skip to main |
skip to sidebar
Un marziano al Sud diventato brigante
di LINO PATRUNO
Pagheresti mai un euro per percorrere una strada fatta a pezzi? No: sono loro che devono pagare me. Ma siccome quando bisogna far male al Sud tutto è possibile, ecco il viceministro Castelli confermare che sarà imposto il pedaggio sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Chi la conosce, non se se piangere o ridere. Più che un’autostrada, è una via crucis di cantieri. Più che collegare le due regioni al resto d’Italia, le allontana. Più che velocizzare il tragitto verso Sud, lo paralizza. Più che fare uscire il Sud dall’isolamento, lo condanna a restarci.
Ma quando si parla di Sud non c’è mai limite al peggio: ecco ora il pedaggio. Marca Lega Nord, come Castelli. Il quale, più che far pagare ai meridionali dovrebbe spiegare perché non ci sono mai i soldi per completare un’autostrada che per i meridionali è più un incubo che un vantaggio.
E la cui responsabilità, ovvio, viene fatta cadere su di loro, per la solita serie: incolpare il Sud per i danni che gli si fanno, in modo che il Sud si convinca di colpe che non ha e finisca addirittura per vergognarsene. Dimostrazione: di quella sedicente autostrada si dice che sono i meridionali a non volerla completare, perché finché va così c’è lavoro. Strano che l’impresa costruttrice sia settentrionale.
Ma il Sud va tenuto diviso. In linea con i prefetti sabaudi del tempo, i quali scesero per disegnare confini che lo frammentassero consentendo di controllarlo meglio più che farlo funzionare meglio. Centocinquant’anni dopo, non c’è ancòra una ferrovia veloce fra Bari e Napoli, la statale ionica allontana più che avvicinare tre regioni, la Salerno-Reggio Calabria completa lo sporco lavoro. E ora, anche il pedaggio perché il Sud si faccia perdonare per il torto subìto.
Il problema è che nessuno dei sindaci calabresi s’è mai arrabbiato davvero, nessuno ha mai fatto lo sciopero della fame, nessuno ha mai riconsegnato la fascia tricolore, simbolo di un’Italia dalla quale il Sud è escluso come si fa per la servitù. Per questo dicono che il Sud deve fare autocritica insieme alle sue classi dirigenti. Tranne poi accusarlo (rieccoci) di non essere capace di progetti interregionali, di sprecare, di non mettersi mai insieme.
E quante volte il ministro di turno ha detto nei convegni che il Sud deve essere la “piattaforma logistica” nel Mediterraneo? Significa che, data la sua posizione geografica, il Sud dovrebbe poter essere la grande area di scambio per i prodotti che arrivano attraverso Suez e salgono verso l’Europa del Nord. Ma per ospitare la grandi navi porta-container occorre attrezzare i porti. Nell’attesa che ciò avvenga, avviene altro. Taranto è sempre a rischio di perdere parte del suo traffico perché i lavori non si fanno o si fanno quando i buoi sono già scappati dalla stalla. Come sono scappati i buoi di Gioia Tauro, dove un colosso mondiale come la Maersk ha detto ciao e se ne è andato in Egitto. Porto Said, che fra poco farà chiudere tutti i porti meridionali italiani.
Il Sud è sempre in attesa che succeda qualcosa e quel qualcosa è l’attesa. Per esempio è sempre in attesa che non continuino a diffamarlo con le bugie. Come questa storia dell’evasione fiscale. Dicendo che il Sud sfrutta le tasse che pagano le classi “operose” del Nord, hanno giustificato il federalismo fiscale. Che significa, più o meno: ciascuno si tiene il suo, basta con questo Sud parassita che vive alle nostre spalle. E giù cifre di istituti e centri di ricerca vari per dimostrare che il grosso dell’evasione fiscale è al Sud. Il quale va quindi punito.
Un marziano che non sapesse nulla di cose italiane, la prima cosa che si chiederebbe è: ma come mai il Sud evade tanto non avendo neanche i redditi adeguati per farlo? Lo scherzetto è usare le percentuali invece dei valori assoluti. Se dici che il Sud evade, mettiamo, il 18 per cento, e il Nord il 10, tutti a dire Sud incivile e da punire. Ma se aggiungi che quel 18 per cento vale 50, e quel 10 per cento vale 150, allora hai detto una cosa più vera. Dimostrando che ad evadere di più sono i signori nordici i quali lamentano che il Sud vive sfruttando il loro lavoro.
I signori nordici, insomma i poteri forti che vogliono conservare il potere, non aggiungono che essi pagano di meno per lo Stato pur guadagnando di più, e che lo Stato per ringraziarli fa da loro il grosso della sua spesa, mica al Sud (diciamo completando la Salerno-Reggio Calabria). Qui già il marziano comincerebbe a dare di matto. Meno male che non sa che le imprese settentrionali che lavorano e fanno profitti al Sud le tasse non le pagano al Sud, ma al Nord dove hanno la sede legale.
Ultime notizie sul Sud. L’assicurazione auto rincara del 6 per cento, ma del triplo al Sud. La Lega Nord vuole regalare punteggio agli insegnanti settentrionali per evitare che quei posti vadano ai meridionali più bravi. A questo punto il marziano è già diventato un brigante.
