lunedì 6 aprile 2009

UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE PER UN NUOVO PARTITO DEL SUD

Se ne è discusso
in un incontro
tenutosi a Napoli
a cura del movimento
di Insorgenza Civile
e de Il Brigante per
un aperto confronto
con il Partito del Sud


La proposta politica rapportata all'identità del Sud e la funzione dei giovani che diventino nuova e genuina classe dirigente meridionalista sono stati l'oggetto di un incontro organizzato a Napoli dal Movimento "Insorgenza Civile" e dalla testata "Il Brigante" in collaborazione con il "Partito del Sud". Ad aprire i lavori, introdotti e moderati dal direttore del multimediale meridionalista Gino Giammarino, è stato l'intervento di Giuliano Falanga, giovane ma accorato esponente di "Insorgenza Universitaria", che ha scatenato fragorosi applausi per la misura della passione per la propria terra.
"Il nostro Movimento si rivolge a tutte quelle persone che non riescono ad andare avanti senza cercare di fare qualcosa
- ha concluso Falanga -
Persone che sentono l'amore per il Sud, che non si arrendono perchè capiscono che è falsa la logica del ...non c'è nulla da fare...
C'è tanto da fare, soprattutto per chi ama il Sud, ed è proprio l'amore per il Sud che ci obbliga a batterci per esso. Oggi siamo presenti per la prima volta ad un incontro meridionalista e noi vogliamo offrire il nostro contributo a questa lotta per la difesa del Sud. E' solo un primo passo, ma noi vogliamo che sia un passo importante!"




Giustamente analitico, lucido e approfondito come sempre, il secondo intervento, quello dell'arch. Nando Dicè, rappresentante di "Insorgenza Civile", che ha messo l'accento sul fatto che fino ad oggi il nostro territorio è stato governato dal nostro nemico, cioè, "...colui che ci avvelena l'acqua, che ci avvelena il cibo, che non dà lavoro ai nostri figli, colui che ci obbliga a lavorare otto, dodici, tredici ore al giorno nonostante la tecnologia attuale permetterebbe di lavorare tutti e lavorare meno, con una migliore qualità della vita".
Difficile racchiudere in poche parole la serie di riflessioni e spunti originali proposti da Dicè, se non nell'appello alla stringente necessità della costruzione di una nuova classe dirigente meridionale espressa da un popolo che sappia, ma soprattutto voglia fare da solo. A questa nuova struttura il compito della battaglia per la difesa dell'identità, pena, il semplice passare da una schiavitù all'altra.
A chiudere i contributi, l'infaticabile Antonio Ciano, esponente del "Partito del Sud" e assessore al Demanio del Comune di Gaeta, scrittore di fama e costruttore di progetti ed alleanze per scardinare quel "muro" che l'unità massonica italiana ha costruito contro lo sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno. E proprio partendo dal primo capitolo del suo prossimo libro, capitolo intitolato "Il blocco del Nord", in riferimento a quel coacervo di interessi economici che le lobby padane difendono ogni giorno, Ciano ha evidenziato le tante vessazioni che il territorio amministrato subisce dallo Stato centralista. Da qui la necessità di coniugare una cultura ed una storia millenarie, rivalutando un'identità nascosta dai libri e dalla omologazione italiota, con una decisa azione politica che scardini definitivamente le logiche che costringono un amministratore a pagare il suolo su cui vive, restando con le briciole dei tributi per destinarle alle necessità quotidiane del proprio territorio. Si tratta di una vera e propria guerra al "Blocco del Nord".



Fondamentale, per il direttore de Il Brigante Gino Giammarino, armarsi di una struttura che ponga l'informazione al centro dell'azione, riunendo la sparsa editoria meridionalista in un'unica rete radiotelevisiva collegata al mercato della pubblicità dedicata alla produzione meridionale in una forma di progettualità politico-economico-comunicativa.
"Perchè bisogna comprendere che lo slogan di oggi potrebbe sintetizzarsi in "...Comunicazione è Liberazione" - ha dichiarato tra l'altro Giammarino.

Ruolo fondamentale quello svolto da un pubblico numeroso ed attentissimo, che ha fornito egli stesso una serie di spunti che hanno arricchito i lavori in corso.
Da Andrea Balìa, penna inesauribile del meridionalismo, è stata segnalata la necessità che gli incontri pubblici seguano anche una logica del confronto con delle conseguenze su quello che si va a realizzare successivamente. Possibilmente, in maniera operativa e comportamentale coerente.
L'avv. Bozzelli, esponente di Insorgenza Civile, ha posto l'accento sul bisogno di un interscambio maggiore tra tutte le realtà, meridionaliste e non, che vogliano effettivamnte "fare" qualcosa di concreto per cambiare lo stato delle cose, citando il movimento "L'altrosud" in rappresentanza del quale ha parlato il dott. Emiddio de Franciscis.
Nel suo intervento, la questione del target: gli elettori a cui rivolgersi, separandoli dagli attivisti, cioè, coloro che costruiscono il consenso attraverso la propria militanza volontaria. Naturalmente, con strategie estremamente diverse.
Nelle parole di Enzo Riccio, esponente della sezione romana del "Partito del Sud", l'autocritica verso tutti i movimenti per non essere spesso attenti a fare controproposte su temi prioritari nell'agenda politica e sociale.



Ancora per Insorgenza Civile, infine, è intervenuto l'avv. Carmine Ippolito, riportando al centro della discussione una distribuzione dei compiti fatta con criterio e l'impescindibilità della proposta politica da una sana e ben individuata strategia della comunicazione: quella che un volta si chiamava "propaganda".

