di Natale Cuccurese
L’agognato trattato sui Dazi fra UE e USA, sottoscritto la scorsa settimana da Trump e Von der Leyen, compare in realtà diversissimo da come ce lo stanno “vendendo” da giorni nei Tg i “propagandisti di regime”. Trattasi di una resa incondizionata sia delle “istituzioni europee”(degli oligarchi) che dei governi nazionali.
Il 15% è oltretutto una base dazi che esclude acciaio, alluminio (dazi al 50%), farmaceutici e semiconduttori (dazi da concordare nelle prossime settimane). Lo dicono apertamente Trump e Lutnick, lo seminega l’apparentemente incapace e sicuramente arrogante, coi popoli europei, Ursula Von der Leyen. Ma come se non bastasse la UE si impegna a comprare 750 mld di gas liquefatto dagli USA (sempre ad un prezzo esorbitante come da tre anni a questa parte) ed a investirne (come? quando?) altri 600 mld in America!
Intanto la Web tax sui colossi USA risulta non pervenuta. Altro che bazooka, quella della Ue è stata una resa incondizionata, senza nessun rispetto per i cittadini e per i sacrifici a loro richiesti in questi ultimi decenni. Questo in aggiunta ai denari previsti per il Rearm Europe e al 5% del Pil italiano che Meloni si è impegnata con la NATO ad investire in acquisti di armi (americane).
Insomma in arrivo nuove tasse e bollette sempre più esorbitanti, insieme ad ulteriori sacrifici in nome dell’Europa.Il che abbinato in Italia agli attuali stipendi da fame in Italia fa presagire un futuro di miseria materiale in arrivo, dopo quella morale già arrivata da anni.
Un carico immane e indefinito, zeppo di potenziali pretesti per ogni finale nefasto e una rivolta sociale di ampie dimensioni. Da qui evidentemente nasceva per il governo Meloni la necessità di approvare in Italia il DL Sicurezza. Utile per reprimere le inevitabili contestazioni passata l’estate, nel caso il popolo si ridestasse dalla letargia che lo ha colto da anni.
Per il Sud le conseguenze dei Dazi saranno drammatiche, molto più che al Nord, senza dimenticare la cancellazione dei Fondi Coesione per i Sud Europa già imposta un mese fa da Ursula con il consenso entusiasta dei “patrioti” italiani. A Salvini e ai suoi scherani non sarà sembrato vero.
Infatti, a differenza del resto del Paese, la quasi totalità delle Regioni del Sud presenta una bassa diversificazione dei prodotti venduti nei mercati esteri, pertanto gli effetti negativi per il nostro sistema produttivo dovrebbero abbattersi maggiormente sui territori dove la dimensione economica dell’export è fortemente condizionata da pochi settori merceologici.
La regione che a livello nazionale presenta l’indice di diversificazione peggiore è la Sardegna (95,6%), dove domina l’export dei prodotti derivanti della raffinazione del petrolio. Seguono il Molise (86,9%), caratterizzato da un peso particolarmente elevato della vendita dei prodotti chimici/materie plastiche e gomma, autoveicoli e prodotti da forno, e la Sicilia (85%), che presenta una forte vocazione nella raffinazione dei prodotti petroliferi. Tra le realtà territoriali del Mezzogiorno, solo la Puglia presenta un livello di diversificazione elevato (49,8%).
Ad eccezione della Puglia, le aree geografiche che, invece, potrebbero subire degli effetti negativi più contenuti di quelli previsti in capo alle regioni del Mezzogiorno sono la Lombardia (con un indice del 43%), il Veneto (46,8%), la Puglia (49,8%), il Trentino Alto Adige (51,1%), l’Emilia Romagna (53,9%) e il Piemonte (54,8%). Oltretutto emerge che anche altre ruberie ai danni dei Sud continuano e, come annunciato da Meloni, anche i “sostegni ” per “aiutare le filiere nazionali” verranno “dirottati” dal PNRR.
In altre parole le armi del Rearm Europe si pagano prosciugando i Fondi coesione destinati ai Sud Europa, come deciso in sede europea, e gli aiuti alle imprese italiane per i dazi imposti dagli amici americani verranno “estratti” dai fondi Pnrr (che dovevano essere per il 65% destinati al Sud da indicazioni europee) e da quel che resta dei Fondi Coesione (visto che lo Stato italiano non li deve più cofinanziare dato che la Ue li ha cancellati come detto sopra). Paga il Sud, come sempre!
E così dopo super bollette energetiche, tasse e balzelli di ogni genere e tipo, aumenti incondizionati di ogni prodotto a partire da quelli alimentari (+3,4% a luglio l’incremento del prezzo del carrello da dati Istat), con stipendi e pensioni da fame, dovremo pagare ancora anche per i consueti e macroscopici errori di Ursula, Giorgia e della loro sgangherata banda di incompetenti.
Unico aspetto positivo l’inizio della fine di questa Unione Europea che ha tradito ogni idea iniziale di Pace e prosperità per i popoli europei, trasformandosi in un mostro bellicista, ademocratico e iperliberista.
Se non si fosse ancora capito la Von der Leyen infatti non è del tutto una nullità, anche se così appare, ma persegue scientemente ed esclusivamente non gli interessi dei popoli europei, ma solo quelli dell’ipercapitalismo europeo che continuerà, indifferente, a trafficare ed esportare scaricando totalmente i costi dei dazi, del gas e delle importazioni sui ceti subalterni, rinfocolando contemporaneamente la guerra fra poveri per tenere al sicuro i propri esclusivi privilegi. In poche parole è molto più pericolosa lei di chiunque altro e il governo Meloni gli tiene bordone, addirittura presentandosi col cappello in mano in Europa richiedendo il prestito Safe di 14 miliardi di euro per l’acquisto di armi. Ovviamente quei 14 miliardi non sono un regalo, sono un debito spalmabile in comode rate (anche in 42 anni) con gli interessi.
In poche parole anche questo ennesimo debito sarà ripagato da noi, dai nostri figli e dai nostri nipoti. Complimenti a Meloni, forse intendeva questo quando dice a che stava facendo la storia. La storia dei debiti da lei contratti e che gli italiani dovranno poi restituire sacrificandosi per generazioni.
Fonte: Meridione/Meridiani
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