lunedì 12 ottobre 2009

Relazione di Maroni al Consiglio dei Ministri - " LA SECONDA VOLTA DI MARONI"



Ricevo e posto da Antonio Ciano:

Questa è la relazione del ministro degli Interni Maroni al Consiglio dei ministri del Governo Berlusconi. Se dopo questa relazione, il Governo non ha chiuso il comune di Fondi per mafia, significa che il leghista deve dimettersi e andarsene, e far cadere il governo.

Questo chiede il Partito del Sud.

LA SECONDA VOLTA DI MARONI
Ecco il testo integrale della richiesta di scioglimento anticipato
reiterata dal ministro dell'Interno il 18 settembre

RELAZIONE DEL MINISTRO DELL'INTERNO

Il comune di Fondi (Latina), i cui organi elettivi sono stati rinnovati
nelle consultazioni amministrative del 28 maggio 2006, presenta forme di
ingerenza da parte della criminalità organizzata tali da determinare una
alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi
elettivi e amministrativi e da compromettere il buon andamento e
l'imparzialità dell'amministrazione, nonché il funzionamento dei
servizi, con grave e perdurante pregiudizio per lo stato dell'ordine e
della sicurezza pubblica. L'infiltrazione della criminalità di tipo
mafioso nell'area pontina, e più specificamente nella zona di Fondi, è
segnalata da oltre un decennio sulla base di specifiche risultanze
investigative. In particolare, nel comprensorio fondano pare delinearsi
la stabile compresenza di sodalizi calabresi e campani, sia pure
probabilmente favorita da insediamenti forzosi (sorveglianza speciale),
con una sottesa rete di alleanze e accordi tesi a contemperare i
variegati e distinti interessi delle singole consorterie, talora anche
convergenti, nella gestione di attività illecite. Tale assunto, che è
stato ampiamente oggetto di importanti documenti prodotti dalla
Commissione parlamentare antimafia (in particolare, nella relazione,
approvata nel corso della Legislatura 2006-2008, dedicata
specificatamente alla 'ndrangheta calabrese e alle sue attività anche in
ambiti territoriali nazionali e internazionali, diversi da quelli di
storico insediamento) trova conferma, da ultimo, nel materiale
probatorio acquisito nel corso di recenti inchieste giudiziarie, in
particolare della Procura della Repubblica presso il Tribunale di
Roma-Direzione Distrettuale Antimafia. Nell'ambito di tale inchiesta si
delinea la presenza nel basso Lazio e, in particolare, nel comprensorio
fondano di un pericoloso sodalizio individuato nella , con legami con cosche calabresi. In questo contesto, si
collocano le dichiarazioni rese, in seguito a un attentato incendiario
alla propria autovettura, da un amministratore del comune di Fondi -
l'allora assessore ai lavori pubblici - ai competenti organi, in cui,
tra l'altro ammetteva di aver chiesto e ottenuto, nell'ultima campagna
elettorale, il sostegno del sodalizio Tripodo-Trani, attivo in Fondi,
nonché di altri soggetti di sicura caratura criminale operativi in quel
territorio, gran parte dei quali, peraltro, ora sottoposti a indagini
penali, con la contestazione del reato di cui all'art. 416 bis c.p. da
parte della citata Procura di Roma. A seguito di tali dichiarazioni, il
Prefetto di Latina ha disposto, con provvedimento dell'11 febbraio 2008,
su specifica delega, la costituzione di una commissione ispettiva per
gli accertamenti di rito presso il comune di Fondi, ai sensi dell'art.1,
comma 4, del decreto legge 6 settembre 1982, n.629, convertito dalla
legge 12 ottobre 1982, n.726, così come integrato dalla legge 15
novembre 1988 n.486. Gli accertamenti svolti dalla commissione
d'accesso, confluiti nella relazione commissariale conclusiva della
procedura, cui si rinvia integralmente, documentano numerosi elementi e
circostanze sintomatici di una condizione di permeabilità degli organi
elettivi del comune di Fondi, la cui libera determinazione è orientata
al marcato asservimento agli interessi criminali dei principali sodali
della richiamata . Il condizionamento degli
affari dell'ente e la strumentalizzazione delle scelte amministrative
risultano favoriti da rapporti di parentela, frequentazione, contiguità
e cointeressenze di taluni pubblici amministratori e dipendenti comunali
con soggetti vicini o addirittura organici alla criminalità organizzata.
Rapporti particolarmente significativi con esponenti, anche di spicco,
della malavita sono stati accertati nei confronti del citato assessore
ai lavori pubblici, cui è stato revocato l'incarico assessorile solo
dopo il disposto accesso; emergono, altresì, significative circostanze
di contiguità e vicinanza al sodalizio tripudiano in relazione al
sindaco, a diversi esponenti della giunta e del consiglio comunale. La
commissione ha acclarato, insieme alla stretta continuità tra l'attuale
consiliatura e la precedente, come nell'amministrazione comunale si
siano radicate anomalie organizzative e procedurali nonché illegittimità
gravissime quanto diffuse, i cui esiti hanno spesso oggettivamente
favorito soggetti direttamente o indirettamente collegati alla
criminalità organizzata. Strategica a tal proposito è l'accertata
sistematica disapplicazione della normativa antimafia in materia di
affidamento di lavori, servizi e forniture che denota, come è evidente,
la volontà dell'ente di operare in un contesto svincolato dal rispetto
delle regole, anche quando queste sono finalizzate alla più rigorosa
tutela dall'infiltrazione della criminalità organizzata nel circuito
