venerdì 3 luglio 2009

VOGLIA D’UNITA’


Di Andrea Balìa


Le ultime elezioni provinciali contenevano l’unico, vero, aspetto di novità delle recenti competizioni elettorali.


Quale? La presenza per la prima volta (tranne sparute esperienze d’anni addietro) di liste meridionaliste.

Avevamo già sottolineato la positività della faccenda che si connotava come volontà dei meridionali d’autorappresentarsi, stanchi dell’ultracentenario tran tran dei partiti nazionali, sordi da sempre alle esigenze del Sud malrappresentato da politici locali ascari e ormai improponibili.

L’inesperienza, un malcelato desiderio di protagonismo, il poco tempo a disposizione, e il vizio ancora latente a non fidarsi del fratello, hanno portato ad una presenza frastagliata e non unitaria delle suddette liste.

Risultati non eclatanti di pura rappresentanza, tranne quello ancor insufficiente ma più dignitoso de L’ALTRO SUD con i suoi 4.178 voti, da prendere per ora come segnale incoraggiante.

I tempi però sembrano maturare con una velocità insospettata, e gli ultimi eventi sembrano indicare una attenzione pericolosa e poco credibile di personaggi della politica ufficiale ad una ipotesi SUD da tramutarsi in opzione politica.

Mastella il transformer, l’ondivago Lombardo, i governatori meridionali capeggiati da Bassolino, tutti a parlare d’improrogabili Partiti del Sud, d’associazionismo pro meridione, ecc..

E allora monta l’esigenza, quasi la voglia, d’unirsi fra le neo formazioni politiche meridionaliste.

Potrebbe ipotizzarsi una sorta di federazione, o confederazione che dir si voglia, in un'unica lista che contenga i simboli delle singole compagini.

Magari si potrebbe scegliere un coordinatore super partes per non portare alla difficilissima scelta d’un leader fra quelli già esistenti.

La necessità di coalizzare le forze sembra essere stata ormai compresa dai più; resta la difficoltà d’attuazione che dovrà portare attorno a un tavolo abbandonando pregiudizi, convincimenti d’essere i detentori del verbo, protagonismi, per costruire quel progetto politico che sia il sapiente mix di consapevolezza storica, senso ed orgoglio d’appartenenza, propositività, ed organizzazione.
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Di Andrea Balìa


Le ultime elezioni provinciali contenevano l’unico, vero, aspetto di novità delle recenti competizioni elettorali.


Quale? La presenza per la prima volta (tranne sparute esperienze d’anni addietro) di liste meridionaliste.

Avevamo già sottolineato la positività della faccenda che si connotava come volontà dei meridionali d’autorappresentarsi, stanchi dell’ultracentenario tran tran dei partiti nazionali, sordi da sempre alle esigenze del Sud malrappresentato da politici locali ascari e ormai improponibili.

L’inesperienza, un malcelato desiderio di protagonismo, il poco tempo a disposizione, e il vizio ancora latente a non fidarsi del fratello, hanno portato ad una presenza frastagliata e non unitaria delle suddette liste.

Risultati non eclatanti di pura rappresentanza, tranne quello ancor insufficiente ma più dignitoso de L’ALTRO SUD con i suoi 4.178 voti, da prendere per ora come segnale incoraggiante.

I tempi però sembrano maturare con una velocità insospettata, e gli ultimi eventi sembrano indicare una attenzione pericolosa e poco credibile di personaggi della politica ufficiale ad una ipotesi SUD da tramutarsi in opzione politica.

Mastella il transformer, l’ondivago Lombardo, i governatori meridionali capeggiati da Bassolino, tutti a parlare d’improrogabili Partiti del Sud, d’associazionismo pro meridione, ecc..

E allora monta l’esigenza, quasi la voglia, d’unirsi fra le neo formazioni politiche meridionaliste.

Potrebbe ipotizzarsi una sorta di federazione, o confederazione che dir si voglia, in un'unica lista che contenga i simboli delle singole compagini.

Magari si potrebbe scegliere un coordinatore super partes per non portare alla difficilissima scelta d’un leader fra quelli già esistenti.

La necessità di coalizzare le forze sembra essere stata ormai compresa dai più; resta la difficoltà d’attuazione che dovrà portare attorno a un tavolo abbandonando pregiudizi, convincimenti d’essere i detentori del verbo, protagonismi, per costruire quel progetto politico che sia il sapiente mix di consapevolezza storica, senso ed orgoglio d’appartenenza, propositività, ed organizzazione.
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