mercoledì 27 agosto 2025

Cuccurese: “Sud discriminato, altro che Costituzione!”

A meno che non se ne faccia riferimento rispetto al tentativo di attuazione del regionalismo differenziato portato avanti dal Governo Meloni, già da svariati decenni il tema del gap Nord-Sud è scomparso dall’agenda di tutti i partiti politici, da destra a sinistra, da FdI ad AVS, passando per il M5S, il Pd e le altre formazioni politiche sedicenti nazionali sia parlamentari che extraparlamentari.

Ciò non vuol dire che lo storico divario tra le due Italie sia stato finalmente superato, anzi, all’opposto, come ben evidenzia la Svimez nei suoi rapporti annuali, il divario si è accentuato anche in relazione alla fruizione dei più basilari diritti di cittadinanza: salute, istruzione, trasporti.

Nel campo progressista chi tiene costantemente accessi i riflettori sui vari aspetti della nuova questione meridionale è soltanto il Partito del Sud, il cui  Presidente, Natale Cuccurese, sabato scorso, nel commentare via social i dati Istat elaborati da “La voce”, ha denunciato il maggiore pericolo povertà al Sud rispetto al Centro-Nord.

“‘È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”, ha chiosato Cuccurese, per poi proseguire: “Questo dice l’Art. 3 della Costituzione italiana, al momento ancora teoricamente in vigore, certificazione del fallimento, in gran parte politicamente voluto, dell’attuale Stato italiano che fa l’esatto opposto“.

L’Art. 3 – ha proseguito il dirigente poltico merdionalista – infatti non dice, come invece è realtà in Italia: ‘È compito della Repubblica collocare ostacoli di ordine economico e sociale, che, impedendo di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, ostacolino il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese‘”.

Incredibile poi – ha osservato – che una parte dei meridionali votino proprio quel partito, la Lega, che da sempre li discrimina ed opprime. Prova della manipolazione pervasiva effettuata dai media di regime sulle menti più fragili. I dati più recenti, relativi al 2024, confermano infatti che chi nasce al Sud ha molte più probabilità di crescere in una famiglia in difficoltà economica. In particolare, nel Mezzogiorno quasi il 40% della popolazione è a rischio di povertà o esclusione sociale“.

È quanto emerge – ha precisato Cuccurese – da un’elaborazione de lavoce.info sui dati dell’ultimo rapporto ISTAT, che ha sottolineato come il divario territoriale sia ancora uno dei grandi nodi irrisolti. Secondo il report, chi nasce al Sud ha oggi il triplo delle possibilità di essere a rischio povertà rispetto a chi nasce al Nord. E non è solo una questione di numeri: si tratta di opportunità mancate, di aspirazioni che si scontrano con la realtà, di percorsi di vita che si complicano fin dalla partenza“.

Il fenomeno – ha continuato – colpisce in particolare le famiglie giovani. Quelle in cui il principale percettore di reddito ha meno di 35 anni sono molto più esposte a situazioni di disagio. Nel 2024, tra queste famiglie, l’incidenza del rischio di povertà o esclusione sociale ha raggiunto il 30,5%, in netto aumento rispetto all’anno precedente. E il dato peggiora se in casa ci sono più figli o se si tratta di genitori soli“.

Tutto questo – ha concluso Cuccurese  – non è una condanna naturale, né una caratteristica culturale. È l’effetto di scelte politiche e di disattenzioni storiche. E racconta, in fondo, un paradosso: l’Italia è un Paese in cui il luogo in cui nasci conta più dei tuoi sforzi. Non si tratta solo di avere più o meno soldi in tasca, ma di vivere in un contesto dove scuole, trasporti, sanità, lavoro e casa non offrono le stesse garanzie e possibilità“.

Fonte: VesuvianoNews - articolo di Salvatore Lucchese




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A meno che non se ne faccia riferimento rispetto al tentativo di attuazione del regionalismo differenziato portato avanti dal Governo Meloni, già da svariati decenni il tema del gap Nord-Sud è scomparso dall’agenda di tutti i partiti politici, da destra a sinistra, da FdI ad AVS, passando per il M5S, il Pd e le altre formazioni politiche sedicenti nazionali sia parlamentari che extraparlamentari.

Ciò non vuol dire che lo storico divario tra le due Italie sia stato finalmente superato, anzi, all’opposto, come ben evidenzia la Svimez nei suoi rapporti annuali, il divario si è accentuato anche in relazione alla fruizione dei più basilari diritti di cittadinanza: salute, istruzione, trasporti.

Nel campo progressista chi tiene costantemente accessi i riflettori sui vari aspetti della nuova questione meridionale è soltanto il Partito del Sud, il cui  Presidente, Natale Cuccurese, sabato scorso, nel commentare via social i dati Istat elaborati da “La voce”, ha denunciato il maggiore pericolo povertà al Sud rispetto al Centro-Nord.

“‘È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”, ha chiosato Cuccurese, per poi proseguire: “Questo dice l’Art. 3 della Costituzione italiana, al momento ancora teoricamente in vigore, certificazione del fallimento, in gran parte politicamente voluto, dell’attuale Stato italiano che fa l’esatto opposto“.

L’Art. 3 – ha proseguito il dirigente poltico merdionalista – infatti non dice, come invece è realtà in Italia: ‘È compito della Repubblica collocare ostacoli di ordine economico e sociale, che, impedendo di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, ostacolino il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese‘”.

Incredibile poi – ha osservato – che una parte dei meridionali votino proprio quel partito, la Lega, che da sempre li discrimina ed opprime. Prova della manipolazione pervasiva effettuata dai media di regime sulle menti più fragili. I dati più recenti, relativi al 2024, confermano infatti che chi nasce al Sud ha molte più probabilità di crescere in una famiglia in difficoltà economica. In particolare, nel Mezzogiorno quasi il 40% della popolazione è a rischio di povertà o esclusione sociale“.

È quanto emerge – ha precisato Cuccurese – da un’elaborazione de lavoce.info sui dati dell’ultimo rapporto ISTAT, che ha sottolineato come il divario territoriale sia ancora uno dei grandi nodi irrisolti. Secondo il report, chi nasce al Sud ha oggi il triplo delle possibilità di essere a rischio povertà rispetto a chi nasce al Nord. E non è solo una questione di numeri: si tratta di opportunità mancate, di aspirazioni che si scontrano con la realtà, di percorsi di vita che si complicano fin dalla partenza“.

Il fenomeno – ha continuato – colpisce in particolare le famiglie giovani. Quelle in cui il principale percettore di reddito ha meno di 35 anni sono molto più esposte a situazioni di disagio. Nel 2024, tra queste famiglie, l’incidenza del rischio di povertà o esclusione sociale ha raggiunto il 30,5%, in netto aumento rispetto all’anno precedente. E il dato peggiora se in casa ci sono più figli o se si tratta di genitori soli“.

Tutto questo – ha concluso Cuccurese  – non è una condanna naturale, né una caratteristica culturale. È l’effetto di scelte politiche e di disattenzioni storiche. E racconta, in fondo, un paradosso: l’Italia è un Paese in cui il luogo in cui nasci conta più dei tuoi sforzi. Non si tratta solo di avere più o meno soldi in tasca, ma di vivere in un contesto dove scuole, trasporti, sanità, lavoro e casa non offrono le stesse garanzie e possibilità“.

Fonte: VesuvianoNews - articolo di Salvatore Lucchese




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