degli investimenti pubblici. Le diffuse e rilevanti anomalie riscontrate
nelle procedure amministrative assurgono a prassi nel settore
dell'approvvigionamento di servizi e forniture in modo da eludere gli
obblighi di legge; possono, ad esempio, essere citati casi di
ingiustificato frazionamento di contratti formulati in termini equivoci
ovvero l'avvio di rapporti per somministrazioni di importo e durata
limitati, seguiti da reiterate proroghe che presentano svariati profili
di illegittimità, tese ad ampliare a dismisura entrambi i parametri: il
tutto con il frequente risultato, oggettivamente riscontrabile, di
beneficiare ditte controindicate, in special modo quelle riconducibili
al sodalizio Tripodo-Trani. Ciò premesso, in generale, si evidenziano
analiticamente di seguito, anche se a titolo non esaustivo, le anomalie
riscontrate dalla commissione di accesso che appaiono più significative.
Particolare rilievo assumono innanzitutto i rapporti contrattuali del
comune di Fondi con imprese riconducibili ai componenti della , operanti in tre settori: pulizie, trasporti e imprese
funebri. Imprese costantemente agevolate dall'amministrazione comunale,
con il sistematico ricorso per gli affidamenti a procedure d'urgenza in
mancanza dei relativi presupposti e con l'arbitraria precedenza nella
liquidazione dei mandati di pagamento. Tale condotta ha determinato la
violazione delle seguenti normative: . Della normativa antimafia e
antiriciclaggio, avendo consentito a soggetti all'epoca sottoposti alla
sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, di poter acquisire, in
forza di tali contratti, vantaggi e benefici economici; in particolare
appare violato l'art. 10 della legge antimafia n.575/1965; . Della
normativa antimafia in materia di contratti pubblici per lavori, servizi
e forniture, di cui al decreto legislativo n.490/1994 e al D.P.R.
n.252/1998; . Del regolamento di contabilità comunale, che prescrive che
i pagamenti seguano l'ordine cronologico di presentazione delle domande
di liquidazione; regolamento che appare violato avendo il comune di
Fondi privilegiato illegittimamente le ditte facenti capo al sodalizio
Tripodo-Trani. Illegittimo si qualifica inoltre il comportamento del
comune di Fondi nei riguardi di una impresa di onoranze funebri facenti
capo a uno dei principali esponenti del sodalizio criminale in
questione. Nel caso in specie, la condotta antigiuridica si è prolungata
per un periodo assai significativo (1998-2007), concretandosi in una
serie di vantaggi e favori che hanno concorso al consolidamento della
posizione egemone di tale impresa nel settore delle onoranze funebri.
Estremamente grave, in tale contesto, si palesa la circostanza che ha
visto la sottoposizione per una preventiva consultazione all'esponente
del sodalizio criminale, con diretti interessi nel settore delle pompe
funebri, della bozza di regolamento comunale in materia di polizia
mortuaria da parte dell'assessore ai servizi demografici, a ciò indotto
dal già citato assessore ai lavori pubblici dello stesso comune. Tutto
ciò in presenza di metodi intimidatori attraverso i quali il sodalizio
criminale ha esercitato il proprio predominio nel settore delle onoranze
funebri. La realizzazione della nuova casa comunale, invero, che
rappresenta la più significativa tra le opere pubbliche anche per la
rilevanza dell'onere sostenuto dall'amministrazione locale, è stata
avviata senza il rispetto degli adempimenti pubblicitari previsti dalla
normativa di settore a garanzia della trasparenza dell'azione della
pubblica amministrazione, in violazione delle disposizione di principio
del codice dei contratti pubblici (art.2 del decreto legislativo 12
aprile 2006, n.163). Inoltre, è stata ancora una volta integralmente
disattesa la normativa antimafia sui contratti pubblici. L'A.T.I.,
aggiudicataria dei lavori in questione, è risultata partecipata da
impresa coinvolta in un procedimento penale, con più indagati, per gravi
reati, tra cui quello di associazione di tipo mafioso. Anche in altre
circostanze attinenti ai lavori pubblici (aggiudicazione dei lavori di
adeguamento dei collettori fognari e di depurazione; lavori per la
realizzazione di un impianto sportivo nell'istituto scolastico
) è stata rilevata la presenza di imprese con
significative controindicazioni. Dagli accertamenti esperiti risulta,
altresì, un frequente avvilimento da parte dell'amministrazione
comunale, per l'acquisizione di servizi e forniture (in particolare per
lavoratori interinali), di imprese campane, senza che risulti idonea
motivazione sulla scelta a livello amministrativo e anche con
l'inosservanza delle norme antimafia. Sul conto di tali imprese sono
stati accertati elementi di controindicazione, in particolare attinenti
alla contiguità con la criminalità camorristica. Rilevano, inoltre, le
irregolarità riscontrate nell'attività posta in essere in alcuni settori
amministrativi, tra cui, segnatamente, quello dell'urbanistica, che
hanno agevolato, in diverse circostanze, interessi economici di soggetti
collegati a esponenti della criminalità di tipo mafioso. La commissione
d'accesso ha accertato documentalmente - come risulta in atti - che nel
caso di particelle di ampi terreni edificatori il nome del
concessionario finale è stato avvicendato all'originario richiedente
poco prima della conclusione dell'istruttoria amministrativa, con
l'aggravante che l'originario istante all'atto della domanda non è
