martedì 1 dicembre 2009

A Gaeta da oggi spento il segnale di T.M.O. - La prima telestreet d' Italia , la voce libera del Sud.



Oggi hanno spento quel faro. Oggi è una giornata triste per l'Italia, il faro della libertà è stato spento dal dittatore del Nord padano, quello che inneggia alla libertà. Si vergogni cavaliere! un giorno ricambieremo il favore.
Il Partito del Sud

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Tutto quello che (non) avreste voluto sapere sul Digitale Terrestre

di Emilia Urso Anfuso

Digitale terrestre. E’ quella cosa, spacciata per evoluzione tecnologica epocale, che sta oscurando le televisioni di mezzo mondo fra quelli che hanno già subito lo switch off.


Cos’è lo “swiitch off”? E’ quella procedura attraverso la quale se prima vedevi bene tutti i canali televisivi, dal momento in cui viene messa in atto, passando così da segnale analogico a digitale, vedi – semmai – a malapena qualche canale. Rai e Mediaset? Nossignore. Vedi sicuramente benissimo tutto quel sottobosco di piccole televisioni private che sembrano essere le uniche a beneficiare di questo grande e storico passaggio tecnologico.

L’Italia passerà del tutto al digitale terrestre entro il 2010. Ma le lagnanze delle prime Regioni e città che ad oggi possono “beneficiare” del segnale digitale, sono tantissime.

Il call center adibito ad hoc per raccogliere richieste di informazione ed aiuto con la sintonizzazione dei canali ha calcolato che, solo per la città di Roma – passata totalmente al DG dal 16 Novembre 2009 – ha ricevuto oltre 200.000 chiamate di cittadini disperati ed esasperati.

Ma cosa sta accadendo nella realtà? In qualche modo, ci stiamo ritrovando di fronte ad una evoluzione tecnologica che poi in pratica non è supportata da relative tecnologie affinché questa evoluzione sia resa possibile.

Innanzitutto va ricordata una cosa: molti dei milioni di impianti di antenna sul territorio nazionale, sono obsoleti e quindi non in grado di supportare la decodiifica del segnale da analogico a digitale.

Seconda cosa ma non meno importante: si è scoperto – per puro caso attraverso un sondaggio fra cittadini, che per garantirsi una migliore ricezione del segnale, ma anche per poter vedere in molti casi le stazioni maggiormente fruite, come Rai e Mediaset, bisogna in qualche caso, ingannare il decoder.

Come? Facendo finta di essere in Germania e non più sul territorio Italiano. Il perché ancora nessuno lo conosce. Sta di fatto che, se provate ad effettuare la ricerca dei canali, scegliendo come sistema di ricerca automatica “Germania” nella maggior parte dei casi, avrete la possibilità non solo di vedere le reti nazionali ma anche di poter fruire di un maggior numero di trasmissioni.

E’ colpa del decoder acquistato? I dirigenti Rai provano a dire che è questo uno dei motivi. Dichiarano che, l’alto numero di decodificatori e conseguenti modelli diversificati, stanno creando il problema.

Ma alla domanda: “perché allora non avete pensato di unificare il decoder”? La risposta si arrovella intorno al concetto di “libero mercato”. Sacrosanto. Peccato che se fosse questa davvero la soluzione, sappiamo bene ormai che il famoso decoder “di Stato” è un modello totalmente simile a quelli più commerciali, costa il quadruplo e per beneficiare del contributo statale, che copre solo 50 euro su un costo finale di 110, è necessario rientrare nel solito panegirico di criteri: over 65, basso reddito e via discorrendo. Ma alla fine paghi lo stesso e molto più di un comune decoder.

Non male davvero, in tempi di crisi. Certo, la decisione di passare al Digitale Terrestre è cosa vecchia: all’epoca – era il 2003 – con la riforma Gasparri, non si poteva certo presupporre che il Mondo intero si sarebbe inabissato nella crisi economica più grave degli ultimi ottant’anni.

Oggi come oggi, la maggior parte dei cittadini con decoder hanno più di sessantacinque anni. Una media di due televisori per appartamento. Un’antenna che risale ai tempi delle prime trasmissioni televisive. Una incapacità totale a gestire una innovazione tecnologica. La necessità di dover chiamare un antennista – anche più volte – o nei casi più fortunati un figlio o un nipote che ne capiscano un poco.

Se riflettiamo sul fatto che tipicamente l’Italia è una nazione di anziani, il gioco è fatto. Nel senso che le già tante problematiche di ordine tecnico si aggiungono ad una popolazione che mediamente non è in grado di gestire autonomamente questa “novità”.

