venerdì 18 marzo 2011

150°, feste in tutta la provincia. Ma Gaeta fuori dal coro

Iniziative e notti tricolore come in tutta Italia. Ma a Gaeta un 17 marzo in sordina. Raimondi: "Non possiamo festeggiare".
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Gaeta: Il Comune di Gaeta oggi 17 marzo, festa del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, resterà chiuso come tutti gli altri comuni italiani, ma il sindaco Antonio Raimondi e la sua amministrazione commemoreranno la giornata fuori dal coro.

«Noi non festeggiamo - ha dichiarato infatti il primo cittadino di Gaeta - ma continuiamo a commemorare l'Unità d'Italia e basta come abbiamo fatto finora. Facciamo parte della Repubblica italiana e rispettiamo il nostro presidente Giorgio Napolitano che ci ha chiesto di tenere chiuso il Comune in occasione di questa festa che è nazionale, ci mancherebbe, ma è tutto qui. Il prefetto non ci ha chiesto di fare l'alzabandiera o altro, l'unico evento che organizziamo in occasione di questa giornata è il «Concerto per Gaeta». Le nostre ragioni per quanto riguarda il 150° - ha spiegato il sindaco Raimondi - le abbiamo ribadite più volte. Non si può festeggiare un'unità d'Italia che è nata anche sulle macerie di Gaeta, sul sangue delle migliaia di gaetani morti durante un sanguinoso assedio durato 102 gioni (dal 6 novembre al 16 febbraio 1861) senza che ciò sia mai stato riconosciuto. Per questo motivo tutte le manifestazioni che saranno in programma in tutto l'arco del 2011 per noi avranno un preciso scopo. Quale? Quello di stimolare una discussione franca e costruttiva sulle vicende di quel periodo anche attraverso punti di vista differenti, per guardare ad un futuro veramente unitario che potrà avverarsi solo dopo un'elaborazione condivisa di tutte le criticità, le inefficienze e le ingiustizie che dalla proclamazione del regno d'Italia e dalla riunione del suo parlamento il 17 marzo 1861 cominciarono a manifestarsi. Da allora - ha aggiunto Raimondi - il Meridione divenne la cenerentola d'Italia, mentre a Gaeta lo Stato prese tutto, demanializzando per il 75% l'intero territorio cittadino, e senza mai risarcirle i 2 milioni e 17 mila lire dell'epoca di danni di guerra, pari a 240 milioni di euro di oggi».

Il sindaco Raimondi ha rigettato anche l'accusa di essere un nostalgico borbonico. «Qualche nostalgico certamente c'è, ma - ha detto - non sono io. Il nostro slogan per le celebrazioni dei 150 anni è: «La verità rafforza l'Unità». Noi vogliamo che si faccia verità storica sui fatti del Risorgimento, nel quale, ripeto, ci sono state luci ed ombre per quanto riguarda le sorti di Gaeta e del Meridione. Per noi l'Unità d'Italia si è fatta con la proclamazione della Repubblica italiana, festeggiata il 2 Giugno. Noi siamo Italiani ed Europei».

Ieri intanto c'è stata una conferenza stampa a tutto tondo sui progetti in campo per lo sviluppo di Gaeta: protocollo Eni, portualità, cantieristica, pua. Nessuna dichiarazione sul 150° dell'Unità d'Italia.

[Anna Galise, Il Tempo]

Fonte: Telefree

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Iniziative e notti tricolore come in tutta Italia. Ma a Gaeta un 17 marzo in sordina. Raimondi: "Non possiamo festeggiare".
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Gaeta: Il Comune di Gaeta oggi 17 marzo, festa del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, resterà chiuso come tutti gli altri comuni italiani, ma il sindaco Antonio Raimondi e la sua amministrazione commemoreranno la giornata fuori dal coro.

«Noi non festeggiamo - ha dichiarato infatti il primo cittadino di Gaeta - ma continuiamo a commemorare l'Unità d'Italia e basta come abbiamo fatto finora. Facciamo parte della Repubblica italiana e rispettiamo il nostro presidente Giorgio Napolitano che ci ha chiesto di tenere chiuso il Comune in occasione di questa festa che è nazionale, ci mancherebbe, ma è tutto qui. Il prefetto non ci ha chiesto di fare l'alzabandiera o altro, l'unico evento che organizziamo in occasione di questa giornata è il «Concerto per Gaeta». Le nostre ragioni per quanto riguarda il 150° - ha spiegato il sindaco Raimondi - le abbiamo ribadite più volte. Non si può festeggiare un'unità d'Italia che è nata anche sulle macerie di Gaeta, sul sangue delle migliaia di gaetani morti durante un sanguinoso assedio durato 102 gioni (dal 6 novembre al 16 febbraio 1861) senza che ciò sia mai stato riconosciuto. Per questo motivo tutte le manifestazioni che saranno in programma in tutto l'arco del 2011 per noi avranno un preciso scopo. Quale? Quello di stimolare una discussione franca e costruttiva sulle vicende di quel periodo anche attraverso punti di vista differenti, per guardare ad un futuro veramente unitario che potrà avverarsi solo dopo un'elaborazione condivisa di tutte le criticità, le inefficienze e le ingiustizie che dalla proclamazione del regno d'Italia e dalla riunione del suo parlamento il 17 marzo 1861 cominciarono a manifestarsi. Da allora - ha aggiunto Raimondi - il Meridione divenne la cenerentola d'Italia, mentre a Gaeta lo Stato prese tutto, demanializzando per il 75% l'intero territorio cittadino, e senza mai risarcirle i 2 milioni e 17 mila lire dell'epoca di danni di guerra, pari a 240 milioni di euro di oggi».

Il sindaco Raimondi ha rigettato anche l'accusa di essere un nostalgico borbonico. «Qualche nostalgico certamente c'è, ma - ha detto - non sono io. Il nostro slogan per le celebrazioni dei 150 anni è: «La verità rafforza l'Unità». Noi vogliamo che si faccia verità storica sui fatti del Risorgimento, nel quale, ripeto, ci sono state luci ed ombre per quanto riguarda le sorti di Gaeta e del Meridione. Per noi l'Unità d'Italia si è fatta con la proclamazione della Repubblica italiana, festeggiata il 2 Giugno. Noi siamo Italiani ed Europei».

Ieri intanto c'è stata una conferenza stampa a tutto tondo sui progetti in campo per lo sviluppo di Gaeta: protocollo Eni, portualità, cantieristica, pua. Nessuna dichiarazione sul 150° dell'Unità d'Italia.

[Anna Galise, Il Tempo]

Fonte: Telefree

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