giovedì 4 febbraio 2010

Legittimo impedimento, ok della Camera


Hanno votato a Favore MPA e NOI SUD, gli ascari di Berlusconi.
Questi sono i veri traditori del Sud. Bossi sta facendo i fatti suoi, e così Berlusconi, amico di Dell'Utri e di Mangano, che non vuole essere processato.
Il Sud affonda sempre più nel degrado dei suoi politici.
Antonio Ciano

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ROMA - Via libera della Camera al disegno di legge sul legittimo impedimento. I voti a favore sono stati 316, quelli contrari 239, le astensioni 40. I deputati presenti erano 595, quelli votanti 555. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato. Hanno votato sì Pdl, Lega, Mpa, Noi Sud e Pri; i no sono giunti dal Pd, dall'Idv e dall'Api, mentre le astensioni sono venute da Udc, Svp e Ld. I franchi tiratori, all'interno della maggioranza, sarebbero stati quattro.

Il provvedimento di fatto congela i processi del presidente del Consiglio. Si tratta di un dispositivo ponte, in attesa del cosidetto "lodo Alfano costituzionale" che dovrà definire una disciplina organica. Ma intanto, per un periodo di tempo di 18 mesi, Silvio Berlusconi può avvalersi del legittimo impedimento a comparire nelle udienze dei processi, per impegni legati alle funzioni di governo. "Andava fatta e l'abbiamo fatta - ha commentato a caldo il ministro leghista nonché ministro delle Riforme, Umberto Bossi - c'è sempre qualche moralista, ma questa è la dimostrazione che la maggioranza è molto forte".

Nel corso delle dichiarazioni di voto, Michele Vietti, a nome dell'Udc, ha dichiarato che la normativa "non ci entusiasma, in un Paese normale non se ne discuterebbe. Ma questo, ahimè, non è un Paese normale". Durissimo invece l'intervento di Antonio Di Pietro. "Solo in un Paese barbaro e dittatoriale si può immaginare che un presidente del Consiglio si faccia fare una legge apposita per non farsi processare", ha detto il leader dell'IdV. Il premier, ha insistito, si è fatto fare "decine e decine di leggi alla bisogna, aggirando la Costituzione e la buona fede degli elettori".

Anche il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha usato parole forti: "Berlusconi non vuol farsi giudicare e blocca l'Italia", ha detto. Se "aveste la forza di rinunciare, se (Berlusconi, ndr) fosse uno statista, vi sarebbe una svolta". Ma "noi non udremo quelle parole da statista. Non udremo uno statista dire: 'Affronto a viso aperto i miei problemi e intanto voi risolvete le cose che vanno risolte'". Un intervento, il suo, applaudito dai banchi del suo partito e dell'Idv.

Diversi ovviamente i toni della maggioranza. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha dichiarato: Sono convinto che il legittimo impedimento altro non sia che il diritto a governare da parte di chi ha vinto le elezioni partendo non da un privilegio ma da un legittimo diritto a sottoporsi al processo senza che questo gli impedisca di governare". "E' una strada - ha aggiunto Alfano - che consente di coniugare il diritto del cittadino presidente del consiglio a difendersi nel processo con il dovere del presidente del consiglio ad adempiere al proprio mandato di governo che gli è stato conferito dal voto degli elettori".

Il capogruppo leghista Roberto Cota ha dichiarato che "questa legge in un Paese normale sarebbe stata votata in cinque minuti, serve a garantire che il governo possa occuparsi, nello svolgimento del suo mandato, dei problemi del Paese. Serve a garantire il principio sacrosanto della sovranità popolare". Per il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, "questa legge va considerata nel contesto di una questione che in Italia dura da anni, e riguarda l'uso politico della giustizia". A suo giudizio, c'è un "attacco giudiziario permanente" nei confronti del premier. Se si vuole interrompere la spirale dell'imbarbarimento della vita politica, di cui l'uso politico della giustizia è una della cause principali, questa legge è un primo passo".

