare i cellulari per avvertire del ritardo ma non c’è campo ;dopo sapremo che il fango si è portato via tutte le linee .

Piove sempre più violentemente .Sono passate due ore .A destra non c’è più un prato ma una distesa d’acqua limacciosa che corre via trasportando rami tronchi d’albero ;a sinistra anche il Vara si è incredibilmente ingrossato .La pioggia è incessante e hanno smesso di transitare le macchine che vengono da La Spezia .Questo significa che l’autostrada è tutta bloccata .Perchè ?

Sono le 5, siamo fermi da 3 ore Passano alcune macchine della polizia , del servizio autostrade e un Caterpillar.Si apre la vettura davanti a noi, l’autista si avvicina e ci informa che tramite il satellitare ha saputo che siamo fermi perché tra le due gallerie un’enorme frana cadendo si è portato via un autoarticolato con l’autista dentro ,che più avanti il Magra ha spazzato via un ponte e che dietro a noi l’acqua è passata sull’autostrada ed ha travolto un camion e diverse macchine .Che Brugnato e Borghetto Vara sono sott’acqua e che ci sono morti e dispersi .

Siamo bloccati sull’autostrada ,non si può andare né avanti né indietro :ormai intorno a noi c’è solo acqua ,siamo circondati dall’acqua che continua a salire ,due corsi vorticosi che trascinano di tutto .Stiamo pensando di lasciare l’auto e incamminarci a piedi verso la stazione di servizio che dista 1 chilometro circa quando passa la polizia e ci invita a fare inversione di marcia per risalire verso la stazione di servizio e metterci in sicurezza .Sono ormai le 6,la pioggia ha rallentato ma prima di far invertire alcune centinaia di auto impieghiamo due ore per avvicinarci alla stazione .Alla stazione di servizio distribuiscono gratuitamente ,al buio , perché non c’è luce ,panini acqua bibite ma niente di caldo perché le macchine non vanno ed anche le toilette senza acqua diventano presto impraticabili .Sotto la grande tettoia dei distributori ,solo quelle illuminate ,si ricorrono le notizie dei morti ,dei dispersi ,ci si presta i cellulari che funzionano ,si parla .Insomma si capisce che praticamente siamo stati tutti “miracolati”perché passando avanti pochi secondi prima potevamo essere investiti dalla frana mentre indietro,qualche minuto dopo potevamo essere travolti via dall’acqua che trascinava alberi ,sassi e fango .

La polizia presente e gentile informa che spera di liberare la frana dopo la mezzanotte e poter dirigerci verso La Spezia . Aspettiamo fiduciosi .Intorno a mezzanotte invece ci comunicano che la frana è enorme e ci vorranno giorni di lavoro per sgomberarla e ci aprono la strada del ritorno verso Sestri Levante. Per chilometri facciamo lo slalom tra una carreggiata e l’altra .E’ un percorso di guerra :dove l’acqua è passata portandosi via un camion come un fuscello e diverse auto ,ci sono pietre ,massi ,tronchi ,alberi interi ,cumuli di fango .La montagna si è spaccata e dissolta .

E questo avviene tutti gli anni ,oggi in Liguria e in Toscana e domani ? Un territorio che si sta disfando ,oltraggiato da incuria e incoscienze richiede perentoriamente di essere messo in sicurezza, al nord come al sud in egual misura...

Costanza Castellano

Partito del Sud Piemonte


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Ricevo e posto questa drammatica testimonianza dei tragici avvenimenti degli ultimi giorni causati dal maltempo, rinnovando la nostra solidarietà alle famiglie e alle popolazioni colpite:






Di Costanza Castellano - PdSUD Piemonte

Quando gli anni usurano un po’la carrozzeria bisogna procedere a fare un tagliando e con questo spirito goliardico ieri a mezzogiorno sono partita da Acqui Terme alla volta di Firenze : obiettivo, ricovero in una nuova ,bella clinica dove rimettere al meglio una spalla strapazzata da legamento e tendini lacerati .

