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ARTURO CAPASSO INTERVISTA IL CANDIDATO GINO GIAMMARINO
Una serie di domande rivolte
ad un editore puro
schieratosi col Movimento
di Insorgenza Civile
per mettere una bella croce
su tutta la partitocrazia
che ha messo in croce il Sud
Buongiorno Gino, ho letto su alcuni quotidiani che sarai candidato nella lista di "Insorgenza Civile" alle prossime elezioni provinciali di Napoli. Vorrei chiederti subito il perchè di questa scelta...
Se la domanda è perchè la scelta di Insorgenza, rispondo che "Insorgenza", come dice il nome, è un movimento "civile" ma, in linea con "Il Brigante", un progetto che da dieci anni portiamo avanti, è anche un modello di ribellione contro il sistema stratificato della politica italiana. Stratificato in tutti i suoi vari livelli, non ultimo quelli del territorio qual'è per l'appunto la Provincia di Napoli.
Dove vi collocate: verso destra o verso sinistra?
La nostra collocazione si trova in quell'aggettivo di "civile" che si aggiunge ad "Insorgenza", poichè ci collochiamo al fianco di quelle persone che non hanno nè i mezzi, nè la voce, per potersi difendere o dire delle cose contro il sistema che le tiene praticamente in ostaggio della paritocrazia. La provincia, purtroppo, sappiamo tutti benissimo come funziona: ci sono i parenti che si candidano ed ai quali "sembra brutto" dire di no...
La politica, ormai, è diventata un polipo dai tentacoli lunghissimi ed avvolgenti che tenta di rubare, attraverso il modello della "sistemazione del parente", un minimo di consenso elettorale sfruttando quello che è diventato la possibilità di un posto di lavoro.
Dobbiamo decidere soltanto se "fare politica" è un posto di lavoro, una gestione di potere o progettare un modello di vita per chi amministriamo.
E' la fine della politica o la fine dei partiti?
Direi che, forse, è la fine di entrambi. Perchè i partiti esistono ormai come agglomerati di professionisti del settore, comunemente definiti "politicanti", che gestiscono un potere strettamente personalizzato e finalizzato sulla propria persona. Quindi, il partito esiste come indicazione "geopolitica" non come indicazione di appartenenza ad una espressione ideologica. D'altro canto, le due grandi aree ideologiche dell'ottocento e del novecento della destra e della sinistra, del fascismo e del comunismo, sono servite a ricattare da due posizioni opposte il cittadino, messo in mezzo da questo sistema agonizzante. Eppure, ancora funzionante.
Quindi, in sostanza, "Insorgenza" come trend, non vuol'essere un partito politico, ma sarà soltanto un gruppo di opposizione?
Per dirla tutta, possiamo ipotizzare che "Insorgenza" probabilmente non riceverà un consenso immediato in termini di raggiungimento di grandi numeri o di un obiettivo istituzionale. Ma da oggi in poi, la missione è quella di partecipare a tutte le competizioni elettorali formando una nuova classe politica autenticamente meridionale senza fare campagne acquisiti. Cioè, senza fare aggregazioni "numeriche" o prendere pezzi riciclati che hanno già fatto carriere politiche "a rischio" e che finirebbero per portare questo rischio e questa contaminazione maldestra (e male anche a sinistra) all'interno del movimento.
Ma, finora, che cosa avete proposto e quali sono stati i risultati?
Giusta ed ottima domanda! "Insorgenza Civile" è stato, non voglio dire l'unico, ma uno dei pochi movimenti che ha fatto un lavoro sul territorio attraverso i banchetti tra la gente unitamente a Il Brigante. Ricordo che questo movimento ha una componente "meridionalista", che si muove nell'ambito dell'analisi del passato delle nostre terre, unita ad una componente strettamente antiburocratica costituita da una task-force di giovani e valenti avvocati che si battono contro una serie di usure "legalizzate" ai danni delle persone comuni.
Tra le tante segnalerei la battaglia per l'abolizione del pedaggio della Tangenziale, unica in Italia a pagamento, e quella contro la imboscate di "Equitalia" fin da quando esercitava sotto il nome di "Gest-line".
