domenica 25 aprile 2010

Il Corriere della Sera all'attacco di Antonio Ciano, del Partito del Sud e dei tabaccai.


Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.
Mahatma Gandhi


Sabato scorso17 aprile 2010 sul Corriere delle Sera, il principale giornale della penisola, edito a Milano, mezzo d'informazione di riferimento dei "potentati" economici italiani, abbiamo avuto il "piacere" di notare un pesante attacco, di due famose firme del giornale quali Rizzo e Stella, ad Antonio Ciano ed al Partito del Sud.

L'articolo dal titolo "Da santo a quasi terrorista" , tenta di analizzare, con il paraocchi della solita disinformazia mitologica patriottarda, il perchè la figura di Garibaldi si sia trasformata negli ultimi anni da quella di eroe celebrato in tanti monumenti, strade e piazze ecc. a quella di "ladro e cialtrone", come una rivisitazione della storiografia ufficiale in questi ultimi anni, grazie anche all'azione e all'aumento di peso politico della Lega Nord, ma non solo, stà sempre più imponendo. Rizzo e Stella la mettono in burletta, un'operazione a cui i giornalisti di regime sono abituati da 150 anni, portando però dati scritti sull'acqua e solidi come cartavelina.
L'operazione sembra guidata da un'approssimazione degna di miglior causa.

Non ci stupiamo che il giornalismo italiano stia sempre più peggiorando la sua posizione nelle classifiche mondiali, in cui come libertà e pluralismo d'informazione occupiamo ormai il 71° posto dietro paesi come Benin e Namibia che evidentemente riescono a "formare" giornalisti più obiettivi e meno influenzabili dei nostri (sai che sforzo....).

Devo però ammettere che erano dagli anni, ahimè lontani, del Corriere dei Piccoli che non mi divertivo tanto , allora a sollazzarmi erano le vignette di Bibì, Bibò e Capitan Cocoricò, ora gli articoli di Rizzo e Stella, tutti tesi come sono nello sforzo vano di avallare ancora le solite scontate e rifritte puttanate risorgimentali, le solite, che ci vengono propinate da 150 anni.

Colgo tra i fiori : la ferrovia Napoli Portici costruita per il sollazzo dei biechi Borbone;ma quanti erano sti Borbone se dopo un solo mese di attività avevano viaggiato nelle tre classi ben 58.000 passeggeri ?(vedi Antonio Pagano ,Due Sicilie
Pag.41 ,1830/1880,Capone Editore ) .
E non solo:nel 1844 viene rilevato che hanno viaggiato in un anno 1.117.713 passeggeri. (Antonio Pagano.pag 47).E poi :nel 1860 il Piemonte aveva 803 km di ferrovie e il nostro Regno solo 98 .. Vero, peccato che i due abbiano dimenticato di dire che il Piemonte costruiva ferrovie per le guerre, indebitandosi fino alla bancarotta con i più esosi bancarottieri europei.

Poi molto bella e indicativa la zampata classista sul "tabaccaio "Antonio Ciano.
I professoroni italiani non si smentiscono mai : il desiderio di sapere e documentare può portare persone prive di cultura accademica a scoperte e verità incredibili , ma questo ai nostri "eroi" pare non interessare, sono Loro che elargiscono o meno patenti di legittimità di ricerca storica, anche Loro dopotutto, strano a dirsi, appartengono ad una "casta", quella del giornalismo italiano, sempre quello del 71° posto in classifica (in zona retrocessione..), ricordiamo infatti che il grande Schliemann,un semplice commerciante, fu seppellito da palate di dileggio e sfottò dagli intellettualoni del tempo che poi furono clamorosamente sbugiardati quando venne alla luce la città dell'Iliade: Troia .

Il termine "tabaccaio" usato contro Antonio Ciano, in una frase a metà fra il disprezzo, percepibile fra le righe, e la volontà di dileggiare, non è però cosa da poco, ed è veramente geniale: come se ad
uno che mi porta una pepita, gli chiedessi che voti aveva al corso di mineralogia o se lo ha mai frequentato....

In realtà Ciano, dall'alto di una pacatezza da vecchio saggio, abbozza con la giusta filosofia :


"Mbè, non sono uno storico. Mi adopero soltanto a fare ricerca storica negli archivi di stato ancora secretati in parte. Tra gli altri mestieri, come tutti i meridionali, ho fatto il contadino, e diplomatomi al Nautico di Gaeta sono stato ufficiale della marina mercantile, poi ho venduto anche pacchetti di sigarette e mentre facevo quel mestiere onestamente, frequentavo l'archivio di Via Lepanto a Roma, e ho scoperto stragi ed eccidi dei Savoia. Molti giornalisti per non vendere fumo, dovrebbero fare i tabaccai che vendono veleno, come ha fatto il sottoscritto per qualche anno pur di campare la vita. Scoprirebbeno una dimensione della storia che non hanno mai conosciuto. Se un "tabaccaio" ha dovuto scrivere libri contro il Risorgimento piemontese, significa che l'Intellighentia massonica ha impedito a Lor Signori di farlo, non se la prendano a male. Se un Dalla Loggia chiama ignorante Bennato significa che nella vita non ha capito una mazza, il sui padrone lo foraggia per questo e sta capendo che la sua fortuna di intellettuale di regime sta capitolando."