risultato intestatario di alcun titolo riguardo ai terreni interessati
alla lottizzazione, in violazione della normativa in materia edilizia (
decreto legislativo n.380/2001). Un'ulteriore vicenda che si connota di
illegittimità è quella relativa all'approvazione di una variante
urbanistica che ha direttamente favorito i personali interessi del
sindaco e di un consigliere comunale, che hanno partecipato, peraltro,
alla votazione in spregio all'obbligo di astenersi previsto dall'art. 77
del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267. Per quanto riguarda il
sindaco, l'approvazione della variante ha sicuramente portato concreto
vantaggio alla società che il medesimo ha in essere unitamente al
fratello di un esponente del sodalizio Tripodo-Trani, attualmente
assoggettato a procedimento penale per il reato di cui all'art.416 bis
c.p. e sottoposto, con altri, a misura custodiale cautelare. Riguardo
all'individuazione delle figure di livello politico da considerare
interessate da fenomeni di compromissione o
interferenza si evidenzia la posizione dell'assessore ai lavori
pubblici, la cui delega è stata revocata, come si è detto, solo a
procedura d'accesso avviata, soprattutto per le connotazioni di
carattere penale della sua condotta, che hanno portato la Procura
Distrettuale Antimafia di Roma alla contestazione del delitto di
partecipazione ad associazione mafiosa. Per quanto concerne il sindaco
va ricordata la circostanza che il medesimo ha adottato già nel 1998, in
qualità di assessore al commercio, atti palesamente illegittimi in
quanto di competenza dirigenziale, rivolti a vantaggio dell'impresa di
onoranze funebri, sotto il controllo di uno dei principali esponenti del
sodalizio Tripodo Trani. In tale circostanza, l'amministrazione locale
ha disatteso le precise indicazioni della Prefettura e della Questura di
Latina circa i pericoli di riciclaggio conseguenti al rilascio di
licenze di commercio a soggetti da considerare prestanome di tale
esponente criminale. Tale situazione di colpevole inerzia si è
prolungata per un esteso periodo di tempo, fino al 2007. Di rilievo,
altresì, sempre con riferimento alla figura del sindaco, è la
disposizione dal medesimo impartita secondo cui, in spregio al principio
di separatezza tra l'area della direzione politica e quella gestionale,
ogni mandato o ordine di pagamento andava sottoposto al visto
dell'assessore al ramo. Tale circostanza comprova come il vertice
politico dell'ente, in maniera irregolare, si fosse procurato il
controllo sulle attività ricadenti nelle competenze della struttura
amministrativa. Ancora in relazione al sindaco assume valenza simbolica
l'episodio di un suo passato intervento, unitamente a un esponente della
citata famiglia malavitosa, presso un plesso scolastico comunale al fine
di presentare ai dipendenti dell'ente la società di pulizie facente capo
a uno dei principali esponenti del sodalizio Tripodo-Trani, già
sorvegliato speciale di p.s. nel 2002, che avrebbe dovuto eseguire
taluni lavori. Ciò malgrado l'amministrazione comunale avesse ancora in
essere altro rapporto contrattuale con una diversa impresa. Da ultimo,
si evidenzia la nomina da parte del sindaco della figlia di un
pluripregiudicato calabrese, attualmente sottoposto a misura restrittiva
per usura aggravata con modalità mafiose, come revisore dei conti di un
progetto gestito dal comune con erogazioni europee e regionali, che ha
visto tra i suoi beneficiari anche una impresa riferibile alsodalizio
criminale egemone in Fondi. Va detto, peraltro, che tale incarico è
cessato nel marzo del 2008, a un mese dall'insediamento della
commissione d'accesso. Tra i responsabili delle molteplici condotte che
inducono a proporre provvedimento di scioglimento, si individua la già
evidenziata figura dell'assessore ai servizi demografici, dimessosi in
seguito all'esecuzione di un recente provvedimento dell'Autorità
Giudiziaria, il quale in occasione di un incontro con uno dei vertici
della criminalità locale fondana ha assicurato di essersi adoperato a
valutare le esigenze rappresentate dall'esponente del sodalizio
tripodiano in merito alle modifiche del regolamento comunale di polizia
mortuaria in linea con i suoi interessi (circostanza questa che risulta
dalle dichiarazioni rese dallo stesso assessore agli organi inquirenti).
Si richiama, inoltre, il documentato episodio - che risulta da
operazioni tecniche disposte nell'ambito dell'operazione - in
cui l'assessore al commercio ha instaurato, nell'esercizio del suo
incarico, un rapporto di natura contrattuale con una società, la cui
riferibilità a un rappresentante di vertice della criminalità locale
fondana gli era ben nota. Sintomatica del collegamento con la
criminalità organizzata di tipo mafioso appare anche la posizione di un
consigliere comunale, presidente della commissione consiliare permanente
politiche per lo sviluppo
economico-industria-commercio-artigianato-cultura, vicepresidente della
commissione consiliare permanente urbanistica-assetto del
territorio-edilizia privata nonché componente della commissione
consiliare permanente lavori pubblici e espropri. La vicinanza di tale
consigliere al sodalizio mafioso facente capo alla risulta oggetto di riscontro in sede investigativa ed è anche
suffragata dal fatto che il nome di tale amministratore ricorre
nell'ambito di un procedimento penale per estorsione, attualmente
pendente presso il Tribunale di Latina, in cui risultano imputati anche