Fonte:La Repubblica del 03/02/2010



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L’inquietante silenzio dei media sull’intervista di Gilioli a Taormina


E’ inquietante per la libertà e per la democrazia di questo paese e per il sistema dell’informazione dello stesso che nessuno dei media tradizionali abbia ripreso l’intervista di Alessandro Gilioli all’avvocato Carlo Taormina del 29 gennaio in cui l’ex avvocato di Berlusconi racconta (se servisse per chiarire qualche cosa agli italiani)


«Conosco bene il modo con cui Berlusconi chiede ai suoi legali di fare le leggi ad personam, perché fino a pochi anni fa lo chiedeva a me. E, contrariamente a quello che sostiene in pubblico, con i suoi avvocati non ha alcun problema a dire che sono leggi per lui. Per questo oggi lo affermo con piena cognizione di causa: quelle che stanno facendo sono norme ad personam».



Avvocato, qual è il suo parere sulle due norme che il premier sta facendo passare in questi giorni, il processo breve e il legittimo impedimento?
«La correggo: le norme che gli servono per completare il suo disegno sono tre. Lei ha dimenticato il Lodo Alfano Bis, da approvare come legge costituzionale, che è fondamentale».

Mi spieghi meglio.
«Iniziamo dal processo breve: si tratta solo di un ballon d’essai, di una minaccia che Berlusconi usa per ottenere il legittimo impedimento. Il processo breve è stato approvato al Senato ma scommetterei che alla Camera non lo calendarizzeranno neanche, insomma finirà in un cassetto».

E perché?
«Perché il processo breve gli serve solo per alzare il prezzo della trattativa. A un certo punto rinuncerà al processo breve per avere in cambio il legittimo impedimento, cioè la possibilità di non presentarsi alle udienze dei suoi processi e di ottenere continui rinvii. Guardi, la trattativa è già in corso e l’Udc, ad esempio, ha detto che se lui rinuncia al processo breve, vota a favore del legittimo impedimentoı».

E poi che succede? Che c’entra il Lodo Alfano bis?
«Vede, la legge sul legittimo impedimento è palesemente incostituzionale, e quindi la Consulta la boccerà. Però intanto resterà in vigore per almeno un anno e mezzo: appunto fino alla bocciatura della Corte Costituzionale. E Berlusconi nel frattempo farà passare il Lodo Alfano bis, come legge costituzionale, quindi intoccabile dalla Consulta».

Mi faccia capire: Berlusconi sta facendo una legge – il legittimo impedimento -che già sa essere incostituzionale?
«Esatto. Non può essere costituzionale una legge in cui il presupposto dell’impedimento è una carica, in questo caso quella di presidente del consiglio. Non esiste proprio. L’impedimento per cui si può rinviare un’udienza è un impegno di quel giorno o di quei giorni, non una carica. Ad esempio, quando io avevo incarichi di governo, molte udienze a cui dovevo partecipare si facevano di sabato, che problema c’è? E si possono tenere udienze anche di domenica. Chiunque, quale che sia la sua carica, ha almeno un pomeriggio libero a settimana. Invece di andare a vedere il Milan, Berlusconi potrebbe andare alle sue udienze. E poi, seguendo la logica di questa legge, la pratica di ottenere rinvii potrebbe estendersi quasi all’infinito. Perché mai un sindaco, ad esempio, dovrebbe accettare di essere processato? Forse che per la sua città i suoi impegni istituzionali sono meno importanti? E così via. Insomma questa legge non sta in piedi, è destinata a una bocciatura alla Consulta. E Berlusconi lo sa, ma intanto la fa passare e la usa per un po’ di tempo, fino a che appunto non passa il Lodo Alfano bis, con cui si sistema definitivamente».

Come fa a esserne così certo?
«Ho lavorato per anni per Berlusconi, conosco le sue strategie. Quando ero il suo consulente legale e mi chiedeva di scrivergli delle leggi che lo proteggessero dai magistrati, non faceva certo mistero del loro scopo ad personam. E io gliele scrivevo anche meglio di quanto facciano adesso Ghedini e Pecorella».


