Ansa del 20 agosto 2009 - Roma. "Chiediamo che si riapra l'inchiesta sulla morte di don Cesare Boschin, lo dobbiamo alla sua storia, alla sua memoria e ai tanti che nel suo nome proseguono nel territorio di Latina le sue battaglie e le sue denunce" contro l'ecomafia dei rifiuti.
Lo ha chiesto il presidente dell'associazione Libera don Luigi Ciotti commentando il mancato scioglimento del comune di Fondi a sud del capoluogo pontino per presunte infiltrazioni della criminalità organizzata.
Don Boschin fu trovato ucciso nella notte tra il 29 e il 30 marzo del 1995 nella canonica della sua parrocchia a Borgo Montello, una frazione di Latina, dove c'é la discarica di rifiuti che serve la provincia pontina.
L'inchiesta della procura di Latina non portò a risultati ma le associazioni antimafia pontine chiedono da anni di trovare i colpevoli.
"La questione del Comune di Fondi è una questione nazionale - ha detto don Ciotti in una nota - dove è in gioco la credibilità e la coerenza del nostro paese.
La prima mafia da combattere è quella delle parole, perché a parole ci sono sempre tutti. Il problema è dare coerenza tra quello che è stato scritto sul pacchetto sicurezza e la concretizzazione della realtà".
"Da oltre un anno come Libera - ha proseguito Ciotti - parliamo di quinta mafia, un intreccio che unisce cosche, pezzi della politica, colletti bianchi e imprenditoria e Fondi rappresenta lo snodo di questi interessi. Sin dal 1996 il pentito di camorra Carmine Schiavone verbalizzava ai carabinieri con nomi e cognomi l'interesse dei Casalesi sull'agro pontino come ponte per la capitale.
Non possiamo più parlare di tentativi di infiltrazione.
Dobbiamo dare risposte responsabile e coerenti al grande lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine che ha portato ad arresti di persone di grande calibro ma ha anche evidenziato la necessità di creare la legge-quadro per la lotta alle mafie e di riordinare la materia sulla confisca dei beni per rendere la lotta più efficace".
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