martedì 1 settembre 2009

La protesta degli operai del termovalirazzatore di Acerra


La protesta degli operai del termovalirazzatore di Acerra Come non aspettarselo? Dopo la vittoria ottenuta dai lavoratori dell'INNSE, altri operai, arrivati alla disperazione dopo quasi un mese di proteste, compreso sciopero della fame, hanno deciso di ricorrere all'arma mediatica. Succede dunque che a Napoli, 4 operai ex dipendenti della Elettra, azienda novarese che momentaneamente gestisce l'inceneritrore di Acerra, in attesa che ad essa subentri la multiutility lombarda A2A, si siano arrampicati sula torre del Maschio Angioino minacciandi di darsi fuoco e buttarsi di sotto.
I fatti: il primo di agosto, l'azienda, ha deciso di ridurre il suo organico del 70% circa, 33 in tutto gli operai licenziati, “ senza alcuna giustificazione” sostengono. Il dettaglio a dir poco insolito sta però nella modalità del licenziamento: gli operai si sono visti consegnare la lettera di licenziamento non dall'azienda, ma dai militari che presidiano l'inceneritore: «Dopo 8 anni siamo stati messi alla porta da un maresciallo» raccontano.
Il 14 di agosto quegli stessi operai avevano intrapreso uno sciopero della fame e della sete per protestare contro un atto che loro ritengono discriminatorio, quelli di loro che sono rimasti faranno affiancamento ai nuovi addetti allo stabilimento, che stando alle ultime notizie, dovrebbe riprendere a funzionare a partire da settembre.
Sul termovalorizzatore, ad oggi, continuano a pesare accuse e smentite: funziona, non funziona, funziona a singhiozzo...
Il dato di fatto è che l'inceneritore, ufficialmente inaugurato il 26 marzo in presenza del Presidente del consiglio, non è mai andato a regime. Ciononostante, nei primi 15 giorni è comunque risucito a sforare la quantità massima di polveri sottili emesse. ( Dati rilevati dall'ARPA Campania)
Gli operai arrivano a fare appello anche al presidente del Consiglio: “ Berlusconi è il primo testimone della nostra professionalità nel gestire il termovalorizzatore - spiega Ulderico De Matteo, uno degli operai - personalmente ho preparato la caldaia per l'inaugurazione, uno dei miei colleghi licenziati ha manovrato la gru per lo sversamento della prima 'bennata' di rifiuti. E molti altri hanno preparato il resto dell'impianto per consentire a Berlusconi di premere il pulsante d'avvio lo scorso marzo. Ora siamo tutti senza lavoro e senza futuro, e con famiglie da portare avanti”.
Ma l'unica risposta ad arrivare è invece quella di Giuliano Cazzola, vicepresidente della commissione Lavoro della Camera e responsabile lavoro del Pdl: “ "In un paese ordinato e civile le vertenze individuali e collettive le affrontano le parti sociali, il governo e la magistratura, non certo Bertolaso, i vigili del fuoco e la protezione civile. Purtroppo, c'e' un solo modo per far cessare questa spirale ingovernabile: spegnere le telecamere. Pur con tutto il rispetto dovuto ai problemi dei lavoratori interessati, la deriva della spettacolarizzazione delle lotte operaie va interrotta al piu' presto".
Come si è fatto con il problema irrisolto dei rifiuti in Campania?


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La protesta degli operai del termovalirazzatore di Acerra Come non aspettarselo? Dopo la vittoria ottenuta dai lavoratori dell'INNSE, altri operai, arrivati alla disperazione dopo quasi un mese di proteste, compreso sciopero della fame, hanno deciso di ricorrere all'arma mediatica. Succede dunque che a Napoli, 4 operai ex dipendenti della Elettra, azienda novarese che momentaneamente gestisce l'inceneritrore di Acerra, in attesa che ad essa subentri la multiutility lombarda A2A, si siano arrampicati sula torre del Maschio Angioino minacciandi di darsi fuoco e buttarsi di sotto.
I fatti: il primo di agosto, l'azienda, ha deciso di ridurre il suo organico del 70% circa, 33 in tutto gli operai licenziati, “ senza alcuna giustificazione” sostengono. Il dettaglio a dir poco insolito sta però nella modalità del licenziamento: gli operai si sono visti consegnare la lettera di licenziamento non dall'azienda, ma dai militari che presidiano l'inceneritore: «Dopo 8 anni siamo stati messi alla porta da un maresciallo» raccontano.
Il 14 di agosto quegli stessi operai avevano intrapreso uno sciopero della fame e della sete per protestare contro un atto che loro ritengono discriminatorio, quelli di loro che sono rimasti faranno affiancamento ai nuovi addetti allo stabilimento, che stando alle ultime notizie, dovrebbe riprendere a funzionare a partire da settembre.
Sul termovalorizzatore, ad oggi, continuano a pesare accuse e smentite: funziona, non funziona, funziona a singhiozzo...
Il dato di fatto è che l'inceneritore, ufficialmente inaugurato il 26 marzo in presenza del Presidente del consiglio, non è mai andato a regime. Ciononostante, nei primi 15 giorni è comunque risucito a sforare la quantità massima di polveri sottili emesse. ( Dati rilevati dall'ARPA Campania)
Gli operai arrivano a fare appello anche al presidente del Consiglio: “ Berlusconi è il primo testimone della nostra professionalità nel gestire il termovalorizzatore - spiega Ulderico De Matteo, uno degli operai - personalmente ho preparato la caldaia per l'inaugurazione, uno dei miei colleghi licenziati ha manovrato la gru per lo sversamento della prima 'bennata' di rifiuti. E molti altri hanno preparato il resto dell'impianto per consentire a Berlusconi di premere il pulsante d'avvio lo scorso marzo. Ora siamo tutti senza lavoro e senza futuro, e con famiglie da portare avanti”.
Ma l'unica risposta ad arrivare è invece quella di Giuliano Cazzola, vicepresidente della commissione Lavoro della Camera e responsabile lavoro del Pdl: “ "In un paese ordinato e civile le vertenze individuali e collettive le affrontano le parti sociali, il governo e la magistratura, non certo Bertolaso, i vigili del fuoco e la protezione civile. Purtroppo, c'e' un solo modo per far cessare questa spirale ingovernabile: spegnere le telecamere. Pur con tutto il rispetto dovuto ai problemi dei lavoratori interessati, la deriva della spettacolarizzazione delle lotte operaie va interrotta al piu' presto".
Come si è fatto con il problema irrisolto dei rifiuti in Campania?


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