Più ad ampio respiro programmatico la battaglia per la riduzione dell'IVA al 5% per le zone economicamente mortificate del Paese: quelle del nostro Sud. Insomma, un ventaglio di idee innovative affinchè la politica non abbia più un costo così oneroso ed ingeneroso come quello attuale, ma proponga giusti costi per giusti servizi.
Queste proposte, tra l'altro molto intriganti ed interessanti, da chi sono state percepite?
Il fatto stesso che "Insorgenza" abbia deciso in pochi giorni di candidarsi e sia riuscita a raccogliere le firme necessarie in altrettanti pochi giorni, nonostante non sia dotata di una struttura da partito classicamente intesa, dimostra la bontà del lavoro fatto sul territorio dai suoi militanti attraverso convegni, incontri pubblici, dibattiti, tavoli e gazebo, dimostra come la gente abbia apprezzato il nostro impegno.
Al vostro interno ci sono più uomini o più donne?
Più uomini. Ma noi puntiamo sui giovani, con un agguerritissimo gruppo, "Insorgenza Universitaria", che si sta dando davvero da fare nella maniera giusta e con il giusto impegno. e ci fa ben sperare per il futuro.
Leggo sul bigliettino di presentazione il vostro slogan: "Se ti convincono che nulla può cambiare, nulla cambierà".
Ma questa mi sembra una cosa ingenua, perchè qualsiasi partito dichiara di voler cambiare le cose. Nessun partito che si proponga all'opinione pubblica potrà mai dire "nulla cambierà"...
Questo è vero, com'è vero che la parola di cui più si abusa è quella del "riformismo": non conosco un partito che non si definisca come tale. Noi, invece, non ci proponiamo di riformare qualcosa o di riformare la politica o di riformare un sistema: noi ci proponiamo di insorgere, di ribellarci a questo sistema. Noi vogliamo semplicemente restituire alla politica la sua funzione di servizio per il pubblico: era il suo obiettivo originale ed è diventata, invece, il suo più pesante ed insopportabile meccanismo di tortura.
Un motivo per votare Insorgenza Civile?
Mettere la croce sulla scheda elettorale votando Insorgenza Civile per mettere una bella croce sugli agonizzanti grandi partiti e sulle loro logiche inutili e perverse. Una volta per sempre: cacciamoli via dal Sud!
Arturo Capasso.
Fonte:
Il Brigante
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Una serie di domande rivolte
ad un editore puro
schieratosi col Movimento
di Insorgenza Civile
per mettere una bella croce
su tutta la partitocrazia
che ha messo in croce il Sud
Buongiorno Gino, ho letto su alcuni quotidiani che sarai candidato nella lista di "Insorgenza Civile" alle prossime elezioni provinciali di Napoli. Vorrei chiederti subito il perchè di questa scelta...
Se la domanda è perchè la scelta di Insorgenza, rispondo che "Insorgenza", come dice il nome, è un movimento "civile" ma, in linea con "Il Brigante", un progetto che da dieci anni portiamo avanti, è anche un modello di ribellione contro il sistema stratificato della politica italiana. Stratificato in tutti i suoi vari livelli, non ultimo quelli del territorio qual'è per l'appunto la Provincia di Napoli.
Dove vi collocate: verso destra o verso sinistra?
La nostra collocazione si trova in quell'aggettivo di "civile" che si aggiunge ad "Insorgenza", poichè ci collochiamo al fianco di quelle persone che non hanno nè i mezzi, nè la voce, per potersi difendere o dire delle cose contro il sistema che le tiene praticamente in ostaggio della paritocrazia. La provincia, purtroppo, sappiamo tutti benissimo come funziona: ci sono i parenti che si candidano ed ai quali "sembra brutto" dire di no...
La politica, ormai, è diventata un polipo dai tentacoli lunghissimi ed avvolgenti che tenta di rubare, attraverso il modello della "sistemazione del parente", un minimo di consenso elettorale sfruttando quello che è diventato la possibilità di un posto di lavoro.
Dobbiamo decidere soltanto se "fare politica" è un posto di lavoro, una gestione di potere o progettare un modello di vita per chi amministriamo.
E' la fine della politica o la fine dei partiti?
