lunedì 6 dicembre 2010

Salva l’Irlanda. Si mette male per Spagna e Portogallo


Di Agostino Loffredi

Il piano di aiuti varato ieri dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale per salvare l’Irlanda (85miliardi di euro) non ha sortito gli effetti desiderati: i mercati questa mattina guardavano già oltre. Nel mirino i conti di Spagna e Portogallo. I credit default swaps (il derivato creditizzio più usato, una sorta di “polizza assicurativa o copertura per il sottoscrittore di un’obbligazione”) sul debito del Portogallo sono “schizzati di 40 punti” per raggiungere il picco di 542 punti. Quelli sulla Spagna sono cresciuti di 22,25 punti, per un nuovo record di 336.
L’euro è stato venduto ad ogni rimbalzo e ormai da due mesi è ai minimi rispetto al dollaro.

Il piano per l’Irlanda, da Il Sole 24 Ore del 28novembre

Un intervento da 85 miliardi di dollari, destinato a puntellarne settore bancario e conti pubblici e messo a punto nell’ultima settimana a Dublino dagli esperti di Commissione europa, Bce e Fmi con il governo irlandese.
L’idea è annunciare l’accordo prima dell’apertuta dei mercati, domani, nella speranza di bloccare finalmente l’effetto contagio sui mercati e dentro Eurolandia.
I negoziati su ultime condizioni e dettagli erano in corso ancora ieri sera in una Dublino scossa dai cortei di oltre 50mila manifestanti convenuti, nonostante la neve, da tutto il paese per protestare contro il governo di Brian Cowen: non solo e non tanto per la nuova stangata in arrivo ma anche e soprattutto per la sua «capitolazione» di fronte all’Europa ansiosa di stabilizzare l’area euro e dunque decisa a convincere l’Irlanda (come ha fatto) a chiedere assistenza.
«L’Irlanda non è in saldo, men che meno la sua indipendenza» scandivano gli slogan di migliaia di persone scese nelle strade per dire no all’accordo, insieme ai sindacati e ai due partiti di opposizione, laburista e Fine Gael, dati vincenti alle elezioni dell’anno prossimo.
Con un deficit pubblico al 32% (12 senza gli aiuti alle banche), con i rendimenti dei bond decennali schizzati oltre il 7,5% contro il 2,73 dei bund tedeschi, con la massiccia fuga di capitali dagli istituti di credito (Allied Irish e Bank of Ireland da giugno hanno perso 22 miliardi, l’Anglo Irish altri 12 in un anno) in realtà non c’era molto da scegliere.

Per chi ha voglia di approfondire la questione, su Il Sole 24 ore si trova anche un articolo molto interessante di Guido Tabellini nel quale l’autore spiega in maniera semplice le caratteristiche di questa seconda crisi dell’euro e cosa si può fare per evitare che il contagio si estenda ad altri paesi dell’Unione

Ogni paese ha i suoi problemi, che sono in parte diversi da quelli del vicino. Ma alla base di questa seconda crisi dell’euro vi sono due problemi comuni. Il primo, più fondamentale, è la separazione tra politica fiscale e politica monetaria….


Fonte:Il Journal

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Di Agostino Loffredi

Il piano di aiuti varato ieri dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale per salvare l’Irlanda (85miliardi di euro) non ha sortito gli effetti desiderati: i mercati questa mattina guardavano già oltre. Nel mirino i conti di Spagna e Portogallo. I credit default swaps (il derivato creditizzio più usato, una sorta di “polizza assicurativa o copertura per il sottoscrittore di un’obbligazione”) sul debito del Portogallo sono “schizzati di 40 punti” per raggiungere il picco di 542 punti. Quelli sulla Spagna sono cresciuti di 22,25 punti, per un nuovo record di 336.
L’euro è stato venduto ad ogni rimbalzo e ormai da due mesi è ai minimi rispetto al dollaro.

Il piano per l’Irlanda, da Il Sole 24 Ore del 28novembre

Un intervento da 85 miliardi di dollari, destinato a puntellarne settore bancario e conti pubblici e messo a punto nell’ultima settimana a Dublino dagli esperti di Commissione europa, Bce e Fmi con il governo irlandese.
L’idea è annunciare l’accordo prima dell’apertuta dei mercati, domani, nella speranza di bloccare finalmente l’effetto contagio sui mercati e dentro Eurolandia.
I negoziati su ultime condizioni e dettagli erano in corso ancora ieri sera in una Dublino scossa dai cortei di oltre 50mila manifestanti convenuti, nonostante la neve, da tutto il paese per protestare contro il governo di Brian Cowen: non solo e non tanto per la nuova stangata in arrivo ma anche e soprattutto per la sua «capitolazione» di fronte all’Europa ansiosa di stabilizzare l’area euro e dunque decisa a convincere l’Irlanda (come ha fatto) a chiedere assistenza.
«L’Irlanda non è in saldo, men che meno la sua indipendenza» scandivano gli slogan di migliaia di persone scese nelle strade per dire no all’accordo, insieme ai sindacati e ai due partiti di opposizione, laburista e Fine Gael, dati vincenti alle elezioni dell’anno prossimo.
Con un deficit pubblico al 32% (12 senza gli aiuti alle banche), con i rendimenti dei bond decennali schizzati oltre il 7,5% contro il 2,73 dei bund tedeschi, con la massiccia fuga di capitali dagli istituti di credito (Allied Irish e Bank of Ireland da giugno hanno perso 22 miliardi, l’Anglo Irish altri 12 in un anno) in realtà non c’era molto da scegliere.

Per chi ha voglia di approfondire la questione, su Il Sole 24 ore si trova anche un articolo molto interessante di Guido Tabellini nel quale l’autore spiega in maniera semplice le caratteristiche di questa seconda crisi dell’euro e cosa si può fare per evitare che il contagio si estenda ad altri paesi dell’Unione

Ogni paese ha i suoi problemi, che sono in parte diversi da quelli del vicino. Ma alla base di questa seconda crisi dell’euro vi sono due problemi comuni. Il primo, più fondamentale, è la separazione tra politica fiscale e politica monetaria….


Fonte:Il Journal

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