Di Gennaro De Crescenzo
Tutti a commentare le elezioni del presidente degli Stati Uniti. Tutti a parlare delle recenti crisi finanziarie planetarie.
Tutti a valutare se i cortei studenteschi somigliano poco o molto a quelli del 1968. E intanto il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi continua ad abbracciare e a baciare il governatore Antonio Bassolino.
Lo stesso presidente designa come sindaco o come prossimo governatore Lettieri, capo uscente degli industriali napoletani, eventuale candidato tutt’altro che sgradito allo stesso Bassolino.
Qualcun altro, invece, preferirebbe puntare su Mara Carfagna, ex valletta televisiva ed attuale ministro per le pari opportunità. Niente di personale contro Lettieri o contro la Carfagna: due persone sveglie e intelligenti.
Ma possono mai rappresentare “il nuovo”? Il centro-destra aveva promesso agli elettori che avrebbe “punito” i responsabili della tragedia-rifiuti.
Gli elettori campani hanno ampiamente premiato il centro-destra ma quei responsabili stanno ancora là nonostante le inchieste della magistratura e nonostante le promesse.
E la spazzatura, lo abbiamo già detto in altre occasioni, è solo l’esempio più eclatante, vistoso e vergognoso di tutto quello che le nostre classi dirigenti hanno fatto o non hanno fatto in tutti questi anni.
Il turismo è morto ammesso che sia mai veramente nato dalle nostre parti, il centro storico è abbandonato a se stesso, strade disastrate, la camorra sempre più padrona del territorio (e c’è chi continua a scriverci libri e chi continua addirittura a meravigliarsi), l’economia in crisi irreversibile (i poveri del Sud sono il quadruplo di quelli del Nord e vale ancora la parentesi di prima), nessuna politica reale per aiutare e difendere l’artigianato locale o le produzioni tipiche, mille progetti falliti o che si sono rivelati finti:
che fine ha fatto Bagnoli con le sue bonifiche, i suoi porti turistici e gli alberghi sul lungomare?
Che fine ha fatto l’acquario di Vigliena? L’acquario “più grande del mondo” di cui si sono perse le tracce per fare posto ad un inceneritore?
E il Museo dell’Emigrazione per il quale era già pronto il solito tavolo di consulenti speciali?
E Napoli-capitale della cultura nel mondo? Milioni di euro ogni anno per due-tre musei di arte contemporanea che vantano, ogni anno, solo record negativi per presenze mentre il piccolo ma prezioso Museo Civico Filangieri non riapre più per poche centinaia di euro.
E gli esempi sarebbero davvero troppi. Serve una svolta, una svolta vera.
Fanno finta di chiamarla “discontinuità” ma è la solita politica degli amici e degli amici degli amici.
Roba vecchia, vecchia e pericolosa.
Fonte: Il Nuovo Sud
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