esponenti del sodalizio tripudiano. Detto amministratore, già sottoposto
ad avviso orale da parte del Questore di Latina, viene indicato quale
autista e guardaspalle di uno dei personaggi di maggior rilievo nel
panorama della criminalità organizzata di matrice calabrese radicatasi nel
territorio di Fondi. Rilevante, altresì, è la circostanza che tale
amministratore, pur essendo da tempo, in qualità di socio di una
polisportiva, moroso nei confronti dell'ente locale, abbia tuttavia
ottenuto a vantaggio della sua stessa società contributi comunali in
maniera continuativa e di importo notevole, mentre sono sempre mancate
idonee iniziative per l'effettivo recupero delle somme non pagate.
Parimenti compromessa risulta la posizione di un altro consigliere
comunale, che ha svolto nella precedente consiliatura le funzioni di
vice sindaco, coinvolto in una vicenda lottizzatoria come progettista e
direttore dei lavori della società immobiliare beneficiaria dei permessi
a costruire rilasciati dal comune di Fondi in esito alla sopra censurata
procedura edilizia e che ha visto come beneficiaria una società il cui
socio di maggioranza annovera diversi precedenti di polizia per
associazione a delinquere, corruzione e altro. Riguardo a tale
circostanza e alle anomalie che hanno contrassegnato l'attività
dell'ente, si osserva che sono attualmente in corso indagini da parte
della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli - Direzione
Distrettuale Antimafia, ... OMISSIS.... L'attività di accertamento
espletata dalla commissione di accesso ha evidenziato a carico
dell'apparato burocratico dell'ente, in particolare riguardo alle figure
del segretario generale e dei dirigenti dei vari settori amministrativi,
comportamenti lesivi dei principi di correttezza e trasparenza, come si
evidenzia in via prioritaria nella riferita, sistematica inosservanza
della normativa antimafia. Palesemente condizionato da elementi
criminali, anche intranei all'ente locale, è risultato il delicato
settore della polizia municipale, di cui appare gravemente compromessa
soprattutto la capacità di contrasto al diffuso abusivismo edilizio. Non
è irrilevante il fatto che, in relazione al rilievo penale di alcune
contestazioni, ben quattro dirigenti apicali dell'ente locale sono stati
sottoposti alla misura dei domiciliari per reati per i quali è
attualmente pendente procedimento penale. Se è vero che le riscontrate
anomalie consegnano un quadro gravemente compromesso a livello
dirigenziale, è vero, altresì, che l'apparato burocratico dell'ente,
consolidatosi durante le ultime sindacatore, appare connotato da un
diffuso stato di assoggettamento nei confronti degli organi di governo.
Tutto ciò premesso, anche al fine di prevenire effetti più gravi e
pregiudizievoli per l'interesse pubblico e a salvaguardia della comunità
locale, appare necessario intervenire con un provvedimento mirato a
rimuovere i legami tra l'ente locale e la criminalità organizzata,
disponendo lo scioglimento degli organi elettivi e la nomina di un
organo straordinario di governo. Invero, proprio l'affidamento della
gestione dell'ente locale a una commissione straordinaria appare lo
strumento più idoneo ad affrontare le anomalie diffusamente riscontrate
nell'attività amministrativa, anche in virtù degli speciali poteri di
cui dispone ai sensi dell'art.145 del decreto legislativo 18 agosto
2000, n.267. A tal fine, il Prefetto di Latina, con relazione dell'8
settembre 2008, ha proposto l'applicazione della misura straordinaria
prevista dall'art.143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267,
onde evitare ogni ulteriore motivo di deterioramento e di inquinamento
della vita amministrativa e democratica dell'ente. Nel prosieguo, con
missiva del 10 luglio 2009, il Prefetto di Latina ha ribadito la
menzionata proposta di scioglimento alla luce delle risultanze
dell'indagine denominata da cui emergono confermate le
condotte sintomatiche sin qui descritte, in un ambito che, in sovrappiù,
ne fa ritenere la rilevanza penale. Con ulteriore nota del 14 settembre
2009 il Prefetto di Latina, a seguito della delibera del Consiglio dei
Ministri adottata nella seduta del 31 luglio 2009, così come richiesto,
ha riformulato la propria relazione tenendo conto delle modifiche
introdotte all'art.143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267,
dalla legge 15 luglio 2009, n.94, sentito il Comitato provinciale per
l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del
Procuratore della Repubblica competete per territorio, nel cui ambito
tutti i vertici delle Forze di Polizia hanno espresso condivisione sugli
elementi di compromissione dell'ente locale dettagliatamente illustrati
dal Prefetto, e sulla proposta di scioglimento, pur in presenza di
considerazioni di segno opposto, ampiamente svolte da parte del
presidente della provincia di Latina. La valutazione della situazione in
concreto riscontrata, in relazione alla presenza e all'estensione
dell'influenza criminale, rende necessario che la durata della gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. Ritenuto, pertanto, che
ricorrano le condizioni indicate per l'adozione del provvedimento di cui
all'art.143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267, come
sostituito dall'art. 2, comma 30, della legge 15 luglio 2009, n.94 si
formula conseguente proposta per l'adozione del provvedimento di
scioglimento del consiglio comunale di Fondi (Latina).

