Ero lì. Ero sull’estremità che sporge sul passaggio centrale della platea.
La sagoma nera apparve come un’ombra ma venne a delineandosi sotto il faro giallo abbacinante come un titano. Il fondo era azzurro come la musica che ritmava il racconto viola. L’urlo dai polmoni alti del citante, erano volti al soffitto, segnavano un ragionare cadenzato come colpi di martello regolari ma abbassati da muscoli forti.
Uno schermo centrale definiva la centralità ma era un falso centro. Ebbe pochi minuti di popolarità.
Tutto era semplice come gli strumenti, tutti utili e belli, l’artista e il cantore.
Il rosso profondo della sala, l’azzurro il fondo, il giallo strobo dei fesnel nei fari dava splendore agli ori;
Ma un’ombra nera predominava sulle luci. Era forse per quell’abito del gigante, quella Thonet lasciata spesso sola, le luci che ci lasciavano nel buio per modulare le chiusure di scena o la stessa Storia Narrata?
Forse’!! Ma quella ebbe felice esito perché venne Rivelata.
Avemmo lo slancio di un lungo applauso ai nomi dei nostri eroi, eroi della giustizia,… forse erano lì e dovettero inchinarsi per un saluto davanti al sipario;… chissà?
Giunse inatteso il sorriso di Luigi e lo scapuzziare di Pino sull’epistrofeo per ritmare Mimmo mentre io, dietro, dribblavo il suo capo. Giunse di nuovo la sagoma nera che apparve delineandosi stavolta con le braccia alte e il volto della cosa ben fatta. La serata non ebbe maschere colorate ne volti di gesso, occhi cavi o nasi rossi ma lasola Verità
da Bruno Pappalardo, fila 2, posto 2 da TERRONI- SUDVOX, 06.11.2011
Nessun commento:
Posta un commento