martedì 16 dicembre 2008

A colloquio con Ciano



In qualità di assessore comunale annuncia soddisfatto la restituzione di beni demaniali sottratti alla città.
Il leader del Partito del Sud: «Siamo l’unico comune del Lazio che ha elaborato dei piani per il recupero del patrimonio collettivo»

Di Franco Schiano



La sfida che un'autoproclamatasi nazionale di calcio delle Due Sicilie, ha lanciato
a quella della Padania per un doppio incontro a Gaeta e Pontida, con incasso a favore di iniziative umanitarie per il terzo mondo, è il punto di partenza di
una chiacchierata con l'assessore al Demanio del Comune di Gaeta Antonio Ciano.
A beneficio dei pochissimi che non lo conoscessero aggiungiamo che Ciano è anche il leader nazionale del Partito del Sud, nonché il portabandiera nella battaglia per la restituzione dei Beni Demaniali alla città di Gaeta.
In particolare quest'ultimo aspetto Ciano ideologicamente lo porta avanti da tempo, ma è solo da circa diciotto mesi che può riempirlo di atti concreti, in funzione del suo ruolo di amministratore comunale.
Ed è proprio su quest'ultimo aspetto che scivola la conversazione.
«In quest'anno e mezzo ho consumato la strada per Roma - esordisce Ciano - ma siamo in vista di un traguardo straordinario: la restituzione alla città di molti beni demaniali, che ci furono portati via a seguito della caduta del Regno delle Due Sicilie, per farpagare alla città la sua fedeltà alla casa di Borbone. Finalmente Gaeta sta per avere giustizia».
Dopo questo, peraltro breve, preambolo storico - politico, Ciano entra nel cuore della questione.
«Siamo, per ora l'unica città del Lazio, che ha presentato progetti credibili per il recupero di beni demaniali. La Regione Lazio ci è vicino e impegnerà circa 36
milioni di euro, per portare a termine questo percorso, che prevede la restituzione e la ristrutturazione di un primo lotto di edifici».
«La Gran Guardia - prosegue Ciano - diventerà il palazzo di rappresentanza della città con i suoi bellissimi saloni. La chiesa di San Domenico e l'annesso stupendo
convento, diventeranno un prestigioso centro d'arte internazionale,che porterà a Gaeta molti visitatori da tutto il mondo.Contemporaneamente ci restituiranno
anche Palazzo Tosti e l'area dove sorgeva l'ex Caserma Gattola, zona San Francesco, abbattuta per motivi statici negli anni sessanta - aggiunge l'assessore Ciano - dalle quali, grazie all'intervento dell'Ater, ex Istituto Case Popolari ndr, si ricaveranno oltre cinquanta appartamenti di piccolo taglio da destinarsi alle
giovani coppie. Un modo per contrastare il calo demografico in atto per gli alti costi delle abitazioni.Mentre il complesso dell'ex Caserma Sant'Angelo, all'interno del perimetro di Monte Orlando,tornerà alla città tramite un progetto di recupero che sta portando avanti il Parco. Tutto questo dovrà trovare spazio e concretezza nel prossimo bilancio della Regione. Ora stiamo completando gli ultimi dettagli di un protocollo tra Regione, Demanio Nazionale e la sezione Laziale e naturalmente il Comune di Gaeta».
«Sono ottimista e fiducioso che l'intera faccenda andrà a buon fine, con atti concreti e ufficiali, entro la prossima primavera - sottolinea con
un sorriso Ciano, rispondendo alla nostra muta perplessità sulle lungaggini burocratiche - in primo luogo, perché i progetti sono ben fatti e tutti gli atti inattaccabili dal punto di vista formale. In secondo luogo perché credo
che la storia ci debba questo sia pur tardivo e parziale risarcimento.
Poi voglio aggiungere che quando arrivo nei vari uffici, sento intorno a me l'affetto e la simpatia di tanti dirigenti e alti funzionarioriginari del Sud.
Fanno tutti il tifo e non solo, per la nostra santa causa».
Inoltre non bisogna dimenticare che il borbonico Ciano diede un buon contributo alla causa del presidente Marrazzo, candidandosi alle ultime regionali e raccogliendo un buon risultato.
Chissà che alla fine i conti non tornino.

