martedì 22 dicembre 2009

IN MEMORIA DI S.M. RE FRANCESCO II

COMUNICAZIONE URGENTE
Contrariamente a quanto annunciato precedentemente, a causa dell'improvvisa inagibilità dell'antica chiesa di San Ferdinando, la SS. Messa in suffragio di S.M. Francesco II di Borbone, prevista per il prossimo sabato 26 dicembre, non potrà essere celebrata.

Sabato 26 dicembre 2009, alle ore 17.00, nel 115° anniversario della morte, alla presenza del Vice Priore (il Priore è S.A.R. Carlo di Borbone) della Confraternita che amministra la Chiesa, Dott. Cav. Nob. Marco Crisconio e del Presidente, Vicepresidente, Responsabili, Delegati, Iscritti ed Amici del Movimento Neoborbonico, sarà officiata presso la Real Chiesa di San Ferdinando in Napoli (adiacenze Palazzo Reale) la SS. Messa solenne in Rito Romano Antico a suffragio dell’anima santa di S.M. Francesco II di Borbone Re delle due Sicilie.

Il Movimento Neoborbonico, unitamente a tutte le sue componenti rappresentative centrali e periferiche, invita gli iscritti, i compatrioti, i Confratelli dell’Ordine Costantiniano e gli amici nella Fede e nell’Ideale a presenziare la funzione per rendere omaggio al nostro Re.

Sarà esposta la Bandiera Ufficiale di Stato.

Cap. Alessandro Romano


L’Altare Maggiore della Real Chiesa di San Ferdinando


“Da Gaeta ad Arco”

di Aniello Gentile


Breve storia dell’esilio del nostro amato Re

(Liberamente tratto da una nota di Antonio Pagano)

Francesco II, rimasto a Roma fino al 1870, peregrinò prima tra Parigi e Vienna, stabilendosi, quindi, con Maria Sofia a Possenhofen in Germania, sul lago di Starnberg.

Il Re, ammalatosi di diabete, aveva cominciato a frequentare sin dal 1876 Arco, stazione termale nei pressi di Trento, allora parte dell’Impero austriaco, sotto il nome di Duca di Castro o “sig. Fabiani”, era ospitato nella villa dell’Arciduca Alberto d’Austria.

Nell’autunno del 1894, Francesco II e Maria Sofia si recarono per le consuete cure ad Arco. Approssimandosi le festività natalizie le condizioni di salute del Re si aggravarono improvvisamente. Nonostante le premurose cure mediche, il giorno 27 dicembre 1894 Francesco II morì a soli 58 anni d'età.

I funerali si svolsero il 5 gennaio 1895 alla presenza dei principi reali e di quasi tutti i rappresentanti dell’aristocrazia internazionale, dall’Arcivescovo di Trento.

La salma fu seppellita nel Duomo di Arco. Le resero gli onori due battaglioni di Cacciatori austriaci, mentre dal Monte Brione spararono i cannoni di una batteria. Nello stesso giorno, anche a Napoli fu celebrata una solenne funzione religiosa alla presenza di tutti i nobili duosiciliani, dei Cavalieri dell’Ordine di San Gennaro e dell’Ordine di Malta.

L’arciprete Chini, testimone del tempo, così lo descrisse: «dal contegno tanto riservato, che in Arco non si faceva neppure rimarcare, tranne che la sua frequenza e divozione alla Chiesa: quasi suo unico compagno era l’Arciduca Alberto, e qualche volta suo cognato l’Arciduca Carlo Salvatore».

Le sue ultime giornate le aveva trascorse compiendo qualche passeggiata nei dintorni della cittadina, scambiando qualche battuta con la gente del luogo, che ricordava la sua svelta camminatura lungo il viale delle Magnolie, per giungere puntuale alle sacre funzioni mescolandosi ai semplici contadini.


S.M. Re Francesco II di Borbone ci ha lasciato un prezioso esempio

di amore e di speranza per un futuro di dignità e di pace

“La restituzione del mio non mi adesca; quando si perde un trono, poco importa il patrimonio.

Se l’abbia l’usurpatore o il restituisca, né quello mi strappa un lamento, né questo un sorriso.

Povero sono, come oggi tanti altri migliori di me;

Stimo più la dignità che la ricchezza” .

