lunedì 4 giugno 2012

Perché i partiti cercano liste civiche?



Riceviamo e postiamo:

Di Bruno Pappalardo

La risposta è fin troppo scontata!
I partiti hanno dimostrato di non saper cogliere le indifferibili esigenze della gente. Di non saper interpretare una volta si diceva la “pancia”, e stavolta veramente di pancia si tratta, le non più rinviabili soluzioni esistenziali del 78% dei cittadini ormai sulla soglia, direi sul davanzale, della povertà.
Gli appelli, i lamenti, non hanno avuto alcuna risposta. Il PD ad esempio tace da oltre tre mesi. I partiti già sanno che l’astensionismo sarà biblico. La soluzione? Ricorrere alle liste civiche!
È una soluzione non propriamente voluta, anzi disprezzata ma sono costretti ad avvicinarvisi.
Ora mi occorrerebbe formulare il significato dei “lista civica”: “è un elenco di elettori totalmente autonomo che è generalmente presente nelle elezioni amministrative. “Il loro programma parte dal basso tra i cittadini e mira localmente ad affrontare e risolvere i problemi “senza vincoli” con i partiti tradizionali e che prende in carico il requisito di movimento d’opinione temporaneo”.
Ovviamente è su ciò che i partiti si divertiranno a raccontarsi e argomentare le proprie ragioni: “vogliamo raccogliere le istanze della gente, …vogliamo essere il più vicino ai loro problemi”. Chi non sapeva il significato di rettorica, ebbene, eccola!
Ad esempio il Partito del Sud, nella competizione elettorale amministrativa di Napoli, un anno fa, sostenne l’attuale sindaco Luigi de Magistris. Non si presentò denominandosi come tanta altre liste, IO CON TE, TU CON ME, FORZA DI QUA’, FORZA DI LA’, SE MI VOLETE, SONO A CASA, ma con il suo vero nome “PARTITO” sfidando la “partitocrazia”. Vi direte, ma come? Un partito che si presenta con la stessa etichetta dei miserevoli soggetti partitici d’oggi, vuol pretendere di lottare la partitocrazia? Già perché non è il nome che da valore al contenuto, essenza promozionale del movimento.
Ma allora quale è la peculiarità che dovrebbero avere una lista civica o partito o movimento se la classificazione non conta? Primo: quantità; Secondo: contenuti.
Sul primo non mi soffermerei. È già tanto che qualcuno vada a votare che lascerei stare. Poi pare che tutto sia opinabile. Sul secondo, invece, un senso c’è; la forza dell’alternativa politica avversa a quei arragnatelati in Parlamento, nelle banche nei propri uomini arrestati, indagati, e assolti; nelle Amministrazioni pubbliche e partecipate, nelle grandi industrie, nei grandi feudi delle utenze, IOR, et cetera, nel carosello tra manager, dirigenti e giudici grassatori, insulse Antitrust o Agenzie di Controllo, TAR, CSM e altro, dove girano vorticosamente sempre gli stessi tra uomini di potentati e forze della politica europea e internazionale. Dunque, diventano fondamentali nuovi programmi e proposte ma soprattutto la negazione di tutto ciò che ha rappresentato l’ignobile passato in una nuova visione globale del “fare” del “divenire” del futuro dei giovani, dei nuovi metodi di intervento per l’organizzazione del lavoro, dei 6mln. di disoccupati, 28 mln. di poveri, abbandono totale dei beni comuni e tutto genesi di una nuova propulsione originatasi dal basso, dalle necessità della società civile, dalle PMI avvilite e dai suoi ignorati suicidi . Questo dà vita ad una LISTA ma anche ad un qualsiasi partito comunque si chiami.
Ma queste potrebbero essere le solite parole sciape scritte e tipiche del genere propagandistico.
Lo è anche Eugenio Scalfari che cerca Roberto Saviano o Zagrebesky o De Gregorio per il PD oppure, questo, alle politiche andrà verso la disfatta? Schifano spera in Gigi D’Alessio! Fini, invece, pare rivuole Reja.
Incredibile hanno solo capito che occorrono comici, cantanti e qualche scrittore.
Risorgono i Montezemolo,i Landini-Fiom, i Rodotà (onesto uomo che si rifiuta) e chi come Leonardo Metalli vuole, insieme a Minzolini, creare una rete televisiva con Grillo e per Grillo. Insomma tutte “facce nuove”? Non hanno capito un ciufolo!
Ma sapete anche perché cercano, a malincuore, liste e volti nuovi, perché le facce non c’è l’hanno più e finalmente hanno capito che la gente ha capito!
Come possono presentarsi dopo aver estromesso il Sud dai crediti da restituire alla aziende spezzando il paese in due e dopo che stanno spendendo i FAS di esso in questa vergogna del Salva Italia bocconiana?
Come possono presentarsi loro agli elettori quando questa settimana si giocheranno le poche briciole di credibilità perché dovranno pasticciare, do ut des, parecchio, ABC, per far passare il DDL. sulla Giustizia ciascuno garantendo per l’altro “art.13, traffici di influenza, corruzione, falso in bilancio e intercettazioni” e più di tutto salvare B. mentre Napolitano si fa la Sua parata (o autogol).
Forse si daranno un bel sine die fino a dopo le elezioni ma lasciando passare la brutta faccenda delle “intercettazioni” imbavagliando la stampa, nei giorni pre-elettorali, perché taccia sulle loro irreali verità.