Fonte:
Il Nuovo Territorio
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In qualità di assessore comunale annuncia soddisfatto la restituzione di beni demaniali sottratti alla città.
Il leader del Partito del Sud: «Siamo l’unico comune del Lazio che ha elaborato dei piani per il recupero del patrimonio collettivo»

Di Franco Schiano



La sfida che un'autoproclamatasi nazionale di calcio delle Due Sicilie, ha lanciato
a quella della Padania per un doppio incontro a Gaeta e Pontida, con incasso a favore di iniziative umanitarie per il terzo mondo, è il punto di partenza di
una chiacchierata con l'assessore al Demanio del Comune di Gaeta Antonio Ciano.
A beneficio dei pochissimi che non lo conoscessero aggiungiamo che Ciano è anche il leader nazionale del Partito del Sud, nonché il portabandiera nella battaglia per la restituzione dei Beni Demaniali alla città di Gaeta.
In particolare quest'ultimo aspetto Ciano ideologicamente lo porta avanti da tempo, ma è solo da circa diciotto mesi che può riempirlo di atti concreti, in funzione del suo ruolo di amministratore comunale.
Ed è proprio su quest'ultimo aspetto che scivola la conversazione.
«In quest'anno e mezzo ho consumato la strada per Roma - esordisce Ciano - ma siamo in vista di un traguardo straordinario: la restituzione alla città di molti beni demaniali, che ci furono portati via a seguito della caduta del Regno delle Due Sicilie, per farpagare alla città la sua fedeltà alla casa di Borbone. Finalmente Gaeta sta per avere giustizia».
Dopo questo, peraltro breve, preambolo storico - politico, Ciano entra nel cuore della questione.
«Siamo, per ora l'unica città del Lazio, che ha presentato progetti credibili per il recupero di beni demaniali. La Regione Lazio ci è vicino e impegnerà circa 36
milioni di euro, per portare a termine questo percorso, che prevede la restituzione e la ristrutturazione di un primo lotto di edifici».
«La Gran Guardia - prosegue Ciano - diventerà il palazzo di rappresentanza della città con i suoi bellissimi saloni. La chiesa di San Domenico e l'annesso stupendo
convento, diventeranno un prestigioso centro d'arte internazionale,che porterà a Gaeta molti visitatori da tutto il mondo.Contemporaneamente ci restituiranno
anche Palazzo Tosti e l'area dove sorgeva l'ex Caserma Gattola, zona San Francesco, abbattuta per motivi statici negli anni sessanta - aggiunge l'assessore Ciano - dalle quali, grazie all'intervento dell'Ater, ex Istituto Case Popolari ndr, si ricaveranno oltre cinquanta appartamenti di piccolo taglio da destinarsi alle
giovani coppie. Un modo per contrastare il calo demografico in atto per gli alti costi delle abitazioni.Mentre il complesso dell'ex Caserma Sant'Angelo, all'interno del perimetro di Monte Orlando,tornerà alla città tramite un progetto di recupero che sta portando avanti il Parco. Tutto questo dovrà trovare spazio e concretezza nel prossimo bilancio della Regione. Ora stiamo completando gli ultimi dettagli di un protocollo tra Regione, Demanio Nazionale e la sezione Laziale e naturalmente il Comune di Gaeta».
«Sono ottimista e fiducioso che l'intera faccenda andrà a buon fine, con atti concreti e ufficiali, entro la prossima primavera - sottolinea con
un sorriso Ciano, rispondendo alla nostra muta perplessità sulle lungaggini burocratiche - in primo luogo, perché i progetti sono ben fatti e tutti gli atti inattaccabili dal punto di vista formale. In secondo luogo perché credo
che la storia ci debba questo sia pur tardivo e parziale risarcimento.
Poi voglio aggiungere che quando arrivo nei vari uffici, sento intorno a me l'affetto e la simpatia di tanti dirigenti e alti funzionarioriginari del Sud.
Fanno tutti il tifo e non solo, per la nostra santa causa».
Inoltre non bisogna dimenticare che il borbonico Ciano diede un buon contributo alla causa del presidente Marrazzo, candidandosi alle ultime regionali e raccogliendo un buon risultato.
Chissà che alla fine i conti non tornino.

Fonte:
Il Nuovo Territorio

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