Roma, 18/9/2009

Il Ministro
.
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Ricevo e posto da Antonio Ciano:

Questa è la relazione del ministro degli Interni Maroni al Consiglio dei ministri del Governo Berlusconi. Se dopo questa relazione, il Governo non ha chiuso il comune di Fondi per mafia, significa che il leghista deve dimettersi e andarsene, e far cadere il governo.

Questo chiede il Partito del Sud.

LA SECONDA VOLTA DI MARONI
Ecco il testo integrale della richiesta di scioglimento anticipato
reiterata dal ministro dell'Interno il 18 settembre

RELAZIONE DEL MINISTRO DELL'INTERNO

Il comune di Fondi (Latina), i cui organi elettivi sono stati rinnovati
nelle consultazioni amministrative del 28 maggio 2006, presenta forme di
ingerenza da parte della criminalità organizzata tali da determinare una
alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi
elettivi e amministrativi e da compromettere il buon andamento e
l'imparzialità dell'amministrazione, nonché il funzionamento dei
servizi, con grave e perdurante pregiudizio per lo stato dell'ordine e
della sicurezza pubblica. L'infiltrazione della criminalità di tipo
mafioso nell'area pontina, e più specificamente nella zona di Fondi, è
segnalata da oltre un decennio sulla base di specifiche risultanze
investigative. In particolare, nel comprensorio fondano pare delinearsi
la stabile compresenza di sodalizi calabresi e campani, sia pure
probabilmente favorita da insediamenti forzosi (sorveglianza speciale),
con una sottesa rete di alleanze e accordi tesi a contemperare i
variegati e distinti interessi delle singole consorterie, talora anche
convergenti, nella gestione di attività illecite. Tale assunto, che è
stato ampiamente oggetto di importanti documenti prodotti dalla
Commissione parlamentare antimafia (in particolare, nella relazione,
approvata nel corso della Legislatura 2006-2008, dedicata
specificatamente alla 'ndrangheta calabrese e alle sue attività anche in
ambiti territoriali nazionali e internazionali, diversi da quelli di
storico insediamento) trova conferma, da ultimo, nel materiale
probatorio acquisito nel corso di recenti inchieste giudiziarie, in
particolare della Procura della Repubblica presso il Tribunale di
Roma-Direzione Distrettuale Antimafia. Nell'ambito di tale inchiesta si
delinea la presenza nel basso Lazio e, in particolare, nel comprensorio
fondano di un pericoloso sodalizio individuato nella , con legami con cosche calabresi. In questo contesto, si
collocano le dichiarazioni rese, in seguito a un attentato incendiario
alla propria autovettura, da un amministratore del comune di Fondi -
l'allora assessore ai lavori pubblici - ai competenti organi, in cui,
tra l'altro ammetteva di aver chiesto e ottenuto, nell'ultima campagna
elettorale, il sostegno del sodalizio Tripodo-Trani, attivo in Fondi,
nonché di altri soggetti di sicura caratura criminale operativi in quel
territorio, gran parte dei quali, peraltro, ora sottoposti a indagini
penali, con la contestazione del reato di cui all'art. 416 bis c.p. da
parte della citata Procura di Roma. A seguito di tali dichiarazioni, il
Prefetto di Latina ha disposto, con provvedimento dell'11 febbraio 2008,
su specifica delega, la costituzione di una commissione ispettiva per
gli accertamenti di rito presso il comune di Fondi, ai sensi dell'art.1,
comma 4, del decreto legge 6 settembre 1982, n.629, convertito dalla
legge 12 ottobre 1982, n.726, così come integrato dalla legge 15
novembre 1988 n.486. Gli accertamenti svolti dalla commissione
d'accesso, confluiti nella relazione commissariale conclusiva della
procedura, cui si rinvia integralmente, documentano numerosi elementi e
circostanze sintomatici di una condizione di permeabilità degli organi
elettivi del comune di Fondi, la cui libera determinazione è orientata
al marcato asservimento agli interessi criminali dei principali sodali
della richiamata . Il condizionamento degli
affari dell'ente e la strumentalizzazione delle scelte amministrative
risultano favoriti da rapporti di parentela, frequentazione, contiguità
e cointeressenze di taluni pubblici amministratori e dipendenti comunali
con soggetti vicini o addirittura organici alla criminalità organizzata.
Rapporti particolarmente significativi con esponenti, anche di spicco,
della malavita sono stati accertati nei confronti del citato assessore
ai lavori pubblici, cui è stato revocato l'incarico assessorile solo
dopo il disposto accesso; emergono, altresì, significative circostanze
di contiguità e vicinanza al sodalizio tripudiano in relazione al
sindaco, a diversi esponenti della giunta e del consiglio comunale. La
commissione ha acclarato, insieme alla stretta continuità tra l'attuale
consiliatura e la precedente, come nell'amministrazione comunale si
siano radicate anomalie organizzative e procedurali nonché illegittimità
gravissime quanto diffuse, i cui esiti hanno spesso oggettivamente
favorito soggetti direttamente o indirettamente collegati alla
criminalità organizzata. Strategica a tal proposito è l'accertata
sistematica disapplicazione della normativa antimafia in materia di
affidamento di lavori, servizi e forniture che denota, come è evidente,
la volontà dell'ente di operare in un contesto svincolato dal rispetto
delle regole, anche quando queste sono finalizzate alla più rigorosa
tutela dall'infiltrazione della criminalità organizzata nel circuito
degli investimenti pubblici. Le diffuse e rilevanti anomalie riscontrate
