Ogni anno il saldo netto migratorio sud nord è di 60.000 unità, 120.000 si spostano definitivamente, mentre altri 60.000 rientrano, senza contare i 150.000 che si spostano temporaneamente, così giovani che il sistema meridionale forma vanno a spendere le loro competenze nel Settentrione, senza che questo territorio abbia concorso alla loro formazione.
Il Sud spende ogni anno 13,2 miliardi di euro (ilsole24ore 2010) cifra divisa tra Stato e famiglie per assistere e far studiare i propri giovani poi emigrati. In sostanza la fuga dei cervelli ha un costo elevato sulle casse delle regioni meridionali. Secondo uno studio di Scalella e Balestrieri “ciascun emigrante con laurea magistrale costa 302mila euro, di cui 185mila euro a carico della famiglia e 117mila euro a carico dello Stato. In sostanza la formazione e gli oneri gravano sul sistema meridionale e i benefici su quello settentrionale”. Ad aggravare di più la situazione è l’avanzata del sistema fiscale federalista che in generale prevede una logica per cui a far fronte ai costi siano le regioni di residenza e a trattenere i benefici il luogo dove le tasse vengono pagate, senza possibilità che lo Stato possa riequilibrare i flussi. Così un giovane meridionale si forma a costo del territorio di origine, poi una volta migrato paga le tasse nel territorio dove lavora, il Nord.
Il costo della migrazione sul welfare locale è cosi ripartito: Campania 5,9 miliardi; Puglia 2,5 miliardi; Sicilia 2,3 miliardi; Calabria 1,7 miliardi; Basilicata 544 milioni.
Ma comincia ad intravedersi un nuovo scenario della migrazione, quella di un fenomeno non solo legato a allo spostamento verso il Nord, ma l’emigrazione all’estero dei giovani meridionali più istruiti, che ha assunto a partire dal 2002 un trend crescente in maniera esponenziale per i laureati: 742 unità nel 2002; 929 unità nel 2003; 1.180 unità nel 2004; 1.484 unità nel 2005; 2.072 unità nel 2006. Il Sud si depaupera delle sue risorse migliori, sostenendo un prezzo troppo elevato per il suo esiguo welfare, senza che il sistema economico ne tragga beneficio (Svimez 2010) .
Il fenomeno della migrazione all’estero non interessa solo il Sud, anche le regioni del Centro- Nord ne sono coinvolte ma con prospettive differenti infatti per 43mila laureati espatriati in dieci anni (31mila del Centro-Nord e 12mila del Sud) ne sono rientrati 38mila (31mila nel Centro-Nord e 7mila al Sud), con un saldo negativo di oltre 4.500 a totale carico delle regioni meridionali (Svimez 2009 – 2010).
La quota dei flussi verso l’estero sul totale degli spostamenti, dei giovani laureati meridionali, è pari a circa 1,8%. Una cifra non certo allarmante, ma che deve far riflettere, sulla condizione del mercato del lavoro meridionale e più nel complesso sul suo sistema economico, che conferma l’attestarsi verso uno sviluppo fondato su bassa qualifica professionale e scarsi investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo e organizzazione aziendale.
Fonte:Arealocale.com
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