martedì 2 dicembre 2008

SCONTRO SULL’ANTIMAFIA Dopo il nuovo affondo di Sonia Alfano a Reggio Emilia

Resta alta la tensione in città, soprattutto dalle parti del Palazzo di Giustizia.
Basta pronunciare il nome di Sonia Alfano per assistere a dibattiti e discussioni tra gli addetti ai lavori. Al quinto piano invece,il procuratore capo Italo Materia,pesantemente attaccato dalla presidente dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime della Mafia,rinvia ogni replica.Questione di pochi giorni,fa sapere tramite la sua assistente ai cronisti che attendono davanti alla porta del suo ufficio.La replica dovrà essere studiata a dovere, anche per sgombrare il campo da equivoci e false convinzioni.

L’affondo

Per capire i contorni della vicenda occorre fare un passo indietro, e tornare all’incontro pubblico di sabato scorso,promosso dagli Amici di Beppe Grillo,che ha richiamato alla Gabella una ottantina di persone, agenti della Digos compresi, tutti desiderosi di ascoltare la lettura delle carte promesse dalla Alfano dopo le dichiarazioni di ottobre.Stralci della deposizione del procurato capo di Reggio come teste al processo contro il pm di Messina Giovanni Lembo,accusato (e poi condannato in primo grado) di favoreggiamento alla ma-
gia,con MAteria a dichiarazione in tirbunale la particolare amicizia con il collega d’ufficio; e a riferire di un pranzo con Lembo al quale si autoinvità il pentito Luigi Sparacio (nei suoi confronti i due pm avevano dato parere positivo alla concessione di benefici:il procuratore nazionale antimafia Vigna firmò).Questo il passaggio ora al centro dell’attacco: «Escludo nel modo più categorico di essere stato a cena con Sparacio - disse in aula Materia - C’è un passaggio però che è a metà strada (...) Un giorno con il collega Lembo andammo,come spesso capitava anche con altri colleghi, a mangiare in una trattoria che è
vicino la Procura Nazionale e in quella trattoria arrivò Sparacio che si sedette ». Il pm: «Era accompagnato dal servizio centrale di protezione? ».«No,non credo, solo,solo era».
Nella stessa sede la Alfano ha avuto parole dure anche per il consigliere laico del Csm Celestina Tinelli.«Ha contribuito ad eleggere procuratore capo di Marsala Alberto Di Pisa e il suo voto è stato decisivo per la promozione di Antonio Franco Cassata a Capo della Procura Generale della Corte di Appello di Messina - ha detto la Alfano - Una promozione contro la quale si è espresso Antonio Di Pietro ».Di Pisa in particolare era stato accusato di essere il “corvo”, l’autore nel 1989 di quelle cinque lettere che imputavano ai vertici della procura di Palermo
e della Criminalpol il fatto di avere “inviato in missione” in Sicilia il pentito Totuccio Contorno per stanare i boss corleonesi.Ma da quell’accusa il giudice è stato assolto dalla Corte d’appello di Caltanissetta.

La reazione

Anche ieri l’avvocato Tinelli ha preferito non replicare a queste dichiarazioni.Per quanto riguarda Materia,in attesa di una dichiarazione pubblica,resta l’annuncio di querele reciproche con la figlia del giornalista ucciso da Cosa Nostra.La Alfano contro Materia per essersi sentita definire «mandata a Reggio su commissione» nel momento in cui il pm concorre al posto di procuratore capo a Bologna;Materia contro la Alfano per quelle «ombre» che la signora si augurava «possano svanire al più presto».
(dav. b.)

Fonte:L'informazione di Reggio
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Alcune immagini della Conferenza di Sonia Alfano a Reggio Emilia del 29/11/08 da noi riprese per il canale You tube del PdSUD

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Ieri abbiamo postato il link diretto al Verbale di Udienza del 25-11-2005 presso il Tribunale di Catania, letto durante la conferenza da Sonia Alfano.

