venerdì 21 agosto 2009

Boicottare I Prodotti Padani, Scontro Poli Bortone-Zaia


BARI - Bossi vuole sostituire l'Inno di Mameli con «Va' pensiero»? Al Sud c'è chi risponde proponendo il boicottaggio commerciale. «Non comprate i prodotti della Padania». Questo l’appello che il presidente del movimento Io Sud, la senatrice Adriana Poli Bortone, rivolge ai meridionali dopo le recenti uscite della Lega.

REAZIONE O PROVOCAZIONE? - La reazione dell'ex esponente di Alleanza nazionale è molto dura: a suo avviso i leghisti non hanno ancora abbandonato l'idea della secessione. «Se Bossi insiste con la cancellazione dell’Inno di Mameli e la divisione dell’Italia - sottolinea Poli Bortone - come presidente di Io Sud lancio l’appello a tutti i meridionali, quelli che vivono al Sud, ma anche a quanti vivono nel resto d’Italia, a non acquistare prodotti della Padania fino a quando non tornerà la ragionevolezza e quindi un’Italia federale all’interno di una Nazione unitaria».

LA REPLICA DELLA LEGA - «La mia personale conoscenza e stima dei popoli meridionali del nostro Paese è tale da non dubitare che le farneticazioni di Adriana Poli Bortone cadranno nello stesso vuoto che le ha generate. Invitare chiunque a non utilizzare i prodotti del Made in Italy è grave, ma è delirante se a farlo è un ex Ministro dell’agricoltura». Così il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia, commenta la proposta della senatrice Adriana Poli Bortone di non comprare i prodotti del Made in Italy. «È pur vero che il suo mandato - ha aggiunto Zaia - è corso via senza che alcuno se ne avvedesse, ma era da augurarsi che un filo di responsabilità servisse a tenere insieme il pensiero debole della signora in questione». «Sui prodotti degli agricoltori italiani, a Nord come a Sud, non si scherza: chi lo fa, se ne deve assumere tutta la responsabilità davanti all’intero comparto e davanti ai singoli produttori. Se poi il motivo di tanta presunzione è montare una polemicuzza male assortita e peggio informata, è evidente che la signora non sa quel che dice». «La ricordiamo, unica nella maggioranza, a sostenere un voto negativo che riguardava il bene dell’agricoltura italiana. La ricorderemo, unica eletta nella maggioranza, ad auspicare il boicottaggio del Made in Italy. Siamo certi - ha concluso il ministro - che una risata, dalle Madonie alle Dolomiti, sarà la risposta del mondo agricolo a tanta irresponsabilità».

LA SENATRICE MARAVENTANO: NOI DIFENDIAMO IL MADE IN ITALY - «Ricordo alla mia collega Poli Bortone che l’unico partito che si è battuto per la tutela del Made in Italy è stata la Lega Nord. Se lei chiede di non comprare prodotti della Padania, prego si accomodi, vuol dire che riconosce una realtà! Inoltre, ricordo alla mia cara collega, che fino a qualche mese fa non la pensava proprio così». Lo dice la senatrice della Lega Nord, Angela Maraventano, commentando la proposta di boicottaggio venuta dalla collega del Pdl Adriana Poli Bortone. «Io prima di tutto sono lampedusana, poi siciliana e italiana, in questo ordine - sottolinea Maraventano - mai mi sognerei di dare consigli del genere. È come se i prodotti pugliesi, appunto tra le eccellenze del Made in Italy, non li comprasse più nessuno. È una assurdità». Quanto all’inno, «Bossi è stato chiaro - aggiunge la senatrice leghista - il «Va' Pensiero» lo emoziona come emoziona tanti che lo ascoltano nei suoi comizi. Personalmente andrei a cantarlo pure con il coro e l’orchestra Filarmonica di Berlino. L’Inno di Mameli non c’entra nulla». «Meno male che - conclude - c’è la Lega a pensare al mondo del lavoro e a far ripartire l’economia, altrimenti...».