nelle procedure amministrative assurgono a prassi nel settore
dell'approvvigionamento di servizi e forniture in modo da eludere gli
obblighi di legge; possono, ad esempio, essere citati casi di
ingiustificato frazionamento di contratti formulati in termini equivoci
ovvero l'avvio di rapporti per somministrazioni di importo e durata
limitati, seguiti da reiterate proroghe che presentano svariati profili
di illegittimità, tese ad ampliare a dismisura entrambi i parametri: il
tutto con il frequente risultato, oggettivamente riscontrabile, di
beneficiare ditte controindicate, in special modo quelle riconducibili
al sodalizio Tripodo-Trani. Ciò premesso, in generale, si evidenziano
analiticamente di seguito, anche se a titolo non esaustivo, le anomalie
riscontrate dalla commissione di accesso che appaiono più significative.
Particolare rilievo assumono innanzitutto i rapporti contrattuali del
comune di Fondi con imprese riconducibili ai componenti della , operanti in tre settori: pulizie, trasporti e imprese
funebri. Imprese costantemente agevolate dall'amministrazione comunale,
con il sistematico ricorso per gli affidamenti a procedure d'urgenza in
mancanza dei relativi presupposti e con l'arbitraria precedenza nella
liquidazione dei mandati di pagamento. Tale condotta ha determinato la
violazione delle seguenti normative: . Della normativa antimafia e
antiriciclaggio, avendo consentito a soggetti all'epoca sottoposti alla
sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, di poter acquisire, in
forza di tali contratti, vantaggi e benefici economici; in particolare
appare violato l'art. 10 della legge antimafia n.575/1965; . Della
normativa antimafia in materia di contratti pubblici per lavori, servizi
e forniture, di cui al decreto legislativo n.490/1994 e al D.P.R.
n.252/1998; . Del regolamento di contabilità comunale, che prescrive che
i pagamenti seguano l'ordine cronologico di presentazione delle domande
di liquidazione; regolamento che appare violato avendo il comune di
Fondi privilegiato illegittimamente le ditte facenti capo al sodalizio
Tripodo-Trani. Illegittimo si qualifica inoltre il comportamento del
comune di Fondi nei riguardi di una impresa di onoranze funebri facenti
capo a uno dei principali esponenti del sodalizio criminale in
questione. Nel caso in specie, la condotta antigiuridica si è prolungata
per un periodo assai significativo (1998-2007), concretandosi in una
serie di vantaggi e favori che hanno concorso al consolidamento della
posizione egemone di tale impresa nel settore delle onoranze funebri.
Estremamente grave, in tale contesto, si palesa la circostanza che ha
visto la sottoposizione per una preventiva consultazione all'esponente
del sodalizio criminale, con diretti interessi nel settore delle pompe
funebri, della bozza di regolamento comunale in materia di polizia
mortuaria da parte dell'assessore ai servizi demografici, a ciò indotto
dal già citato assessore ai lavori pubblici dello stesso comune. Tutto
ciò in presenza di metodi intimidatori attraverso i quali il sodalizio
criminale ha esercitato il proprio predominio nel settore delle onoranze
funebri. La realizzazione della nuova casa comunale, invero, che
rappresenta la più significativa tra le opere pubbliche anche per la
rilevanza dell'onere sostenuto dall'amministrazione locale, è stata
avviata senza il rispetto degli adempimenti pubblicitari previsti dalla
normativa di settore a garanzia della trasparenza dell'azione della
pubblica amministrazione, in violazione delle disposizione di principio
del codice dei contratti pubblici (art.2 del decreto legislativo 12
aprile 2006, n.163). Inoltre, è stata ancora una volta integralmente
disattesa la normativa antimafia sui contratti pubblici. L'A.T.I.,
aggiudicataria dei lavori in questione, è risultata partecipata da
impresa coinvolta in un procedimento penale, con più indagati, per gravi
reati, tra cui quello di associazione di tipo mafioso. Anche in altre
circostanze attinenti ai lavori pubblici (aggiudicazione dei lavori di
adeguamento dei collettori fognari e di depurazione; lavori per la
realizzazione di un impianto sportivo nell'istituto scolastico
) è stata rilevata la presenza di imprese con
significative controindicazioni. Dagli accertamenti esperiti risulta,
altresì, un frequente avvilimento da parte dell'amministrazione
comunale, per l'acquisizione di servizi e forniture (in particolare per
lavoratori interinali), di imprese campane, senza che risulti idonea
motivazione sulla scelta a livello amministrativo e anche con
l'inosservanza delle norme antimafia. Sul conto di tali imprese sono
stati accertati elementi di controindicazione, in particolare attinenti
alla contiguità con la criminalità camorristica. Rilevano, inoltre, le
irregolarità riscontrate nell'attività posta in essere in alcuni settori
amministrativi, tra cui, segnatamente, quello dell'urbanistica, che
hanno agevolato, in diverse circostanze, interessi economici di soggetti
collegati a esponenti della criminalità di tipo mafioso. La commissione
d'accesso ha accertato documentalmente - come risulta in atti - che nel
caso di particelle di ampi terreni edificatori il nome del
concessionario finale è stato avvicendato all'originario richiedente
poco prima della conclusione dell'istruttoria amministrativa, con
l'aggravante che l'originario istante all'atto della domanda non è
risultato intestatario di alcun titolo riguardo ai terreni interessati
