venerdì 27 luglio 2012

Su "La Nuova Ferrara" si parla dell'ultimo libro di Gigi Di Fiore: Le stragi degli Alleati nel sud dimenticate dalla storia



DI PIER VITTORIO BUFFA
Non c'è dubbio che il lavoro del giornalista scrittore Gigi Di Fiore (Controstoria della Liberazione - Le stragi e i crimini dimenticati degli Alleati nell'Italia del sud, Rizzoli, 356 pagine, 19 euro) è uno di quelli che sorprende. In oltre trecento pagine mette in fila fatti noti e meno noti, delitti e misfatti, stupri e violenze.
Con il rigore del cronista e la profondità dello storico ci prende per mano e ci porta dalle spiagge siciliane dove sbarcarono gli alleati nel luglio del 1943 su su fino alla linea Gustav, ai paesi distrutti dalla battaglia di Monte Cassino, alla Napoli occupata.
Ci porta per mano e ci racconta come chi sta dietro le quinte di uno spettacolo teatrale e vede quello che succede quando il pubblico non vede.
Documenta le stragi di cui si sono macchiati gli americani in Sicilia: uccisioni in massa di soldati e cittadini inermi o, ancora peggio, prigionieri.
I bombardamenti sui centri abitati anche dopo l'armistizio. E poi le violenze efferate dei soldati marocchini in Ciociaria: migliaia di donne stuprate dai militari vittoriosi.
A quel dramma Di Fiore dedica la quarta di copertina dove riporta il passo più agghiacciante del discorso che fece ai soldati nordafricani il generale francese Alphoinse Juin il 14 maggio 1944: “Oltre quei monti, oltre quei nemici che stanotte ucciderete, c'è una terra ricca di donne, di vino, di case. Se voi riuscirete a passare senza lasciare vivo un solo nemico, il vostro generale vi promette che tutto quello che troverete sarà vostro, a vostro piacimento e volontà. Per cinquanta ore”.
Spiega Di Fiore: “Quanto accadde nel 1944 in Ciociaria o nel 1943 in Sicilia e poi a Napoli non è solo l'emblema degli orrori che una guerra può produrre, ma anche il simbolo esemplificativo di come il sud sia stato calpestato e violato durante la grande tragedia della Seconda guerra mondiale”. E' per questo che Controstoria della Liberazione va visto come un mattone importante nel mantenimento della memoria.
Quasi contemporaneamente agli stupri in Ciociaria, solo un po' più a nord, i soldati tedeschi sterminavano migliaia di cittadini italiani inermi.
Un unico filo di dolore e sangue che ha unito tutta l'Italia dal ragusano alle Alpi.
E che non va dimenticato. Senza sconti per i vinti, ma nemmeno per i vincitori.
E con tanto, tanto rispetto per chi ne è stato vittima.


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DI PIER VITTORIO BUFFA
Non c'è dubbio che il lavoro del giornalista scrittore Gigi Di Fiore (Controstoria della Liberazione - Le stragi e i crimini dimenticati degli Alleati nell'Italia del sud, Rizzoli, 356 pagine, 19 euro) è uno di quelli che sorprende. In oltre trecento pagine mette in fila fatti noti e meno noti, delitti e misfatti, stupri e violenze.
Con il rigore del cronista e la profondità dello storico ci prende per mano e ci porta dalle spiagge siciliane dove sbarcarono gli alleati nel luglio del 1943 su su fino alla linea Gustav, ai paesi distrutti dalla battaglia di Monte Cassino, alla Napoli occupata.
Ci porta per mano e ci racconta come chi sta dietro le quinte di uno spettacolo teatrale e vede quello che succede quando il pubblico non vede.
Documenta le stragi di cui si sono macchiati gli americani in Sicilia: uccisioni in massa di soldati e cittadini inermi o, ancora peggio, prigionieri.
I bombardamenti sui centri abitati anche dopo l'armistizio. E poi le violenze efferate dei soldati marocchini in Ciociaria: migliaia di donne stuprate dai militari vittoriosi.
A quel dramma Di Fiore dedica la quarta di copertina dove riporta il passo più agghiacciante del discorso che fece ai soldati nordafricani il generale francese Alphoinse Juin il 14 maggio 1944: “Oltre quei monti, oltre quei nemici che stanotte ucciderete, c'è una terra ricca di donne, di vino, di case. Se voi riuscirete a passare senza lasciare vivo un solo nemico, il vostro generale vi promette che tutto quello che troverete sarà vostro, a vostro piacimento e volontà. Per cinquanta ore”.
Spiega Di Fiore: “Quanto accadde nel 1944 in Ciociaria o nel 1943 in Sicilia e poi a Napoli non è solo l'emblema degli orrori che una guerra può produrre, ma anche il simbolo esemplificativo di come il sud sia stato calpestato e violato durante la grande tragedia della Seconda guerra mondiale”. E' per questo che Controstoria della Liberazione va visto come un mattone importante nel mantenimento della memoria.
Quasi contemporaneamente agli stupri in Ciociaria, solo un po' più a nord, i soldati tedeschi sterminavano migliaia di cittadini italiani inermi.
Un unico filo di dolore e sangue che ha unito tutta l'Italia dal ragusano alle Alpi.
E che non va dimenticato. Senza sconti per i vinti, ma nemmeno per i vincitori.
E con tanto, tanto rispetto per chi ne è stato vittima.


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