sabato 30 luglio 2011

Disoccupazione: allarme al Sud, due giovani su tre senza lavoro

Due giovani su tre senza lavoro al Sud. Sono allarmanti i dati che emergono dal rapporto 2011 preparato da Svimez. Nel Mezzogiorno solo due giovani su tre hanno un lavoro, mentre iltasso di occupazione è al 31,7% (scende al 23,3% per ledonne). Dal rapporto, che verrà pubblicato a settembre, emerge che al Sud il 30% dei laureati sotto i 34 anni è senza un lavoro. "Sono circa 167 mila i laureati meridionali fuori dal sistema formativo e del mercato del lavoro, con situazioni critiche in Basilicata e Calabria. Uno spreco di talenti inaccettabile", sottolinea Svimez. In sette anni (2003-2010), al Sud, gli inattivi (nè occupati nè disoccupati), sono aumentati di oltre 750mila unità.

Allarme sociale. "La questione generazionale italiana - si legge nel rapporto - diventa quindi emergenza e allarme sociale nel Mezzogiorno". Le famiglie meridionali sono "in difficoltà" anche sul fronte dei consumi, persino alimentari. In Italia, continua lo studio, "i consumi a livello nazionale crescono moderatamente nelle famiglie (+1 per cento), ma a velocità diversa tra Nord e Sud. Nel 2010 l'incremento della spesa nel Mezzogiorno è stato un terzo del Centro-Nord (+0,4% contro +1,3 per cento). In particolare, i consumi di vestiario e calzature sono aumentati nel Centro-Nord del 3,9%, solo dello 0,7% al Sud; giù invece la spesa per beni alimentari (-0,4%), rispetto al +0,3% dell'altra ripartizione, una chiara indicazione delle difficoltà delle famiglie meridionali a sostenere il livello di spesa. Da segnalare che dal 2000 al 2010 la spesa delle famiglie al Nord è cresciuta dello 0,5%, al Sud è scesa dello 0,1 per cento".


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Due giovani su tre senza lavoro al Sud. Sono allarmanti i dati che emergono dal rapporto 2011 preparato da Svimez. Nel Mezzogiorno solo due giovani su tre hanno un lavoro, mentre iltasso di occupazione è al 31,7% (scende al 23,3% per ledonne). Dal rapporto, che verrà pubblicato a settembre, emerge che al Sud il 30% dei laureati sotto i 34 anni è senza un lavoro. "Sono circa 167 mila i laureati meridionali fuori dal sistema formativo e del mercato del lavoro, con situazioni critiche in Basilicata e Calabria. Uno spreco di talenti inaccettabile", sottolinea Svimez. In sette anni (2003-2010), al Sud, gli inattivi (nè occupati nè disoccupati), sono aumentati di oltre 750mila unità.

Allarme sociale. "La questione generazionale italiana - si legge nel rapporto - diventa quindi emergenza e allarme sociale nel Mezzogiorno". Le famiglie meridionali sono "in difficoltà" anche sul fronte dei consumi, persino alimentari. In Italia, continua lo studio, "i consumi a livello nazionale crescono moderatamente nelle famiglie (+1 per cento), ma a velocità diversa tra Nord e Sud. Nel 2010 l'incremento della spesa nel Mezzogiorno è stato un terzo del Centro-Nord (+0,4% contro +1,3 per cento). In particolare, i consumi di vestiario e calzature sono aumentati nel Centro-Nord del 3,9%, solo dello 0,7% al Sud; giù invece la spesa per beni alimentari (-0,4%), rispetto al +0,3% dell'altra ripartizione, una chiara indicazione delle difficoltà delle famiglie meridionali a sostenere il livello di spesa. Da segnalare che dal 2000 al 2010 la spesa delle famiglie al Nord è cresciuta dello 0,5%, al Sud è scesa dello 0,1 per cento".


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1 commento:

domsky ha detto...

MAIL AL MINISTRO DELL'ECONOMIA, MONTI, PER SOLLECITARE GLI EUROPOINTS


---------- Forwarded message ----------
From: Domenico Schietti
Date: Mon, Jan 9, 2012 at 5:15 PM
Subject: Aumentare il PIL del 30% con gli Europoints
To: "ufficio.stampa@tesoro.it"

Caro Ministro, come va?

Cambio di governo, solita crisi, l'economia non tira, 30% di disoccupazione giovanile, prodotti in eccesso buttati via, servizi inutilizzati già pagati.

Ti metto a conoscenza della mia proposta, gli Europoints: http://il-filo-conduttore.blogspot.com/2012/01/se-nel-futuro-faranno-tutto-i-robot.html

Leggi, è la soluzione se sei in buona fede.

Ci sono prodotti e servizi che non posso essere dati a tutti, come i biocombustibili, non ce se ne sono a sufficienza per tutti. Come la carne rossa. Come l'oro, le aragoste, la sogliola, le vacanze a Cortina, lo yacht di lusso, la prostituta di lusso, la colf.

Ce ne sono altri che invece che ci sono, effettivamente si possono dare a tutti, senza creare problemi a nessuno, come un maglione di pile, un biglietto per il cinema di pomeriggio, le vacanze in bassa stagione in località economiche, una partita a bowling di pomeriggio, un corso di danza.

Finchè qualcuno comunque dovrà lavorare si pone un problema di carattere etico, cioè che non è giusto dare prodotti e servizi gratis a chi non fa niente, mentre chi lavora se li deve pagare e comunque non ha tempo per goderseli.

Vanno quindi creati gli europoints in modo che i servizi e i prodotti in eccesso possano essere dati alle persone di buona volontà che si rendano disponibili per migliorare i servizi pubblici offrendosi come volontari alcune ore al giorno. E poi la social card e vari altri ammortizzatori sociali in modo che tutti possano disporre dei beni primari.

Quindi un volontario, per esempio una casalinga che si offrisse due volte alla settimana di aiuto presso un ospedale un paio d'ore, deve poter ricevere un corrispondente di 10 euro all'ora in buoni gratuiti (Europoints computerizzati su carta elettronica tipo Fidaty Card Esselunga che dà diritto a prodotti in omaggio) , per esempio per una settimana di alloggio gratis presso un centro vacanze convenzionato. Oppure da spendere in abbigliamento in un negozio convenzionato. Oppure biglietti per il cinema o altri prodotti elencati sul sito apposito Europoints.

Fermo restando il personale fisso in dotazione per esempio ad un ospedale per garantire i servizi e la professionalità, devono poterci essere abbondanza di volontari che diversamente se ne starebbero a casa ad ingrassare.

Gli europoints verrebbero accumulati elettronicamente su apposite carte di credito. Per rinvenire degli europoints emessi ovviamente ogni transazione andrebbe tassata automaticamente, ma meno dell'IVA, diciamo il 10% in modo che nel corso di un anno gli europoints emessi siano pari a quelli riscossi tramite la tassazione.

Si tratta di creare una economia parallela per dare qualcosa da fare a milioni di precari e disoccupati e ottimizzare il mercato migliorando i servizi pubblici.

Gli Europoints: http://il-filo-conduttore.blogspot.com/2012/01/se-nel-futuro-faranno-tutto-i-robot.html

Grazie.

Domenico Schietti

 
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