lunedì 6 dicembre 2010

Unità d'Italia...senza dimenticare


Disegno di UGGERI: 1861 la strage di Pontelandolfo
(allegoria auspicata da Pontelandolfonews.com)


50° (1911) - 100° (1961) - 150°(...VERSO IL 2011)





Pontelandolfo: Celebrazioni Solenni Unità d’Italia.

Il Sindaco di Pontelandolfo, Dott. Cosimo Testa, candida il proprio paese a sede di un convegno di rilevanza nazionale nell’ambito delle celebrazioni solenni dell’Unità d’Italia programmate dal Governo nel 2011. Lo fa scrivendo una lettera aperta al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente Emerito della Repubblica Italiana Senatore Carlo Azeglio Ciampi e ai Deputati Sanniti. Qui di seguito la lettera integrale del Sindaco Dott. Testa: “On.le Berlusconi, Le scrive il Sindaco di un piccolo-grande paese, situato alle pendici del massiccio sud-est del Matese, in territorio sannita, una volta abitato dai sanniti Pentri, quasi confinante con il Molise del quale era parte integrante prima dell’Unità d’Italia. Il suo nome è: Pontelandolfo, conosciuto da tutti gli storici ed appassionati di storia risorgimentale per gli accadimenti qui avvenuti e che sinteticamente espongo. In data 11 agosto 1861, in Casalduni, comune confinante con Pontelandolfo, erano stati massacrati, dai filo-borbonici e dai briganti, quarantacinque soldati, comandati dal tenente Bracci. La reazione punitiva, per ordine del generale Cialdini, non tardò ad arrivare contro i comuni di Casalduni e Pontelandolfo. All’alba del 14 agosto 1861, 500 bersaglieri comandati dal colonnello Negri assalirono il paese, mentre gli ignari abitanti dormivano, con scariche di fucili, abbattimenti di porte e finestre: furono uccisi giovani e vecchi, donne e fanciulle, alcune di esse dapprima violentate. Molti bersaglieri si impossessarono di danaro, oro e profanarono anche la Chiesa madre, rubando i doni votivi e la corona d’oro della Madonna. Poi il paese fu dato alle fiamme e quasi raso al suolo. Fu un eccidio efferato che mai potrà e dovrà essere dimenticato. Io so che, entro la fine del corrente mese, il Governo da Lei presieduto, presenterà un piano completo per le celebrazioni solenni dell’Unità d’Italia che si svilupperanno in un ampio arco di tempo nel corso del 2011. Il comune di Pontelandolfo, on.le Presidente, per quanto sopra esposto, pone la sua candidatura a sede di un convegno di rilevanza nazionale per ricordare non solo l’eccidio del 14 agosto 1861 ma anche per analizzare, approfondire e studiare il fenomeno del brigantaggio post-unitario nell’Italia meridionale. Alla presente allego l’intervento integrale tenuto dall’on.le Giuseppe Ferrari, nella seduta parlamentare del 2 dicembre 1861, che raccomando alla Sua attenta lettura. Nella fiduciosa attesa di una Sua iniziativa ufficiale perché la nostra Pontelandolfo non sia mai più nominata terra di briganti bensì, invece, Città martire: simbolo della sofferta e dolorosa Unità d’Italia. Allora si potrà, finalmente, gridare: Giustizia è resa a Pontelandolfo!” Gabriele Palladino






PROT. N. 00452 Lì, 21.01.2010

VII – 6

Rif. prot. 25/10/SEGR/204

dell’11.01.2010

Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri

Unità Tecnica di Missione

Celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia

Via della Ferratella in Laterano, 51

00184 ROMA

Oggetto: Celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia – Utilizzo logo ufficiale.

In riferimento alla nota a margine evidenziata, con la presente si chiede l’utilizzo del logo ufficiale nell’ambito delle iniziative attivate da questo Comune afferenti le celebrazioni in oggetto evidenziate.

Si chiede, altresì, di poter utilizzare, in uno con il logo, l’iscrizione “Pontelandolfo Città Martire”, quale simbolo della sofferta e dolorosa conquista dell’Unità d’Italia.