Lasciato con sollievo l’uggioso basso Piemonte ,pioviccica un po’ , ma si sa da queste parti non è una novità dirigiamo su Genova ; qui pioviggina come da previsioni e il mare ha i colori dell’autunno anche verso S .Margherita e Rapallo .Poi improvvisamente il cielo da Sestri Levante diventa scuro e ci troviamo sotto un temporale che si fa via via sempre più violento ; procediamo a velocita ridottissima ma non ci fermiamo …il tagliando ci chiama …finchè subito dopo l’uscita di Borghetto –Brugnato ,a circa 200 metri prima delle due ultime gallerie che si aprono su La Spezia, le macchine davanti a noi azionano i lampeggianti e si fermano .L’acqua cade adesso con una violenza indescrivibile accompagnata da fulmini vicinissimi ,a tratti grandina ,e attraverso la cortina di acqua intuiamo davanti a noi alcuni grossi TIR e macchine . Guardo l’orologio .Sono le 14 .13 . Siamo viaggiatori abituali ,mio marito è un ottimo autista di provata esperienza ,e attendiamo tranquilli che la strada si sgombri ,abbiamo tutto il tempo per arrivare a Firenze .

Ci tiene compagnia la musica e la pioggia ;intorno a noi solo acqua ,acqua a secchiate che fa un tappeto bianco rimbalzando sull’asfalto e cade intorno a noi :a sinistra poco lontano il torrente Vara gonfio e giallo che corre verso valle e a destra un grande prato ormai ridotto ad acquitrino dalla pioggia .

E’passata un ‘ora ,siamo sempre fermi avvolti da una una cortina biancastra rotta a tratti da lampi e tuoni fortissimi ,scherziamo sulla possibilità di dover stare fermi fino all’arrivo del buio e pensiamo di uscire a La Spezia ,dove potremmo andare a cena ,poi in albergo a dormire : insomma ci inventiamo una mini vacanzina fuori programma ,ma intanto io comincio a guardare con sospetto il grande prato che non è più un prato acquitrinoso ma sta diventando un nuovo corso d’acqua limaccioso che si è alzato verso il livello dell’autostrada e come il Vara si muove adesso parallelo a noi ..A Firenze ci aspettano ,provo a usare i cellulari per avvertire del ritardo ma non c’è campo ;dopo sapremo che il fango si è portato via tutte le linee .

Piove sempre più violentemente .Sono passate due ore .A destra non c’è più un prato ma una distesa d’acqua limacciosa che corre via trasportando rami tronchi d’albero ;a sinistra anche il Vara si è incredibilmente ingrossato .La pioggia è incessante e hanno smesso di transitare le macchine che vengono da La Spezia .Questo significa che l’autostrada è tutta bloccata .Perchè ?

Sono le 5, siamo fermi da 3 ore Passano alcune macchine della polizia , del servizio autostrade e un Caterpillar.Si apre la vettura davanti a noi, l’autista si avvicina e ci informa che tramite il satellitare ha saputo che siamo fermi perché tra le due gallerie un’enorme frana cadendo si è portato via un autoarticolato con l’autista dentro ,che più avanti il Magra ha spazzato via un ponte e che dietro a noi l’acqua è passata sull’autostrada ed ha travolto un camion e diverse macchine .Che Brugnato e Borghetto Vara sono sott’acqua e che ci sono morti e dispersi .

Siamo bloccati sull’autostrada ,non si può andare né avanti né indietro :ormai intorno a noi c’è solo acqua ,siamo circondati dall’acqua che continua a salire ,due corsi vorticosi che trascinano di tutto .Stiamo pensando di lasciare l’auto e incamminarci a piedi verso la stazione di servizio che dista 1 chilometro circa quando passa la polizia e ci invita a fare inversione di marcia per risalire verso la stazione di servizio e metterci in sicurezza .Sono ormai le 6,la pioggia ha rallentato ma prima di far invertire alcune centinaia di auto impieghiamo due ore per avvicinarci alla stazione .Alla stazione di servizio distribuiscono gratuitamente ,al buio , perché non c’è luce ,panini acqua bibite ma niente di caldo perché le macchine non vanno ed anche le toilette senza acqua diventano presto impraticabili .Sotto la grande tettoia dei distributori ,solo quelle illuminate ,si ricorrono le notizie dei morti ,dei dispersi ,ci si presta i cellulari che funzionano ,si parla .Insomma si capisce che praticamente siamo stati tutti “miracolati”perché passando avanti pochi secondi prima potevamo essere investiti dalla frana mentre indietro,qualche minuto dopo potevamo essere travolti via dall’acqua che trascinava alberi ,sassi e fango .

