lunedì 1 agosto 2011

Un parcheggio invece del Museo?


A Ercolano, Regione e Provincia cancellano i fondi. Il Mav, il più importante museo archeologico virtuale al mondo, rischia la chiusura
FLAVIA AMABILE


All’inizio volevano farne un parcheggio sotterraneo. Per una volta è andata in modo un po’ diverso: da due anni in una struttura a tre piani a pochi passi dagli scavi di Ercolano è stato aperto il Mav, il Museo Archeologico Virtuale, il più importante al mondo, un successo capace di ottenere incassi anche di 7 mila euro al giorno.

In una di quelle incredibili storie che soltanto in Italia possono accadere, questo Museo che il mondo ci invidia rischia di tornare alla casella di partenza e diventare il parcheggio sotterraneo che finora è rimasto soltanto un progetto.

Le voci si rincorrono tra Ercolano, Pompei e gli uffici della Provincia di Napoli e della Regione Campania. E lo stesso direttore della struttura Ciro Cacciola lo ammette: «Se il Mav dovesse trovarsi in una crisi tale da chiudere le attività il progetto iniziale è ancora lì: un parcheggio interrato al livello inferiore e un mercato coperto al livello superiore, dove ora c’è il nostro Auditorium».

Ma come può essere in crisi una struttura da 200 mila visitatori, il Museo più visitato della Campania, un gioiello costato 5 milioni di euro di cui ha parlato il mondo intero? Perché nel Mav, è stato ricostruito un viaggio nella storia attraverso le città sepolte di Ercolano, Pompei, Boscoreale, Baia, Stabia e Capri. Oltre 70 installazioni multimediali, ricostruzioni tridimensionali, laser, touchscreen, effetti ambientali e molto altro ancora. I turisti stranieri ne vanno pazzi, gli studenti italiani anche.

«L’attività va benissimo», conferma il direttore. Il problema è un altro: mancano all’appello circa 600 mila euro, più della metà del bilancio del Mav. La Provincia di Napoli ha cancellato 300 mila euro già previsti nel bilancio del 2011 e la Regione Campania non ha iscritto in bilancio nemmeno un centesimo per il 2011 a favore del Mav. Lo scorso anno, quando la giunta è ancora del centrosinistra, vengono promessi 300 mila euro per il 2010. A fine anno, quando sulla poltrona di presidente della Regione c’è ormai Stefano Caldoro del Pdl, la Regione sforbicia i fondi annunciati: da 300 mila diventano 225 mila. Sforbiciati e comunque mai erogati nonostante si sia ormai a sette mesi dall’inizio del nuovo anno.

Una questione di tagli, insomma, ma non solo. La questione è più seria: nel caso del Mav, i fondi non sono il solito contributo elargito dalle istituzioni: il Museo Archeologico Virtuale è una Fondazione, la Regione Campania e la provincia di Napoli ne sono i soci principali.

«Hanno il dovere di finanziare la struttura», avverte il direttore del Museo. L’improvviso sfilarsi dagli impegni presi da parte delle due istituzioni campane sta creando un’incertezza che è alla base della profonda crisi attraversata dal Mav. «Anche perché non siamo un carrozzone - precisa il direttore - Abbiamo un solo dipendente a tempo indeterminato e otto a tempo determinato e abbiamo già tagliato la promozione, l’ufficio stampa e la comunicazione. Se si va avanti così non ci resterà che chiudere durante i giorni feriali».

Fonte: La Stampa

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A Ercolano, Regione e Provincia cancellano i fondi. Il Mav, il più importante museo archeologico virtuale al mondo, rischia la chiusura
FLAVIA AMABILE


All’inizio volevano farne un parcheggio sotterraneo. Per una volta è andata in modo un po’ diverso: da due anni in una struttura a tre piani a pochi passi dagli scavi di Ercolano è stato aperto il Mav, il Museo Archeologico Virtuale, il più importante al mondo, un successo capace di ottenere incassi anche di 7 mila euro al giorno.

In una di quelle incredibili storie che soltanto in Italia possono accadere, questo Museo che il mondo ci invidia rischia di tornare alla casella di partenza e diventare il parcheggio sotterraneo che finora è rimasto soltanto un progetto.

Le voci si rincorrono tra Ercolano, Pompei e gli uffici della Provincia di Napoli e della Regione Campania. E lo stesso direttore della struttura Ciro Cacciola lo ammette: «Se il Mav dovesse trovarsi in una crisi tale da chiudere le attività il progetto iniziale è ancora lì: un parcheggio interrato al livello inferiore e un mercato coperto al livello superiore, dove ora c’è il nostro Auditorium».

Ma come può essere in crisi una struttura da 200 mila visitatori, il Museo più visitato della Campania, un gioiello costato 5 milioni di euro di cui ha parlato il mondo intero? Perché nel Mav, è stato ricostruito un viaggio nella storia attraverso le città sepolte di Ercolano, Pompei, Boscoreale, Baia, Stabia e Capri. Oltre 70 installazioni multimediali, ricostruzioni tridimensionali, laser, touchscreen, effetti ambientali e molto altro ancora. I turisti stranieri ne vanno pazzi, gli studenti italiani anche.

«L’attività va benissimo», conferma il direttore. Il problema è un altro: mancano all’appello circa 600 mila euro, più della metà del bilancio del Mav. La Provincia di Napoli ha cancellato 300 mila euro già previsti nel bilancio del 2011 e la Regione Campania non ha iscritto in bilancio nemmeno un centesimo per il 2011 a favore del Mav. Lo scorso anno, quando la giunta è ancora del centrosinistra, vengono promessi 300 mila euro per il 2010. A fine anno, quando sulla poltrona di presidente della Regione c’è ormai Stefano Caldoro del Pdl, la Regione sforbicia i fondi annunciati: da 300 mila diventano 225 mila. Sforbiciati e comunque mai erogati nonostante si sia ormai a sette mesi dall’inizio del nuovo anno.

Una questione di tagli, insomma, ma non solo. La questione è più seria: nel caso del Mav, i fondi non sono il solito contributo elargito dalle istituzioni: il Museo Archeologico Virtuale è una Fondazione, la Regione Campania e la provincia di Napoli ne sono i soci principali.

«Hanno il dovere di finanziare la struttura», avverte il direttore del Museo. L’improvviso sfilarsi dagli impegni presi da parte delle due istituzioni campane sta creando un’incertezza che è alla base della profonda crisi attraversata dal Mav. «Anche perché non siamo un carrozzone - precisa il direttore - Abbiamo un solo dipendente a tempo indeterminato e otto a tempo determinato e abbiamo già tagliato la promozione, l’ufficio stampa e la comunicazione. Se si va avanti così non ci resterà che chiudere durante i giorni feriali».

Fonte: La Stampa

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