domenica 21 febbraio 2010

Il ponte sul dissesto



Di Vincenzo Mulè

Il ponte sul dissesto Il paese di San Fratello sta progressivamente sparendo, inghiottito da una gigantesca sabbia mobile. Un destino che accomuna l’84 per cento dei Comuni in provincia di Messina, tutti a elevato rischio idrogeologico.


Una gigantesca sabbia mobile sta inghiottendo con estrema lentezza il paese di San Fratello, quasi 5mila anime in provincia di Messina. L’area è interessata da un fronte franoso esteso circa un chilometro e che interessa un territorio di circa quattro chilometri quadrati.

«La situazione è molto allarmante», spiega il responsabile della Protezione Civile provinciale Bruno Manfrè che coordina le operazioni di soccorso. «Stiamo vedendo il paese sparire - aggiunge il sindaco Salvatore Sidoti Pinto - la frana ha coinvolto tutto il versante nord-est di San Fratello, coinvolgendo la parte relativamente più nuova, comprese le scuole elementari e medie. Stiamo qui che guardiamo quello che accade senza potere intervenire per fare qualcosa».

La collina viene giù poco a poco a valle e alle abitazioni viene a mancare il sostengo del terreno. Il fronte della frana è raddoppiato in poche ore raggiungendo i due chilometri. Mentre la mappa del dissesto idrogeologico si allarga. In Calabria, viene aggiornato di ora in ora il bollettino delle strade chiuse o percorribili a senso unico alternato per i cedimenti di terreno causati dalle piogge consistenti delle ultime ore. In molti centri i collegamenti sono garantiti solo grazie all’utilizzo di strade comunali.

Decine di migliaia di persone inoltre sono da domenica pomeriggio senz’acqua a Catanzaro e nell’hinterland dopo che la piena del fiume Alli che scorre a monte del capoluogo, dovuta alle forti piogge, ha trascinato un tratto di acquedotto che serve la città e molti centri della fascia ionica.

«Il territorio che si rimodella in questa maniera è opera e costruzione della natura - afferma Riccardo Caniparoli, geologo, esperto di dissesto idrogeologico, membro di un tavolo tecnico del ministero dell’Ambiente e docente di Valutazione di impatto ambientale - e il movimento è dettato solo da leggi naturali. È quindi impensabile un intervento dell’uomo a giochi fatti per risolvere questo tipo di problemi. Se si voleva intervenire lo si doveva fare prima. E coinvolgendo le professionalità più vicine al problema. Il geologo ambientalista è l’unico che conoscendo l’equilibrio ambientale può prevedere e prevenire l’evoluzione del territorio. Programmando anche eventuali interventi umani compatibili. Per questo - aggiunge Caniparoli - sono molto preoccupato per il ritorno del nucleare in Italia. Non mi interessa il dibattito sul sì o no all’atomo. Dico solo che le centrali devono essere costruite in zone che possono garantire elevati standard di sicurezza. E in Italia, questo è possibile solo in alcune zone della Sardegna».

I sindaci dei Comuni dei Nebrodi in un telegramma inviato, tra gli altri, alla presidenze del Consiglio dei ministri e della Regione Siciliana, scrivono che «l’emergenza idrogeologica nel territorio dei Nebrodi in Provincia di Messina continua ad aggravarsi» e «l’incolumità dei cittadini è gravemente minacciata». Alcuni paesi, come Longi, sono isolati e raggiungibili solo percorrendo vecchie mulattiere.

Più di otto comuni su dieci (84 per cento) della provincia di Messina si trovano su un territorio considerato a rischio per frane e alluvioni anche per effetto della progressiva cementificazione del territorio che ha sottratto terreni fertili all’agricoltura. Lo denuncia la Coldiretti, secondo la quale la situazione di Messina con ben 91 comuni a rischio è più grave rispetto alla media nazionale in Italia dove il 70 per cento dei Comuni è a rischio idrogeologico.

Secondo Wwf Italia, «il gioco non vale la candela: è un gioco grottesco assistere alla propaganda governativa sulla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina mentre continua a sgretolarsi il territorio. In questa situazione è indecente congelare 1,3 miliardi di euro, come ha fatto il Governo, quando ancora poi il Governo non trova le ingenti somme necessarie solo per rimarginare le gravi ferite di Giampilieri e di Scaletta».