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Il Carabiniere Morici Pietro

Il carabiniere Morici Pietro nasce a Valderice (Tp) il 21 agosto 1956.
Termina la scuola dell’obbligo al paese di nascita ove ottiene un buon giudizio finale.
Dopo aver conseguito la licenza media, inizia a gestire con la madre un negozio di generi alimentari situato vicino la Caserma dei Carabinieri, dove negli anni della sua gioventu’ trascorre le giornate.

Ragazzo di carattere aperto, serio e deciso, in seguito, presenta domanda di arruolamento. Quando giunge la comunicazione del Ministero della Difesa, i genitori di Pietro sono contrari alla sua decisione; parte lo stesso per Roma ove raggiunge la scuola Allievi Carabinierei il 5 marzo 1975 data di incorporamento. Successivamente viene trasferito a Milano.

Nel 1976, inaspettato ed improvviso, arriva il trasferimento a Palermo e infine a Monreale, dove Pietro fa l’autista al Capitano Basile il quale lo stima e nutre per lui una notevole considerazione. E’ un ragazzo vivace e molto affezionato alla famiglia, ma nello stesso tempo riservato e non parla mai del suo lavoro.

Quando Basile fu ucciso, nel 1982 dalla mafia locale, mentre era da una festa paesana, venne sostituito dal Capitano D’Aleo, il quale riconfermò come suo autista Morici Pietro che evidentemente era persona che sapeva conquistare la fiducia, il rispetto e le stima dei superiori.
IL 13 giugno del 1983, mentre Morici, l’appuntato Bommarito ed il Capitano D’Aleo si recano a casa di quest’ultimo, due moto li affiancano e li uccidono. Pietro Morici ha appena 27 anni.
Nell’agosto del 1983, a Roma, viene conferita una Medaglia d’Oro al Valor Civile al carabiniere Morici, dall’allora Ministro dell’Interno Oscar Luigi Scalfaro; medaglia che conserva la madre.
Inoltre, al museo delle Cere di Roma, c’è una stuta del carabiniere Morici in ricordo della sua giovane vita immolata per la difesa dei diritti umani

Fonte:
Giuseppe Bommarito
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Resta alta la tensione in città, soprattutto dalle parti del Palazzo di Giustizia.
Basta pronunciare il nome di Sonia Alfano per assistere a dibattiti e discussioni tra gli addetti ai lavori. Al quinto piano invece,il procuratore capo Italo Materia,pesantemente attaccato dalla presidente dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime della Mafia,rinvia ogni replica.Questione di pochi giorni,fa sapere tramite la sua assistente ai cronisti che attendono davanti alla porta del suo ufficio.La replica dovrà essere studiata a dovere, anche per sgombrare il campo da equivoci e false convinzioni.

L’affondo

Per capire i contorni della vicenda occorre fare un passo indietro, e tornare all’incontro pubblico di sabato scorso,promosso dagli Amici di Beppe Grillo,che ha richiamato alla Gabella una ottantina di persone, agenti della Digos compresi, tutti desiderosi di ascoltare la lettura delle carte promesse dalla Alfano dopo le dichiarazioni di ottobre.Stralci della deposizione del procurato capo di Reggio come teste al processo contro il pm di Messina Giovanni Lembo,accusato (e poi condannato in primo grado) di favoreggiamento alla ma-
gia,con MAteria a dichiarazione in tirbunale la particolare amicizia con il collega d’ufficio; e a riferire di un pranzo con Lembo al quale si autoinvità il pentito Luigi Sparacio (nei suoi confronti i due pm avevano dato parere positivo alla concessione di benefici:il procuratore nazionale antimafia Vigna firmò).Questo il passaggio ora al centro dell’attacco: «Escludo nel modo più categorico di essere stato a cena con Sparacio - disse in aula Materia - C’è un passaggio però che è a metà strada (...) Un giorno con il collega Lembo andammo,come spesso capitava anche con altri colleghi, a mangiare in una trattoria che è
vicino la Procura Nazionale e in quella trattoria arrivò Sparacio che si sedette ». Il pm: «Era accompagnato dal servizio centrale di protezione? ».«No,non credo, solo,solo era».
Nella stessa sede la Alfano ha avuto parole dure anche per il consigliere laico del Csm Celestina Tinelli.«Ha contribuito ad eleggere procuratore capo di Marsala Alberto Di Pisa e il suo voto è stato decisivo per la promozione di Antonio Franco Cassata a Capo della Procura Generale della Corte di Appello di Messina - ha detto la Alfano - Una promozione contro la quale si è espresso Antonio Di Pietro ».Di Pisa in particolare era stato accusato di essere il “corvo”, l’autore nel 1989 di quelle cinque lettere che imputavano ai vertici della procura di Palermo
e della Criminalpol il fatto di avere “inviato in missione” in Sicilia il pentito Totuccio Contorno per stanare i boss corleonesi.Ma da quell’accusa il giudice è stato assolto dalla Corte d’appello di Caltanissetta.