Confidando in un esito positivo della presente, è gradita l’occasione per porgere cordiali saluti.

IL SINDACO

Dott. Cosimo Testa


Da:Corriere del Mezzogiorno di Domenica 18 ottobre 2009

PONTELANDOLFO- W l’Italia senza dimenticare
Il paese martire dei Piemontesi celebra l’Unità
Di GIANCRISTIANO DESIDERIO

Il prossimo anno si celebreranno i 150 anni dell'Unità d'Italia. A Pontelandolfo si ricorderanno i 149 anni della strage di donne e fanciulle, vecchi e uomini fatta dall'esercito piemontese che all'alba del 14 agosto 1861 invase, saccheggiò e in pratica rase al suolo il piccolo paese sannita.
Che cosa si festeggerà a Pontelandolfo? «Noi celebreremo, come è giusto che sia, l'Unità d'Italia", afferma Cosimo Testa, sindaco di Pontelandolfo, «anche e proprio perché il prezzo che pagò la nostra antica comunità fu molto alto. Chiediamo che quell'eccidio sia ricordato, che si approfondisca il fenomeno del brigantaggio nell'Italia post-risorgimentale e che Pontelandolfo non sia più nominata terra di briganti, bensì città martire e simbolo della sofferta eppur amata Unità d'Italia». A chi si rivolge il combattivo e leale sindaco Testa? Al presidente Napolitano, al suo predecessore Ciampi e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al quale ha scritto una bella lettera che rievoca i tragici avvenimenti di quella giornata, e che merita di essere conosciuta. Eccola: «Onorevole Presidente Silvio Berlusconi, Le scrive il Sindaco di un piccolo-grande paese, situato alle pendici del massiccio sud-est del Matese, in territorio sannita, una volta abitato dai sanniti Pentri, quasi confinante con il Molise del quale era parte integrante prima dell'Unità d'Italia. Il suo nome è: Pontelan-dolfo, conosciuto da tutti gli storici ed appassionati di storia risorgimentale per gli accadimenti qui avvenuti e che sinteticamente espongo. L'11 agosto 1861, in Casalduni, comune confinante con Pontelandolfo, erano stati massacrati, dai fi lo-borbonici e dai briganti, quarantacinque soldati, comandati dal tenente Bracci. La reazione punitiva, per ordine del generale Cialdini, non tardò ad arrivare contro i comuni di Casalduni e Pontelan-dolfo. All'alba del 14 agosto 1861, cinquecento bersaglieri comandati dal colonnello Negri assalirono il paese, mentre gli ignari abitanti dormivano, con scariche di fucili, abbattimenti di porte e finestre: furono uccisi giovani e vecchi, donne e fanciulle, alcune di esse dapprima violentate. Molti bersaglieri si impossessarono di danaro, oro e profanarono anche la Chiesa madre, rubando i doni votivi e la corona d'oro della Madonna. Poi il paese fu dato alle fiamme e quasi raso al suolo. Fu un eccidio efferato che mai potrà e dovrà essere dimenticato».
«Io so che - prosegue la missiva - entro la fine del corrente mese, il Governo da Lei presieduto, presenterà un piano completo per le celebrazioni solenni dell'Unità d'Italia che si svilupperanno in un ampio arco di tempo nel corso del 2011. II comune di Pontelandolfo, onorevole Presidente, per quanto sopra esposto, pone la sua candidatura a sede di un convegno di rilevanza nazionale per ricordare non solo l'eccidio del 14 agosto 1861 ma anche per analizzare, approfondire e studiare il fenomeno del brigantaggio post-unitario nell’Italia meridionale. Nella fiduciosa attesa di una Sua iniziativa ufficiale perché la nostra Pontelandolfo non sia mai più nominata terra di briganti bensì, invece, Città martire: simbolo della sofferta e dolorosa Unità d'Italia. Allora si potrà, finalmente, gridare: Giustizia è resa a Pontelandolfo».
La richiesta del sindaco di Pontelandolfo è suffragata dalla storia. I fatti di Pontelandolfo e Casalduni sono ormai noti anche se forse poco conosciuti. Dieci anni fa il giornalista e scrittore Gigi Di Fiore pubblicò con l'editore napoletano Grimaldi il libro «1861 Pontelandolfo e Casalduni» che, non a caso, aveva come sottotitolo “Un massacro dimenticato” Lo stesso Di Fiore ,allargando il campo dei suoi interessi storici meridionali e post-risorgimentali,pubblicò qualche anno dopo con la Utet “ I vinti del Risorgimento e storie di chi combattè per i Borboni di Napoli”. La memoria del 14 agosto è curata anche dalla storiografia locale che ingiustamente si definisce “minore”.

