venerdì 15 maggio 2009

Come hanno desertificato il Sud : L' involution..



Morto Cavour ci pensò Bastogi ad abolire tutte le leggi del Regno delle Due Sicilie. Con cinque disegni di leggi, tra il 1861 e il 1862, estese il sistema fiscale piemontese a tutti i vecchi Stati che erano entrati a far parte del Regno d’Italia. Questo atto portò al saccheggio del Sud.

Il Bastogi è da annoverare tra i peggiori nemici del Sud. E mentre il Bastogi compiva simile misfatto la reazione nel Mezzogiorno aumentava di intensità: il popolo andò sulle montagne a difendere le sue leggi, le leggi borboniche, ritenute dagli stolti di regime retrograde solo perché migliori, solo perché nate nella terra che diede al mondo la civiltà.
Grazie al prof. Francesco Cianciarelli dell’Università di Teramo, siamo venuti a conoscenza di un libro intitolato “Le memorie dei miei tempi” di Salvatore Giampaolo Cognetti, pubblicato nel 1874 da Panzini Editore a Napoli.

Cognetti ci illustra mirabilmente come il Piemonte si sia comportato da vero Stato mafioso nei confronti del Sud, come una priovra gigantesca che ha succhiato il sangue dei Merididionali:

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Sicchè, fusi in un solo Bilancio, e quindi annullando le forti spese che aveva ognuno, raggruppandosi, dovevano ora rappresentare un introito ancora più grande. Infatti, escludendo il Piemonte che era già spaventosamente indebitato, gli altri Stati presentavano un bilancio prospero…non è mio proposito tessere qui la storia miserrima delle Finanze italiane, ma è bene ricordare le nostre felici Finanze sotto il Regno dei Borbone, onde eravamo gravati da appena cinque balzelli, per giunta tenui e modesti…la Finanza prosperava a meraviglia e le fortune private ingigantivano prodigiosamente…è un fatto che dal 1860 in poi, a quelle cinque tasse, dopo soli quattordici anni dall’unità d’Italia si siano raggiunte già trentadue tasse.

La legge del Registro ha tassato tutti gli atti della vita ( Compravendita, permuta, donazione, enfiteusi, mutuo, locazione,, uso, usufrutto, abitazione, mandato, successioni, ecc) la dispotica tassa sulla ricchezza mobile ha fulminato le rendite, i frutti civili, i profitti ed i salari. Abbiamo la tassa sul consumo, sulle vetture, sui domestici, sugli animali, sugli spacci telegrafici, sulle tariffe postali, sulle ferrovie, la rendita della terra, il profitto dell’industria, il salario dell’operaio: tutto è tassato…eppur così, lo Stato ogni anno si ritrova con un disavanzo maggiore ( è il colmo dei colmi) senza dire poi che per l’unità d’Italia Lorsignori sono stati, tra le altre cose, finanziati con ben cinque milioni di piastre turche d’oro spedite da Londra direttamente per Garibaldi e l’amico Ippolito Nievo, che ne era il cassiere, ne doveva sapere anche lui qualcosa…hanno accresciuto le tasse ad un punto tale che il contribuente è ormai nell’impossibilità di pagarle.

La rendita è assorbita nella proporzione del 52 per cento…quando le rendite mancano sia per il cattivo raccolto sia per mancate locazioni, sia per rovina dei fondi urbani , il proprietario, costretto a pagare una tassa fondiaria enorme, deve per forza contrarre un debito a sua volta.

Così facendo subisce due torture: quella della ricchezza mobile che ricade naturalmente a spese del debitore e quella degli interessi da pagare sul debito stesso…ecco perché i proprietari pongono in vendita i loro immobili, che , anziché essere fonti di ricchezza per sé e per gli altri, sono fonte di fatal rovina, che per giunta, posti in vendita a prezzi minimi, cadono nelle mani di speculatori, banchieri e malaffaristi; ed il Fisco assume un sistema di “comunismo fiscale”
Cognetti aveva ragioni da vendere, aveva individuato il malessere dell’unità d’Italia, risiedeva nella politica finanziaria e tributaria del sistema Piemonte che non stava facendo altro che globalizzare l’economia Meridionale a favore di quella Settentrionale.