E poi ancora: con una media di due televisori per nucleo familiare, le spese raddoppiano. Infatti, ogni televisore deve essere dotato di un decoder.

Per non parlare poi, della selva nera di cavi e cavetti che ci si ritrova in soggiorno o in camera da letto per collegare decoder a televisione e lettori dvd o vhs: un caos. Epocale.

Insomma: di tecnologia a volte si soccombe.

La “svolta” televisiva fa intravedere le falle. Troppe. In un mondo ormai reso succube e dipendente da una droga a basso costo chiamata televisione. Che per decenni ha sedato rabbie. Ha creato illusioni. Moderato anime in tumulto. E fatto addormentare milioni emilioni di persone catalizzate di fronte ad una sorta di specchio di se stesso.

La rivoluzione? Non sarà tecnologica. La faranno le popolazioni. Quando si accorgeranno di che grande bluff può divenire il Digitale Terrestre.

Ad un Popolo togli tutto. Mai la televisione.

http://www.agoravox.it/tribuna-libera/article/tutto-quello-che-non-avreste-11199
.
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Oggi hanno spento quel faro. Oggi è una giornata triste per l'Italia, il faro della libertà è stato spento dal dittatore del Nord padano, quello che inneggia alla libertà. Si vergogni cavaliere! un giorno ricambieremo il favore.
Il Partito del Sud

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Tutto quello che (non) avreste voluto sapere sul Digitale Terrestre

di Emilia Urso Anfuso

Digitale terrestre. E’ quella cosa, spacciata per evoluzione tecnologica epocale, che sta oscurando le televisioni di mezzo mondo fra quelli che hanno già subito lo switch off.


Cos’è lo “swiitch off”? E’ quella procedura attraverso la quale se prima vedevi bene tutti i canali televisivi, dal momento in cui viene messa in atto, passando così da segnale analogico a digitale, vedi – semmai – a malapena qualche canale. Rai e Mediaset? Nossignore. Vedi sicuramente benissimo tutto quel sottobosco di piccole televisioni private che sembrano essere le uniche a beneficiare di questo grande e storico passaggio tecnologico.

L’Italia passerà del tutto al digitale terrestre entro il 2010. Ma le lagnanze delle prime Regioni e città che ad oggi possono “beneficiare” del segnale digitale, sono tantissime.

Il call center adibito ad hoc per raccogliere richieste di informazione ed aiuto con la sintonizzazione dei canali ha calcolato che, solo per la città di Roma – passata totalmente al DG dal 16 Novembre 2009 – ha ricevuto oltre 200.000 chiamate di cittadini disperati ed esasperati.

Ma cosa sta accadendo nella realtà? In qualche modo, ci stiamo ritrovando di fronte ad una evoluzione tecnologica che poi in pratica non è supportata da relative tecnologie affinché questa evoluzione sia resa possibile.

Innanzitutto va ricordata una cosa: molti dei milioni di impianti di antenna sul territorio nazionale, sono obsoleti e quindi non in grado di supportare la decodiifica del segnale da analogico a digitale.

Seconda cosa ma non meno importante: si è scoperto – per puro caso attraverso un sondaggio fra cittadini, che per garantirsi una migliore ricezione del segnale, ma anche per poter vedere in molti casi le stazioni maggiormente fruite, come Rai e Mediaset, bisogna in qualche caso, ingannare il decoder.

Come? Facendo finta di essere in Germania e non più sul territorio Italiano. Il perché ancora nessuno lo conosce. Sta di fatto che, se provate ad effettuare la ricerca dei canali, scegliendo come sistema di ricerca automatica “Germania” nella maggior parte dei casi, avrete la possibilità non solo di vedere le reti nazionali ma anche di poter fruire di un maggior numero di trasmissioni.

E’ colpa del decoder acquistato? I dirigenti Rai provano a dire che è questo uno dei motivi. Dichiarano che, l’alto numero di decodificatori e conseguenti modelli diversificati, stanno creando il problema.

Ma alla domanda: “perché allora non avete pensato di unificare il decoder”? La risposta si arrovella intorno al concetto di “libero mercato”. Sacrosanto. Peccato che se fosse questa davvero la soluzione, sappiamo bene ormai che il famoso decoder “di Stato” è un modello totalmente simile a quelli più commerciali, costa il quadruplo e per beneficiare del contributo statale, che copre solo 50 euro su un costo finale di 110, è necessario rientrare nel solito panegirico di criteri: over 65, basso reddito e via discorrendo. Ma alla fine paghi lo stesso e molto più di un comune decoder.

