mercoledì 19 gennaio 2011

La Cina alla conquista del mondo con infrastrutture e banche. Ecco dove e come investe Pechino


Di Rita Fatiguso

Il metodo con il quale la Cina si riprende il mondo è identico a quello sperimentato, con successo, in Africa: investimenti in infrastrutture utili a facilitare la penetrazione di merci, aziende, risorse umane, istituzioni finanziarie. Il copione si ripete nei paesi dell'Est Europa, ma anche del Nord Africa e in America latina: si comprano porti, si partecipa agli appalti per autostrade, si aprono filiali di banche cinesi a sostegno delle stesse aziende cinesi presenti all'estero. Icbc, la più grande banca al mondo per capitalizzazione di borsa, in questi giorni sbarca in Europa con un tour tra Amsterdam, Bruxelles, Parigi, Madrid, Milano.

Boom di investimenti esteri nel 2010 e nei prestiti Pechino supera la Banca mondiale

«L'Asia resta la principale area di influenza della Cina»
«L'Asia rimane destinazione primaria della Cina, con un'inversione di tendenza rispetto al passato: è un continente più dinamico, l'area che la Cina considera di sua influenza. In particolare, la scelta di Icbc conferma Milano come piazza finanziaria in un momento di cautela del sistema bancario italiano», dice Thomas Rosenthal responsabile dell'area studi della Fondazione Italia Cina. «L'Italia è la 44° destinazione cinese, con lo 0,008% dei flussi, e un probabile raddoppio della presenza di aziende cinesi».

Gli investimenti esteri cinesi
Secondo i dati del ministero del commercio estero cinese nel 2009 sul 2008 le aree del Nord America e dell'Europa sono cresciute, rispettivamente, del 318% e del 283% a scapito dell'Africa (-74%) e dell'Asia (-7%). Due mesi fa Zhang Xiaoqiang, vice presidente della Commissione nazionale per le Riforme e lo Sviluppo, all'inaugurazione della seconda edizione della Fiera per gli investimenti cinesi all'estero ha confermato che il Go Global continuerà almeno per un quinquennio ancora.

Il balzo della Cina tra le potenze economiche mondiali
Le economie sviluppate sono diminuite del 48%, favorendo l'ascesa dei paesi emergenti, che toccano un quarto del valore dei flussi globali. La Cina è seconda tra le economie emergenti e sesta a livello mondiale, ma basta sommare nel 2009 i suoi investimenti a quelli di Hong Kong, perché si passi alla terza posizione, dopo Usa e Francia. Prima c'erano i paradisi fiscali, ora gli investimenti cinesi dovrebbero premiare il settore primario (+24% nel 2009) visto che la Cina nel 2010 è diventata il maggiore consumatore di energia. Ma tra i settori più promettenti ci sono le energie alternative, molto ambite dai cinesi, l'agroalimentare e le biotecnologie, l'information technology,la microelettronica, i servizi finanziari assicurativi, bancari e di leasing, a sostegno dell'arrivo delle imprese cinesi. In Canada, i flussi di investimento da 7,03 ml di dollari nel 2008, sono diventati 613,13 nel 2009. Bolivia e Cile in America Latina; la Gran Bretagna, Svizzera, Spagna, Norvegia, Lussemburgo per l'Europa; Ghana, Etiopia, Egitto, Congo, Chad, Algeria per l'Africa: Turchia, Nepal, Kirghistan e Iran per l'Asia.

Fonte:Il Sole 24 ore

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Di Rita Fatiguso

Il metodo con il quale la Cina si riprende il mondo è identico a quello sperimentato, con successo, in Africa: investimenti in infrastrutture utili a facilitare la penetrazione di merci, aziende, risorse umane, istituzioni finanziarie. Il copione si ripete nei paesi dell'Est Europa, ma anche del Nord Africa e in America latina: si comprano porti, si partecipa agli appalti per autostrade, si aprono filiali di banche cinesi a sostegno delle stesse aziende cinesi presenti all'estero. Icbc, la più grande banca al mondo per capitalizzazione di borsa, in questi giorni sbarca in Europa con un tour tra Amsterdam, Bruxelles, Parigi, Madrid, Milano.

Boom di investimenti esteri nel 2010 e nei prestiti Pechino supera la Banca mondiale

«L'Asia resta la principale area di influenza della Cina»
«L'Asia rimane destinazione primaria della Cina, con un'inversione di tendenza rispetto al passato: è un continente più dinamico, l'area che la Cina considera di sua influenza. In particolare, la scelta di Icbc conferma Milano come piazza finanziaria in un momento di cautela del sistema bancario italiano», dice Thomas Rosenthal responsabile dell'area studi della Fondazione Italia Cina. «L'Italia è la 44° destinazione cinese, con lo 0,008% dei flussi, e un probabile raddoppio della presenza di aziende cinesi».

Gli investimenti esteri cinesi
Secondo i dati del ministero del commercio estero cinese nel 2009 sul 2008 le aree del Nord America e dell'Europa sono cresciute, rispettivamente, del 318% e del 283% a scapito dell'Africa (-74%) e dell'Asia (-7%). Due mesi fa Zhang Xiaoqiang, vice presidente della Commissione nazionale per le Riforme e lo Sviluppo, all'inaugurazione della seconda edizione della Fiera per gli investimenti cinesi all'estero ha confermato che il Go Global continuerà almeno per un quinquennio ancora.

Il balzo della Cina tra le potenze economiche mondiali
Le economie sviluppate sono diminuite del 48%, favorendo l'ascesa dei paesi emergenti, che toccano un quarto del valore dei flussi globali. La Cina è seconda tra le economie emergenti e sesta a livello mondiale, ma basta sommare nel 2009 i suoi investimenti a quelli di Hong Kong, perché si passi alla terza posizione, dopo Usa e Francia. Prima c'erano i paradisi fiscali, ora gli investimenti cinesi dovrebbero premiare il settore primario (+24% nel 2009) visto che la Cina nel 2010 è diventata il maggiore consumatore di energia. Ma tra i settori più promettenti ci sono le energie alternative, molto ambite dai cinesi, l'agroalimentare e le biotecnologie, l'information technology,la microelettronica, i servizi finanziari assicurativi, bancari e di leasing, a sostegno dell'arrivo delle imprese cinesi. In Canada, i flussi di investimento da 7,03 ml di dollari nel 2008, sono diventati 613,13 nel 2009. Bolivia e Cile in America Latina; la Gran Bretagna, Svizzera, Spagna, Norvegia, Lussemburgo per l'Europa; Ghana, Etiopia, Egitto, Congo, Chad, Algeria per l'Africa: Turchia, Nepal, Kirghistan e Iran per l'Asia.

Fonte:Il Sole 24 ore

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