Carlo Perugini con «Agosto 1861» ricostruì i fatti sulla base dell'inedito diario di Antonio Pistacchio che visse e narrò le terribili giornate di Pontelandolfo.
Lì, tra le montagne del Sannio, la memoria di quei giorni è ancora viva. «Ma il nostro intento»,
dice il sindaco, «non è quello di fare una contro-storia: vogliamo solo il ricordo dei nostri morti e il rispetto della memoria di Pontelandolfo. Credo che sia il modo più giusto per rendere più forte il sentimento della patria italiana e delle nostre istituzioni».


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Disegno di UGGERI: 1861 la strage di Pontelandolfo
(allegoria auspicata da Pontelandolfonews.com)


50° (1911) - 100° (1961) - 150°(...VERSO IL 2011)





Pontelandolfo: Celebrazioni Solenni Unità d’Italia.

Il Sindaco di Pontelandolfo, Dott. Cosimo Testa, candida il proprio paese a sede di un convegno di rilevanza nazionale nell’ambito delle celebrazioni solenni dell’Unità d’Italia programmate dal Governo nel 2011. Lo fa scrivendo una lettera aperta al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente Emerito della Repubblica Italiana Senatore Carlo Azeglio Ciampi e ai Deputati Sanniti. Qui di seguito la lettera integrale del Sindaco Dott. Testa: “On.le Berlusconi, Le scrive il Sindaco di un piccolo-grande paese, situato alle pendici del massiccio sud-est del Matese, in territorio sannita, una volta abitato dai sanniti Pentri, quasi confinante con il Molise del quale era parte integrante prima dell’Unità d’Italia. Il suo nome è: Pontelandolfo, conosciuto da tutti gli storici ed appassionati di storia risorgimentale per gli accadimenti qui avvenuti e che sinteticamente espongo. In data 11 agosto 1861, in Casalduni, comune confinante con Pontelandolfo, erano stati massacrati, dai filo-borbonici e dai briganti, quarantacinque soldati, comandati dal tenente Bracci. La reazione punitiva, per ordine del generale Cialdini, non tardò ad arrivare contro i comuni di Casalduni e Pontelandolfo. All’alba del 14 agosto 1861, 500 bersaglieri comandati dal colonnello Negri assalirono il paese, mentre gli ignari abitanti dormivano, con scariche di fucili, abbattimenti di porte e finestre: furono uccisi giovani e vecchi, donne e fanciulle, alcune di esse dapprima violentate. Molti bersaglieri si impossessarono di danaro, oro e profanarono anche la Chiesa madre, rubando i doni votivi e la corona d’oro della Madonna. Poi il paese fu dato alle fiamme e quasi raso al suolo. Fu un eccidio efferato che mai potrà e dovrà essere dimenticato. Io so che, entro la fine del corrente mese, il Governo da Lei presieduto, presenterà un piano completo per le celebrazioni solenni dell’Unità d’Italia che si svilupperanno in un ampio arco di tempo nel corso del 2011. Il comune di Pontelandolfo, on.le Presidente, per quanto sopra esposto, pone la sua candidatura a sede di un convegno di rilevanza nazionale per ricordare non solo l’eccidio del 14 agosto 1861 ma anche per analizzare, approfondire e studiare il fenomeno del brigantaggio post-unitario nell’Italia meridionale. Alla presente allego l’intervento integrale tenuto dall’on.le Giuseppe Ferrari, nella seduta parlamentare del 2 dicembre 1861, che raccomando alla Sua attenta lettura. Nella fiduciosa attesa di una Sua iniziativa ufficiale perché la nostra Pontelandolfo non sia mai più nominata terra di briganti bensì, invece, Città martire: simbolo della sofferta e dolorosa Unità d’Italia. Allora si potrà, finalmente, gridare: Giustizia è resa a Pontelandolfo!” Gabriele Palladino