Fonte:Pasteris
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Hanno votato a Favore MPA e NOI SUD, gli ascari di Berlusconi.
Questi sono i veri traditori del Sud. Bossi sta facendo i fatti suoi, e così Berlusconi, amico di Dell'Utri e di Mangano, che non vuole essere processato.
Il Sud affonda sempre più nel degrado dei suoi politici.
Antonio Ciano

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ROMA - Via libera della Camera al disegno di legge sul legittimo impedimento. I voti a favore sono stati 316, quelli contrari 239, le astensioni 40. I deputati presenti erano 595, quelli votanti 555. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato. Hanno votato sì Pdl, Lega, Mpa, Noi Sud e Pri; i no sono giunti dal Pd, dall'Idv e dall'Api, mentre le astensioni sono venute da Udc, Svp e Ld. I franchi tiratori, all'interno della maggioranza, sarebbero stati quattro.

Il provvedimento di fatto congela i processi del presidente del Consiglio. Si tratta di un dispositivo ponte, in attesa del cosidetto "lodo Alfano costituzionale" che dovrà definire una disciplina organica. Ma intanto, per un periodo di tempo di 18 mesi, Silvio Berlusconi può avvalersi del legittimo impedimento a comparire nelle udienze dei processi, per impegni legati alle funzioni di governo. "Andava fatta e l'abbiamo fatta - ha commentato a caldo il ministro leghista nonché ministro delle Riforme, Umberto Bossi - c'è sempre qualche moralista, ma questa è la dimostrazione che la maggioranza è molto forte".

Nel corso delle dichiarazioni di voto, Michele Vietti, a nome dell'Udc, ha dichiarato che la normativa "non ci entusiasma, in un Paese normale non se ne discuterebbe. Ma questo, ahimè, non è un Paese normale". Durissimo invece l'intervento di Antonio Di Pietro. "Solo in un Paese barbaro e dittatoriale si può immaginare che un presidente del Consiglio si faccia fare una legge apposita per non farsi processare", ha detto il leader dell'IdV. Il premier, ha insistito, si è fatto fare "decine e decine di leggi alla bisogna, aggirando la Costituzione e la buona fede degli elettori".

Anche il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha usato parole forti: "Berlusconi non vuol farsi giudicare e blocca l'Italia", ha detto. Se "aveste la forza di rinunciare, se (Berlusconi, ndr) fosse uno statista, vi sarebbe una svolta". Ma "noi non udremo quelle parole da statista. Non udremo uno statista dire: 'Affronto a viso aperto i miei problemi e intanto voi risolvete le cose che vanno risolte'". Un intervento, il suo, applaudito dai banchi del suo partito e dell'Idv.

Diversi ovviamente i toni della maggioranza. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha dichiarato: Sono convinto che il legittimo impedimento altro non sia che il diritto a governare da parte di chi ha vinto le elezioni partendo non da un privilegio ma da un legittimo diritto a sottoporsi al processo senza che questo gli impedisca di governare". "E' una strada - ha aggiunto Alfano - che consente di coniugare il diritto del cittadino presidente del consiglio a difendersi nel processo con il dovere del presidente del consiglio ad adempiere al proprio mandato di governo che gli è stato conferito dal voto degli elettori".

Il capogruppo leghista Roberto Cota ha dichiarato che "questa legge in un Paese normale sarebbe stata votata in cinque minuti, serve a garantire che il governo possa occuparsi, nello svolgimento del suo mandato, dei problemi del Paese. Serve a garantire il principio sacrosanto della sovranità popolare". Per il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, "questa legge va considerata nel contesto di una questione che in Italia dura da anni, e riguarda l'uso politico della giustizia". A suo giudizio, c'è un "attacco giudiziario permanente" nei confronti del premier. Se si vuole interrompere la spirale dell'imbarbarimento della vita politica, di cui l'uso politico della giustizia è una della cause principali, questa legge è un primo passo".

