domenica 16 giugno 2013

Dopo le elezioni amministrative 2013, è necessario cominciare a scegliere il sud

Pubblichiamo volentieri una riflessione, totalmente condivisibile del coordinamento siciliano del Partito del Sud. Una riflessione che facciamo nostra anche come partito pugliese.
elezioni1
La netta affermazione del centro sinistra alle recenti elezioni amministrative è certamente una buona notizia. Lo è per tre motivi: è stato battuto un centrodestra  che ha dimostrato la propria incapacità ad amministrare le grandi e le piccole città; è stata fortemente ridimensionata la Lega, proprio nelle sue roccaforti del nord-est; è stato fermata l’onda lunga (forse meglio dire corta) del M5S.
Nessun compiacimento però. Questi risultati sono adombrati dall’altissimo tasso di astensionismo: un fenomeno che mina alle radici la valenza democratica di queste consultazioni.
Siamo convinti che le forze politiche che negli ultimi venti anni hanno governato, hanno contribuito ad allontanare i cittadini dalla politica, offrendo loro un’immagine di degrado culturale ed etico. Una classe politica sempre più casta e sempre più lontana dalla realtà, dai problemi dei cittadini, incapace di rinnovarsi e di dare una speranza alle nuove generazioni. Sebbene sia ingeneroso mettere tutti nel mucchio, tuttavia il disamore per la politica è senza dubbio giustificato.
Però è necessario dire con la stessa chiarezza che chi si astiene sbaglia. Gli astenuti, come gli assenti, hanno sempre torto. Molti commentatori parlano di vittoria del partito degli astenuti. No! Non è così! Gli astenuti non vincono mai! A decidere che Ignazio Marino sarà il sindaco di Roma per i prossimi cinque anni non è stato il 40% degli elettori che si sono astenuti, ma il 30% di elettori che lo hanno votato al primo turno. E se ad astenersi fosse stato il 60% o il 70%, a decidere sarebbero stati sempre gli elettori che esprimono il loro voto, anche se questi rappresentassero il 20% o il 15% degli aventi diritto. Se io non vado alle riunioni di condominio finirò col subire sempre e comunque le decisioni di chi partecipa e sarò sempre perdente.
Chi pensa poi che con l’astensione si dia un segnale alla classe politica si illude. Si illude perché i politici seri sanno che la politica va fatta in maniera seria, mentre gli altri, quelli che seri non sono, si preoccuperebbero soltanto di mantenere il consenso in tutti i modi , consentiti e non.
Se gli elettori vogliono dare un segnale devono PARTECIPARE. Partecipare al voto, partecipare alla vita politica della propria comunità, direttamente o tramite le associazioni, i movimenti, i partiti. Sapendo scegliere secondo il proprio orientamento, ma sempre guardando alla serietà e alla coerenza tra idee professate e comportamenti.
Ritornando ai risultati, quelli decisi da chi è andato a votare, ci sono segnali positivi che però non vanno enfatizzati ma compresi. Intanto è bene precisare che si è trattato di elezioni amministrative e non politiche e che i temi locali hanno ovviamente prevalso sulle questioni di rilievo nazionale.
Però è anche vero che la vittoria del centrosinistra è stata diffusa su tutto il territorio nazionale, Sicilia compresa, e questo è significativo. Quanto meno indica che il centrosinistra appare più affidabile del centrodestra nella gestione delle città. Ma è anche il segno che il centrodestra, se non scende in campo in prima persona Silvio Berlusconi, perde ogni capacità attrattiva.
Anche al nord ha vinto il centrosinistra. La Lega è in affanno. Ma attenzione! La crisi della Lega non è irreversibile e comunque indurrà gli altri partiti, anche di centrosinistra, a far propri i temi che stanno più a cuore ai leghisti per potere pescare in quell’elettorato. Ciò vuol dire che saranno ancora più forti le spinte verso politiche nord-centriche che danneggeranno ancora di più il sud.
Infine, com’era prevedibile dopo le elezioni politiche e le vicende che hanno portato all’elezione di Giorgio Napolitano e alla nascita del governo PD – PDL – Lista Civica, sostenuto dalla Lega e voluto da Beppe Grillo, il M5S non ha brillato nel firmamento politico delle amministrative. Probabilmente siamo già nella fase calante di una parabola che dalla Sicilia era partita e in Sicilia sembra esaurirsi. Però è bene ricordare che gli elettori che avevano votato M5S sono ancora più disgustati ed esacerbati. I motivi della loro protesta rimangono tutti. Dobbiamo avere noi la capacità di farli diventare proposta politica, fatti concreti, azioni di protesta democratica ma ferma, decisa.
Agli astenuti, ai delusi, a tutti coloro che vogliono cercare risposte serie nella politica un appello a partecipare, a unirsi a noi, al Partito del SUD, perché insieme possiamo dare al centrosinistra e alla politica italiana oltre alla serietà delle donne e degli uomini del Partito del Sud, un’anima meridionalista e progressista per cambiare il Sud e l’Italia in meglio.