Ricordamo che il "tabaccaio" Antonio Ciano ha subito più di un processo per quanto ha scritto nei suoi libri dove ha denunciato eccidi e stragi commessi negli anni del Risorgimento del Piemonte dai suoi Debiti, nei libri "I Savoia e il massacro del Sud" e "Il massacro del Sud - Esecutori e mandanti", risultato dei processi:assolto; i fatti descritti erano veri.


Questo ovviamente nell'articolo non viene scritto, si preferisce menzionare uno sconosciuto nickname (che quindi potrebbe essere chiunque) a cui addebitare un marchiano errore storico, facendo così tutta una pasta, mescolando capra e cavoli, per gettare discredito in un'operazione di evidente strumentalizzazione.

Infine una considerazione ovvia e banale che fa però capire cosa si muove dietro le quinte:
Rizzo e Stella citano espressamente il Partito del Sud di Antonio Ciano e questa si che è una novità assoluta: fino a poco tempo fa il nome Partito del Sud era, dalla stampa in generale e dal Corriere in particolare, inopinatamente e strumentalmente sempre associato ai Lombardo , Miccichè, Poli Bortone, Scotti ecc. ecc. insomma tutto serviva per creare scompiglio e confusione nei meridionali e crearci così difficoltà nel fare capire che noi con questi Signori non c'entriamo nulla, anzi.
Ora invece apprendiamo, da Rizzo e Stella, che al Corriere della Sera sanno benissimo chi siamo e quindi abbiamo conferma che gli accostamenti che ci sono stati, e siamo sicuri ci saranno, sono solo strumentali; di questo li ringraziamo, anche perchè ci fanno capire che la strada intrapresa dal nostro Partito, così ben individuato, è quella giusta.
Per il Corriere della Sera siamo "fanatici borbonici", cioè difensori del Sud e delle sue ragioni, e perciò ci attacca.

Diciamo quindi che nella famosa frase del Mahatma Gandi
"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci" siamo già molto avanti, cioè nella fase di passaggio fra il deriderci e il combatterci.
Avanti così!

.
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Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.
Mahatma Gandhi


Sabato scorso17 aprile 2010 sul Corriere delle Sera, il principale giornale della penisola, edito a Milano, mezzo d'informazione di riferimento dei "potentati" economici italiani, abbiamo avuto il "piacere" di notare un pesante attacco, di due famose firme del giornale quali Rizzo e Stella, ad Antonio Ciano ed al Partito del Sud.

L'articolo dal titolo "Da santo a quasi terrorista" , tenta di analizzare, con il paraocchi della solita disinformazia mitologica patriottarda, il perchè la figura di Garibaldi si sia trasformata negli ultimi anni da quella di eroe celebrato in tanti monumenti, strade e piazze ecc. a quella di "ladro e cialtrone", come una rivisitazione della storiografia ufficiale in questi ultimi anni, grazie anche all'azione e all'aumento di peso politico della Lega Nord, ma non solo, stà sempre più imponendo. Rizzo e Stella la mettono in burletta, un'operazione a cui i giornalisti di regime sono abituati da 150 anni, portando però dati scritti sull'acqua e solidi come cartavelina.
L'operazione sembra guidata da un'approssimazione degna di miglior causa.

Non ci stupiamo che il giornalismo italiano stia sempre più peggiorando la sua posizione nelle classifiche mondiali, in cui come libertà e pluralismo d'informazione occupiamo ormai il 71° posto dietro paesi come Benin e Namibia che evidentemente riescono a "formare" giornalisti più obiettivi e meno influenzabili dei nostri (sai che sforzo....).

Devo però ammettere che erano dagli anni, ahimè lontani, del Corriere dei Piccoli che non mi divertivo tanto , allora a sollazzarmi erano le vignette di Bibì, Bibò e Capitan Cocoricò, ora gli articoli di Rizzo e Stella, tutti tesi come sono nello sforzo vano di avallare ancora le solite scontate e rifritte puttanate risorgimentali, le solite, che ci vengono propinate da 150 anni.