Fonte:La Repubblica del 03/02/2010



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L’inquietante silenzio dei media sull’intervista di Gilioli a Taormina


E’ inquietante per la libertà e per la democrazia di questo paese e per il sistema dell’informazione dello stesso che nessuno dei media tradizionali abbia ripreso l’intervista di Alessandro Gilioli all’avvocato Carlo Taormina del 29 gennaio in cui l’ex avvocato di Berlusconi racconta (se servisse per chiarire qualche cosa agli italiani)


«Conosco bene il modo con cui Berlusconi chiede ai suoi legali di fare le leggi ad personam, perché fino a pochi anni fa lo chiedeva a me. E, contrariamente a quello che sostiene in pubblico, con i suoi avvocati non ha alcun problema a dire che sono leggi per lui. Per questo oggi lo affermo con piena cognizione di causa: quelle che stanno facendo sono norme ad personam».



Avvocato, qual è il suo parere sulle due norme che il premier sta facendo passare in questi giorni, il processo breve e il legittimo impedimento?
«La correggo: le norme che gli servono per completare il suo disegno sono tre. Lei ha dimenticato il Lodo Alfano Bis, da approvare come legge costituzionale, che è fondamentale».

Mi spieghi meglio.
«Iniziamo dal processo breve: si tratta solo di un ballon d’essai, di una minaccia che Berlusconi usa per ottenere il legittimo impedimento. Il processo breve è stato approvato al Senato ma scommetterei che alla Camera non lo calendarizzeranno neanche, insomma finirà in un cassetto».

E perché?
«Perché il processo breve gli serve solo per alzare il prezzo della trattativa. A un certo punto rinuncerà al processo breve per avere in cambio il legittimo impedimento, cioè la possibilità di non presentarsi alle udienze dei suoi processi e di ottenere continui rinvii. Guardi, la trattativa è già in corso e l’Udc, ad esempio, ha detto che se lui rinuncia al processo breve, vota a favore del legittimo impedimentoı».

E poi che succede? Che c’entra il Lodo Alfano bis?
«Vede, la legge sul legittimo impedimento è palesemente incostituzionale, e quindi la Consulta la boccerà. Però intanto resterà in vigore per almeno un anno e mezzo: appunto fino alla bocciatura della Corte Costituzionale. E Berlusconi nel frattempo farà passare il Lodo Alfano bis, come legge costituzionale, quindi intoccabile dalla Consulta».

Mi faccia capire: Berlusconi sta facendo una legge – il legittimo impedimento -che già sa essere incostituzionale?
«Esatto. Non può essere costituzionale una legge in cui il presupposto dell’impedimento è una carica, in questo caso quella di presidente del consiglio. Non esiste proprio. L’impedimento per cui si può rinviare un’udienza è un impegno di quel giorno o di quei giorni, non una carica. Ad esempio, quando io avevo incarichi di governo, molte udienze a cui dovevo partecipare si facevano di sabato, che problema c’è? E si possono tenere udienze anche di domenica. Chiunque, quale che sia la sua carica, ha almeno un pomeriggio libero a settimana. Invece di andare a vedere il Milan, Berlusconi potrebbe andare alle sue udienze. E poi, seguendo la logica di questa legge, la pratica di ottenere rinvii potrebbe estendersi quasi all’infinito. Perché mai un sindaco, ad esempio, dovrebbe accettare di essere processato? Forse che per la sua città i suoi impegni istituzionali sono meno importanti? E così via. Insomma questa legge non sta in piedi, è destinata a una bocciatura alla Consulta. E Berlusconi lo sa, ma intanto la fa passare e la usa per un po’ di tempo, fino a che appunto non passa il Lodo Alfano bis, con cui si sistema definitivamente».

Come fa a esserne così certo?
«Ho lavorato per anni per Berlusconi, conosco le sue strategie. Quando ero il suo consulente legale e mi chiedeva di scrivergli delle leggi che lo proteggessero dai magistrati, non faceva certo mistero del loro scopo ad personam. E io gliele scrivevo anche meglio di quanto facciano adesso Ghedini e Pecorella».


Fonte:Pasteris
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