sabato 25 aprile 2009

64° Anniversario della Liberazione


Dalle rovine fumanti di un paese distrutto dalla guerra civile, sociale e di occupazione, nacque una nuova Italia, libera e democratica.
Dagli animi consunti e lacerati dalla barbarie nazi-fascista, rinacquero la passione civile e la fede nelle istituzioni, dal sacrificio dei martiri della Resistenza, nacque la “Repubblica Italiana”.

Questo è il vero ed il più autentico valore del “25 aprile”, una celebrazione della dignità rinata, di una nazione che, risorta dalle ceneri della dittatura, ritorna a nuova vita, al benessere economico e sociale, e soprattutto, nel consesso delle nazioni.
Anche per Gaeta i giorni della primavera del 1945 furono significativi: la popolazione civile, dopo uno straziante e imprevisto distacco, avvenuto all’indomani dell’8 settembre del 1943, faceva ritorno alle proprie case, dai campi di concentramento e dalle località più sperdute.

I pochi militari sopravvissuti, invece, dalle terre più remote del fronte. Lutti, dolore e devastazione trovarono ad attenderli, e gran parte del paese raso al suolo, e con esso alcuni dei simboli della nostra storia millenaria. Ma i nostri padri non si arresero e, dalle rovine, ricostruirono con tenacia e vigore la nuova Gaeta.
A tutti costoro la città rivolge il suo ricordo più caro, poiché nell’immane tragedia seppero offrire l’esempio umano più grande, ossia la fiducia in un futuro di pace e di progresso. Oggi, memori di tale esempio, noi tutti abbiamo il dovere di ricostruire una città più dignitosa ed umana.


Antonio Raimondi
(Sindaco di Gaeta)
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Dalle rovine fumanti di un paese distrutto dalla guerra civile, sociale e di occupazione, nacque una nuova Italia, libera e democratica.
Dagli animi consunti e lacerati dalla barbarie nazi-fascista, rinacquero la passione civile e la fede nelle istituzioni, dal sacrificio dei martiri della Resistenza, nacque la “Repubblica Italiana”.

Questo è il vero ed il più autentico valore del “25 aprile”, una celebrazione della dignità rinata, di una nazione che, risorta dalle ceneri della dittatura, ritorna a nuova vita, al benessere economico e sociale, e soprattutto, nel consesso delle nazioni.
Anche per Gaeta i giorni della primavera del 1945 furono significativi: la popolazione civile, dopo uno straziante e imprevisto distacco, avvenuto all’indomani dell’8 settembre del 1943, faceva ritorno alle proprie case, dai campi di concentramento e dalle località più sperdute.

I pochi militari sopravvissuti, invece, dalle terre più remote del fronte. Lutti, dolore e devastazione trovarono ad attenderli, e gran parte del paese raso al suolo, e con esso alcuni dei simboli della nostra storia millenaria. Ma i nostri padri non si arresero e, dalle rovine, ricostruirono con tenacia e vigore la nuova Gaeta.
A tutti costoro la città rivolge il suo ricordo più caro, poiché nell’immane tragedia seppero offrire l’esempio umano più grande, ossia la fiducia in un futuro di pace e di progresso. Oggi, memori di tale esempio, noi tutti abbiamo il dovere di ricostruire una città più dignitosa ed umana.


Antonio Raimondi
(Sindaco di Gaeta)

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