La reazione

Anche ieri l’avvocato Tinelli ha preferito non replicare a queste dichiarazioni.Per quanto riguarda Materia,in attesa di una dichiarazione pubblica,resta l’annuncio di querele reciproche con la figlia del giornalista ucciso da Cosa Nostra.La Alfano contro Materia per essersi sentita definire «mandata a Reggio su commissione» nel momento in cui il pm concorre al posto di procuratore capo a Bologna;Materia contro la Alfano per quelle «ombre» che la signora si augurava «possano svanire al più presto».
(dav. b.)

Fonte:L'informazione di Reggio
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Alcune immagini della Conferenza di Sonia Alfano a Reggio Emilia del 29/11/08 da noi riprese per il canale You tube del PdSUD

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Ieri abbiamo postato il link diretto al Verbale di Udienza del 25-11-2005 presso il Tribunale di Catania, letto durante la conferenza da Sonia Alfano.

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Il Carabiniere Morici Pietro

Il carabiniere Morici Pietro nasce a Valderice (Tp) il 21 agosto 1956.
Termina la scuola dell’obbligo al paese di nascita ove ottiene un buon giudizio finale.
Dopo aver conseguito la licenza media, inizia a gestire con la madre un negozio di generi alimentari situato vicino la Caserma dei Carabinieri, dove negli anni della sua gioventu’ trascorre le giornate.

Ragazzo di carattere aperto, serio e deciso, in seguito, presenta domanda di arruolamento. Quando giunge la comunicazione del Ministero della Difesa, i genitori di Pietro sono contrari alla sua decisione; parte lo stesso per Roma ove raggiunge la scuola Allievi Carabinierei il 5 marzo 1975 data di incorporamento. Successivamente viene trasferito a Milano.

Nel 1976, inaspettato ed improvviso, arriva il trasferimento a Palermo e infine a Monreale, dove Pietro fa l’autista al Capitano Basile il quale lo stima e nutre per lui una notevole considerazione. E’ un ragazzo vivace e molto affezionato alla famiglia, ma nello stesso tempo riservato e non parla mai del suo lavoro.

Quando Basile fu ucciso, nel 1982 dalla mafia locale, mentre era da una festa paesana, venne sostituito dal Capitano D’Aleo, il quale riconfermò come suo autista Morici Pietro che evidentemente era persona che sapeva conquistare la fiducia, il rispetto e le stima dei superiori.
IL 13 giugno del 1983, mentre Morici, l’appuntato Bommarito ed il Capitano D’Aleo si recano a casa di quest’ultimo, due moto li affiancano e li uccidono. Pietro Morici ha appena 27 anni.
Nell’agosto del 1983, a Roma, viene conferita una Medaglia d’Oro al Valor Civile al carabiniere Morici, dall’allora Ministro dell’Interno Oscar Luigi Scalfaro; medaglia che conserva la madre.
Inoltre, al museo delle Cere di Roma, c’è una stuta del carabiniere Morici in ricordo della sua giovane vita immolata per la difesa dei diritti umani

Fonte:
Giuseppe Bommarito

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