Fonte:Corrieredel Mezzogiorno del 17/08/2009


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LECCE - «Non paga dell’imbarazzo in cui ha messo parte importante dei produttori meridionali e della stessa politica antigovernativa, la senatrice Poli Bortone insiste nelle sue scelleratezze. Che, come sempre, sono venate dalla più totale non conoscenza dei fatti e delle leggi». Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta, in una nota, le dichiarazioni della senatrice Adriana Poli Bortone, che ha nuovamente invitato a boicottare il Made in Italy prodotto nel Nord Italia, con alcune dichiarazioni: «Bene avrebbe fatto il ministro - ha detto la leader di Io Sud - a spiegare i motivi per cui ha impegnato notevoli fondi comunitari per l’acquisto esclusivo di parmigiano reggiano, così come bene avrebbe fatto ad indagare sulle truffe delle cooperative zootecniche del Nord, di cui si è avuto solo una rapida fugace notizia (figuriamoci se fosse accaduto al Sud!)».

La risposta di Zaia non si fa attendere: «A proposito dell’acquisto di parmigiano reggiano e Grana padano per gli indigenti, la senatrice non sa che ad impedire uguale operazione per l’olio d’oliva, non è stata certamente la mia presunta disaffezione alle ragioni dei produttori di olio, ma la normativa europea, che Poli Bortone dovrebbe conoscere, come persona che ha frequentato l’Europa, seppur distrattamente». Zaia risponde a Poli Bortone anche sul Made in Italy, e osserva che «solo una sconsiderata superficialità può accostare un tema prettamente economico all’Inno di Mameli e all’uso delle bandiere regionali. Sarei curioso di sapere se la bandiera del Comune di Lecce, che lei ha così a lungo guidato, garrisce dal balcone del municipio a fianco di quella italiana». Infine: «Quanto alla mia legittimazione a parlare come Ministro, essa deriva dal voto del popolo, non certo dalle ubbie ferragostane di una senatrice in cerca d’autore».

Fonte:
Corriere del Mezzogiorno 20 agosto 2009
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BARI - Bossi vuole sostituire l'Inno di Mameli con «Va' pensiero»? Al Sud c'è chi risponde proponendo il boicottaggio commerciale. «Non comprate i prodotti della Padania». Questo l’appello che il presidente del movimento Io Sud, la senatrice Adriana Poli Bortone, rivolge ai meridionali dopo le recenti uscite della Lega.

REAZIONE O PROVOCAZIONE? - La reazione dell'ex esponente di Alleanza nazionale è molto dura: a suo avviso i leghisti non hanno ancora abbandonato l'idea della secessione. «Se Bossi insiste con la cancellazione dell’Inno di Mameli e la divisione dell’Italia - sottolinea Poli Bortone - come presidente di Io Sud lancio l’appello a tutti i meridionali, quelli che vivono al Sud, ma anche a quanti vivono nel resto d’Italia, a non acquistare prodotti della Padania fino a quando non tornerà la ragionevolezza e quindi un’Italia federale all’interno di una Nazione unitaria».

LA REPLICA DELLA LEGA - «La mia personale conoscenza e stima dei popoli meridionali del nostro Paese è tale da non dubitare che le farneticazioni di Adriana Poli Bortone cadranno nello stesso vuoto che le ha generate. Invitare chiunque a non utilizzare i prodotti del Made in Italy è grave, ma è delirante se a farlo è un ex Ministro dell’agricoltura». Così il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia, commenta la proposta della senatrice Adriana Poli Bortone di non comprare i prodotti del Made in Italy. «È pur vero che il suo mandato - ha aggiunto Zaia - è corso via senza che alcuno se ne avvedesse, ma era da augurarsi che un filo di responsabilità servisse a tenere insieme il pensiero debole della signora in questione». «Sui prodotti degli agricoltori italiani, a Nord come a Sud, non si scherza: chi lo fa, se ne deve assumere tutta la responsabilità davanti all’intero comparto e davanti ai singoli produttori. Se poi il motivo di tanta presunzione è montare una polemicuzza male assortita e peggio informata, è evidente che la signora non sa quel che dice». «La ricordiamo, unica nella maggioranza, a sostenere un voto negativo che riguardava il bene dell’agricoltura italiana. La ricorderemo, unica eletta nella maggioranza, ad auspicare il boicottaggio del Made in Italy. Siamo certi - ha concluso il ministro - che una risata, dalle Madonie alle Dolomiti, sarà la risposta del mondo agricolo a tanta irresponsabilità».