Colgo tra i fiori : la ferrovia Napoli Portici costruita per il sollazzo dei biechi Borbone;ma quanti erano sti Borbone se dopo un solo mese di attività avevano viaggiato nelle tre classi ben 58.000 passeggeri ?(vedi Antonio Pagano ,Due Sicilie
Pag.41 ,1830/1880,Capone Editore ) .
E non solo:nel 1844 viene rilevato che hanno viaggiato in un anno 1.117.713 passeggeri. (Antonio Pagano.pag 47).E poi :nel 1860 il Piemonte aveva 803 km di ferrovie e il nostro Regno solo 98 .. Vero, peccato che i due abbiano dimenticato di dire che il Piemonte costruiva ferrovie per le guerre, indebitandosi fino alla bancarotta con i più esosi bancarottieri europei.

Poi molto bella e indicativa la zampata classista sul "tabaccaio "Antonio Ciano.
I professoroni italiani non si smentiscono mai : il desiderio di sapere e documentare può portare persone prive di cultura accademica a scoperte e verità incredibili , ma questo ai nostri "eroi" pare non interessare, sono Loro che elargiscono o meno patenti di legittimità di ricerca storica, anche Loro dopotutto, strano a dirsi, appartengono ad una "casta", quella del giornalismo italiano, sempre quello del 71° posto in classifica (in zona retrocessione..), ricordiamo infatti che il grande Schliemann,un semplice commerciante, fu seppellito da palate di dileggio e sfottò dagli intellettualoni del tempo che poi furono clamorosamente sbugiardati quando venne alla luce la città dell'Iliade: Troia .

Il termine "tabaccaio" usato contro Antonio Ciano, in una frase a metà fra il disprezzo, percepibile fra le righe, e la volontà di dileggiare, non è però cosa da poco, ed è veramente geniale: come se ad
uno che mi porta una pepita, gli chiedessi che voti aveva al corso di mineralogia o se lo ha mai frequentato....

In realtà Ciano, dall'alto di una pacatezza da vecchio saggio, abbozza con la giusta filosofia :


"Mbè, non sono uno storico. Mi adopero soltanto a fare ricerca storica negli archivi di stato ancora secretati in parte. Tra gli altri mestieri, come tutti i meridionali, ho fatto il contadino, e diplomatomi al Nautico di Gaeta sono stato ufficiale della marina mercantile, poi ho venduto anche pacchetti di sigarette e mentre facevo quel mestiere onestamente, frequentavo l'archivio di Via Lepanto a Roma, e ho scoperto stragi ed eccidi dei Savoia. Molti giornalisti per non vendere fumo, dovrebbero fare i tabaccai che vendono veleno, come ha fatto il sottoscritto per qualche anno pur di campare la vita. Scoprirebbeno una dimensione della storia che non hanno mai conosciuto. Se un "tabaccaio" ha dovuto scrivere libri contro il Risorgimento piemontese, significa che l'Intellighentia massonica ha impedito a Lor Signori di farlo, non se la prendano a male. Se un Dalla Loggia chiama ignorante Bennato significa che nella vita non ha capito una mazza, il sui padrone lo foraggia per questo e sta capendo che la sua fortuna di intellettuale di regime sta capitolando."

Ricordamo che il "tabaccaio" Antonio Ciano ha subito più di un processo per quanto ha scritto nei suoi libri dove ha denunciato eccidi e stragi commessi negli anni del Risorgimento del Piemonte dai suoi Debiti, nei libri "I Savoia e il massacro del Sud" e "Il massacro del Sud - Esecutori e mandanti", risultato dei processi:assolto; i fatti descritti erano veri.


Questo ovviamente nell'articolo non viene scritto, si preferisce menzionare uno sconosciuto nickname (che quindi potrebbe essere chiunque) a cui addebitare un marchiano errore storico, facendo così tutta una pasta, mescolando capra e cavoli, per gettare discredito in un'operazione di evidente strumentalizzazione.

Infine una considerazione ovvia e banale che fa però capire cosa si muove dietro le quinte:
Rizzo e Stella citano espressamente il Partito del Sud di Antonio Ciano e questa si che è una novità assoluta: fino a poco tempo fa il nome Partito del Sud era, dalla stampa in generale e dal Corriere in particolare, inopinatamente e strumentalmente sempre associato ai Lombardo , Miccichè, Poli Bortone, Scotti ecc. ecc. insomma tutto serviva per creare scompiglio e confusione nei meridionali e crearci così difficoltà nel fare capire che noi con questi Signori non c'entriamo nulla, anzi.
Ora invece apprendiamo, da Rizzo e Stella, che al Corriere della Sera sanno benissimo chi siamo e quindi abbiamo conferma che gli accostamenti che ci sono stati, e siamo sicuri ci saranno, sono solo strumentali; di questo li ringraziamo, anche perchè ci fanno capire che la strada intrapresa dal nostro Partito, così ben individuato, è quella giusta.
Per il Corriere della Sera siamo "fanatici borbonici", cioè difensori del Sud e delle sue ragioni, e perciò ci attacca.