Non male davvero, in tempi di crisi. Certo, la decisione di passare al Digitale Terrestre è cosa vecchia: all’epoca – era il 2003 – con la riforma Gasparri, non si poteva certo presupporre che il Mondo intero si sarebbe inabissato nella crisi economica più grave degli ultimi ottant’anni.

Oggi come oggi, la maggior parte dei cittadini con decoder hanno più di sessantacinque anni. Una media di due televisori per appartamento. Un’antenna che risale ai tempi delle prime trasmissioni televisive. Una incapacità totale a gestire una innovazione tecnologica. La necessità di dover chiamare un antennista – anche più volte – o nei casi più fortunati un figlio o un nipote che ne capiscano un poco.

Se riflettiamo sul fatto che tipicamente l’Italia è una nazione di anziani, il gioco è fatto. Nel senso che le già tante problematiche di ordine tecnico si aggiungono ad una popolazione che mediamente non è in grado di gestire autonomamente questa “novità”.

E poi ancora: con una media di due televisori per nucleo familiare, le spese raddoppiano. Infatti, ogni televisore deve essere dotato di un decoder.

Per non parlare poi, della selva nera di cavi e cavetti che ci si ritrova in soggiorno o in camera da letto per collegare decoder a televisione e lettori dvd o vhs: un caos. Epocale.

Insomma: di tecnologia a volte si soccombe.

La “svolta” televisiva fa intravedere le falle. Troppe. In un mondo ormai reso succube e dipendente da una droga a basso costo chiamata televisione. Che per decenni ha sedato rabbie. Ha creato illusioni. Moderato anime in tumulto. E fatto addormentare milioni emilioni di persone catalizzate di fronte ad una sorta di specchio di se stesso.

La rivoluzione? Non sarà tecnologica. La faranno le popolazioni. Quando si accorgeranno di che grande bluff può divenire il Digitale Terrestre.

Ad un Popolo togli tutto. Mai la televisione.

http://www.agoravox.it/tribuna-libera/article/tutto-quello-che-non-avreste-11199
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1 commento:

Unknown ha detto...

Quando la Politica fa gli interessi dei pochi non è più Politica per una intera Nazione bensì è quell'arma che permette a colui o coloro i quali preposti a legiferare per il bene comune, prendono per i fondelli tutte le popolazioni degli 8.000 e 100 Comuni d'Italia, pari alla totalità del Territorio chioamato Italia che va a formare una comunità globale di circa 57 Milioni di anime che chiamansi Italiani.
Questo oggi avviene in Italia e questo avveniva immediatamente ieri.
Gli ultimi vent'anni di Governi che si sono alternati alla Guida del Paese, siano essi centro sinistra o centrodestra non hanno fatto altro che AFFOSSARE letteralmente l'Economia, la Dignità e la Moralità di un Popolo, quale quello Italiano, definito dalla Storia come uno dei più Intelligenti del Pianeta Terra.
Ebbene, giusto per essere telegrafici. Con i due governi Prodi, intervallati dal Ribaltone D'alema, si introduceva il primo Governo Berlusconi dalla durata breve poi il secondo ed ora il terzo. Ma anche questo, a mio avviso non durerà per l'intera legislatura per fatti gravi di "Collusioni Esterne" nonchè "Processi Brevi". Cosa hanno prodotto tutti questi Altalenanti Governi? Ed ecco elencati le colpe maggiori ad entrambi gli schieramenti:
1)- Pasaggio dalle vecchie Lire all'Euro che ha portato ad affamare in malo modo la Popolazione Italiana!
2) - Degrado Politico con conseguenti ripercussioni sulla Onorabilità e Credibilità di una Nazione che si chiamava Italia facendoci deridere da quelle Nazioni che da sempre sono state "Gelose ed Invidiose" dell'Italia quali l'Inghilterra e la Francia.
Ultimo balzello inventato da Berlusconi "l'Evoluzione Tecnologica con la forzata introduzione del Digitale Terrestre". E questo, a mio avviso è un Colpo di Stato perpetrato dallo Stato stesso.
Gioacchino Bambù
Lecce 1° dicembre dellAnno di "disgrazie" del 2009.
Chiedo, gentilmente, all'autore del blog, nel caso in cui trovasse questo mio commento di valenza nazionale, di metterlo in rete o, come si suol dire, "fai girare" Grazie e buon lavoro.

 
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