Un drenaggio fiscale maledetto che ha depauperato le sostanze del Sud per favorire quella filosofia chiamata libero mercato e liberismo economico. Quel liberismo economico ha scannato il Sud che, dopo 140 anni, non si è ancora ripreso. Un modo per farlo c’è, bisogna, una volta andato al potere il Partito del Sud, vendere il Piemonte e la Lombardia al miglior offerente. Con i soldi ricavati il Sud costruirà infrastrutture ed aprirà mercati nuovi verso l’Africa affamata dalla globalizzazione planetaria. Ma torniamo al Cognetti:”

…l’Intendente di Finanza, ricorrendo a calcoli turchi- scrive nel suo saggio- ha assegnato poi ai redditi professionali, di arti e mestieri, di commercio e industria, delle cifre assurde. Sono avvenuti , per esempio a Napoli, molti casi di proprietari che hanno posto delle ipoteche per debiti contratti sui loro fondi non potendoli vendere per mancanza di compratori. Non potendo i creditori espropiarli per non sopportare le altissime tasse di bollo e di registro portate ad una cifra spaventevole hanno depauperato pressochè tutti.

Il Dazio ha assunto proporzioni così gravi che generi di prima necessità sono giunti a prezzi altissimi triplicandone il valore; da qui la miseria, dirò anche la fame nelle infime classi, le più sacrificate al carovita…”
Abbiamo la ricchezza della lana, del lino, della seta…


…Noi abbiamo la ricchezza della lana, del cotone, del lino, della seta, abbiamo miniere di ferro, di carbon fossile, abbiamo boschi che offrono ogni tipo di legname; ed a proposito del governo di Ferdinando II desidero far rilevare che la Ricchezza Nazionale, pubblica come privata, la parvità dei balzelli fiscali a fronte el grande progresso cui erano giunte l’Agricoltura, l’Industria, le Manifatture, il Commercio; oggi tutta questa ricchezza è quasi perduta…io so che i nostri lavoratori di campagna una volta non emigravano e quasi sempre non uscivano dal paese in cui nascevano e quello era tutto il loro mondo:la loro culla, la loro tomba; le nostre industrie armentizie erano giunte a rivaleggiare con quelle tunisine nel commercio delle lane, non avevano gran bisogno dei cotoni americani, del lino olandese, della seta giapponese, perché avevamo queste industrie portate ad un gran perfezionamento, anzi, mandavamo le nostre sete perfino in America…queste materie prime erano lavorate nelle nostre fabbriche ed era una ricchezza di telerie, di tessuti in cotone, in seta, in drappi.

Mentre simili generi di manifattura estera servivano per gli abitanti al gran lusso e perciò erano importati in minima parte ed avevano un forte dazio…fino a quando il Governo resterà nei sistemi di persecuzione e di antipatie politiche, si ritriverà una cerchia di uomini che da quattordici anni si sono elevati a flagello e miseria d’Italia…bisogna che gli uomini del Governo si propongano di alzare una diga solidissima contro il torrente di immoralità e del malcostume che invadono le belle nostre contrade”


***


Un giorno il Partito del Sud andrà al governo, i suoi uomini migliori presiederanno il Ministero delle Finanze; in un paio di anni cinque disegni di legge faranno in modo che le ricchezze del Nord ritornino dove sono state estorte, dove sono state saccheggiate.

In cinque anni, con leggi protezionistiche si sposteranno i capitali verso i luoghi dove sono stati rubati; in un giorno quel Governo toglierà a tutti i componenti la famiglia Savoia i beni usurpati agli italiani e si faranno i conti in tasca alle famiglie beneficiate dal Risorgimento;

un Tribunale sarà incaricato di processare tutti i criminali di guerra prodotti dal regime savoiardo; una commissione parlamentare stabilirà i danni di guerra subiti dalle popolazioni del Sud; un’altra commissione stabilirà, democraticamente, i danni prodotti dall’ivasione assassina voluta dalla massoneria internazionale ed eseguita da Casa Savoia.

Un’altra commissione stabilirà la vera democrazia, quella che da sempre ha contraddistinto i popoli del Sud dai barbari del Nord padano;

elezioni democratiche sostituiranno i parlamentari insidiatisi sugli scranni e legittimati dalla cosiddetta democrazia borghese che ha escogitato quello che Cavour ha chiamato suffragio universale per incantare i fessi;

oggi le categorie non sono rappresentate nel Parlamento di Roma che incarna solo i voleri dei capitalisti padani e la chiamano “democrazia”.

In Italia si vota pro forma, quasi esclusivamente per legittimare malefatte e intrighi, arricchimenti facili spesso dovuti al malaffare e al malcostume;

oggi si vota per rilegittimare un governo liberal-fascista-xenofobo.