Fonte:Il Brigante
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Se ne è discusso
in un incontro
tenutosi a Napoli
a cura del movimento
di Insorgenza Civile
e de Il Brigante per
un aperto confronto
con il Partito del Sud


La proposta politica rapportata all'identità del Sud e la funzione dei giovani che diventino nuova e genuina classe dirigente meridionalista sono stati l'oggetto di un incontro organizzato a Napoli dal Movimento "Insorgenza Civile" e dalla testata "Il Brigante" in collaborazione con il "Partito del Sud". Ad aprire i lavori, introdotti e moderati dal direttore del multimediale meridionalista Gino Giammarino, è stato l'intervento di Giuliano Falanga, giovane ma accorato esponente di "Insorgenza Universitaria", che ha scatenato fragorosi applausi per la misura della passione per la propria terra.
"Il nostro Movimento si rivolge a tutte quelle persone che non riescono ad andare avanti senza cercare di fare qualcosa
- ha concluso Falanga -
Persone che sentono l'amore per il Sud, che non si arrendono perchè capiscono che è falsa la logica del ...non c'è nulla da fare...
C'è tanto da fare, soprattutto per chi ama il Sud, ed è proprio l'amore per il Sud che ci obbliga a batterci per esso. Oggi siamo presenti per la prima volta ad un incontro meridionalista e noi vogliamo offrire il nostro contributo a questa lotta per la difesa del Sud. E' solo un primo passo, ma noi vogliamo che sia un passo importante!"




Giustamente analitico, lucido e approfondito come sempre, il secondo intervento, quello dell'arch. Nando Dicè, rappresentante di "Insorgenza Civile", che ha messo l'accento sul fatto che fino ad oggi il nostro territorio è stato governato dal nostro nemico, cioè, "...colui che ci avvelena l'acqua, che ci avvelena il cibo, che non dà lavoro ai nostri figli, colui che ci obbliga a lavorare otto, dodici, tredici ore al giorno nonostante la tecnologia attuale permetterebbe di lavorare tutti e lavorare meno, con una migliore qualità della vita".
Difficile racchiudere in poche parole la serie di riflessioni e spunti originali proposti da Dicè, se non nell'appello alla stringente necessità della costruzione di una nuova classe dirigente meridionale espressa da un popolo che sappia, ma soprattutto voglia fare da solo. A questa nuova struttura il compito della battaglia per la difesa dell'identità, pena, il semplice passare da una schiavitù all'altra.
A chiudere i contributi, l'infaticabile Antonio Ciano, esponente del "Partito del Sud" e assessore al Demanio del Comune di Gaeta, scrittore di fama e costruttore di progetti ed alleanze per scardinare quel "muro" che l'unità massonica italiana ha costruito contro lo sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno. E proprio partendo dal primo capitolo del suo prossimo libro, capitolo intitolato "Il blocco del Nord", in riferimento a quel coacervo di interessi economici che le lobby padane difendono ogni giorno, Ciano ha evidenziato le tante vessazioni che il territorio amministrato subisce dallo Stato centralista. Da qui la necessità di coniugare una cultura ed una storia millenarie, rivalutando un'identità nascosta dai libri e dalla omologazione italiota, con una decisa azione politica che scardini definitivamente le logiche che costringono un amministratore a pagare il suolo su cui vive, restando con le briciole dei tributi per destinarle alle necessità quotidiane del proprio territorio. Si tratta di una vera e propria guerra al "Blocco del Nord".



Fondamentale, per il direttore de Il Brigante Gino Giammarino, armarsi di una struttura che ponga l'informazione al centro dell'azione, riunendo la sparsa editoria meridionalista in un'unica rete radiotelevisiva collegata al mercato della pubblicità dedicata alla produzione meridionale in una forma di progettualità politico-economico-comunicativa.
"Perchè bisogna comprendere che lo slogan di oggi potrebbe sintetizzarsi in "...Comunicazione è Liberazione" - ha dichiarato tra l'altro Giammarino.

Ruolo fondamentale quello svolto da un pubblico numeroso ed attentissimo, che ha fornito egli stesso una serie di spunti che hanno arricchito i lavori in corso.
Da Andrea Balìa, penna inesauribile del meridionalismo, è stata segnalata la necessità che gli incontri pubblici seguano anche una logica del confronto con delle conseguenze su quello che si va a realizzare successivamente. Possibilmente, in maniera operativa e comportamentale coerente.
L'avv. Bozzelli, esponente di Insorgenza Civile, ha posto l'accento sul bisogno di un interscambio maggiore tra tutte le realtà, meridionaliste e non, che vogliano effettivamnte "fare" qualcosa di concreto per cambiare lo stato delle cose, citando il movimento "L'altrosud" in rappresentanza del quale ha parlato il dott. Emiddio de Franciscis.
Nel suo intervento, la questione del target: gli elettori a cui rivolgersi, separandoli dagli attivisti, cioè, coloro che costruiscono il consenso attraverso la propria militanza volontaria. Naturalmente, con strategie estremamente diverse.
Nelle parole di Enzo Riccio, esponente della sezione romana del "Partito del Sud", l'autocritica verso tutti i movimenti per non essere spesso attenti a fare controproposte su temi prioritari nell'agenda politica e sociale.



Ancora per Insorgenza Civile, infine, è intervenuto l'avv. Carmine Ippolito, riportando al centro della discussione una distribuzione dei compiti fatta con criterio e l'impescindibilità della proposta politica da una sana e ben individuata strategia della comunicazione: quella che un volta si chiamava "propaganda".

Fonte:Il Brigante

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