Diciamo quindi che nella famosa frase del Mahatma Gandi
"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci" siamo già molto avanti, cioè nella fase di passaggio fra il deriderci e il combatterci.
Avanti così!

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Antonio Ciano siamo tutti con te!
Avanti SUD!!!

Amato

Gianfranco Lillo ha detto...

Cosa ci si può aspettare dal "corriere della sera"?...Come allora, 150 anni fa, continuano a mentire e a produrre menzogne propagandistiche per continuare a sfruttare il Sud.
Oggi abbiamo, fortunatamente, dati storici incontrovertibili a sostegno dei fatti, realtà fatte di numeri, bilanci, PIL, salari, servizi e censimenti curati dagli stessi bastardi Savoia, che raccontano cos'era il Sud.
Il titolo di terza potenza industriale MONDIALE e primo stato industriale fra quelli dell'italia preunitaria, non se lo inventò Ferdinando II, ma fu riconosciuto al Regno delle Due Sicilie dall'esposizione universale di Parigi il 1856 ( Stella, prima di aprire la fogna della tua bocca, documentati).
Che oggi esistano ancora rozzi prezzolati venditori di fumo e di menzogne che per 150 anni hanno ammorbato l'aria del Sud facendoci credere di essere nati "inferiori", non fa più presa e non hanno più alcuna consistenza perchè smontate con precisione e puntualità dai documenti storici tenuti sottochiave per 150 dai padroni del vapore, tempo necessario a produrre un Sud arretrato, incapace, buono a nulla, da sempre morto di fame e soprattutto, OBBEDIENTE...oggi non è più così perchè la verità, dopo 150 di menzogne, con buona pace dei traditori di casa nostra-di ieri e di oggi- sta prendendo piede e sta viaggiando velocemente, più di quanto non si creda, fra la Nazione Duosiciliana che, giorno dopo giorno, prende sempre più coscienza di quello che era prima della calata dei barbari del Nord, quello che subì attraverso la totale distruzione, dall'economia alla cultura, alla compromissione della propria identità di NAZIONE, azzerata dallo sterminio di massa, contando centinaia di miglia di morti per fucilazioni senza processi, per stupri, per violenze d'ogni genere finalizzate a fiaccare e cancellare ogni resistenza che, contro ogni sorte, durò comunque 12anni per sfociare, successivamente, nell'esodo biblico che ad oggi conta oltre tranta milioni di duosiciliani sparsi per il mondo, per sfuggire alla morte, alla fame, alla sottomissione ad una genia di criminali, ladri, feroci assassini e stermitaori vomitati da un Nord morto di fame e rozzo.
Per queste Verità, dobbiamo ringraziare Antonio Ciano, Antonio Pagano, Vincenzo Gulì, Lorenzo del Boca, Fulvio Izzo,Nicola Zitara,Edoardo Spagnuolo, Roberto Selvaggi, Pino Aprile e tanti altri che, con impegno e senza padroni che corrispodessero loro un salario, hanno risvegliato la dignità delle DUE SICILIE, dissotterrando verità seppellite deliberatamente dagli invasori e dai traditori di casa nostra, compreso Giorgio Napolitano, quale esempio di una ormai morente e prossima all'estinzione, classe politica e generazione di traditori, della vergogna del Sud, di quella classe che sapeva e che non disse mai, di quella classe che ha taciuto e che impose al Sud la vergogna, il disonore, la fame, la disoccupazione, l'emigrazione per 150 anni, allo scopo di salvaguardare quello schifo chiamato "unità" che consentiva loro, tutti, una rendita parassitaria pagata dai loro padroni del Nord, e finanziate dalle sciagure del Sud per fare grande il Nord morto di fame e affetto da pellagra, debiti, e malattie.
Il 22 Aprile ho partecipato, presso la libreria "Feltrinelli" di Bari, alla presentazione del libro di Pino Aprile "TERRONI" alla presenza dell'autore, di Lino patruno, de "La Gazzetta Del Mezzogiorno", e di Gianfranco Viesti...la gente è incazzata nera e chiede a gran voce il ritorno all'indipendenza del Sud.
Gianfranco Viesti, in alcuni momenti, è stato attaccato apertamente per la malattia tipica della classe intellettuale meridionale, quella di prendere tempo e non reagire mai ai cazzotti che ci arrivano sul volto, finalizzata a salvare questa bastarda, putriscente, degenerata, depravata e fetida "unità" che ad oggi ha fatto solo la fortuna del NORD E LA SCIAGURA DEL SUD.

 
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