domenica 5 dicembre 2010

Giornale dell'assedio di Gaeta (1860-1861) (Charles Garnier) - Seconda parte



  • Un particolare della batteria Sant’Antonio distrutta dall’esplosione della polveriera Sant’Antonio il 5 febbraio 1861. Fotografo Eugenio Sevaistre.

    03 dicembre 1860

    Due cannoni rigati, situati alla Trinità rispondono ai Piemontesi; da principio si è creduto che la loro portata fosse debole. Però i passaggieri d'un battello a Vapore, venendo da Civitavecchia e che seguiva la costa, dichiarano aver veduto con cannocchiali, tre palle napolitane abbattere delle tende presso MonteCristo ov'è la batteria nemica. Ho letto il racconto che il giornale officiale di Napoli à pubblicato sulla riconoscenza del 29 Novembre. Vien raccontata travisandola molto la verità. Mi si comunica copia di una nota che è stata indirizzata in data del 27 Novembre ai rappresentanti di Sua Maestà accreditati presso le corti straniere. In questa nota dice che due Vapori Piemontesi, con bandiere e carico Piemontese l'uno pieno di carboni, l'altro di grano, ànno approdato nel porto di Gaeta, spintovi dalla fortuna del mare. Il dritto di sequestro era evidente. Il Re però usando una generostià di cui i suoi nemici non gli ànno certo dato l'esempio, à ordinato che i bastimenti fossero rilasciati. Ma se ar-rivassero poi qui altri bastimenti colla stessa bandiera, applicherebbero loro le leggi della guerra, affinchè non stimassero debolezza la reale magnanimità.
  • 02 dicembre 1860

    Il Protìs à condotto a Civitavecchia 500 uomini. Qualche proiettile da 30 chilogrammi, lanciato dai cannoni rigati dei Piemontesi, sorpassano la torre di Orlando: ànno ferito quattro uomini. Il nemico non tira ancora ad intervalli regolari. La Regina passeggia oggi sulle batterie; le palle arrivano di tempo in tempo vicino a lei; il loro fischio la fanno sorridere.
  • 01 dicembre 1860

    Finalmente l'inimico à piazzato diversi cannoni e à dato principio al fuoco. Finora non è terribile. I cannoni sono rigati, pel momento non se ne vedono che due. La distanza è più di 3000 metri ed il tiro non è sicuro. L'inimico avrà però la superiorità, visto il piccol numero di cannoni rigati che si possiedono in Gaeta. Pare che niun proiettile Piemontese abbia colpito degli uomini. Delle lettere da Napoli assicurano che Cialdini metterà in batteria ottanta cannoni Cavalli. Noi sappiamo che una trentina di questi pezzi sono arrivati a Napoli in questi giorni passati; forse saranno sbarcati a Mola. Cialdini à ricevuto quest'oggi un rinforzo di 3000 uomini. Nel mentre che il numero degli assedianti si aumenta, quello degli assediati, di troppo considerevole, diminuisce. Il Dahomè à portato a Civitavecchia 650 soldati. Si è domandato ai Piemontesi della neve pei feriti, ne ànno mandato due barche. E' la prima gentilezza di questi nostri nemici.
  • 30 novembre 1860

    Il tenente colonnello Migy è morto la notte scorsa della sua ferita. Gli sono resi gli onori funebri. Il suono dei cannoni dei rampali tuonando contro l'inimico gittava ad intervalli delle noti imponenti in mezzo alle marce lugubri che suonava la musica. Il corteggio dei soldati ed uffiziali era numerosissimo.

    Fonte: Gaeta150.com
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  • Un particolare della batteria Sant’Antonio distrutta dall’esplosione della polveriera Sant’Antonio il 5 febbraio 1861. Fotografo Eugenio Sevaistre.

    03 dicembre 1860

    Due cannoni rigati, situati alla Trinità rispondono ai Piemontesi; da principio si è creduto che la loro portata fosse debole. Però i passaggieri d'un battello a Vapore, venendo da Civitavecchia e che seguiva la costa, dichiarano aver veduto con cannocchiali, tre palle napolitane abbattere delle tende presso MonteCristo ov'è la batteria nemica. Ho letto il racconto che il giornale officiale di Napoli à pubblicato sulla riconoscenza del 29 Novembre. Vien raccontata travisandola molto la verità. Mi si comunica copia di una nota che è stata indirizzata in data del 27 Novembre ai rappresentanti di Sua Maestà accreditati presso le corti straniere. In questa nota dice che due Vapori Piemontesi, con bandiere e carico Piemontese l'uno pieno di carboni, l'altro di grano, ànno approdato nel porto di Gaeta, spintovi dalla fortuna del mare. Il dritto di sequestro era evidente. Il Re però usando una generostià di cui i suoi nemici non gli ànno certo dato l'esempio, à ordinato che i bastimenti fossero rilasciati. Ma se ar-rivassero poi qui altri bastimenti colla stessa bandiera, applicherebbero loro le leggi della guerra, affinchè non stimassero debolezza la reale magnanimità.
  • 02 dicembre 1860

    Il Protìs à condotto a Civitavecchia 500 uomini. Qualche proiettile da 30 chilogrammi, lanciato dai cannoni rigati dei Piemontesi, sorpassano la torre di Orlando: ànno ferito quattro uomini. Il nemico non tira ancora ad intervalli regolari. La Regina passeggia oggi sulle batterie; le palle arrivano di tempo in tempo vicino a lei; il loro fischio la fanno sorridere.
  • 01 dicembre 1860

    Finalmente l'inimico à piazzato diversi cannoni e à dato principio al fuoco. Finora non è terribile. I cannoni sono rigati, pel momento non se ne vedono che due. La distanza è più di 3000 metri ed il tiro non è sicuro. L'inimico avrà però la superiorità, visto il piccol numero di cannoni rigati che si possiedono in Gaeta. Pare che niun proiettile Piemontese abbia colpito degli uomini. Delle lettere da Napoli assicurano che Cialdini metterà in batteria ottanta cannoni Cavalli. Noi sappiamo che una trentina di questi pezzi sono arrivati a Napoli in questi giorni passati; forse saranno sbarcati a Mola. Cialdini à ricevuto quest'oggi un rinforzo di 3000 uomini. Nel mentre che il numero degli assedianti si aumenta, quello degli assediati, di troppo considerevole, diminuisce. Il Dahomè à portato a Civitavecchia 650 soldati. Si è domandato ai Piemontesi della neve pei feriti, ne ànno mandato due barche. E' la prima gentilezza di questi nostri nemici.
  • 30 novembre 1860

    Il tenente colonnello Migy è morto la notte scorsa della sua ferita. Gli sono resi gli onori funebri. Il suono dei cannoni dei rampali tuonando contro l'inimico gittava ad intervalli delle noti imponenti in mezzo alle marce lugubri che suonava la musica. Il corteggio dei soldati ed uffiziali era numerosissimo.

    Fonte: Gaeta150.com
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