Gramsci, il cui padre era nato nella martoriata mia città, Gaeta appunto, e il cui nonno era capitano della gendarmeria borbonica, ebbe a dire che:

” Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, crocifiggendo, squartando, seppellendo vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti “


Tratto dal libro di Antonio Ciano “Le stragi e gli eccidi dei Savoia“


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Morto Cavour ci pensò Bastogi ad abolire tutte le leggi del Regno delle Due Sicilie. Con cinque disegni di leggi, tra il 1861 e il 1862, estese il sistema fiscale piemontese a tutti i vecchi Stati che erano entrati a far parte del Regno d’Italia. Questo atto portò al saccheggio del Sud.

Il Bastogi è da annoverare tra i peggiori nemici del Sud. E mentre il Bastogi compiva simile misfatto la reazione nel Mezzogiorno aumentava di intensità: il popolo andò sulle montagne a difendere le sue leggi, le leggi borboniche, ritenute dagli stolti di regime retrograde solo perché migliori, solo perché nate nella terra che diede al mondo la civiltà.
Grazie al prof. Francesco Cianciarelli dell’Università di Teramo, siamo venuti a conoscenza di un libro intitolato “Le memorie dei miei tempi” di Salvatore Giampaolo Cognetti, pubblicato nel 1874 da Panzini Editore a Napoli.

Cognetti ci illustra mirabilmente come il Piemonte si sia comportato da vero Stato mafioso nei confronti del Sud, come una priovra gigantesca che ha succhiato il sangue dei Merididionali:

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Sicchè, fusi in un solo Bilancio, e quindi annullando le forti spese che aveva ognuno, raggruppandosi, dovevano ora rappresentare un introito ancora più grande. Infatti, escludendo il Piemonte che era già spaventosamente indebitato, gli altri Stati presentavano un bilancio prospero…non è mio proposito tessere qui la storia miserrima delle Finanze italiane, ma è bene ricordare le nostre felici Finanze sotto il Regno dei Borbone, onde eravamo gravati da appena cinque balzelli, per giunta tenui e modesti…la Finanza prosperava a meraviglia e le fortune private ingigantivano prodigiosamente…è un fatto che dal 1860 in poi, a quelle cinque tasse, dopo soli quattordici anni dall’unità d’Italia si siano raggiunte già trentadue tasse.

La legge del Registro ha tassato tutti gli atti della vita ( Compravendita, permuta, donazione, enfiteusi, mutuo, locazione,, uso, usufrutto, abitazione, mandato, successioni, ecc) la dispotica tassa sulla ricchezza mobile ha fulminato le rendite, i frutti civili, i profitti ed i salari. Abbiamo la tassa sul consumo, sulle vetture, sui domestici, sugli animali, sugli spacci telegrafici, sulle tariffe postali, sulle ferrovie, la rendita della terra, il profitto dell’industria, il salario dell’operaio: tutto è tassato…eppur così, lo Stato ogni anno si ritrova con un disavanzo maggiore ( è il colmo dei colmi) senza dire poi che per l’unità d’Italia Lorsignori sono stati, tra le altre cose, finanziati con ben cinque milioni di piastre turche d’oro spedite da Londra direttamente per Garibaldi e l’amico Ippolito Nievo, che ne era il cassiere, ne doveva sapere anche lui qualcosa…hanno accresciuto le tasse ad un punto tale che il contribuente è ormai nell’impossibilità di pagarle.

La rendita è assorbita nella proporzione del 52 per cento…quando le rendite mancano sia per il cattivo raccolto sia per mancate locazioni, sia per rovina dei fondi urbani , il proprietario, costretto a pagare una tassa fondiaria enorme, deve per forza contrarre un debito a sua volta.

Così facendo subisce due torture: quella della ricchezza mobile che ricade naturalmente a spese del debitore e quella degli interessi da pagare sul debito stesso…ecco perché i proprietari pongono in vendita i loro immobili, che , anziché essere fonti di ricchezza per sé e per gli altri, sono fonte di fatal rovina, che per giunta, posti in vendita a prezzi minimi, cadono nelle mani di speculatori, banchieri e malaffaristi; ed il Fisco assume un sistema di “comunismo fiscale”
Cognetti aveva ragioni da vendere, aveva individuato il malessere dell’unità d’Italia, risiedeva nella politica finanziaria e tributaria del sistema Piemonte che non stava facendo altro che globalizzare l’economia Meridionale a favore di quella Settentrionale.