PROT. N. 00452 Lì, 21.01.2010

VII – 6

Rif. prot. 25/10/SEGR/204

dell’11.01.2010

Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri

Unità Tecnica di Missione

Celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia

Via della Ferratella in Laterano, 51

00184 ROMA

Oggetto: Celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia – Utilizzo logo ufficiale.

In riferimento alla nota a margine evidenziata, con la presente si chiede l’utilizzo del logo ufficiale nell’ambito delle iniziative attivate da questo Comune afferenti le celebrazioni in oggetto evidenziate.

Si chiede, altresì, di poter utilizzare, in uno con il logo, l’iscrizione “Pontelandolfo Città Martire”, quale simbolo della sofferta e dolorosa conquista dell’Unità d’Italia.

Confidando in un esito positivo della presente, è gradita l’occasione per porgere cordiali saluti.

IL SINDACO

Dott. Cosimo Testa


Da:Corriere del Mezzogiorno di Domenica 18 ottobre 2009

PONTELANDOLFO- W l’Italia senza dimenticare
Il paese martire dei Piemontesi celebra l’Unità
Di GIANCRISTIANO DESIDERIO

Il prossimo anno si celebreranno i 150 anni dell'Unità d'Italia. A Pontelandolfo si ricorderanno i 149 anni della strage di donne e fanciulle, vecchi e uomini fatta dall'esercito piemontese che all'alba del 14 agosto 1861 invase, saccheggiò e in pratica rase al suolo il piccolo paese sannita.
Che cosa si festeggerà a Pontelandolfo? «Noi celebreremo, come è giusto che sia, l'Unità d'Italia", afferma Cosimo Testa, sindaco di Pontelandolfo, «anche e proprio perché il prezzo che pagò la nostra antica comunità fu molto alto. Chiediamo che quell'eccidio sia ricordato, che si approfondisca il fenomeno del brigantaggio nell'Italia post-risorgimentale e che Pontelandolfo non sia più nominata terra di briganti, bensì città martire e simbolo della sofferta eppur amata Unità d'Italia». A chi si rivolge il combattivo e leale sindaco Testa? Al presidente Napolitano, al suo predecessore Ciampi e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al quale ha scritto una bella lettera che rievoca i tragici avvenimenti di quella giornata, e che merita di essere conosciuta. Eccola: «Onorevole Presidente Silvio Berlusconi, Le scrive il Sindaco di un piccolo-grande paese, situato alle pendici del massiccio sud-est del Matese, in territorio sannita, una volta abitato dai sanniti Pentri, quasi confinante con il Molise del quale era parte integrante prima dell'Unità d'Italia. Il suo nome è: Pontelan-dolfo, conosciuto da tutti gli storici ed appassionati di storia risorgimentale per gli accadimenti qui avvenuti e che sinteticamente espongo. L'11 agosto 1861, in Casalduni, comune confinante con Pontelandolfo, erano stati massacrati, dai fi lo-borbonici e dai briganti, quarantacinque soldati, comandati dal tenente Bracci. La reazione punitiva, per ordine del generale Cialdini, non tardò ad arrivare contro i comuni di Casalduni e Pontelan-dolfo. All'alba del 14 agosto 1861, cinquecento bersaglieri comandati dal colonnello Negri assalirono il paese, mentre gli ignari abitanti dormivano, con scariche di fucili, abbattimenti di porte e finestre: furono uccisi giovani e vecchi, donne e fanciulle, alcune di esse dapprima violentate. Molti bersaglieri si impossessarono di danaro, oro e profanarono anche la Chiesa madre, rubando i doni votivi e la corona d'oro della Madonna. Poi il paese fu dato alle fiamme e quasi raso al suolo. Fu un eccidio efferato che mai potrà e dovrà essere dimenticato».
«Io so che - prosegue la missiva - entro la fine del corrente mese, il Governo da Lei presieduto, presenterà un piano completo per le celebrazioni solenni dell'Unità d'Italia che si svilupperanno in un ampio arco di tempo nel corso del 2011. II comune di Pontelandolfo, onorevole Presidente, per quanto sopra esposto, pone la sua candidatura a sede di un convegno di rilevanza nazionale per ricordare non solo l'eccidio del 14 agosto 1861 ma anche per analizzare, approfondire e studiare il fenomeno del brigantaggio post-unitario nell’Italia meridionale. Nella fiduciosa attesa di una Sua iniziativa ufficiale perché la nostra Pontelandolfo non sia mai più nominata terra di briganti bensì, invece, Città martire: simbolo della sofferta e dolorosa Unità d'Italia. Allora si potrà, finalmente, gridare: Giustizia è resa a Pontelandolfo».
La richiesta del sindaco di Pontelandolfo è suffragata dalla storia. I fatti di Pontelandolfo e Casalduni sono ormai noti anche se forse poco conosciuti. Dieci anni fa il giornalista e scrittore Gigi Di Fiore pubblicò con l'editore napoletano Grimaldi il libro «1861 Pontelandolfo e Casalduni» che, non a caso, aveva come sottotitolo “Un massacro dimenticato” Lo stesso Di Fiore ,allargando il campo dei suoi interessi storici meridionali e post-risorgimentali,pubblicò qualche anno dopo con la Utet “ I vinti del Risorgimento e storie di chi combattè per i Borboni di Napoli”. La memoria del 14 agosto è curata anche dalla storiografia locale che ingiustamente si definisce “minore”.