alla lottizzazione, in violazione della normativa in materia edilizia (
decreto legislativo n.380/2001). Un'ulteriore vicenda che si connota di
illegittimità è quella relativa all'approvazione di una variante
urbanistica che ha direttamente favorito i personali interessi del
sindaco e di un consigliere comunale, che hanno partecipato, peraltro,
alla votazione in spregio all'obbligo di astenersi previsto dall'art. 77
del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267. Per quanto riguarda il
sindaco, l'approvazione della variante ha sicuramente portato concreto
vantaggio alla società che il medesimo ha in essere unitamente al
fratello di un esponente del sodalizio Tripodo-Trani, attualmente
assoggettato a procedimento penale per il reato di cui all'art.416 bis
c.p. e sottoposto, con altri, a misura custodiale cautelare. Riguardo
all'individuazione delle figure di livello politico da considerare
interessate da fenomeni di compromissione o
interferenza si evidenzia la posizione dell'assessore ai lavori
pubblici, la cui delega è stata revocata, come si è detto, solo a
procedura d'accesso avviata, soprattutto per le connotazioni di
carattere penale della sua condotta, che hanno portato la Procura
Distrettuale Antimafia di Roma alla contestazione del delitto di
partecipazione ad associazione mafiosa. Per quanto concerne il sindaco
va ricordata la circostanza che il medesimo ha adottato già nel 1998, in
qualità di assessore al commercio, atti palesamente illegittimi in
quanto di competenza dirigenziale, rivolti a vantaggio dell'impresa di
onoranze funebri, sotto il controllo di uno dei principali esponenti del
sodalizio Tripodo Trani. In tale circostanza, l'amministrazione locale
ha disatteso le precise indicazioni della Prefettura e della Questura di
Latina circa i pericoli di riciclaggio conseguenti al rilascio di
licenze di commercio a soggetti da considerare prestanome di tale
esponente criminale. Tale situazione di colpevole inerzia si è
prolungata per un esteso periodo di tempo, fino al 2007. Di rilievo,
altresì, sempre con riferimento alla figura del sindaco, è la
disposizione dal medesimo impartita secondo cui, in spregio al principio
di separatezza tra l'area della direzione politica e quella gestionale,
ogni mandato o ordine di pagamento andava sottoposto al visto
dell'assessore al ramo. Tale circostanza comprova come il vertice
politico dell'ente, in maniera irregolare, si fosse procurato il
controllo sulle attività ricadenti nelle competenze della struttura
amministrativa. Ancora in relazione al sindaco assume valenza simbolica
l'episodio di un suo passato intervento, unitamente a un esponente della
citata famiglia malavitosa, presso un plesso scolastico comunale al fine
di presentare ai dipendenti dell'ente la società di pulizie facente capo
a uno dei principali esponenti del sodalizio Tripodo-Trani, già
sorvegliato speciale di p.s. nel 2002, che avrebbe dovuto eseguire
taluni lavori. Ciò malgrado l'amministrazione comunale avesse ancora in
essere altro rapporto contrattuale con una diversa impresa. Da ultimo,
si evidenzia la nomina da parte del sindaco della figlia di un
pluripregiudicato calabrese, attualmente sottoposto a misura restrittiva
per usura aggravata con modalità mafiose, come revisore dei conti di un
progetto gestito dal comune con erogazioni europee e regionali, che ha
visto tra i suoi beneficiari anche una impresa riferibile alsodalizio
criminale egemone in Fondi. Va detto, peraltro, che tale incarico è
cessato nel marzo del 2008, a un mese dall'insediamento della
commissione d'accesso. Tra i responsabili delle molteplici condotte che
inducono a proporre provvedimento di scioglimento, si individua la già
evidenziata figura dell'assessore ai servizi demografici, dimessosi in
seguito all'esecuzione di un recente provvedimento dell'Autorità
Giudiziaria, il quale in occasione di un incontro con uno dei vertici
della criminalità locale fondana ha assicurato di essersi adoperato a
valutare le esigenze rappresentate dall'esponente del sodalizio
tripodiano in merito alle modifiche del regolamento comunale di polizia
mortuaria in linea con i suoi interessi (circostanza questa che risulta
dalle dichiarazioni rese dallo stesso assessore agli organi inquirenti).
Si richiama, inoltre, il documentato episodio - che risulta da
operazioni tecniche disposte nell'ambito dell'operazione - in
cui l'assessore al commercio ha instaurato, nell'esercizio del suo
incarico, un rapporto di natura contrattuale con una società, la cui
riferibilità a un rappresentante di vertice della criminalità locale
fondana gli era ben nota. Sintomatica del collegamento con la
criminalità organizzata di tipo mafioso appare anche la posizione di un
consigliere comunale, presidente della commissione consiliare permanente
politiche per lo sviluppo
economico-industria-commercio-artigianato-cultura, vicepresidente della
commissione consiliare permanente urbanistica-assetto del
territorio-edilizia privata nonché componente della commissione
consiliare permanente lavori pubblici e espropri. La vicinanza di tale
consigliere al sodalizio mafioso facente capo alla risulta oggetto di riscontro in sede investigativa ed è anche
suffragata dal fatto che il nome di tale amministratore ricorre
nell'ambito di un procedimento penale per estorsione, attualmente
pendente presso il Tribunale di Latina, in cui risultano imputati anche
esponenti del sodalizio tripudiano. Detto amministratore, già sottoposto