La polizia presente e gentile informa che spera di liberare la frana dopo la mezzanotte e poter dirigerci verso La Spezia . Aspettiamo fiduciosi .Intorno a mezzanotte invece ci comunicano che la frana è enorme e ci vorranno giorni di lavoro per sgomberarla e ci aprono la strada del ritorno verso Sestri Levante. Per chilometri facciamo lo slalom tra una carreggiata e l’altra .E’ un percorso di guerra :dove l’acqua è passata portandosi via un camion come un fuscello e diverse auto ,ci sono pietre ,massi ,tronchi ,alberi interi ,cumuli di fango .La montagna si è spaccata e dissolta .

E questo avviene tutti gli anni ,oggi in Liguria e in Toscana e domani ? Un territorio che si sta disfando ,oltraggiato da incuria e incoscienze richiede perentoriamente di essere messo in sicurezza, al nord come al sud in egual misura...

Costanza Castellano

Partito del Sud Piemonte


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The Challenge of “Terroni” in English

Incontro con la giovane traduttrice di "Terroni" di Pino Aprile. Un libro non facile da rendere in versione inglese. Le abbiamo chiesto come ha affrontato questa sfida

ENGLISH VERSION

Fonte: http://www.i-italy.org/18526/challenge-terroni-english

Cominciare a parlare di un libro partendo dalla traduzione? Sì, si può soprattutto nel caso di “Terroni” di Pino Aprile, caso editoriale in Italia. Da poco il saggio, ricostruzione dei torti subiti dal meridione, si trova anche nelle librerie americane, edito da Bordighera Press e tradotto su iniziativa della fondazione ILICA.

Abbiamo incontrato l’artefice della sua non facile versione inglese, Ilaria Marra Rosiglioni. Giovane italo-americana vive tra gli Stati Uniti e l’Italia e affianca il suo lavoro di traduttore all’impegno nell’organizzazione della fondazione ILICA.

Posso dire di essere italo-americana al cento percento! Ho eseguito tutti i miei studi negli Stati Uniti e l’America ha formato il mio modus pensandi. Ho però sempre desiderato di tornare in Italia. Dopotutto mi sono laureata in lingua e cultura Italiana e storia dell’arte. E a Roma mi sento appagata e felice anche solo facendo una passeggiata o andando in autobus giorno dopo giorno.

Cosa hai pensato quando ti hanno chiesto di tradurre “Terroni”.

Quando ho letto la quarta di copertina e la descrizione del libro mi sono subito incuriosita. Mi ero posta come tanti certe domande sul Sud, soprattuto dopo aver visto Napoli e Palermo. Poi, avendo le mie radici nel meridione, da una parte napoletana e pugliese, sentivo che certe risposte mi erano dovute.

Quali sono state le difficoltà che hai incontrato nel tradurlo?

Il libro ha un tono particolarmente sarcastico. Cercare di catturare quest’aspetto è stata una scommessa. Tradurre delle parole è molto più facile che tradurre un emozione.

Ilaria Marra. Sopra con
il padre Vincenzo e sotto con il marito
E tradurre non sempre basta. Bisogna a volte riscrivere per spiegare…

Troppo spesso quando guardo un programma americano in televisione con i sottotitoli in italiano mi trovo a pensare “Ma chi ha tradotto quella frase? Ha perso completamente il senso di quello che si è detto!”. Effettivamente questa è la sfida più difficile: leggere e rileggere il testo per essere sicura di aver capito il concetto. Bisogna poi scrivere in modo che il lettore riesca a capire: è qui che un “madrelingua” ha un vantaggio notevole. Non solo riesce a trasmettere il concetto originale, ma a renderlo orecchiabile al lettore e quindi più vicino. Il traduttore stabilisce un collegamento tra l’autore ed il lettore: è un ponte.

