sabato 6 dicembre 2008

Antonio Raimondi Sindaco di Gaeta: Rendere giustizia alle tante vittime civili e militari


Il 6 dicembre, alle ore 16, il consiglio comunale di Gaeta si riunirà per approvare la delibera per richiedere i danni di guerra, subiti dalla città durante l’assedio del 1860-61, alla famiglia Savoia.

L’importo si aggira intorno ai 220 milioni di euro, corrispondenti a 2 milioni di lire dell’epoca.


"La caduta di Gaeta, avvenuta il 13 febbraio 1861, è l’emblema della situazione del Sud Italia: quella data segna la nascita della Questione Meridionale che dura ancora oggi – esordisce Raimondi - Basti pesare che fino alla metà dell’Ottocento erano gli abitanti del Nord che emigravano all’estero, mentre alla fine dello stesso secolo furono gli abitanti Mezzogiorno a lasciare le loro terre e dirigersi prevalentemente verso l’America del Nord e del Sud. Questa migrazione, sia pure diretta verso altre mete, continua ancora oggi".

"Gaeta ha pagato un prezzo altissimo per essere stata la Fedelissima del Regno delle Due Sicilie. Nel novembre 1860 la città ha subito una guerra non dichiarata che ha causato grandissimi danni, come si può leggere nelle cronache dell’epoca e nei documenti ufficiali del decurionato – prosegue il Sindaco di Gaeta - I governanti di allora non hanno avuto la possibilità di sedersi ad un tavolo di trattativa: sono stati occupati e basta. Gaeta, da quando divenne fortezza, riceveva un compenso per ospitare nelle sue caserme le guarnigioni dei soldati: dal febbraio del 1861 tutti gli edifici furono requisiti sottraendo all’erario cittadino questa importante entrata. Ancora oggi ne paghiamo le conseguenze con l’indisponibilità di edifici e strade che appartengono al demanio proprio a causa di quelle requisizioni e ciò ha impedito, nel corso degli anni, un vero sviluppo della città".

"Il primo centenario dell’Unità d’Italia si festeggiò a Gaeta alla presenza dell’allora Presidente del Consiglio Amintore Fanfani – aggiunge Antonio Raimondi - Quasi cinquanta anni dopo, il nome di Gaeta o di altre città del Sud non appare nei programmi dello Stato Italiano per i festeggiamenti del 150° anniversario.Chiediamo un riconoscimento morale ed economico per poter migliorare l’aspetto di Gaeta.

Non si tratta di nostalgie borboniche, ma di un atto di giustizia storica. La vera Resistenza, il vero Risorgimento è stato quello contro l’invasore straniero nazifascista che ha portato alla nascita della Repubblica il 2 giugno 1946".

"Ancora oggi si cercano i responsabili di stragi ed eccidi che ancora devono essere punite come quelle naziste in Italia (è il caso di Sant’Anna di Stazzena), il genocidio degli Ebrei, durante la Seconda Guerra Mondiale, o del popolo Armeno tra il 1915 e il 1916 – conclude il Sindaco -Sono Sindaco di una città repubblicana e ho giurato di essere fedele alla Costituzione Italiana.

Il tempo trascorso dall’assedio, 147 anni, non possono farci dimenticare cosa comportò quella guerra mai dichiarata. Con questo consiglio comunale vogliamo ridare dignità storica ed un riconoscimento morale alle tante sofferenze dei nostri concittadini e di tanti meridionali che hanno visto le loro città distrutte senza più avere la possibilità di riprendersi non solo economicamente ma anche sotto il profilo sociale.

I danni del 1861, quantificati all’epoca in 2 milioni di lire, corrispondono a circa 220 milioni di euro: chiediamo questa cifra per rendere giustizia alle tante vittime civili e militari, per dare seguito alle medesime richieste dei nostri amministratori indirizzate al Parlamento tra il 1861 e il 1914 e per dare a Gaeta quello sviluppo che non ha mai potuto avere a causa dell’indisponibilità dei suoi beni e del suo territorio".