LA SENATRICE MARAVENTANO: NOI DIFENDIAMO IL MADE IN ITALY - «Ricordo alla mia collega Poli Bortone che l’unico partito che si è battuto per la tutela del Made in Italy è stata la Lega Nord. Se lei chiede di non comprare prodotti della Padania, prego si accomodi, vuol dire che riconosce una realtà! Inoltre, ricordo alla mia cara collega, che fino a qualche mese fa non la pensava proprio così». Lo dice la senatrice della Lega Nord, Angela Maraventano, commentando la proposta di boicottaggio venuta dalla collega del Pdl Adriana Poli Bortone. «Io prima di tutto sono lampedusana, poi siciliana e italiana, in questo ordine - sottolinea Maraventano - mai mi sognerei di dare consigli del genere. È come se i prodotti pugliesi, appunto tra le eccellenze del Made in Italy, non li comprasse più nessuno. È una assurdità». Quanto all’inno, «Bossi è stato chiaro - aggiunge la senatrice leghista - il «Va' Pensiero» lo emoziona come emoziona tanti che lo ascoltano nei suoi comizi. Personalmente andrei a cantarlo pure con il coro e l’orchestra Filarmonica di Berlino. L’Inno di Mameli non c’entra nulla». «Meno male che - conclude - c’è la Lega a pensare al mondo del lavoro e a far ripartire l’economia, altrimenti...».


Fonte:Corrieredel Mezzogiorno del 17/08/2009


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LECCE - «Non paga dell’imbarazzo in cui ha messo parte importante dei produttori meridionali e della stessa politica antigovernativa, la senatrice Poli Bortone insiste nelle sue scelleratezze. Che, come sempre, sono venate dalla più totale non conoscenza dei fatti e delle leggi». Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta, in una nota, le dichiarazioni della senatrice Adriana Poli Bortone, che ha nuovamente invitato a boicottare il Made in Italy prodotto nel Nord Italia, con alcune dichiarazioni: «Bene avrebbe fatto il ministro - ha detto la leader di Io Sud - a spiegare i motivi per cui ha impegnato notevoli fondi comunitari per l’acquisto esclusivo di parmigiano reggiano, così come bene avrebbe fatto ad indagare sulle truffe delle cooperative zootecniche del Nord, di cui si è avuto solo una rapida fugace notizia (figuriamoci se fosse accaduto al Sud!)».

La risposta di Zaia non si fa attendere: «A proposito dell’acquisto di parmigiano reggiano e Grana padano per gli indigenti, la senatrice non sa che ad impedire uguale operazione per l’olio d’oliva, non è stata certamente la mia presunta disaffezione alle ragioni dei produttori di olio, ma la normativa europea, che Poli Bortone dovrebbe conoscere, come persona che ha frequentato l’Europa, seppur distrattamente». Zaia risponde a Poli Bortone anche sul Made in Italy, e osserva che «solo una sconsiderata superficialità può accostare un tema prettamente economico all’Inno di Mameli e all’uso delle bandiere regionali. Sarei curioso di sapere se la bandiera del Comune di Lecce, che lei ha così a lungo guidato, garrisce dal balcone del municipio a fianco di quella italiana». Infine: «Quanto alla mia legittimazione a parlare come Ministro, essa deriva dal voto del popolo, non certo dalle ubbie ferragostane di una senatrice in cerca d’autore».

Fonte:
Corriere del Mezzogiorno 20 agosto 2009

4 commenti:

Anonimo ha detto...

