domenica 7 marzo 2010

Carlassare: «Tutto sbagliato, il Tar potrebbe ricorrere alla Consulta»


http://www.youtube.com/watch?v=7J4GMY6I9x4

IL DECRETO La costituzionalista: «Nessuna interpretazione è solo una riapertura dei termini, senza legge le elezioni saranno annullate»

«Sembrerà strano, ma per un giurista parlare di un intervento totalmente illegittimo come questo è particolarmente difficile. Si perde l'orientamento. Non solo questo non è un decreto interpretativo ma una semplice riapertura dei termini, ma poi il decreto interpretativo è una contraddizione in termini, illegittima». Professore emerito di diritto costituzionale nella facoltà di Giurisprudenza dell'università di Padova, docente per anni all'università di Ferrara dove ha dato vita ad una scuola di studi costituzionalistici, più volte candidata alla Consulta, Lorenza Carlassare si dice stupita dal testo Salvaliste che ieri è arrivato in Gazzetta ufficiale. «E' un pasticcio da cui è difficile uscire».

-Alcuni giuristi hanno detto che un decreto interpretativo mirato non è poi così grave...
-Posto che l'esclusione delle liste e dei candidati Pdl sarebbe stata una grave perdita, di cui almeno io sarei stata addolorata, intervenire su una procedura già avviata è molto grave. Si sostituisce il fatto al diritto, dando l'idea di considerare ben poco le regole della democrazia. Questo non è un decreto interpretativo, ma una semplice riapertura dei termini di una procedura già scaduta. Il quarto comma dell'articolo 1 non potrebbe essere più chiaro: dice che i termini sono riaperti per un'intera giornata. Tra i giuristi ci sarebbe una disputa, tra chi dice che le leggi interpretative sono leggi a loro volta e chi pone dubbi, ma non è questo il caso. Qui si interviene su una situazione in corso. Ed è in questo intervento l'illegittimità palese del decreto. Che è incostituzionale.

-Quali sono le principali violazioni contenute nel testo?
-Come abbiamo detto, non è un decreto interpretativo. Non ci sono neppure i presupposti di necessità e urgenza necessari a intervenire. E poi è mal formulato. Non è chiaro quali siano i criteri di attuazione.
Il primo comma dell'articolo 1 dice che per essere ammessi i delegati incaricati della presentazione delle liste devono aver «fatto ingresso nei locali del tribunale». Ma chi lo verifica? E come può essere messo in discussione questo assunto?
Il secondo comma dice che la regolarità dell'autenticazione delle firme «non è comunque inficiata dalla presenza di una irregolarità meramente formale». Ma anche qui, cosa si intende? Vuol dire che qualunque presentazione di liste in qualunque modo sia stata fatta è legittima? Questo decreto rischia di essere di difficile applicazione e di difficile interpretazione

-Quali strade restano aperte ora ai tribunali amministrativi di primo e secondo grado?
-In teoria il Tar potrebbe ricorrere alla Consulta perché la legge interviene in modo illegittimo in una procedura già avviata. Ma in ogni caso, l'applicazione di questo testo non è affatto autoevidente.

-Cosa succede se il parlamento non converte il decreto in legge?
-Le elezioni devono essere automaticamente annullate. Perché l'articolo 77 della Costituzione dice che assieme al decreto decadono tutti gli effetti prodotti da quel testo.

-In teoria la maggioranza potrebbe aspettare l'esito delle elezioni e poi decidere: se vanno bene lo convertono, altrimenti no.
-E' vero, è una strada teoricamente possibile.

Fonte:Il Manifesto 07 Marzo 2010 - POLITICA & SOCIETÀ, pagina 5
.
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http://www.youtube.com/watch?v=7J4GMY6I9x4

IL DECRETO La costituzionalista: «Nessuna interpretazione è solo una riapertura dei termini, senza legge le elezioni saranno annullate»

«Sembrerà strano, ma per un giurista parlare di un intervento totalmente illegittimo come questo è particolarmente difficile. Si perde l'orientamento. Non solo questo non è un decreto interpretativo ma una semplice riapertura dei termini, ma poi il decreto interpretativo è una contraddizione in termini, illegittima». Professore emerito di diritto costituzionale nella facoltà di Giurisprudenza dell'università di Padova, docente per anni all'università di Ferrara dove ha dato vita ad una scuola di studi costituzionalistici, più volte candidata alla Consulta, Lorenza Carlassare si dice stupita dal testo Salvaliste che ieri è arrivato in Gazzetta ufficiale. «E' un pasticcio da cui è difficile uscire».

-Alcuni giuristi hanno detto che un decreto interpretativo mirato non è poi così grave...
-Posto che l'esclusione delle liste e dei candidati Pdl sarebbe stata una grave perdita, di cui almeno io sarei stata addolorata, intervenire su una procedura già avviata è molto grave. Si sostituisce il fatto al diritto, dando l'idea di considerare ben poco le regole della democrazia. Questo non è un decreto interpretativo, ma una semplice riapertura dei termini di una procedura già scaduta. Il quarto comma dell'articolo 1 non potrebbe essere più chiaro: dice che i termini sono riaperti per un'intera giornata. Tra i giuristi ci sarebbe una disputa, tra chi dice che le leggi interpretative sono leggi a loro volta e chi pone dubbi, ma non è questo il caso. Qui si interviene su una situazione in corso. Ed è in questo intervento l'illegittimità palese del decreto. Che è incostituzionale.

-Quali sono le principali violazioni contenute nel testo?
-Come abbiamo detto, non è un decreto interpretativo. Non ci sono neppure i presupposti di necessità e urgenza necessari a intervenire. E poi è mal formulato. Non è chiaro quali siano i criteri di attuazione.
Il primo comma dell'articolo 1 dice che per essere ammessi i delegati incaricati della presentazione delle liste devono aver «fatto ingresso nei locali del tribunale». Ma chi lo verifica? E come può essere messo in discussione questo assunto?
Il secondo comma dice che la regolarità dell'autenticazione delle firme «non è comunque inficiata dalla presenza di una irregolarità meramente formale». Ma anche qui, cosa si intende? Vuol dire che qualunque presentazione di liste in qualunque modo sia stata fatta è legittima? Questo decreto rischia di essere di difficile applicazione e di difficile interpretazione

-Quali strade restano aperte ora ai tribunali amministrativi di primo e secondo grado?
-In teoria il Tar potrebbe ricorrere alla Consulta perché la legge interviene in modo illegittimo in una procedura già avviata. Ma in ogni caso, l'applicazione di questo testo non è affatto autoevidente.

-Cosa succede se il parlamento non converte il decreto in legge?
-Le elezioni devono essere automaticamente annullate. Perché l'articolo 77 della Costituzione dice che assieme al decreto decadono tutti gli effetti prodotti da quel testo.

-In teoria la maggioranza potrebbe aspettare l'esito delle elezioni e poi decidere: se vanno bene lo convertono, altrimenti no.
-E' vero, è una strada teoricamente possibile.

Fonte:Il Manifesto 07 Marzo 2010 - POLITICA & SOCIETÀ, pagina 5
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