Hai amici italiani e americani negli USA. Hai già fatto leggere il libro a loro. Come pensi che lo prendano?

Il libro sta uscendo in questi giorni negli Stati Uniti. Lo consiglio vivamente a chiunque abbia radici nel Sud . Spero diventi uno stimolo a saperne qualcosa di più…


Quale è il libro/scrittore che ti piacerebbe tanto tradurre?

Per quanto riguarda i libri, non ho nessuna preferenza: ogni autore ha qualcosa da insegnarmi e accolgo qualsiasi sfida. Forse mi divertirebbe di più a fare qualche traduzione per un programma televisivo o qualche film: ci sono delle lacune pazzesche. Credo di poter essere d’aiuto!

E ILICA si impegnerà nel prossimo futuro in questo campo?

La missione di ILICA è quella di diffondere la lingua e cultura Italiana. Diventa quindi importante tradurre e farlo guardando al futuro.

Fonte: http://www.i-italy.org/18526/challenge-terroni-english



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Fonte:
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Incontro con la giovane traduttrice di "Terroni" di Pino Aprile. Un libro non facile da rendere in versione inglese. Le abbiamo chiesto come ha affrontato questa sfida

ENGLISH VERSION

Fonte: http://www.i-italy.org/18526/challenge-terroni-english

Cominciare a parlare di un libro partendo dalla traduzione? Sì, si può soprattutto nel caso di “Terroni” di Pino Aprile, caso editoriale in Italia. Da poco il saggio, ricostruzione dei torti subiti dal meridione, si trova anche nelle librerie americane, edito da Bordighera Press e tradotto su iniziativa della fondazione ILICA.

Abbiamo incontrato l’artefice della sua non facile versione inglese, Ilaria Marra Rosiglioni. Giovane italo-americana vive tra gli Stati Uniti e l’Italia e affianca il suo lavoro di traduttore all’impegno nell’organizzazione della fondazione ILICA.

Posso dire di essere italo-americana al cento percento! Ho eseguito tutti i miei studi negli Stati Uniti e l’America ha formato il mio modus pensandi. Ho però sempre desiderato di tornare in Italia. Dopotutto mi sono laureata in lingua e cultura Italiana e storia dell’arte. E a Roma mi sento appagata e felice anche solo facendo una passeggiata o andando in autobus giorno dopo giorno.

Cosa hai pensato quando ti hanno chiesto di tradurre “Terroni”.

Quando ho letto la quarta di copertina e la descrizione del libro mi sono subito incuriosita. Mi ero posta come tanti certe domande sul Sud, soprattuto dopo aver visto Napoli e Palermo. Poi, avendo le mie radici nel meridione, da una parte napoletana e pugliese, sentivo che certe risposte mi erano dovute.

Quali sono state le difficoltà che hai incontrato nel tradurlo?

Il libro ha un tono particolarmente sarcastico. Cercare di catturare quest’aspetto è stata una scommessa. Tradurre delle parole è molto più facile che tradurre un emozione.

Ilaria Marra. Sopra con
il padre Vincenzo e sotto con il marito
E tradurre non sempre basta. Bisogna a volte riscrivere per spiegare…

Troppo spesso quando guardo un programma americano in televisione con i sottotitoli in italiano mi trovo a pensare “Ma chi ha tradotto quella frase? Ha perso completamente il senso di quello che si è detto!”. Effettivamente questa è la sfida più difficile: leggere e rileggere il testo per essere sicura di aver capito il concetto. Bisogna poi scrivere in modo che il lettore riesca a capire: è qui che un “madrelingua” ha un vantaggio notevole. Non solo riesce a trasmettere il concetto originale, ma a renderlo orecchiabile al lettore e quindi più vicino. Il traduttore stabilisce un collegamento tra l’autore ed il lettore: è un ponte.

Hai amici italiani e americani negli USA. Hai già fatto leggere il libro a loro. Come pensi che lo prendano?

Il libro sta uscendo in questi giorni negli Stati Uniti. Lo consiglio vivamente a chiunque abbia radici nel Sud . Spero diventi uno stimolo a saperne qualcosa di più…


Quale è il libro/scrittore che ti piacerebbe tanto tradurre?