Francesco

"Io sono napolitano; nato tra voi, non ho respirato altra aria, non ho veduto altri paesi, non conosco altro che il suolo natio. Tutte le mie affezioni sono dentro il Regno: i vostri costumi sono i miei costumi: la vostra lingua è la mia lingua; le vostre ambizioni mie ambizioni"

"Sono un principe vostro che ha sacrificato tutto al suo desiderio di conservare la pace, la concordia, la prosperità tra suoi sudditi"

Francesco


Fu Francesco II di Borbone il vero “re galantuomo”,

parola di Matilde Serao

Il passo che segue, relativo al trapasso di S.M. Francesco II, è stato tratto dall’opera: “Per la traslazione in Santa Chiara di Napoli dei resti mortali degli ultimi Sovrani delle Due Sicilie” – Napoli 1984 – di Padre Gaudenzio dell’Aja, francescano.

”””Nella seconda decade di dicembre, la Regina si recò ad Arco per trascorrervi i giorni di Natale e di Capodanno insieme col Consorte, ma la vigilia di Natale le condizioni di salute di Francesco di Borbone si aggravarono. Il 26 dicembre, dopo la celebrazione della Messa, furono amministrati al Sovrano il Viatico e l'Estrema Unzione.

Confortato dalla benedizione del Sommo Pon­tefice, Francesco II si spense in Arco il 27 dicem­bre 1894, alle ore 14,34.

Erano presenti al transito la Regina Maria Sofia, il Conte di Caserta e gli Arciduchi di Au­stria, Alberto, Ranieri ed Ernesto.

Napoli apprese la notizia della morte di Fran­cesco II di Borbone dalle colonne de Il Mattino. Matilde Serao scrisse in prima pagina un articolo dal titolo « Il Re di Napoli », in cui fra l'altro diceva: «Don Francesco di Borbone è morto, cri­stianamente, in un piccolo paese alpino, rendendo a Dio l'anima tribolata ma serena.

Giammai principe sopportò le avversità della fortuna con la fermezza silenziosa e la dignità di Francesco secondo. Colui che era stato o era parso debole sul trono, travolto dal destino, dalla inelut­tabile fatalità, colui che era stato schernito come un incosciente, mentre egli subiva una catastrofe creata da mille cause incoscienti, questo povero re, questo povero giovane che non era stato felice un anno, ha lasciato che tutti i dolori umani penetras­sero in lui, senza respingerli, senza lamentarsi; ed ha preso la via dell'esilio e vi è restato trentaquat­tro anni, senza che mai nulla si potesse dire contro di lui. Detronizzato, impoverito, restato senza pa­tria, egli ha piegato la sua testa sotto la bufera e la sua rassegnazione ha assunto un carattere di muto eroismo... Galantuomo come uomo e gentiluomo come principe, ecco il ritratto di Don Francesco di Borbone».

La salma di Francesco II, vestita con abiti civili su cui spiccavano le decorazioni e fra queste la medaglia al valore militare per la difesa di Gaeta, restò esposta nella camera ardente fino alla sera del 29 dicembre”””.

Arco, 3 gennaio 1903

Cronaca della sepoltura del Re

Un testamento che, soprattutto nella parte finale, ci rende orgogliosi di aver avuto quale sovrano

Francesco II


Il testamento morale e politico

che S.M. Francesco II lasciò

ai Popoli del Regno delle Due Sicilie

durante il duro Assedio di Gaeta.

Un messaggio di speranza e di amore che da anni ci guida

nel difficile cammino della resurrezione culturale, sociale e politica

dei Popoli delle Due Sicilie

(...) Ci è un rimedio per questi mali, per le calamità più grandi che prevedo. La concordia, la risoluzione, la fede nell’avvenire. Unitevi intorno al trono dei vostri padri. Che l’oblio copra per sempre gli errori di tutti; che il passato non sia mai pretesto di vendetta, ma pel futuro lezione salutare. Io ho fiducia nella giustizia della Provvidenza, e qualunque sia la mia sorte, resterò fedele ai miei popoli ed alle istituzione che ho loro accordate. (...).