Fonte:Reporter
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Di Vincenzo Mulè

Il ponte sul dissesto Il paese di San Fratello sta progressivamente sparendo, inghiottito da una gigantesca sabbia mobile. Un destino che accomuna l’84 per cento dei Comuni in provincia di Messina, tutti a elevato rischio idrogeologico.


Una gigantesca sabbia mobile sta inghiottendo con estrema lentezza il paese di San Fratello, quasi 5mila anime in provincia di Messina. L’area è interessata da un fronte franoso esteso circa un chilometro e che interessa un territorio di circa quattro chilometri quadrati.

«La situazione è molto allarmante», spiega il responsabile della Protezione Civile provinciale Bruno Manfrè che coordina le operazioni di soccorso. «Stiamo vedendo il paese sparire - aggiunge il sindaco Salvatore Sidoti Pinto - la frana ha coinvolto tutto il versante nord-est di San Fratello, coinvolgendo la parte relativamente più nuova, comprese le scuole elementari e medie. Stiamo qui che guardiamo quello che accade senza potere intervenire per fare qualcosa».

La collina viene giù poco a poco a valle e alle abitazioni viene a mancare il sostengo del terreno. Il fronte della frana è raddoppiato in poche ore raggiungendo i due chilometri. Mentre la mappa del dissesto idrogeologico si allarga. In Calabria, viene aggiornato di ora in ora il bollettino delle strade chiuse o percorribili a senso unico alternato per i cedimenti di terreno causati dalle piogge consistenti delle ultime ore. In molti centri i collegamenti sono garantiti solo grazie all’utilizzo di strade comunali.

Decine di migliaia di persone inoltre sono da domenica pomeriggio senz’acqua a Catanzaro e nell’hinterland dopo che la piena del fiume Alli che scorre a monte del capoluogo, dovuta alle forti piogge, ha trascinato un tratto di acquedotto che serve la città e molti centri della fascia ionica.

«Il territorio che si rimodella in questa maniera è opera e costruzione della natura - afferma Riccardo Caniparoli, geologo, esperto di dissesto idrogeologico, membro di un tavolo tecnico del ministero dell’Ambiente e docente di Valutazione di impatto ambientale - e il movimento è dettato solo da leggi naturali. È quindi impensabile un intervento dell’uomo a giochi fatti per risolvere questo tipo di problemi. Se si voleva intervenire lo si doveva fare prima. E coinvolgendo le professionalità più vicine al problema. Il geologo ambientalista è l’unico che conoscendo l’equilibrio ambientale può prevedere e prevenire l’evoluzione del territorio. Programmando anche eventuali interventi umani compatibili. Per questo - aggiunge Caniparoli - sono molto preoccupato per il ritorno del nucleare in Italia. Non mi interessa il dibattito sul sì o no all’atomo. Dico solo che le centrali devono essere costruite in zone che possono garantire elevati standard di sicurezza. E in Italia, questo è possibile solo in alcune zone della Sardegna».

I sindaci dei Comuni dei Nebrodi in un telegramma inviato, tra gli altri, alla presidenze del Consiglio dei ministri e della Regione Siciliana, scrivono che «l’emergenza idrogeologica nel territorio dei Nebrodi in Provincia di Messina continua ad aggravarsi» e «l’incolumità dei cittadini è gravemente minacciata». Alcuni paesi, come Longi, sono isolati e raggiungibili solo percorrendo vecchie mulattiere.

Più di otto comuni su dieci (84 per cento) della provincia di Messina si trovano su un territorio considerato a rischio per frane e alluvioni anche per effetto della progressiva cementificazione del territorio che ha sottratto terreni fertili all’agricoltura. Lo denuncia la Coldiretti, secondo la quale la situazione di Messina con ben 91 comuni a rischio è più grave rispetto alla media nazionale in Italia dove il 70 per cento dei Comuni è a rischio idrogeologico.

Secondo Wwf Italia, «il gioco non vale la candela: è un gioco grottesco assistere alla propaganda governativa sulla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina mentre continua a sgretolarsi il territorio. In questa situazione è indecente congelare 1,3 miliardi di euro, come ha fatto il Governo, quando ancora poi il Governo non trova le ingenti somme necessarie solo per rimarginare le gravi ferite di Giampilieri e di Scaletta».

Fonte:Reporter
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