lunedì 5 dicembre 2011

Il Governo che toglie ai poveri per donare ai ricchi


Di Marco Lillo

Per fortuna il ministro delle infrastrutture e dello sviluppo economico,
Corrado Passera, ha premesso “non è una grande risposta” prima di dire in conferenza stampa: “Sul beauty contest non abbiamo ancora esaminato il problema”. Così Passera ha rassicurato l’italiano più ricco che per lui non ci sono sacrifici all’orizzonte. Nessuno toccherà i suoi soldi.

Le frequenze tv potranno essere assegnate gratuitamente a Mediaset in perfetta continuità con la politica di un ex dipendente del Cavaliere, come l’ex ministro Paolo Romani.

In altri paesi, come il Canada o gli Usa, dove si è fatto il passaggio dall’analogico al digitale, i Governi non si sognano nemmeno di donare agli operatori le frequenze liberate dalle nuove tecnologie. In Italia invece – nonostante una crisi di liquidità drammatica – il Governo Monti , come quello di Berlusconi, sembra insistere nel voler donare le frequenze alle società televisive.

Berlusconi ha finto di volere il beauty contest (“concorso di bellezza”, dove vince senza pagare un euro chi ha i numeri migliori e non chi offre di più) per permettere ai nuovi entranti di aggiudicarsi le frequenze aprendo così il mercato. Ovviamente era una balla, un trucco, una cortina fumogena. I più avveduti avevano compreso che si trattava di un diversivo per evitare la gara, che invece è stata effettuata con introiti miliardari per le frequenze telefoniche. Il ministro in carica fino a poche settimane fa, Paolo Romani, con la complice distrazione della sinistra e dell’Europa (che forse pensavano di aiutare Sky ad entrare nel settore del digitale dalla porta principale) ha creato un bando fatto su misura per perpetuare l’oligopolio e per tagliare le gambe ai veri operatori nuovi.

Ieri Mario Monti ha chiesto agli italiani molti sacrifici: l’Ici sulla prima casa, un’aliquota che può superare l’uno per cento sulla seconda casa, l’aumento dell’Iva, la riforma delle pensioni. E le frequenze tv di Mediaset? “Non abbiamo esaminato il problema”.

Non si possono chiedere sacrifici ai più poveri, piangendo lacrime in diretta, mentre si fa un regalo all’uomo più ricco d’Italia. Davvero non è stata una gran risposta.


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Di Marco Lillo

Per fortuna il ministro delle infrastrutture e dello sviluppo economico,
Corrado Passera, ha premesso “non è una grande risposta” prima di dire in conferenza stampa: “Sul beauty contest non abbiamo ancora esaminato il problema”. Così Passera ha rassicurato l’italiano più ricco che per lui non ci sono sacrifici all’orizzonte. Nessuno toccherà i suoi soldi.

Le frequenze tv potranno essere assegnate gratuitamente a Mediaset in perfetta continuità con la politica di un ex dipendente del Cavaliere, come l’ex ministro Paolo Romani.

In altri paesi, come il Canada o gli Usa, dove si è fatto il passaggio dall’analogico al digitale, i Governi non si sognano nemmeno di donare agli operatori le frequenze liberate dalle nuove tecnologie. In Italia invece – nonostante una crisi di liquidità drammatica – il Governo Monti , come quello di Berlusconi, sembra insistere nel voler donare le frequenze alle società televisive.

Berlusconi ha finto di volere il beauty contest (“concorso di bellezza”, dove vince senza pagare un euro chi ha i numeri migliori e non chi offre di più) per permettere ai nuovi entranti di aggiudicarsi le frequenze aprendo così il mercato. Ovviamente era una balla, un trucco, una cortina fumogena. I più avveduti avevano compreso che si trattava di un diversivo per evitare la gara, che invece è stata effettuata con introiti miliardari per le frequenze telefoniche. Il ministro in carica fino a poche settimane fa, Paolo Romani, con la complice distrazione della sinistra e dell’Europa (che forse pensavano di aiutare Sky ad entrare nel settore del digitale dalla porta principale) ha creato un bando fatto su misura per perpetuare l’oligopolio e per tagliare le gambe ai veri operatori nuovi.

Ieri Mario Monti ha chiesto agli italiani molti sacrifici: l’Ici sulla prima casa, un’aliquota che può superare l’uno per cento sulla seconda casa, l’aumento dell’Iva, la riforma delle pensioni. E le frequenze tv di Mediaset? “Non abbiamo esaminato il problema”.

Non si possono chiedere sacrifici ai più poveri, piangendo lacrime in diretta, mentre si fa un regalo all’uomo più ricco d’Italia. Davvero non è stata una gran risposta.


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