Per quanto riguarda i libri, non ho nessuna preferenza: ogni autore ha qualcosa da insegnarmi e accolgo qualsiasi sfida. Forse mi divertirebbe di più a fare qualche traduzione per un programma televisivo o qualche film: ci sono delle lacune pazzesche. Credo di poter essere d’aiuto!

E ILICA si impegnerà nel prossimo futuro in questo campo?

La missione di ILICA è quella di diffondere la lingua e cultura Italiana. Diventa quindi importante tradurre e farlo guardando al futuro.

Fonte: http://www.i-italy.org/18526/challenge-terroni-english



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Fonte:

mercoledì 26 ottobre 2011

Napoli Capitale dell’Acqua pubblica.


DI ALEX ZANOTELLI


Napoli- E’ un momento questo di gioia e di festa per Napoli perché è diventata la capitale italiana dell’ acqua pubblica, la “Parigi d’Italia”. Infatti oggi 26 ottobre 2011, il Consiglio Comunale di Napoli , in seduta pubblica e solenne al Maschio Angioino, vota la ripubblicizzazione del servizio idrico, che sarà gestito da un Ente di Diritto Pubblico ,”Acqua Bene Comune Napoli “ in sostituzione dell’Arin Spa.

Napoli diventa così la prima grande città italiana che decide di ‘obbedire’ al Referendum sull’acqua (12-13 giugno 2011),ripubblicizzando la propria acqua e ripudiando la formula della Spa.

E’ una grande lezione che questa città così bistrattata dona a tutto il paese.

Per questa vittoria siamo grati al nostro sindaco Luigi De Magistris e al prof. A.Lucarelli, assessore ai Beni Comuni, ma soprattutto dobbiamo dire grazie alla tenacia e alla grinta dei Comitati Campani per l’acqua pubblica.

Sono loro i veri artefici di questa straordinaria vittoria :è la cittadinanza attiva di questa città e regione , che si è impegnata a fondo e per lunghi anni, per difendere la Madre, l’acqua, la madre di tutta la vita. Infatti è dal 2004, quando i 150 comuni di Napoli e Caserta avevano votato la privatizzazione dell’acqua, che i comitati si sono battuti per ottenerne la ripubblicizzazione . Uno straordinario impegno dei comitati è riuscito, in meno di due anni, a rovesciare quella decisione. Il 31 gennaio 2006 i sindaci di Napoli e Caserta ne votarono la ripubblicizzazione .

Fu però una vittoria di Pirro, perché non fu mai tradotta in atto amministrativo per la netta opposizione di Bassolino-Iervolino. Ma il movimento non si è mai arreso e , aiutato da notevoli figure come il prof. A.Lucarelli e l’avv. M. Montalto, è riuscito a contenere le forze privatizzatrici.

La svolta è arrivata con l’elezione di De Magistris a sindaco di Napoli (l’acqua pubblica era uno degli obiettivi della sua campagna elettorale) e con la vittoria del Referendum sull’acqua . Infatti il primo atto da sindaco è stato quello di scegliere il prof. A.Lucarelli come Assessore ai Beni Comuni(il primo in Italia!) con delega sull’acqua .Ed è Lucarelli che ci ha portato a questa grande vittoria .

Dobbiamo celebrare, fare festa, sia per la vittoria del Referendum, sia per questa vittoria tutta napoletana. Invece incomprensioni, sospetti, intolleranze hanno preso il sopravvento nel movimento. Questo è grave perché siamo lo straordinario popolo dell’acqua che ha vinto con il referendum ,una vittoria che tutto il mondo ci invidia. Smettiamola di guardarci l’ombelico, rimbocchiamoci le maniche : il lavoro che ci attende è enorme. E lo faremo se sapremo stare uniti, lavorare insieme, fare rete.