Leggi tutto »
di LINO PATRUNO
Pagheresti mai un euro per percorrere una strada fatta a pezzi? No: sono loro che devono pagare me. Ma siccome quando bisogna far male al Sud tutto è possibile, ecco il viceministro Castelli confermare che sarà imposto il pedaggio sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Chi la conosce, non se se piangere o ridere. Più che un’autostrada, è una via crucis di cantieri. Più che collegare le due regioni al resto d’Italia, le allontana. Più che velocizzare il tragitto verso Sud, lo paralizza. Più che fare uscire il Sud dall’isolamento, lo condanna a restarci.
Ma quando si parla di Sud non c’è mai limite al peggio: ecco ora il pedaggio. Marca Lega Nord, come Castelli. Il quale, più che far pagare ai meridionali dovrebbe spiegare perché non ci sono mai i soldi per completare un’autostrada che per i meridionali è più un incubo che un vantaggio.
E la cui responsabilità, ovvio, viene fatta cadere su di loro, per la solita serie: incolpare il Sud per i danni che gli si fanno, in modo che il Sud si convinca di colpe che non ha e finisca addirittura per vergognarsene. Dimostrazione: di quella sedicente autostrada si dice che sono i meridionali a non volerla completare, perché finché va così c’è lavoro. Strano che l’impresa costruttrice sia settentrionale.
Ma il Sud va tenuto diviso. In linea con i prefetti sabaudi del tempo, i quali scesero per disegnare confini che lo frammentassero consentendo di controllarlo meglio più che farlo funzionare meglio. Centocinquant’anni dopo, non c’è ancòra una ferrovia veloce fra Bari e Napoli, la statale ionica allontana più che avvicinare tre regioni, la Salerno-Reggio Calabria completa lo sporco lavoro. E ora, anche il pedaggio perché il Sud si faccia perdonare per il torto subìto.
Il problema è che nessuno dei sindaci calabresi s’è mai arrabbiato davvero, nessuno ha mai fatto lo sciopero della fame, nessuno ha mai riconsegnato la fascia tricolore, simbolo di un’Italia dalla quale il Sud è escluso come si fa per la servitù. Per questo dicono che il Sud deve fare autocritica insieme alle sue classi dirigenti. Tranne poi accusarlo (rieccoci) di non essere capace di progetti interregionali, di sprecare, di non mettersi mai insieme.
E quante volte il ministro di turno ha detto nei convegni che il Sud deve essere la “piattaforma logistica” nel Mediterraneo? Significa che, data la sua posizione geografica, il Sud dovrebbe poter essere la grande area di scambio per i prodotti che arrivano attraverso Suez e salgono verso l’Europa del Nord. Ma per ospitare la grandi navi porta-container occorre attrezzare i porti. Nell’attesa che ciò avvenga, avviene altro. Taranto è sempre a rischio di perdere parte del suo traffico perché i lavori non si fanno o si fanno quando i buoi sono già scappati dalla stalla. Come sono scappati i buoi di Gioia Tauro, dove un colosso mondiale come la Maersk ha detto ciao e se ne è andato in Egitto. Porto Said, che fra poco farà chiudere tutti i porti meridionali italiani.
Il Sud è sempre in attesa che succeda qualcosa e quel qualcosa è l’attesa. Per esempio è sempre in attesa che non continuino a diffamarlo con le bugie. Come questa storia dell’evasione fiscale. Dicendo che il Sud sfrutta le tasse che pagano le classi “operose” del Nord, hanno giustificato il federalismo fiscale. Che significa, più o meno: ciascuno si tiene il suo, basta con questo Sud parassita che vive alle nostre spalle. E giù cifre di istituti e centri di ricerca vari per dimostrare che il grosso dell’evasione fiscale è al Sud. Il quale va quindi punito.
Un marziano che non sapesse nulla di cose italiane, la prima cosa che si chiederebbe è: ma come mai il Sud evade tanto non avendo neanche i redditi adeguati per farlo? Lo scherzetto è usare le percentuali invece dei valori assoluti. Se dici che il Sud evade, mettiamo, il 18 per cento, e il Nord il 10, tutti a dire Sud incivile e da punire. Ma se aggiungi che quel 18 per cento vale 50, e quel 10 per cento vale 150, allora hai detto una cosa più vera. Dimostrando che ad evadere di più sono i signori nordici i quali lamentano che il Sud vive sfruttando il loro lavoro.
I signori nordici, insomma i poteri forti che vogliono conservare il potere, non aggiungono che essi pagano di meno per lo Stato pur guadagnando di più, e che lo Stato per ringraziarli fa da loro il grosso della sua spesa, mica al Sud (diciamo completando la Salerno-Reggio Calabria). Qui già il marziano comincerebbe a dare di matto. Meno male che non sa che le imprese settentrionali che lavorano e fanno profitti al Sud le tasse non le pagano al Sud, ma al Nord dove hanno la sede legale.
Ultime notizie sul Sud. L’assicurazione auto rincara del 6 per cento, ma del triplo al Sud. La Lega Nord vuole regalare punteggio agli insegnanti settentrionali per evitare che quei posti vadano ai meridionali più bravi. A questo punto il marziano è già diventato un brigante.
[
Privacy]
Nessun commento:
Posta un commento