Carlo Perugini con «Agosto 1861» ricostruì i fatti sulla base dell'inedito diario di Antonio Pistacchio che visse e narrò le terribili giornate di Pontelandolfo.
Lì, tra le montagne del Sannio, la memoria di quei giorni è ancora viva. «Ma il nostro intento»,
dice il sindaco, «non è quello di fare una contro-storia: vogliamo solo il ricordo dei nostri morti e il rispetto della memoria di Pontelandolfo. Credo che sia il modo più giusto per rendere più forte il sentimento della patria italiana e delle nostre istituzioni».


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4 commenti:

uniroma.tv ha detto...

Al seguente link potrete visionare la terza giornata del convegno "L'Italia verso l'unità", svoltosi a Roma Tre presso la facoltà di Lettere e Filosofia.

http://www.uniroma.tv/?id_video=18141


Ufficio Stampa di Uniroma.TV
info@uniroma.tv
http://www.uniroma.tv

uniroma.tv ha detto...

Seconda giornata del convegno "L'Italia verso l'unità" dalla Sapienza a Tor Vergata per discutere sui valori della patria. Il servizio su http://www.uniroma.tv/?id_video=18135

Ufficio Stampa uniroma.tv
info@uniroma.tv
http://www.uniroma.tv

uniroma.tv ha detto...

Al seguente link potrete vedere il servizio sull'ultima giornata del convegno di studi "L'Italia verso l'unità" svoltasi a Palazzo Valentini, focalizzata sul Risorgimento come eredità aperta.

http://www.uniroma.tv/?id_video=18150

Ufficio Stampa di Uniroma.TV
info@uniroma.tv
http://www.uniroma.tv

uniroma.tv ha detto...

Ciao!
Siamo la redazione di Uniroma Tv. Dato il tema del tuo blog pensiamo ti possa interessare il nostro servizio sull'edizione 2011 dell'annuario "La politica estera dell'Italia". L'università La Sapienza ha organizzato un evento dal titolo: "La politica estera italiana a 150 anni dall'Unità" in cui è stato analizzato il ruolo che il nostro Paese ricopre nelle relazioni internazionali. Il nostro video sul link: http://www.uniroma.tv/video.asp?id=18995

A presto
Uniromatv

 
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