Quando inizieremo a premere su Milano, Torino, Genova, Roma, Caserta, … perché si ripeta il ‘miracolo’ di Napoli? Tocca a noi, ai comitati locali, al Forum nazionale. E’ un compito immenso quello che ci attende:tradurre localmente il Referendum, in barba ai partiti, in barba ai potentati economico-finanziari. Per continuare l’impegno sull’acqua, il FORUM nazionale dei comitati dell’acqua ha indetto una manifestazione nazionale a Roma, il 26 novembre e in questa occasione, lancerà una campagna di “Obbedienza civile”: si invitano tutti i cittadini/e ad “obbedire” alle decisioni referendarie. Una di queste è che non si può guadagnare sull’acqua , per cui chiederemo a tutti i cittadini/e di autoridursi le bollette del 7%.Infatti quel 7% , dato per la remunerazione del capitale , è stato abolito dal Referendum. Il lavoro che ci attende è immenso, e interesserà non solo l’Italia, ma anche l’Unione Europea.

Per questo, proprio sull’onda della grande vittoria napoletana, il 10-11 dicembre 2011 si terrà a Napoli il primo incontro della Rete Europea dei comitati per l’acqua pubblica. Questo per portare un milione di firme al Parlamento Europeo perché dichiari l’acqua un bene comune.(A Bruxelles le multinazionali fanno una pressione enorme sul Parlamento perché dichiari l’acqua una merce). Ma il nostro deve essere un impegno mondiale.

Dobbiamo prepararci ad andare a marzo a Marsiglia dove si terrà il Consiglio Mondiale dell’acqua che è nelle mani della Banca mondiale e delle multinazionali dell’acqua. Noi dobbiamo forzare l’ONU a convocare il suo Consiglio Mondiale dell’Acqua per proclamare al mondo che l’acqua è un diritto fondamentale umano,è un bene comune che deve essere gestito come “patrimonio dell’umanità”.

Con i cambiamenti climatici in atto, con gli scioglimenti di ghiacciai e nevai, con sempre meno acqua potabile disponibile per una crescente popolazione , rischiamo di avere ,oltre ai 50 milioni di morti per fame, 100 milioni di morti per sete all’anno. L’impegno per l’acqua è un impegno per la vita. “Nel nostro pianeta ogni forma di vita può nascere e svilupparsi solo in presenza di acqua-ha scritto molto bene Roberto Lessio- che si tratti di un germoglio di un seme nella terra, dell’incubazione di un uovo,della fecondazione e dello sviluppo di un embrione in utero. L’acqua è il punto di congiunzione tra il nulla, la vita e il Creato.” Diamoci da fare perché vinca la Vita!

(da p. Alex Zanotelli, missionario comboniano)

Fonte: Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesino & d”


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DI ALEX ZANOTELLI


Napoli- E’ un momento questo di gioia e di festa per Napoli perché è diventata la capitale italiana dell’ acqua pubblica, la “Parigi d’Italia”. Infatti oggi 26 ottobre 2011, il Consiglio Comunale di Napoli , in seduta pubblica e solenne al Maschio Angioino, vota la ripubblicizzazione del servizio idrico, che sarà gestito da un Ente di Diritto Pubblico ,”Acqua Bene Comune Napoli “ in sostituzione dell’Arin Spa.

Napoli diventa così la prima grande città italiana che decide di ‘obbedire’ al Referendum sull’acqua (12-13 giugno 2011),ripubblicizzando la propria acqua e ripudiando la formula della Spa.

E’ una grande lezione che questa città così bistrattata dona a tutto il paese.

Per questa vittoria siamo grati al nostro sindaco Luigi De Magistris e al prof. A.Lucarelli, assessore ai Beni Comuni, ma soprattutto dobbiamo dire grazie alla tenacia e alla grinta dei Comitati Campani per l’acqua pubblica.

Sono loro i veri artefici di questa straordinaria vittoria :è la cittadinanza attiva di questa città e regione , che si è impegnata a fondo e per lunghi anni, per difendere la Madre, l’acqua, la madre di tutta la vita. Infatti è dal 2004, quando i 150 comuni di Napoli e Caserta avevano votato la privatizzazione dell’acqua, che i comitati si sono battuti per ottenerne la ripubblicizzazione . Uno straordinario impegno dei comitati è riuscito, in meno di due anni, a rovesciare quella decisione. Il 31 gennaio 2006 i sindaci di Napoli e Caserta ne votarono la ripubblicizzazione .