Direi che, forse, è la fine di entrambi. Perchè i partiti esistono ormai come agglomerati di professionisti del settore, comunemente definiti "politicanti", che gestiscono un potere strettamente personalizzato e finalizzato sulla propria persona. Quindi, il partito esiste come indicazione "geopolitica" non come indicazione di appartenenza ad una espressione ideologica. D'altro canto, le due grandi aree ideologiche dell'ottocento e del novecento della destra e della sinistra, del fascismo e del comunismo, sono servite a ricattare da due posizioni opposte il cittadino, messo in mezzo da questo sistema agonizzante. Eppure, ancora funzionante.
Quindi, in sostanza, "Insorgenza" come trend, non vuol'essere un partito politico, ma sarà soltanto un gruppo di opposizione?
Per dirla tutta, possiamo ipotizzare che "Insorgenza" probabilmente non riceverà un consenso immediato in termini di raggiungimento di grandi numeri o di un obiettivo istituzionale. Ma da oggi in poi, la missione è quella di partecipare a tutte le competizioni elettorali formando una nuova classe politica autenticamente meridionale senza fare campagne acquisiti. Cioè, senza fare aggregazioni "numeriche" o prendere pezzi riciclati che hanno già fatto carriere politiche "a rischio" e che finirebbero per portare questo rischio e questa contaminazione maldestra (e male anche a sinistra) all'interno del movimento.
Ma, finora, che cosa avete proposto e quali sono stati i risultati?
Giusta ed ottima domanda! "Insorgenza Civile" è stato, non voglio dire l'unico, ma uno dei pochi movimenti che ha fatto un lavoro sul territorio attraverso i banchetti tra la gente unitamente a Il Brigante. Ricordo che questo movimento ha una componente "meridionalista", che si muove nell'ambito dell'analisi del passato delle nostre terre, unita ad una componente strettamente antiburocratica costituita da una task-force di giovani e valenti avvocati che si battono contro una serie di usure "legalizzate" ai danni delle persone comuni.
Tra le tante segnalerei la battaglia per l'abolizione del pedaggio della Tangenziale, unica in Italia a pagamento, e quella contro la imboscate di "Equitalia" fin da quando esercitava sotto il nome di "Gest-line".
Più ad ampio respiro programmatico la battaglia per la riduzione dell'IVA al 5% per le zone economicamente mortificate del Paese: quelle del nostro Sud. Insomma, un ventaglio di idee innovative affinchè la politica non abbia più un costo così oneroso ed ingeneroso come quello attuale, ma proponga giusti costi per giusti servizi.
Queste proposte, tra l'altro molto intriganti ed interessanti, da chi sono state percepite?
Il fatto stesso che "Insorgenza" abbia deciso in pochi giorni di candidarsi e sia riuscita a raccogliere le firme necessarie in altrettanti pochi giorni, nonostante non sia dotata di una struttura da partito classicamente intesa, dimostra la bontà del lavoro fatto sul territorio dai suoi militanti attraverso convegni, incontri pubblici, dibattiti, tavoli e gazebo, dimostra come la gente abbia apprezzato il nostro impegno.
Al vostro interno ci sono più uomini o più donne?
Più uomini. Ma noi puntiamo sui giovani, con un agguerritissimo gruppo, "Insorgenza Universitaria", che si sta dando davvero da fare nella maniera giusta e con il giusto impegno. e ci fa ben sperare per il futuro.
Leggo sul bigliettino di presentazione il vostro slogan: "Se ti convincono che nulla può cambiare, nulla cambierà".
Ma questa mi sembra una cosa ingenua, perchè qualsiasi partito dichiara di voler cambiare le cose. Nessun partito che si proponga all'opinione pubblica potrà mai dire "nulla cambierà"...
Questo è vero, com'è vero che la parola di cui più si abusa è quella del "riformismo": non conosco un partito che non si definisca come tale. Noi, invece, non ci proponiamo di riformare qualcosa o di riformare la politica o di riformare un sistema: noi ci proponiamo di insorgere, di ribellarci a questo sistema. Noi vogliamo semplicemente restituire alla politica la sua funzione di servizio per il pubblico: era il suo obiettivo originale ed è diventata, invece, il suo più pesante ed insopportabile meccanismo di tortura.
Un motivo per votare Insorgenza Civile?
Mettere la croce sulla scheda elettorale votando Insorgenza Civile per mettere una bella croce sugli agonizzanti grandi partiti e sulle loro logiche inutili e perverse. Una volta per sempre: cacciamoli via dal Sud!
Arturo Capasso.
Fonte:
Il Brigante
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