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Riceviamo e postiamo:

Di Bruno Pappalardo

La risposta è fin troppo scontata!
I partiti hanno dimostrato di non saper cogliere le indifferibili esigenze della gente. Di non saper interpretare una volta si diceva la “pancia”, e stavolta veramente di pancia si tratta, le non più rinviabili soluzioni esistenziali del 78% dei cittadini ormai sulla soglia, direi sul davanzale, della povertà.
Gli appelli, i lamenti, non hanno avuto alcuna risposta. Il PD ad esempio tace da oltre tre mesi. I partiti già sanno che l’astensionismo sarà biblico. La soluzione? Ricorrere alle liste civiche!
È una soluzione non propriamente voluta, anzi disprezzata ma sono costretti ad avvicinarvisi.
Ora mi occorrerebbe formulare il significato dei “lista civica”: “è un elenco di elettori totalmente autonomo che è generalmente presente nelle elezioni amministrative. “Il loro programma parte dal basso tra i cittadini e mira localmente ad affrontare e risolvere i problemi “senza vincoli” con i partiti tradizionali e che prende in carico il requisito di movimento d’opinione temporaneo”.
Ovviamente è su ciò che i partiti si divertiranno a raccontarsi e argomentare le proprie ragioni: “vogliamo raccogliere le istanze della gente, …vogliamo essere il più vicino ai loro problemi”. Chi non sapeva il significato di rettorica, ebbene, eccola!
Ad esempio il Partito del Sud, nella competizione elettorale amministrativa di Napoli, un anno fa, sostenne l’attuale sindaco Luigi de Magistris. Non si presentò denominandosi come tanta altre liste, IO CON TE, TU CON ME, FORZA DI QUA’, FORZA DI LA’, SE MI VOLETE, SONO A CASA, ma con il suo vero nome “PARTITO” sfidando la “partitocrazia”. Vi direte, ma come? Un partito che si presenta con la stessa etichetta dei miserevoli soggetti partitici d’oggi, vuol pretendere di lottare la partitocrazia? Già perché non è il nome che da valore al contenuto, essenza promozionale del movimento.
Ma allora quale è la peculiarità che dovrebbero avere una lista civica o partito o movimento se la classificazione non conta? Primo: quantità; Secondo: contenuti.
Sul primo non mi soffermerei. È già tanto che qualcuno vada a votare che lascerei stare. Poi pare che tutto sia opinabile. Sul secondo, invece, un senso c’è; la forza dell’alternativa politica avversa a quei arragnatelati in Parlamento, nelle banche nei propri uomini arrestati, indagati, e assolti; nelle Amministrazioni pubbliche e partecipate, nelle grandi industrie, nei grandi feudi delle utenze, IOR, et cetera, nel carosello tra manager, dirigenti e giudici grassatori, insulse Antitrust o Agenzie di Controllo, TAR, CSM e altro, dove girano vorticosamente sempre gli stessi tra uomini di potentati e forze della politica europea e internazionale. Dunque, diventano fondamentali nuovi programmi e proposte ma soprattutto la negazione di tutto ciò che ha rappresentato l’ignobile passato in una nuova visione globale del “fare” del “divenire” del futuro dei giovani, dei nuovi metodi di intervento per l’organizzazione del lavoro, dei 6mln. di disoccupati, 28 mln. di poveri, abbandono totale dei beni comuni e tutto genesi di una nuova propulsione originatasi dal basso, dalle necessità della società civile, dalle PMI avvilite e dai suoi ignorati suicidi . Questo dà vita ad una LISTA ma anche ad un qualsiasi partito comunque si chiami.
Ma queste potrebbero essere le solite parole sciape scritte e tipiche del genere propagandistico.
Lo è anche Eugenio Scalfari che cerca Roberto Saviano o Zagrebesky o De Gregorio per il PD oppure, questo, alle politiche andrà verso la disfatta? Schifano spera in Gigi D’Alessio! Fini, invece, pare rivuole Reja.
Incredibile hanno solo capito che occorrono comici, cantanti e qualche scrittore.
Risorgono i Montezemolo,i Landini-Fiom, i Rodotà (onesto uomo che si rifiuta) e chi come Leonardo Metalli vuole, insieme a Minzolini, creare una rete televisiva con Grillo e per Grillo. Insomma tutte “facce nuove”? Non hanno capito un ciufolo!
Ma sapete anche perché cercano, a malincuore, liste e volti nuovi, perché le facce non c’è l’hanno più e finalmente hanno capito che la gente ha capito!
Come possono presentarsi dopo aver estromesso il Sud dai crediti da restituire alla aziende spezzando il paese in due e dopo che stanno spendendo i FAS di esso in questa vergogna del Salva Italia bocconiana?
Come possono presentarsi loro agli elettori quando questa settimana si giocheranno le poche briciole di credibilità perché dovranno pasticciare, do ut des, parecchio, ABC, per far passare il DDL. sulla Giustizia ciascuno garantendo per l’altro “art.13, traffici di influenza, corruzione, falso in bilancio e intercettazioni” e più di tutto salvare B. mentre Napolitano si fa la Sua parata (o autogol).
Forse si daranno un bel sine die fino a dopo le elezioni ma lasciando passare la brutta faccenda delle “intercettazioni” imbavagliando la stampa, nei giorni pre-elettorali, perché taccia sulle loro irreali verità.

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