ad avviso orale da parte del Questore di Latina, viene indicato quale
autista e guardaspalle di uno dei personaggi di maggior rilievo nel
panorama della criminalità organizzata di matrice calabrese radicatasi nel
territorio di Fondi. Rilevante, altresì, è la circostanza che tale
amministratore, pur essendo da tempo, in qualità di socio di una
polisportiva, moroso nei confronti dell'ente locale, abbia tuttavia
ottenuto a vantaggio della sua stessa società contributi comunali in
maniera continuativa e di importo notevole, mentre sono sempre mancate
idonee iniziative per l'effettivo recupero delle somme non pagate.
Parimenti compromessa risulta la posizione di un altro consigliere
comunale, che ha svolto nella precedente consiliatura le funzioni di
vice sindaco, coinvolto in una vicenda lottizzatoria come progettista e
direttore dei lavori della società immobiliare beneficiaria dei permessi
a costruire rilasciati dal comune di Fondi in esito alla sopra censurata
procedura edilizia e che ha visto come beneficiaria una società il cui
socio di maggioranza annovera diversi precedenti di polizia per
associazione a delinquere, corruzione e altro. Riguardo a tale
circostanza e alle anomalie che hanno contrassegnato l'attività
dell'ente, si osserva che sono attualmente in corso indagini da parte
della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli - Direzione
Distrettuale Antimafia, ... OMISSIS.... L'attività di accertamento
espletata dalla commissione di accesso ha evidenziato a carico
dell'apparato burocratico dell'ente, in particolare riguardo alle figure
del segretario generale e dei dirigenti dei vari settori amministrativi,
comportamenti lesivi dei principi di correttezza e trasparenza, come si
evidenzia in via prioritaria nella riferita, sistematica inosservanza
della normativa antimafia. Palesemente condizionato da elementi
criminali, anche intranei all'ente locale, è risultato il delicato
settore della polizia municipale, di cui appare gravemente compromessa
soprattutto la capacità di contrasto al diffuso abusivismo edilizio. Non
è irrilevante il fatto che, in relazione al rilievo penale di alcune
contestazioni, ben quattro dirigenti apicali dell'ente locale sono stati
sottoposti alla misura dei domiciliari per reati per i quali è
attualmente pendente procedimento penale. Se è vero che le riscontrate
anomalie consegnano un quadro gravemente compromesso a livello
dirigenziale, è vero, altresì, che l'apparato burocratico dell'ente,
consolidatosi durante le ultime sindacatore, appare connotato da un
diffuso stato di assoggettamento nei confronti degli organi di governo.
Tutto ciò premesso, anche al fine di prevenire effetti più gravi e
pregiudizievoli per l'interesse pubblico e a salvaguardia della comunità
locale, appare necessario intervenire con un provvedimento mirato a
rimuovere i legami tra l'ente locale e la criminalità organizzata,
disponendo lo scioglimento degli organi elettivi e la nomina di un
organo straordinario di governo. Invero, proprio l'affidamento della
gestione dell'ente locale a una commissione straordinaria appare lo
strumento più idoneo ad affrontare le anomalie diffusamente riscontrate
nell'attività amministrativa, anche in virtù degli speciali poteri di
cui dispone ai sensi dell'art.145 del decreto legislativo 18 agosto
2000, n.267. A tal fine, il Prefetto di Latina, con relazione dell'8
settembre 2008, ha proposto l'applicazione della misura straordinaria
prevista dall'art.143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267,
onde evitare ogni ulteriore motivo di deterioramento e di inquinamento
della vita amministrativa e democratica dell'ente. Nel prosieguo, con
missiva del 10 luglio 2009, il Prefetto di Latina ha ribadito la
menzionata proposta di scioglimento alla luce delle risultanze
dell'indagine denominata da cui emergono confermate le
condotte sintomatiche sin qui descritte, in un ambito che, in sovrappiù,
ne fa ritenere la rilevanza penale. Con ulteriore nota del 14 settembre
2009 il Prefetto di Latina, a seguito della delibera del Consiglio dei
Ministri adottata nella seduta del 31 luglio 2009, così come richiesto,
ha riformulato la propria relazione tenendo conto delle modifiche
introdotte all'art.143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267,
dalla legge 15 luglio 2009, n.94, sentito il Comitato provinciale per
l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del
Procuratore della Repubblica competete per territorio, nel cui ambito
tutti i vertici delle Forze di Polizia hanno espresso condivisione sugli
elementi di compromissione dell'ente locale dettagliatamente illustrati
dal Prefetto, e sulla proposta di scioglimento, pur in presenza di
considerazioni di segno opposto, ampiamente svolte da parte del
presidente della provincia di Latina. La valutazione della situazione in
concreto riscontrata, in relazione alla presenza e all'estensione
dell'influenza criminale, rende necessario che la durata della gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. Ritenuto, pertanto, che
ricorrano le condizioni indicate per l'adozione del provvedimento di cui
all'art.143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267, come
sostituito dall'art. 2, comma 30, della legge 15 luglio 2009, n.94 si
formula conseguente proposta per l'adozione del provvedimento di
scioglimento del consiglio comunale di Fondi (Latina).

Roma, 18/9/2009

Il Ministro
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