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Pubblichiamo volentieri una riflessione, totalmente condivisibile del coordinamento siciliano del Partito del Sud. Una riflessione che facciamo nostra anche come partito pugliese.
elezioni1
La netta affermazione del centro sinistra alle recenti elezioni amministrative è certamente una buona notizia. Lo è per tre motivi: è stato battuto un centrodestra  che ha dimostrato la propria incapacità ad amministrare le grandi e le piccole città; è stata fortemente ridimensionata la Lega, proprio nelle sue roccaforti del nord-est; è stato fermata l’onda lunga (forse meglio dire corta) del M5S.
Nessun compiacimento però. Questi risultati sono adombrati dall’altissimo tasso di astensionismo: un fenomeno che mina alle radici la valenza democratica di queste consultazioni.
Siamo convinti che le forze politiche che negli ultimi venti anni hanno governato, hanno contribuito ad allontanare i cittadini dalla politica, offrendo loro un’immagine di degrado culturale ed etico. Una classe politica sempre più casta e sempre più lontana dalla realtà, dai problemi dei cittadini, incapace di rinnovarsi e di dare una speranza alle nuove generazioni. Sebbene sia ingeneroso mettere tutti nel mucchio, tuttavia il disamore per la politica è senza dubbio giustificato.
Però è necessario dire con la stessa chiarezza che chi si astiene sbaglia. Gli astenuti, come gli assenti, hanno sempre torto. Molti commentatori parlano di vittoria del partito degli astenuti. No! Non è così! Gli astenuti non vincono mai! A decidere che Ignazio Marino sarà il sindaco di Roma per i prossimi cinque anni non è stato il 40% degli elettori che si sono astenuti, ma il 30% di elettori che lo hanno votato al primo turno. E se ad astenersi fosse stato il 60% o il 70%, a decidere sarebbero stati sempre gli elettori che esprimono il loro voto, anche se questi rappresentassero il 20% o il 15% degli aventi diritto. Se io non vado alle riunioni di condominio finirò col subire sempre e comunque le decisioni di chi partecipa e sarò sempre perdente.
Chi pensa poi che con l’astensione si dia un segnale alla classe politica si illude. Si illude perché i politici seri sanno che la politica va fatta in maniera seria, mentre gli altri, quelli che seri non sono, si preoccuperebbero soltanto di mantenere il consenso in tutti i modi , consentiti e non.
Se gli elettori vogliono dare un segnale devono PARTECIPARE. Partecipare al voto, partecipare alla vita politica della propria comunità, direttamente o tramite le associazioni, i movimenti, i partiti. Sapendo scegliere secondo il proprio orientamento, ma sempre guardando alla serietà e alla coerenza tra idee professate e comportamenti.
Ritornando ai risultati, quelli decisi da chi è andato a votare, ci sono segnali positivi che però non vanno enfatizzati ma compresi. Intanto è bene precisare che si è trattato di elezioni amministrative e non politiche e che i temi locali hanno ovviamente prevalso sulle questioni di rilievo nazionale.
Però è anche vero che la vittoria del centrosinistra è stata diffusa su tutto il territorio nazionale, Sicilia compresa, e questo è significativo. Quanto meno indica che il centrosinistra appare più affidabile del centrodestra nella gestione delle città. Ma è anche il segno che il centrodestra, se non scende in campo in prima persona Silvio Berlusconi, perde ogni capacità attrattiva.
Anche al nord ha vinto il centrosinistra. La Lega è in affanno. Ma attenzione! La crisi della Lega non è irreversibile e comunque indurrà gli altri partiti, anche di centrosinistra, a far propri i temi che stanno più a cuore ai leghisti per potere pescare in quell’elettorato. Ciò vuol dire che saranno ancora più forti le spinte verso politiche nord-centriche che danneggeranno ancora di più il sud.
Infine, com’era prevedibile dopo le elezioni politiche e le vicende che hanno portato all’elezione di Giorgio Napolitano e alla nascita del governo PD – PDL – Lista Civica, sostenuto dalla Lega e voluto da Beppe Grillo, il M5S non ha brillato nel firmamento politico delle amministrative. Probabilmente siamo già nella fase calante di una parabola che dalla Sicilia era partita e in Sicilia sembra esaurirsi. Però è bene ricordare che gli elettori che avevano votato M5S sono ancora più disgustati ed esacerbati. I motivi della loro protesta rimangono tutti. Dobbiamo avere noi la capacità di farli diventare proposta politica, fatti concreti, azioni di protesta democratica ma ferma, decisa.
Agli astenuti, ai delusi, a tutti coloro che vogliono cercare risposte serie nella politica un appello a partecipare, a unirsi a noi, al Partito del SUD, perché insieme possiamo dare al centrosinistra e alla politica italiana oltre alla serietà delle donne e degli uomini del Partito del Sud, un’anima meridionalista e progressista per cambiare il Sud e l’Italia in meglio.

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