NAPOLI - Il sindaco Luigi de Magistris l’ha raccontato ai suoi assessori qualche giorno fa, nel corso di una seduta di giunta informale: andando in giro per gli uffici del Comune di buon mattino, ha notato che qualcosa non andava. In alcuni casi i dipendenti non erano lì dove dovevano essere, nonostante il turno di lavoro fosse iniziato. Quella visita a sorpresa è stata poi replicata, in altri uffici dell'Ente. E de Magistris ha potuto constatare i problemi (ma anche le eccellenze) del personale di Palazzo San Giacomo.
Ora questo modus operandi sarà replicato dall'assessore al Patrimonio, Bernardino Tuccillo, intenzionato a replicare le visite a sorpresa e deciso a spedire - nel caso di comprovate, gravi mancanze - la Polizia Municipale per ispezioni formali. L'obiettivo dichiarato dal primo giorno è perseguire la linea della massima efficienza della macchina comunale, bloccando, nel contempo, gli incentivi a pioggia. «Efficienza - avverte l'assessore - non significa vessazione nei confronti dei nostri dipendenti. Sia chiaro che però vogliamo però funzionare quel che ora non va». E se c'è qualcosa che non va, oggi, è l'esercito degli inidonei comunali, meglio definiti i «dipendenti fantasma» ovvero coloro che per motivi fisici non possono svolgere le mansioni assegnate dall'amministrazione.
Lo studio pubblicato ieri dal «Mattino» mostra che nell'amministrazione sono 700 i casi del genere, il 18 per cento circa del totale dei lavoratori dell'Ente. La concentrazione maggiore è nel settore degli addetti al servizio fognature: 252 lavoratori, 81 inidonei tra parziali e totali. Poi la Polizia Municipale: su 1331 vigili, 384 hanno incarichi «ridimensionati» per motivi di salute. E ancora nell'elenco ci sono i giardinieri, gli operatori cimiteriali, le maestre e via discorrendo. «Indubbiamente scontiamo un turn over lento - spiega l'assessore al Personale - e una età media dei dipendenti piuttosto alta visto che è di 55 anni».
In questo la conferma è nelle patologie descritte dal servizio di sorveglianza sanitaria, affidato a Maria Triassi, ordinario d'Igiene alla Federico II, per conto del dipartimento di Scienze mediche preventive dell'ateneo federiciano. Per lo più i dipendenti comunali partenopei hanno problemi alla colonna vertebrale, patologie cardiovascolare, diabete: insomma, tutti guai che statisticamente sono propri di quell'età. «Avremmo bisogno di poter offrire ad una parte dei nostri lavoratori la possibilità del prepensionamento, ma servono i soldi per gli incentivi». Questo è stato uno degli argomenti trattati dal sindaco di Napoli nel recente incontro col presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: risorse economiche per il ricambio all'interno della macchina comunale. Circa 4mila, le posizioni che potrebbero aprirsi, se solo ci fossero i soldi.
Tornando ai certificati medici, a questo punto sono due aspetti che il Comune sta valutando: la lotta ai furbi e la ricollocazione dei lavoratori effettivamente con difficoltà fisiche. «Abbiamo già deciso che rivedremo caso per caso tutte le inidoneità, cercando di capire se i provvedimenti sono realmente congrui», annuncia Tuccillo. Dunque, saranno stanati eventuali furbi. Chi è realmente inidoneo - ed è questo l'altro aspetto - dovrà prepararsi ad essere trasferito lì dove serve, così da evitare così il fenomeno dei «fantasmi» pagati per far nulla. Ma c'è di più: il Comune ha intenzione di fermare gli incentivi a pioggia: «Nomineremo a breve - conclude Bernardino Tuccillo - un nuovo nucleo di valutazione costituito da esperti, che valuterà con rigore i criteri per assegnare i premi di produttività e gli incentivi. Le risorse economiche andranno solo a chi dimostrerà di aver lavorato bene per l'amministrazione».
Ciro Pellegrino
Fonte: Il Mattino
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