Fu però una vittoria di Pirro, perché non fu mai tradotta in atto amministrativo per la netta opposizione di Bassolino-Iervolino. Ma il movimento non si è mai arreso e , aiutato da notevoli figure come il prof. A.Lucarelli e l’avv. M. Montalto, è riuscito a contenere le forze privatizzatrici.

La svolta è arrivata con l’elezione di De Magistris a sindaco di Napoli (l’acqua pubblica era uno degli obiettivi della sua campagna elettorale) e con la vittoria del Referendum sull’acqua . Infatti il primo atto da sindaco è stato quello di scegliere il prof. A.Lucarelli come Assessore ai Beni Comuni(il primo in Italia!) con delega sull’acqua .Ed è Lucarelli che ci ha portato a questa grande vittoria .

Dobbiamo celebrare, fare festa, sia per la vittoria del Referendum, sia per questa vittoria tutta napoletana. Invece incomprensioni, sospetti, intolleranze hanno preso il sopravvento nel movimento. Questo è grave perché siamo lo straordinario popolo dell’acqua che ha vinto con il referendum ,una vittoria che tutto il mondo ci invidia. Smettiamola di guardarci l’ombelico, rimbocchiamoci le maniche : il lavoro che ci attende è enorme. E lo faremo se sapremo stare uniti, lavorare insieme, fare rete.

Quando inizieremo a premere su Milano, Torino, Genova, Roma, Caserta, … perché si ripeta il ‘miracolo’ di Napoli? Tocca a noi, ai comitati locali, al Forum nazionale. E’ un compito immenso quello che ci attende:tradurre localmente il Referendum, in barba ai partiti, in barba ai potentati economico-finanziari. Per continuare l’impegno sull’acqua, il FORUM nazionale dei comitati dell’acqua ha indetto una manifestazione nazionale a Roma, il 26 novembre e in questa occasione, lancerà una campagna di “Obbedienza civile”: si invitano tutti i cittadini/e ad “obbedire” alle decisioni referendarie. Una di queste è che non si può guadagnare sull’acqua , per cui chiederemo a tutti i cittadini/e di autoridursi le bollette del 7%.Infatti quel 7% , dato per la remunerazione del capitale , è stato abolito dal Referendum. Il lavoro che ci attende è immenso, e interesserà non solo l’Italia, ma anche l’Unione Europea.

Per questo, proprio sull’onda della grande vittoria napoletana, il 10-11 dicembre 2011 si terrà a Napoli il primo incontro della Rete Europea dei comitati per l’acqua pubblica. Questo per portare un milione di firme al Parlamento Europeo perché dichiari l’acqua un bene comune.(A Bruxelles le multinazionali fanno una pressione enorme sul Parlamento perché dichiari l’acqua una merce). Ma il nostro deve essere un impegno mondiale.

Dobbiamo prepararci ad andare a marzo a Marsiglia dove si terrà il Consiglio Mondiale dell’acqua che è nelle mani della Banca mondiale e delle multinazionali dell’acqua. Noi dobbiamo forzare l’ONU a convocare il suo Consiglio Mondiale dell’Acqua per proclamare al mondo che l’acqua è un diritto fondamentale umano,è un bene comune che deve essere gestito come “patrimonio dell’umanità”.

Con i cambiamenti climatici in atto, con gli scioglimenti di ghiacciai e nevai, con sempre meno acqua potabile disponibile per una crescente popolazione , rischiamo di avere ,oltre ai 50 milioni di morti per fame, 100 milioni di morti per sete all’anno. L’impegno per l’acqua è un impegno per la vita. “Nel nostro pianeta ogni forma di vita può nascere e svilupparsi solo in presenza di acqua-ha scritto molto bene Roberto Lessio- che si tratti di un germoglio di un seme nella terra, dell’incubazione di un uovo,della fecondazione e dello sviluppo di un embrione in utero. L’acqua è il punto di congiunzione tra il nulla, la vita e il Creato.” Diamoci da fare perché vinca la Vita!

(da p. Alex Zanotelli, missionario comboniano)

Fonte: Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesino & d”


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