Un drenaggio fiscale maledetto che ha depauperato le sostanze del Sud per favorire quella filosofia chiamata libero mercato e liberismo economico. Quel liberismo economico ha scannato il Sud che, dopo 140 anni, non si è ancora ripreso. Un modo per farlo c’è, bisogna, una volta andato al potere il Partito del Sud, vendere il Piemonte e la Lombardia al miglior offerente. Con i soldi ricavati il Sud costruirà infrastrutture ed aprirà mercati nuovi verso l’Africa affamata dalla globalizzazione planetaria. Ma torniamo al Cognetti:”

…l’Intendente di Finanza, ricorrendo a calcoli turchi- scrive nel suo saggio- ha assegnato poi ai redditi professionali, di arti e mestieri, di commercio e industria, delle cifre assurde. Sono avvenuti , per esempio a Napoli, molti casi di proprietari che hanno posto delle ipoteche per debiti contratti sui loro fondi non potendoli vendere per mancanza di compratori. Non potendo i creditori espropiarli per non sopportare le altissime tasse di bollo e di registro portate ad una cifra spaventevole hanno depauperato pressochè tutti.

Il Dazio ha assunto proporzioni così gravi che generi di prima necessità sono giunti a prezzi altissimi triplicandone il valore; da qui la miseria, dirò anche la fame nelle infime classi, le più sacrificate al carovita…”
Abbiamo la ricchezza della lana, del lino, della seta…


…Noi abbiamo la ricchezza della lana, del cotone, del lino, della seta, abbiamo miniere di ferro, di carbon fossile, abbiamo boschi che offrono ogni tipo di legname; ed a proposito del governo di Ferdinando II desidero far rilevare che la Ricchezza Nazionale, pubblica come privata, la parvità dei balzelli fiscali a fronte el grande progresso cui erano giunte l’Agricoltura, l’Industria, le Manifatture, il Commercio; oggi tutta questa ricchezza è quasi perduta…io so che i nostri lavoratori di campagna una volta non emigravano e quasi sempre non uscivano dal paese in cui nascevano e quello era tutto il loro mondo:la loro culla, la loro tomba; le nostre industrie armentizie erano giunte a rivaleggiare con quelle tunisine nel commercio delle lane, non avevano gran bisogno dei cotoni americani, del lino olandese, della seta giapponese, perché avevamo queste industrie portate ad un gran perfezionamento, anzi, mandavamo le nostre sete perfino in America…queste materie prime erano lavorate nelle nostre fabbriche ed era una ricchezza di telerie, di tessuti in cotone, in seta, in drappi.

Mentre simili generi di manifattura estera servivano per gli abitanti al gran lusso e perciò erano importati in minima parte ed avevano un forte dazio…fino a quando il Governo resterà nei sistemi di persecuzione e di antipatie politiche, si ritriverà una cerchia di uomini che da quattordici anni si sono elevati a flagello e miseria d’Italia…bisogna che gli uomini del Governo si propongano di alzare una diga solidissima contro il torrente di immoralità e del malcostume che invadono le belle nostre contrade”


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Un giorno il Partito del Sud andrà al governo, i suoi uomini migliori presiederanno il Ministero delle Finanze; in un paio di anni cinque disegni di legge faranno in modo che le ricchezze del Nord ritornino dove sono state estorte, dove sono state saccheggiate.

In cinque anni, con leggi protezionistiche si sposteranno i capitali verso i luoghi dove sono stati rubati; in un giorno quel Governo toglierà a tutti i componenti la famiglia Savoia i beni usurpati agli italiani e si faranno i conti in tasca alle famiglie beneficiate dal Risorgimento;

un Tribunale sarà incaricato di processare tutti i criminali di guerra prodotti dal regime savoiardo; una commissione parlamentare stabilirà i danni di guerra subiti dalle popolazioni del Sud; un’altra commissione stabilirà, democraticamente, i danni prodotti dall’ivasione assassina voluta dalla massoneria internazionale ed eseguita da Casa Savoia.

Un’altra commissione stabilirà la vera democrazia, quella che da sempre ha contraddistinto i popoli del Sud dai barbari del Nord padano;

elezioni democratiche sostituiranno i parlamentari insidiatisi sugli scranni e legittimati dalla cosiddetta democrazia borghese che ha escogitato quello che Cavour ha chiamato suffragio universale per incantare i fessi;

oggi le categorie non sono rappresentate nel Parlamento di Roma che incarna solo i voleri dei capitalisti padani e la chiamano “democrazia”.

In Italia si vota pro forma, quasi esclusivamente per legittimare malefatte e intrighi, arricchimenti facili spesso dovuti al malaffare e al malcostume;

oggi si vota per rilegittimare un governo liberal-fascista-xenofobo.


Gramsci, il cui padre era nato nella martoriata mia città, Gaeta appunto, e il cui nonno era capitano della gendarmeria borbonica, ebbe a dire che:

” Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, crocifiggendo, squartando, seppellendo vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti “


Tratto dal libro di Antonio Ciano “Le stragi e gli eccidi dei Savoia“


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