Gaeta, 4 dicembre 2008
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Il 6 dicembre, alle ore 16, il consiglio comunale di Gaeta si riunirà per approvare la delibera per richiedere i danni di guerra, subiti dalla città durante l’assedio del 1860-61, alla famiglia Savoia.

L’importo si aggira intorno ai 220 milioni di euro, corrispondenti a 2 milioni di lire dell’epoca.


"La caduta di Gaeta, avvenuta il 13 febbraio 1861, è l’emblema della situazione del Sud Italia: quella data segna la nascita della Questione Meridionale che dura ancora oggi – esordisce Raimondi - Basti pesare che fino alla metà dell’Ottocento erano gli abitanti del Nord che emigravano all’estero, mentre alla fine dello stesso secolo furono gli abitanti Mezzogiorno a lasciare le loro terre e dirigersi prevalentemente verso l’America del Nord e del Sud. Questa migrazione, sia pure diretta verso altre mete, continua ancora oggi".

"Gaeta ha pagato un prezzo altissimo per essere stata la Fedelissima del Regno delle Due Sicilie. Nel novembre 1860 la città ha subito una guerra non dichiarata che ha causato grandissimi danni, come si può leggere nelle cronache dell’epoca e nei documenti ufficiali del decurionato – prosegue il Sindaco di Gaeta - I governanti di allora non hanno avuto la possibilità di sedersi ad un tavolo di trattativa: sono stati occupati e basta. Gaeta, da quando divenne fortezza, riceveva un compenso per ospitare nelle sue caserme le guarnigioni dei soldati: dal febbraio del 1861 tutti gli edifici furono requisiti sottraendo all’erario cittadino questa importante entrata. Ancora oggi ne paghiamo le conseguenze con l’indisponibilità di edifici e strade che appartengono al demanio proprio a causa di quelle requisizioni e ciò ha impedito, nel corso degli anni, un vero sviluppo della città".

"Il primo centenario dell’Unità d’Italia si festeggiò a Gaeta alla presenza dell’allora Presidente del Consiglio Amintore Fanfani – aggiunge Antonio Raimondi - Quasi cinquanta anni dopo, il nome di Gaeta o di altre città del Sud non appare nei programmi dello Stato Italiano per i festeggiamenti del 150° anniversario.Chiediamo un riconoscimento morale ed economico per poter migliorare l’aspetto di Gaeta.

Non si tratta di nostalgie borboniche, ma di un atto di giustizia storica. La vera Resistenza, il vero Risorgimento è stato quello contro l’invasore straniero nazifascista che ha portato alla nascita della Repubblica il 2 giugno 1946".

"Ancora oggi si cercano i responsabili di stragi ed eccidi che ancora devono essere punite come quelle naziste in Italia (è il caso di Sant’Anna di Stazzena), il genocidio degli Ebrei, durante la Seconda Guerra Mondiale, o del popolo Armeno tra il 1915 e il 1916 – conclude il Sindaco -Sono Sindaco di una città repubblicana e ho giurato di essere fedele alla Costituzione Italiana.

Il tempo trascorso dall’assedio, 147 anni, non possono farci dimenticare cosa comportò quella guerra mai dichiarata. Con questo consiglio comunale vogliamo ridare dignità storica ed un riconoscimento morale alle tante sofferenze dei nostri concittadini e di tanti meridionali che hanno visto le loro città distrutte senza più avere la possibilità di riprendersi non solo economicamente ma anche sotto il profilo sociale.

I danni del 1861, quantificati all’epoca in 2 milioni di lire, corrispondono a circa 220 milioni di euro: chiediamo questa cifra per rendere giustizia alle tante vittime civili e militari, per dare seguito alle medesime richieste dei nostri amministratori indirizzate al Parlamento tra il 1861 e il 1914 e per dare a Gaeta quello sviluppo che non ha mai potuto avere a causa dell’indisponibilità dei suoi beni e del suo territorio".


Gaeta, 4 dicembre 2008

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