Francesco

Fonte:Rete Regno Due Sicilie

Leggi tutto »
COMUNICAZIONE URGENTE
Contrariamente a quanto annunciato precedentemente, a causa dell'improvvisa inagibilità dell'antica chiesa di San Ferdinando, la SS. Messa in suffragio di S.M. Francesco II di Borbone, prevista per il prossimo sabato 26 dicembre, non potrà essere celebrata.

Sabato 26 dicembre 2009, alle ore 17.00, nel 115° anniversario della morte, alla presenza del Vice Priore (il Priore è S.A.R. Carlo di Borbone) della Confraternita che amministra la Chiesa, Dott. Cav. Nob. Marco Crisconio e del Presidente, Vicepresidente, Responsabili, Delegati, Iscritti ed Amici del Movimento Neoborbonico, sarà officiata presso la Real Chiesa di San Ferdinando in Napoli (adiacenze Palazzo Reale) la SS. Messa solenne in Rito Romano Antico a suffragio dell’anima santa di S.M. Francesco II di Borbone Re delle due Sicilie.

Il Movimento Neoborbonico, unitamente a tutte le sue componenti rappresentative centrali e periferiche, invita gli iscritti, i compatrioti, i Confratelli dell’Ordine Costantiniano e gli amici nella Fede e nell’Ideale a presenziare la funzione per rendere omaggio al nostro Re.

Sarà esposta la Bandiera Ufficiale di Stato.

Cap. Alessandro Romano


L’Altare Maggiore della Real Chiesa di San Ferdinando


“Da Gaeta ad Arco”

di Aniello Gentile


Breve storia dell’esilio del nostro amato Re

(Liberamente tratto da una nota di Antonio Pagano)

Francesco II, rimasto a Roma fino al 1870, peregrinò prima tra Parigi e Vienna, stabilendosi, quindi, con Maria Sofia a Possenhofen in Germania, sul lago di Starnberg.

Il Re, ammalatosi di diabete, aveva cominciato a frequentare sin dal 1876 Arco, stazione termale nei pressi di Trento, allora parte dell’Impero austriaco, sotto il nome di Duca di Castro o “sig. Fabiani”, era ospitato nella villa dell’Arciduca Alberto d’Austria.

Nell’autunno del 1894, Francesco II e Maria Sofia si recarono per le consuete cure ad Arco. Approssimandosi le festività natalizie le condizioni di salute del Re si aggravarono improvvisamente. Nonostante le premurose cure mediche, il giorno 27 dicembre 1894 Francesco II morì a soli 58 anni d'età.

I funerali si svolsero il 5 gennaio 1895 alla presenza dei principi reali e di quasi tutti i rappresentanti dell’aristocrazia internazionale, dall’Arcivescovo di Trento.

La salma fu seppellita nel Duomo di Arco. Le resero gli onori due battaglioni di Cacciatori austriaci, mentre dal Monte Brione spararono i cannoni di una batteria. Nello stesso giorno, anche a Napoli fu celebrata una solenne funzione religiosa alla presenza di tutti i nobili duosiciliani, dei Cavalieri dell’Ordine di San Gennaro e dell’Ordine di Malta.

L’arciprete Chini, testimone del tempo, così lo descrisse: «dal contegno tanto riservato, che in Arco non si faceva neppure rimarcare, tranne che la sua frequenza e divozione alla Chiesa: quasi suo unico compagno era l’Arciduca Alberto, e qualche volta suo cognato l’Arciduca Carlo Salvatore».

Le sue ultime giornate le aveva trascorse compiendo qualche passeggiata nei dintorni della cittadina, scambiando qualche battuta con la gente del luogo, che ricordava la sua svelta camminatura lungo il viale delle Magnolie, per giungere puntuale alle sacre funzioni mescolandosi ai semplici contadini.


S.M. Re Francesco II di Borbone ci ha lasciato un prezioso esempio

di amore e di speranza per un futuro di dignità e di pace

“La restituzione del mio non mi adesca; quando si perde un trono, poco importa il patrimonio.

Se l’abbia l’usurpatore o il restituisca, né quello mi strappa un lamento, né questo un sorriso.

Povero sono, come oggi tanti altri migliori di me;

Stimo più la dignità che la ricchezza” .