L'Unità d'Italia storicamente è stata ottenuta annettendo il Regno delle due Sicilie con un'operazione militare appoggiata internamente da forze oscurantiste, l'aristocrazia latifondista. Questa vedeva fortemente compromessi i propri interessi, da una aggressiva politica di ammodernamento, iniziata da Ferdinando di Borbone. Il processo di ammodernamento prevedeva una profonda riforma agricola ed un processo di industrializzazione che avrebbe modificato profondamente i rapporti di potere all'interno del Regno (prima tratta ferroviaria in Italia, Fiorente industria Tessile). Di fatto, al di là delle leggende che raccontano nelle scuole di primo e secondo grado, l'operazione tecnicamente fu un colpo di stato, Garibaldi militarmente rappresentava il nulla, le forze che sovvertirono realmente l'ordine Meridionale erano indigene. Le masse come al solito erano state manipolate con la disinformazione, promettendo loro la fine del latifondismo e la consegna delle terre ai contadini. Il popolo meridionale insorto, fu ripagato invece con l'impoverimento ulteriore, in quanto sulle terre demaniali, dove i Borboni permettevano la libera coltivazione, furono consegnate all'amministrazione dei “Galantuomini” che pretesero compensi dai contadini già affamati. Le conseguenti ribellioni popolari per fame, furono soffocate nel sangue, con la deportazione e con l'arruolamento forzato della durata di dieci anni delle giovani generazioni.
I “Baroni” ebbero il mantenimento dei privilegi. I “Galantuomini” (traditori), ebbero la gestione dell'amministrazione pubblica.
I Piemontesi trasferirono nel nord italia le immense ricchezze in oro del Regno Borbonico, le industrie, le banche, i commerci e tutto quello che fa ricco un paese.
La popolazione meridionale in pochi anni, dopo la soppressione dei moti popolari (il Brigantaggio), da nove milioni si ridusse a tre milioni grazie alla miseria ed alla conseguente emigrazione di massa.
Il nuovo Regno d'Italia e successivamente la Repubblica hanno gestito l'Italia Meridionale come una colonia. Il progressivo degrado economico e sociale, progressivamente aumentato a causa di un abbandono sociale e politico del mezzogiorno, ha permesso la costituzione delle potentissime organizzazioni mafiose e la sovrapposizione allo Stato.
Dopo 150 anni di fallimenti, credo che è doveroso portare i “Bilanci della Storia” dello Stato Italiano davanti al “Tribunale Fallimentare” e dichiararne il fallimento.
Ridare al libertà al Popolo Meridionale, con la costituzione di un Nuovo Stato Indipendente Sovrano Federativo delle Regioni del Sud Europa (ex Regno delle due Sicilie), separato dal Centro e dal 'Italia, con una Nuova Costituzione, Governo, Banca Nazionale, Moneta, Magistratura, Leggi, Esercito, Polizia, Pubblica Amministrazione. Per una Politica Economica, Sociale e di Sviluppo autonoma, che in uno stato Italiano, ci viene negato da uno strapotere Politico ed Economico concentrato nelle oligarchie del Nord che determinano il perpetuo fallimento del Sud.

La logica dei “Galantuomini del Sud”, compari delle oligarchie antimeridionali del Centro – Nord è quella di mantenere i privilegi di pochi con lo sfruttamento dei più. Da 150 anni manca lo Stato, il Diritto, L'Ordine Pubblico, La Politica Economica. Da 150 anni viene premiato il carcinoma sociale del Sud asservito ai Potentati del Nord.

E' ora di rigettare le artate menzogne di Stato, sulla incapacità dei Meridionali, per ingenerare sensi di colpa e mancanza di reazione.

Basta! È ora di svegliarsi. E' ora di cominciare ad AGIRE!

Tommaso

angelo ha detto...

E 'perchè gli insegnanti meridionali o i presidi del sud non sono made in Italy?

NON MI ARRENDO ha detto...

certamente...come la maggioranza dei prodotti alimentari e non solo venduti in meridione sono coltivati o prodotti al nord(made in italy)...è stata solo una provocazione in risposta proprio ad una polemica innestata dalla lega sulla presenza al nord degli insegnanti meridionali...una delle tante polemiche in chiave antimeridionale scatenate quest'estate dalla lega ...per cui non stupiamoci se qualche politico meridionale (finalmente) risponde a provocazione con provocazione...

Anonimo ha detto...

I prodotti del sud vengono macerati dietro un piccolo contributo da parte dell'AIMA e importiamo prodotti dall'estero per salvaguardare la produzione industriale del nord a descapito del sud.
IMPORTAZIONE ED ESPORTAZIONE
Il nord è sempre stato la palla al piede del sud.

 
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