Francesco

"Io sono napolitano; nato tra voi, non ho respirato altra aria, non ho veduto altri paesi, non conosco altro che il suolo natio. Tutte le mie affezioni sono dentro il Regno: i vostri costumi sono i miei costumi: la vostra lingua è la mia lingua; le vostre ambizioni mie ambizioni"

"Sono un principe vostro che ha sacrificato tutto al suo desiderio di conservare la pace, la concordia, la prosperità tra suoi sudditi"

Francesco


Fu Francesco II di Borbone il vero “re galantuomo”,

parola di Matilde Serao

Il passo che segue, relativo al trapasso di S.M. Francesco II, è stato tratto dall’opera: “Per la traslazione in Santa Chiara di Napoli dei resti mortali degli ultimi Sovrani delle Due Sicilie” – Napoli 1984 – di Padre Gaudenzio dell’Aja, francescano.

”””Nella seconda decade di dicembre, la Regina si recò ad Arco per trascorrervi i giorni di Natale e di Capodanno insieme col Consorte, ma la vigilia di Natale le condizioni di salute di Francesco di Borbone si aggravarono. Il 26 dicembre, dopo la celebrazione della Messa, furono amministrati al Sovrano il Viatico e l'Estrema Unzione.

Confortato dalla benedizione del Sommo Pon­tefice, Francesco II si spense in Arco il 27 dicem­bre 1894, alle ore 14,34.

Erano presenti al transito la Regina Maria Sofia, il Conte di Caserta e gli Arciduchi di Au­stria, Alberto, Ranieri ed Ernesto.

Napoli apprese la notizia della morte di Fran­cesco II di Borbone dalle colonne de Il Mattino. Matilde Serao scrisse in prima pagina un articolo dal titolo « Il Re di Napoli », in cui fra l'altro diceva: «Don Francesco di Borbone è morto, cri­stianamente, in un piccolo paese alpino, rendendo a Dio l'anima tribolata ma serena.

Giammai principe sopportò le avversità della fortuna con la fermezza silenziosa e la dignità di Francesco secondo. Colui che era stato o era parso debole sul trono, travolto dal destino, dalla inelut­tabile fatalità, colui che era stato schernito come un incosciente, mentre egli subiva una catastrofe creata da mille cause incoscienti, questo povero re, questo povero giovane che non era stato felice un anno, ha lasciato che tutti i dolori umani penetras­sero in lui, senza respingerli, senza lamentarsi; ed ha preso la via dell'esilio e vi è restato trentaquat­tro anni, senza che mai nulla si potesse dire contro di lui. Detronizzato, impoverito, restato senza pa­tria, egli ha piegato la sua testa sotto la bufera e la sua rassegnazione ha assunto un carattere di muto eroismo... Galantuomo come uomo e gentiluomo come principe, ecco il ritratto di Don Francesco di Borbone».

La salma di Francesco II, vestita con abiti civili su cui spiccavano le decorazioni e fra queste la medaglia al valore militare per la difesa di Gaeta, restò esposta nella camera ardente fino alla sera del 29 dicembre”””.

Arco, 3 gennaio 1903

Cronaca della sepoltura del Re

Un testamento che, soprattutto nella parte finale, ci rende orgogliosi di aver avuto quale sovrano

Francesco II


Il testamento morale e politico

che S.M. Francesco II lasciò

ai Popoli del Regno delle Due Sicilie

durante il duro Assedio di Gaeta.

Un messaggio di speranza e di amore che da anni ci guida

nel difficile cammino della resurrezione culturale, sociale e politica

dei Popoli delle Due Sicilie

(...) Ci è un rimedio per questi mali, per le calamità più grandi che prevedo. La concordia, la risoluzione, la fede nell’avvenire. Unitevi intorno al trono dei vostri padri. Che l’oblio copra per sempre gli errori di tutti; che il passato non sia mai pretesto di vendetta, ma pel futuro lezione salutare. Io ho fiducia nella giustizia della Provvidenza, e qualunque sia la mia sorte, resterò fedele ai miei popoli ed alle istituzione che ho loro accordate. (...).

Francesco

Fonte:Rete Regno Due Sicilie

Nessun commento:

 
[Privacy]
Design by Free WordPress Themes | Bloggerized by Lasantha - Premium Blogger Themes | Hot Sonakshi Sinha, Car Price in India